Sauvage Max Hamlet

pittore scultore
Gallipoli (LE), 19 gennaio 1950

Max Hamlet Sauvage è nato sotto il segno del Capricorno il 19 gennaio 1950 a Gallipoli (Lecce).

Vive e lavora in Italia e in Francia.

Nel 1969 segue i corsi di pittura della Scuola d’Arte Castello Sforzesco di Milano e successivamente frequenta l’atelier di Arti incisorie sotto la guida del professor Pasquale D’Orlando. Nel 1972 frequenta i corsi della scuola libera di Anatomia a Brera (Milano). Nel 1984 si iscrive ai corsi di fotografia all’Istituto ISAD con Luciana Mulas e successivamente al Circolo Filologico Milanese (sezione fotografica) con l’insegnante prof. Virgilio Carnisio.

Fotografa dal 1970.


Contatti:

Max Sauvage

Cell. 333.8243842
E-mail: info@maxhamletsauvage.com
Sito Internet:
www.maxhamletsauvage.com


Esposizioni personali recenti:

2000 Forum du Casino de Hyères, Francia; Museo-Galleria Honoré Camus, Bargemon (Francia); Spazio Polivalente, Belgentier (Francia); 2001 Galleria Le Bosphore, La Seyne sur Mer (Francia); Casino de Bandol, Bandol (Francia); Grand Café de la Rade, Tolone (Francia); Maison des Arts et de la Culture, Signes (Francia); 2002 Maison du Cygne, Six Fours les Plages (Francia); 2003 Salle Polivalente, Garéoult (Francia); 2004 Caroli Hotels Gallery, Gallipoli (LE); 2005 Club Bellavista, Gallipoli (LE); 2006 Open-Space Surrealist Art Gallery, Tuglie (LE); Open-Space Surrealist Art Gallery, Tuglie (LE), Fotografia; Parabita in Arte, Parabita (LE); Palazzo Balsamo, Comune di Gallipoli (LE); 2007 Casa degli Artisti, Gallipoli (LE); ArteNike Gallery, Nardò (LE); 2008 Arte Spazio, Udine; 2009 Palazzo Orgnani Martina, Venzone (UD); 2010 Galleria La Rinascita, Udine; Palazzo Polcenigo Fann, Cavasso (PN); Galleria Arte Spazio, Udine; 2011 Bastioni di Porta Napoli, Brindisi; Palazzo della Cultura, Poggiardo (LE); 2012 Ex Officine Cantelmo, Lecce; Palazzo Baronale, Municipio di Collepasso (LE); Open-Space Surrealist Art Gallery, Tuglie (LE); 2013 Ex Convento I Teatini, Comune di Lecce; Palazzo Ferrari, Comune di Parabita (LE); Biblioteca F. Gnoni, Comune di Tuglie (LE); 2015 Palazzo Baldi, Galatina (LE); Palazzo Marchesale De Franchis, Comune di Taviano (LE); Bastioni di Porta Napoli, Brindisi; Fondazione Galleria Capece, Maglie (LE); 2016 Villa La Meridiana, Santa Maria di Leuca (LE); Fondazione Galleria Capece, Maglie (LE); 2019 NET.L.A.M, Comune di Gallipoli (LE); 2021 San Francesco della Scarpa, patrocinio della Provincia di Lecce, Lecce.


Della sua opera si sono occupati i seguenti critici:

Giorgio di Genova, Pierre Restany, Arturo Schwarz, André Verdet, Roberto Sanesi, Vittorio Sgarbi, Franco Farina, Carlo Franza, Filiberto Menna, Angelo Gaccione, Franco Passoni, Mario De Micheli, Toti Carpentieri, Eugenio Giustizieri, Guido Marinelli, Franco Russoli, Alain Pierre Pillet, Carlo Munari, Sergio Dangelo, Peter Boggia, Giuliana Scimè, Dr. Miroslav Klivar, Zdenek Frybort, Alberico Sala, Licio Damiani, Luciano Chinese, Clo Caldairon, Enzo Santese, Marinilde Giannandrea, Claudia Presicce, Carmelo Cipriani, Marina Pizzarelli, Lorenzo Bonini, Gillo Dorfles, Philippe Daverio.


Bibliografia essenziale:

2013 - Max Sauvage. Mostra antologica 100 Opere dal 1970 al 2013. Dipinti & Sculture. Presentazione Sindaco Paolo Perrone, Città di Lecce, Ex Convento I Teatini, Editore, Il Minotauro.

2015 - Max Sauvage by G. De Chirico. 30 dipinti e 24 disegni. catalogo mostre, Palazzo Marchesale De Franchis, Città di Taviano (LE).

2021 - Max Sauvage. "Mitologie metropolitane, tra realtà, mito e utopia". Esposizione antologica di 150 opere dal 1968 al 2020. Dipinti - disegni - sculture - fotografie. Città di Lecce, Ex Chiesa San Francesco della Scarpa. Con il Patrocinio della Provincia di Lecce.


Giudizi critici:
“…le sue figure cercano refrigerio immergendosi in distese di acque tra onde boccheggianti e fluttuanti mischiandosi, al contempo, tra innumerevoli forme liquide con altre figure al limite della pittura astratto-informale nelle sue masse cromatiche, dando così una sensazione di movimento della materia pittorica. Osservando i corpi frantumarsi tra la schiuma spumosa delle onde in un processo di liquefazione, dove si mescolano e si amalgamano, apparendo e scomparendo secondo la prospettiva ottica, è evidente il nuovo linguaggio pittorico dell’artista, che si caratterizza per il segno e il significato intuitivo e allusivo, dando così centralità al corpo che si materializza con il fondersi delle acque in movimento, in sensazioni e percezioni emotive”.
Maurizio Nocera, 2017


“La mia ispirazione e il mio percorso artistico ha inizio nel lontano 1960, quando da ragazzo prendevo le matite colorate per disegnare. Dipinsi il primo lavoro su tavoletta: un gatto stilizzato.

Da ragazzo, all’età di 10 anni, non conoscevo l’arte contemporanea e non avevo mai sentito parlare del pittore Pablo Picasso, né tantomeno della pop-art americana e quella britannica, nata molto prima di quella americana, nel 1958.

Quando fui chiamato al servizio militare, nella caserma di orvieto, frequentando la biblioteca, avevo scoperto Sigmund Freud, Carl Gustave Jung e l’origine della specie dell’antropologo Charles Darwin, e il loro pensiero mi affascinò.

la mia pittura è ben lontana dalle immagini oggettive prefabbricate di consumo merceologico degli artisti pop statunitensi, di Roy Lichtenstein e Andy Warhol, e dalla pop-art inglese, il mio surrealismo pop-made in Italy si ispira a Savinio, Dalì, Ernst, Magritte, Masson, Tanguy e altri protagonisti del surrealismo storico. Le provocatorie proposte dell’etica ed estetica surrealista sono così rivisitate in chiave cartonistica. marxismo e psicanalisi confluiscono nella concezione del surrealismo storico fondato, come scriveva il critico-poeta André Breton, sull’idea di un grado fi realtà superiore.

La mia ispirazione utopistica nasce attingendo al reale, che poi metaforicamente trasformo nell’irreale. le scene della vita quotidiana con una visione grottesca e bizzarra con gli archetipi dell’inconscio, che riflettono la natura dell’essere umano nel mio zoo-metropolitano. L’uomo di oggi vive un decadentismo spirituale dell’apparire più che dell’essere.

Le mie metafore zoo-antropomorfe metropolitane, in chiave ornitologica mirano a classi sociali precise e denunciano il ciarpame odierno, spero con ironia e sarcasmo, la cronaca quotidiana dell’attuale società industrializzata, in preda alla catastrofe della nevrosi collettiva dei potenti. La mia arte non ha confini geografici e spero che spingerà l’umanità a riflettere.

L’arte, la bellezza e la cultura salveranno il mondo per un nuovo umanesimo, per la pace universale”.

Max Sauvage, aprile 2022

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