Reduzzi Cesare

scultore
Torino, 24 settembre 1857 - Torino, 9 maggio 1911

Allievo di Giovanni Tamone prima e poi all'Accademia Albertina di Odoardo Tabacchi.

Dal 1878 professore all'Accademia Albertina di Torino.

Nel 1983 realizza a Torino, per il cortile del Castello del Valentino, il monumento a Quintino Sella, la statua nel 2019 ha trovato nuova sede nel cortile del Politecnico sempre a Torino.

Con la testa in marmo Ora mesta, partecipa dal 19 dicembre 1896 al 31 marzo 1897, all’Esposizione di Belle Arti di Firenze.

Nel giugno 1901 partecipa con altri dodici cultori al concorso per il Monumento da erigersi alla memoria di Benedetto Brin, nel Camposanto di Torino, la giuria composta da eminenti scultori fra i quali Tabacchi e Bistolfi, scegli il bozzetto di Cesare Reduzzi, il bozzetto sarà realizzato in marmo, alto oltre cinque metri.

Partecipa con la testa in marmo Ritratto; e con la statua in gesso Domine non sum dignus, alla Mostra Nazionale di Belle Arti che si tiene nel Parco di Milano dall’aprile al novembre 1906.

Esegue nel 1910 per il Santuario della Madonna Santissima del Mondovì a Vico, il monumento al Cardinal Bona, monregalese, tra i più dotti ecclesiastici dei suoi tempi (sec. XVII), già abate al Santuario.

Nel 1910, vince il concorso con il grande gruppo: Il padre della patria (Vittorio Emanuele a Roma durante l'inondazione del 1870), per il nuovo Ponte Vittorio Emanuele a Roma, il ponte viene inaugurato nel 1911. (l'opera viene terminata dopo la morte di Reduzzi, dallo Scultore Edoardo Rubino).

Tra le sue opere: Tiberius Claudius nel Museo Civico di Torino; Fior di Vita nella Galleria d'Arte Moderna a Roma; Carezze; La Lavandaia; fra i ritratti quello di Michele Coppino, di Vittorio Alfieri, di Giuseppe Verdi.


Omaggio della sua Torino alla memoria di Cesare Reduzzi

Torino, per volere di illuminati reggitori, ha imposto ad una nuova bella via della città il nome di Cesare Reduzzi.

Per il figlio Giovanni Reduzzi, per la famiglia e per gli artisti tutti che ricordano con devoto rispetto la figura nobilissima dello Statuario e del Maestro, questa rassegna esprime i sentimenti più grati a quanti si adoprarono alla giusta e degna consacrazione dei meriti e del nome del concittadino scomparso; ed è in particolar modo riconoscente a S. E. Paolo Thaon di Revel ed al Senatore Edoardo Rubino il quale, in sede di commissione ed in veste di esperto, ha dato il proprio autorevole, schietto, decisivo consenso, con appassionato alto spirito di cameratismo e con serena coscienza d’artista.

Ricordiamo brevemente la figgerà e l'opera di Cesare Reduzzi. Ricordiamo rial uno di quei nobili, sereni e silenziosi artisti dei quali la critica italiana poco si I occupata, forte per l'eccessiva modestia che ad essi imponeva assai più l'amore alle opere che non l'affannosa questua del plauso.

Quanti lo hanno conosciuto trent'anni or sono non ne dimenticano la serenità mite e signorile del volto, l'elevatezza dello spirito, la dignità raccolta della vita utilmente operosa. E, con le qualità dell’artista, non dimenticano l'infinita bontà di un uomo che ba vissuto studiando e lavorando con fede e senza soste, pago delle gioie famigliari e dell'intimo sconfinato amore per l'arte.

Era nato nel 1857 e giovinetto aveva cercato nell’intaglio de! legno la ragione prima della sua vita. Nelle ore che il lavoro gli lasciava libere modellava, ancora giovanissimo, nella bottega dello scultore in legno Tamone, piccole figure di creta, nelle quali trasfondeva lo spirito che alitava ne! suo io.

Ancora ragazzo fu avviato all'Accademia Albertina, ove percorreva con molto onore gli studi, rivelando un temperamento artistico denso di qualità e di promesse. E quando cominciò la sua vita di scultore seppe far risplendere le me tenendo fede alle altre.

L’insegnamento di Odoardo Tabacchi non fu senza influenza sulla sua produzione iniziale; e le sculture di Cesare Reuzzi dal 1885 al 1894 rivelano, seppure ingentilita, la maniera del maestro. Le opere Al ballo. Cerea, Saltimbanco, Leonessa, appartengono al ciclo di queste manifestazioni, nelle quali l’artista cerca ancora una sua personalità.

Ma nel 1896 Cesare Reduzzi espone a Milano una Lavandaia nella quale l’impronta personale dello scultore è già evidente. La modellatura diventa sicura, il movimento perde quella specie di violenza che è in molte opere di Tabacchi e della sua scuola; la sensibilità estetica moderna, la grazia personale e la padronanza di mezzi tecnici dell’artista appaiono nella sua opera.

Da allora Cesare Reduzzi partecipa assiduamente alle esposizioni nazionali ed estere, dove le sue sculture destano particolare interesse ed ammirazione, mentre autorità e privati gli affidano l’esecuzione di opere importanti.

Di alquanto posteriore è Fior di vita, acquistato per la Galleria d’Arte Moderna di Roma, composizione che resta tra i più significativi saggi dell’arte del Reduzzi. È un nudo giovanile di fanciulla, perfetto nell’armonia delle linee e denso di purissimo fascino. Accanto a questa superba statua si possono collocare Tiberius Claudius (Galleria d’Arte Moderna, Torino), sapiente e sentita rievocazione di un imperatore romano migliore del suo tempo e che a Capri deve aver meditato a lungo sulla misconoscenza umana; ed altre opere forti ed espressive, tutte assai note, quali: Carezze, Mistica, Domine non sum dignu? e quel piccolo capolavoro che è L’Ignavo.

La produzione di Cesare Reduzzi è varia e copiosissima, tanto più ove si consideri la non lunga vita dell'artista (morì nel maggio 1911 a 5 3 anni).

Un gruppo di opere nobilissime appartiene all’arte religiosa, commemorativa e funeraria: un altro non meno cospicuo ed importante, al ritratto.

Il Piemonte, e Torino in special modo, sono ricchi di statue del Reduzzi. Santuari, gallerie e luoghi pubblici, chiese e collezioni private possono vantare opere inconfondibili ed ancor degnissime di ammirata considerazione: citiamo, tra le più note, il Battistero della chiesa di S. Massimo (Torino), l'altare di S. Anna (Varallo), il gruppo del Sangone (Valentino, Torino), i monumenti a Quintino Sella (Torino) al Cardinal Bona (Mondovi) e a Benedetto Brin (Torino).

I monumenti funerari Mirafiori, Carrera, Schunnache, Moriondo, Gallo, per citarne alcuni tra i più significativi, testimoniano della feconda genialità e sensibilità dell’artista: caratteristiche queste che si riscontrano anche nei due possenti gruppi statuari del ponte Umberto I a Torino e, più ancora, nel gruppo mirabile e superbo di linee, di movimento e di armonia, del ponte Vittorio Emanuele lI a Roma.

Nel ritratto plastico (busti, medaglie, targhe, ecc.) i saggi di Cesare Redazzi sono numerosi e particolarmente suggestivi: molti ricordano per certo l’ottimo busto della Madre dello scultore, quelli donatelliani dei bimbi di Giacomo Grosso, quelli stupendi del conte di Sambuy, di Michele Coppino, Vittorio Alfieri, Verdi, Leone Fontana, Edoardo Daneo, Alfonso Cosso, gen. Corte, F. Cipani, C. di Bricherasio…

Nell’opera del Reduzzi s’impongono la sincerità dell’ispirazione, la sempre piacevole correttezza della composizione, la signorile eccezionale bontà della modellatura. La sua serenità pensosa di artista rifuggiva da compromessi, da espedienti convenzionali e soprattutto da espressioni diverse da quelle che realmente erano nel suo spirito: e per questo la sua modellatura è più aggraziata e intimamente delicata che non violenta e spavalda, e l’espressione delle sue opere necessariamente intensa, mite e profonda.

Cesare Redazzi resta pertanto come uno dei migliori scultori del più raffinato ed autorevole ottocento piemontese: e rimane col suo nome nell’arte come l’esempio di un'anima leale, gentile e retta, vissuta di bontà e con bontà.

E. B. - 1935 (Ernesto Bertarelli), Omaggio della sua Torino alla memoria di Cesare Reduzzi, (con ill.), Torino, a b c rivista d’arte, n. 6, giugno, Milano, p. 26, 27.


Bibliografia:

1896 - Festa dell’Arte e dei Fiori 1896-1897, catalogo della Esposizione di Belle Arti, Firenze, p.88;

1901 - Il monumento da erigersi a Benedetto Brin nel Cimitero di Torino, (con ill.), Natura ed Arte, n. 15, 1 luglio, Milano - Roma, Vallardi, p. 210;

1906 - Mostra Nazionale di Belle Arti, catalogo illustrato, Milano, Parco, aprile-novembre, p. 79;

1910 - Le decorazioni e i bozzetti delle Vittorie per il nuovo Ponte Vittorio Emanuele a Roma, Natura ed Arte, Milano, Vallardi, N. 17 - 5 agosto, p. 341, 343 FOTO

1929 - La Madonna Santissima del Mondovì a Vico, I Santuari d’Italia, n. 1 gennaio, p. 12:

1935 - E.B. (Ernesto Bertarelli), Omaggio della sua Torino alla memoria di Cesare Reduzzi, (con ill.), Torino, a b c rivista d’arte, n. 6, giugno, Milano, p. 26, 27.

1994 - Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani, Dal neoclassico al liberty, seconda edizione, volume secondo, Lodi, Il Pomerio, pp. 872/874

2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume II, M-Z, Adarte, p. 774

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