Ursi Giuseppe

scultore

Ceramista e scultore Giuseppe Ursi compie la sua formazione a Monza, presso l'Istituto Superiore per le Industrie Artistiche, allievo di Marino Marini, diplomandosi Maestro d'Arte nel 1933.
Dopo varie esperienze presso aziende di litoceramica, negli anni Trenta partecipa a diverse mostre nazionali ed internazionali esponendo i suoi lavori a Milano, Roma, Parigi, Addis Abeba e a Lipsia.

Alla Fiera Campionaria di Milano nel 1935 esegue un grande altorilievo per la Casa del Balilla di Pavia, raffigurante un pugilatore.

Lo stesso anno realizza un grande altorilievo in litoceramica inneggiante lo sport, per la Casa del Balilla di Pavia.

Nel palazzo dello Sport, sede del Salone Internazionale aeronautico del 1937, alla Fiera di Milano, realizza un grande monumento in altorilievo, raffigurante figure e aerei.

Per il Padiglione Italiano all'Esposizione di Parigi 1937, collabora ai bassorilievi delle quattro fontane a due facce, collocate nel meraviglioso giardino sospeso.

Negli anni del secondo dopoguerra è attivo a Roma, con un proprio laboratorio.

Viene ricordato dal 21 ottobre al 9 dicembre del 2007, a Foiano della Chiana (AR), con la Mostra Antologica e catalogo "Giuseppe Ursi",. Si tratta di un artista che si colloca tra quelle figure quasi “mitiche” che hanno lasciato, assieme ad un cospicuo numero di opere, la propria traccia anche nell’insegnamento. La prima parte del volume introduce la figura dell’artista: “Giuseppe Ursi: chi è”, “Da Taranto a Monza”, “La passione e l’arte”, “Il segno del dolore”, “Dietro il filo spinato”, “Una quotidiana umiltà”, “In fuga verso la lentezza” e “In ricordo di un amico”. E poi le opere vere e proprie: “Atleti”, “Mercurio”, “San Giovannino orante”, “Danzatrici somale”, “Arezzo”, “Putto”, “Piatto con animali esotici” e molte altre ancora. Le ultime pagine del volume riportano anche alcune opere degli allievi più brillanti e promettenti.


Bibliografia:

1937 - Le pavillon Italien. Exposition de Paris 1937, Edité par la Chambre de Commerce Italienne de Paris, p. 45.

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