Parigi Pietro

xilografo
Settimello di Calenzano (FI), 20 febbraio 1892 - Firenze, 5 ottobre 1990

Sue incisioni sono inserite nella Raccolta delle Stampe Adalberto Sartori di Mantova,

Sito internet: www.raccoltastampesartori.it


Parigi Pietro. xilografo:

Nel 1923 illustra con numerose xilografie la copertina e l’interno del volume di Giuseppe Zoppi, La Nuvola Bianca, edito a Milano da L’Eroica.

Nel 1923 illustra con numerose xilografie la copertina e l’interno del volume di Gino Cucchetti, Lo Specchio, edito a Milano da L’Eroica.

Illustra con xilografie e litografie nel 1923 - La Critica Musicale, Rassegna mensile diretta da L. Parigi, Anno VI - Fascicolo 1 dedicato ad Antonio Tari, Firenze, Il Torchio Società Grafica Toscana.

Nel 1923 illustra con numerose xilografie il volume di - Lodovico Domenichi, Facezie, cura: Giovanni Fabris; Roma, A. F. Formiggini, xilografie: Pietro Parigi; 1a ed.: 1923, pp XXXII, 221 (Classici del Ridere 46)

Nel 1924 illustra: Lodovico Guicciardini, Ore di ricreazione, a cura: Giovanni Fabris; Roma, A. F. Formiggini,xilografie: Pietro Parigi; 1a ed.: 1924, pp XXIII,148 (Classici del Ridere 49)

1925 - Cesare Ratta, a cura, Gli adornatori del libro in Italia, Volume II, seconda edizione con 75 tavole aggiunte, Bologna, tavv. 77.

1925-26 - Cesare Ratta, a cura, Gli adornatori del libro in Italia, Volume III, Bologna, pagina 12.

Illustra nel 1926 con 9 xilografie originale il volume di Mario Chini, Vita e poesia di S. Francesco. edito a Firenze, da Bemporad.

Nel 1926 illustra con numerose xilografie il volume di Teofilo Gautier, Gli amori impossibili, … con xilografie di P.P., edito a Roma, da Formiggini, (Classici del Ridere n. 61).

Nel 1927 partecipa alla II^ Esposizione internazionale dell’Incisione moderna, catalogo, Firenze,

1927 - Cesare Ratta, L’arte del libro e della rivista nei paesi d’Europa e d’America, Vol.. I, Bologna, pp. 108, 109, 161, 166

1927 - Roberto Papini, Stampe moderne d’ogni paese alla Mostra di Firenze, Bergamo, Emporium, n. 390 giugno, p. 350.

Nel 1927 su: Gli adornatori del libro in Italia, vol. VIII, di Cesare Ratta, stampato a Bologna, viene pubblicata sulla tavola 130/1: Frontone.

Nel 1929 illustra: Giulio Cesare Croce Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno cura: Nicola Lisi; xilografie: Pietro Parigi; 1a ed.: 1929, pp 232, (Classici del Ridere n. 79)

Nel 1932 illustra: Aleksandr Sergejevic Gribojèdov La disgrazia di essere intelligente trad. e introd.: L. Savoj; ill.: Pietro Parigi; trad. e introd.:L. Savoj 1a ed.: 1932, pp. 248 (Classici del Ridere n. 93)

Nel 1933 illustra: Luigi Del Buono (Stenterello) Darò mia figlia al migliore offerente, e altre stenterellate cura: Giuseppe Cocchiara; xilografie: Pietro Parigi; 1a ed.: 1933, pp 264. (Classici del Ridere n. 95)

Nel 1933 figura alla Mostra “Esposizione italiana del bel libro della illustrazione e del manifesto illustrato”, presso il Palais de Beaux Arts, a Bruxelles (Belgio).

Il suo nome viene considerato su un articolo sulla xilografia italiana firmato da Luigi Servolini, comparso su: 1935 - Luigi Servolini, La xilografia italiana oggi, Napoli, Cimento, anno XIV, vol. XIII, n. 141, 5 aprile 20 aprile, pp. 35/36.

Illustra nel 1945 il volume: Ugo Foscolo, Poesie, con 5 xilografie originali, l’opera è stampata a Firenze, da Giannini Editore.

IlIustra nel 1955 con 19 xilografie originale a mezza paginea (e monte figurini xilogr. alternate nel testo, la Prima edizione dell’opera di Alfredo Orbetello, Frati minori, Firenze, Vallecchi,

Illustra nel 1956, il volume di Giovanni Papini, L’aurora della letteratura italiana, con 9 xilografie di Pietro Parigi, Firenze, Vallecchi.

Partecipa dal 1 ottobre al 15 novembre 1966 alla I Biennale dell’Incisione Italiana, organizzata dal Rotary Club Cittadella (PD), con le xilografie: Il carnevale è morto, Uomo e fantasmi.

Partecipa dal 27 settembre al 9 novembre 1969 alla II Biennale dell’Incisione Italiana, organizzata dal Rotary Club Cittadella (PD), con le xilografie: Il figliol prodigo, e Il carnevale muore.

Nel 1979 partecipa con due incisioni, alla III Biennale dell’Incisione Italiana, Rotary Club Cittadella.

Nel 1986 - IV Biennale della Xilografia Contemporanea. Omaggio a Pietro Parigi. Donazione Alessandro Pandolfi. 23 xilografi italiani, 6 xilografi della Grafiska Sallskapet. Museo della Xilografia, Castello dei Pio, Carpi (MO), dal 21 dicembre 1986 al 31 gennaio 1987. edizione, Centro Internazionale della Grafica, Venezia, pp. 7/16.

Nel dicembre 1990 - gennaio 1991, alla Sesta Triennale dell’Incisione, al Palazzo della Permanente di Milano, figura con 3 xilografie.

E’ inserito con numerose incisioni nell’Agenda-diario 1991, edita dalla Galleria Il Ponte di Firenze,

Muore venerdì 5 ottobre 1990 a 98 anni.


Artisti Italiani: Pietro Parigi. Filippo Villani, tra le vite degli illustri uomini fiorentini, scrisse anche la vita di un chierico tonsurato, di parenti contadini, famoso per un poema elegiaco latino intitolato l’Arrighetto, ovvero. De diversitate fortunae et philosophiae consolatone. Questo chierico, appunto chiamato Arrigo, era nato a Settimello, tra Sesto e Calenzano, ed è noto in letteratura sotto il nome di Arrigo da Settimello.

Ora, che si sappia, in ottocent’anni, a Settimello, dopo Arrigo, di uomini, da meritarsi un Filippo Villani, non è nato che Pietro Parigi.

Egli aprì i suoi occhi verdastri il 20 settembre 1892.

Portato in calzoni corti in città, Pietro Parigi fu allogato presso un incisore in Borgo San Jacopo, dove si fondono e si incidono i metalli. Cominciò dunque ad incidere il rame e l’argento, promettendo di diventare un eccellente artigiano. Quando, attraverso l’artigiano si rivelò l’artista. Tornato a casa, la sera, Pietro Parigi si provava a modellare per conto proprio l’argilla e a fare lo scultore; si provava a disegnare e a incidere per conto suo sul legno, facendo cosi le prime xilografie.

Era il tempo che la xilografia, richiamata in vita da un esasperato estetismo, era piena di simboli, di teste medusee, di Prometei incatenati al bossolo, di Pegasi e di Icari sfrenati. De Carolis, col cappa, veniva riconosciuto maestro e i soggetti da xilografia erano invariabilmente dannunziani. Si ricordi anche le incisioni del Leonardo, nate sotto quel segno.

Pietro Parigi avrà cominciato di certo a grattare il legno disegnando qualche nave che non aveva mai veduto o qualche eroe mitico di cui aveva letto poco nei libretti del Sonzogno.

Poi, con l’Eroica, la xilografia dei «roditori di legno» s’indirizzò verso le Canzoni del Giacchio: diventò paesaggistica e leggermente arcaica. Pietro Parigi senti di più quella maniera.

Ma ancora non aveva trovato la sua strada. Come a molti, fu la guerra a rischiarargli la mente, perché non c’è nulla come la morte che dia la visione della vita. Alla guerra si guadagnò i galloni di sergente, e si buscò la sua bella pallottola con annessa medaglia d’argento.

Tornando, s’imbatté con tre giovani che avevano in animo di redigere una rivista, la quale doveva apparir rustica per essere più raffinata. Si mise in loro compagnia e ancora vi si trova.

Egli allora aveva lo studio in una stanzetta nel quartiere delle Cure. Una stanzetta con una grande finestra davanti a un ponte ferroviario risonante di ferro.

Un banchino da incisore sotto la finestra, e un enorme pianoforte nero che occupava tutto il resto della stanza. Non aveva richiuso l’uscio, che si mutava le scarpe, i pantaloni e la giacca, perché i panni che portava fuori non si sciupassero nel lavoro. Era una buona abitudine, che aveva conservata dai giorni del suo lavoro in Borgo San Jacopo. Viveva a stento, incidendo per qualche editore che pagava poco, e sonando l’organo, la domenica, in qualche chiesa di campagna.

A prenderlo a braccetto si sentiva che aveva un braccio sciupato e rigido, e a spogliarsi faceva fatica. Ma a chi gli chiedeva di quell’impedimento, Pietro Parigi rispondeva evasivamente, magari inventando di essere cascato di braccio alla balia. La sua mutilazione di guerra lo aiutava però a sbarcare il lunario.

Con i tre amici incontrati per caso, compilò dunque il mensile Calendario dei pensieri e delle pratiche solari.

Su quella rivistina Pietro Parigi mostrò quale fosse la sua arte. Un piglio popolaresco che non sconfina mai nel folclore, e un sapore quasi amaro che non dà mai nello sconsolato. I soggetti sono quasi sempre umili e il modo di trattarli immediato e forte. La sua tecnica non è mai crudele. Pare che Parigi chieda al legno, non diciamo l’ispirazione, ma un suggerimento per il suo lavoro. E la materia non gli si ribella, non resta mai né fredda né urtata.

Pietro Parigi è di una modestia indisponente. Una modestia che rasenta la scontrosità e l’indolenza. Conosce, oltre l’arte dell’incidere, quella del nascondersi e dello sparire al momento meno opportuno. Quando c’è da vincere un concorso, quando c’è da avere un incarico, quando c’è da farsi avanti, sparisce. È da vent’anni dalla parte degli sconosciuti. Né c’è da gridare all’ingiustizia per questo. Pauroso di assumersi responsabilità che gli sembrano superiori alle sue forze; incapace di forzare e piegare a un lavoro costante la sua arte, egli non si è voluto fare una sapiente maniera. Ogni momento appare nuovo; sembra che impari anche quando insegna. Anzi egli impara con gli allievi, e questo pare inconcepibile a chi crede che l’arte sia pappa cotta da passarsi di bocca in bocca, appena appena biascicata, come facevano una volta le mamme.

Per questo forse egli non è, nella scuola di Porta Romana, che Maestro d’arte: bellissimo titolo per lui e per noi, se Maestro d’Arte non volesse dir meno, molto meno, del pretenzioso quanto insignificante titolo di Professore.

Pietro Parigi non ha partecipato ne partecipa alle Fiere d’Arte. Ha lavorato però e non poco.

I libri decorati, illustrati, ornati da lui sono moltissimi.

Tra questi, i più importanti sono:

La nuvola di Zoppi (Edizione Eroica), Poesie di Gino Cucchetti (Edizioni Eroica), Facezia del Domenichi (Edizione Formiggini), Gli amori impossibili del Gautier (Edizione Formiggini), Caratteri e aneddoti dello Chamfort (Edizione Formiggini); Ore di ricreazione del Guicciardini (Edizione Formiggini); Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno del Croce (Edizione Formiggini), Vita di San Francesco di Mario Chini (Edizione Bemporad); Poeti inglesi dell’ottocento di Mario Praz (Edizione Bemporad); Fra Diavolo di Piero Bargellini (Edizione Vallecchi); Fiore dei miei ricordi dell’Unamuno (Edizione Vallecchi); Tartarino del Daudet (Edizione Vallecchi); Favole di Nicola Lisi (Edizione del «Fontespizio »), Storia della Letteratura Italiana del Papini (Edizione Vallecchi).

Ha inciso molte copertine per le edizioni Vallecchi, Bemporad, Formiggini e per l’Editrice Fiorentina ha composto tutte le copertine pei libri di Tito Casini.

Ha collaborato alle riviste: La Critica Musicale, Calendario dei pensieri e delle pratiche solari, Voce amica. Illustrazione Toscana. Ma più che altro egli è stato lo xilografo più assiduo del Frontespizio fin dal primo numero. Era sua la prima copertina, incisa sullo zinco, e suoi erano i primi caratteri dei titoli, che incideva col bulino, ricordando i primi anni del suo lavoro di artigiano. (1937 - Il Frontespizio, Firenze, Vallecchi Editore, n. 10 ottobre, pp. I/VIII (33 xilografie).


Bibliografia:

1937 - Artisti Italiani: Pietro Parigi. Il Frontespizio, Firenze, Vallecchi Editore, n. 10 ottobre, pp. I/VIII (33 xilografie).

1949 - Armando Pelliccioni, Dizionario degli Artisti Incisori Italianiii (dalle origini al XIX secolo), Carpi (MO), Gualdi, e F., p. 127.

1955 - Luigi Servolini, Dizionario Illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Milano, Gorlich, p. 604, 605, 607;

1962 - Pietro Parigi. 34 xilografie. con uno scritto di Carlo Batocchi, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina.

1966 - I Biennale dell’Incisione Italiana catalogo a cura di Bino Rebellato, Rotary Club Cittadella, p. 57, 142 (ill.).

1969 - II Biennale dell’Incisione Italiana catalogo a cura di Bino Rebellato, Rotary Club Cittadella, p. 61, 178 ill.

1970 - Seconda biennale internazionale della grafica d’arte, la grafica tra le due guerre, catalogo mostra, Firenze, pp. 115/116, ill. DA FARE

1974 - Lunario di Parigi Libreria Editrice Fiorentina, 1975. Calendario-lunario mensile, mm.495x230. Contiene 12 xilografie originali di Pietro Parigi, mm.180x123 ognuna. La Libreria Edit. Fiorentina tirò il lunario in 365 copie di cui 65 firmate dall'a. La nostra copia non è tra quelle firmate dall'artista. Non comune. 380

1974 - Quarta biennale internazionale della grafica d’arte, Mostre omaggio, catalogo mostra, Firenze, pp. 65/68, ill. DA FARE

1979 - III Biennale dell’Incisione Italiana, Rotary Club Cittadella, pp. 73, 188 ill.

1986 - IV Biennale della Xilografia Contemporanea. Omaggio a Pietro Parigi. Donazione Alessandro Pandolfi. 23 xilografi italiani, 6 xilografi della Grafiska Sallskapet. Museo della Xilografia, Castello dei Pio, Carpi (MO), dal 21 dicembre 1986 al 31 gennaio 1987. edizione, Centro Internazionale della Grafica, Venezia, pp. 7/16.

1979 - 1900 Bianco e Nero. Ex libris - Grafica minore, Saggio critico di Andrea B. Del Guercio, Catalogo a cura di Maria Pia Gonnelli Manetti, Firenze, Edizioni Gonnelli, p. 56. da fare

1990 - Sesta Triennale dell’Incisione.Milano, dic.-gennaio 1991, p. 80.

1990 - L’Incisione e la sua agenda,Mantova Archivio, n. 8 ottobre, Sartori Editore, p. 20.

1990 - A.S. (Adalberto Sartori), La morte di Pietro Parigi, Mantova Archivio, n. 9 novembre, Sartori Editore, p. 10.

1999 - Gabriella Gentilini, acura, Repertorio della Xilografia Italiana 1946-1999, volume primo (unico pubblicato), Firenze, Pietro Chegai Editore, p. 146.

2003 - Alida Moltedo Mapelli, a cura, Paesaggio Urbano. Stampe italiane dalla prima metà del ‘900 da Boccioni a Vespignani, Roma, Artemide Edizioni, pp. 222.


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