Cerati Carlo

scultore
Casalmaggiore (CR), 2 febbraio 1865 - Mantova, 3 ottobre 1948

Nasce il 2 febbraio 1865 a Casalmaggiore (CR), muore a Mantova il 3 ottobre 1948.

Figlio di Angelo e Caterina Frigeri, è ultimo di nove figli.

Incoraggiato dall’ottenimento di borse di studio, frequenta la scuola a Casalmaggiore, nella provincia cremonese. Quindi, vista la sua buona disposizione all’arte, lo zio dott. Vincenzo Contini, medico di Rivarolo del Re, consiglia di inviarlo a Milano, dove trova ospitalità presso la zia Letizia Frigeri, per approfondire gli studi artistici.

Il 22 ottobre 1881, si iscrive al Corso di ornato presso l’Accademia di Brera (ma dai registri consultati, risulta la sua accettazione solo in data 23 ottobre 1885), viene perciò da pensare che il Cerati decida di frequentare i Corsi triennali di ornato e decorazione applicati all’ebanisteria della Scuola del Castello Sforzesco per frequentare, poi, i corsi di Brera dall’anno 1885. Lavorando da ebanista per antiquari e restauratori si mantiene agli studi risultando spesso primo nei corsi.

Nel 1885/86 è iscritto alla Scuola di Ornato di Brera; dal 16 ottobre 1886 si iscrive alla Scuola di Figura; nel novembre 1887 si iscrive ai Corsi di Architettura (22 novembre) e di Prospettiva (24 novembre). Dal 17 ottobre 1888 è ammesso alla Sala delle Statue. Nel 1889 frequenta la Sala di Nudo.

Nel 1890, sposa Itala Morenghi, amata e bellissima, modella ideale per le sue figure femminili.

Nell’anno 1891/92 è iscritto al I anno di Scultura con insegnante il prof. Francesco Barzaghi (Milano, 10/2/1839 - Precotto Milanese 31/8/1892), nello studio del quale lavora per affinare la propria tecnica. Il 22 novembre 1892, si iscrive al II anno di Scultura con insegnante il prof. Enrico Butti (Viggiù 3/4/1847 – 21/1/1932), contemporaneamente frequenta la Scuola di Nudo (scuola speciale di scultura). Ha come insegnanti, per ornato Claudio Bernacchi, per disegno e figura Raffaele Casnedi, per prospettiva Carlo Ferrari.

Stringe rapporti d’amicizia con Achille Beltrame e Mentessi; lavora in seguito per l’illustre scultore Giuseppe Grandi, prima come sbozzatore e poi come puntatore.

Nel 1894, partecipa alla II Esposizione Triennale di Belle Arti della R. Accademia di Brera a Milano con la statua in gesso La risaiuola.

Aperto lo studio, colloca alcune opere nei cimiteri di Musocco e nel Monumentale di Milano; esegue ritratti, tra cui quello del Priore del convento dei Frati Minori (collocato nel Refettorio), collabora alla realizzazione dei capitelli della Rinascente, distrutta successivamente dai bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale.

Aderisce al circolo degli irredentisti “Guglielmo Oberdan” e, per questo fatto, è più volte arrestato.

Nel 1896 esegue una scultura, raffigurante una giovane donna seduta, per la Tomba Rechichi nel Cimitero di Casalmaggiore.

Cerati trascorre le estati presso l’unico fratello rimasto in vita, il quale abita a San Siro di San Benedetto Po dove ha delle proprietà; nel 1898 decide di trasferirsi definitivamente a Mantova, in seguito agli inviti degli amici e dei parenti.

Esegue, nel 1899, la statua di S. Stefano orante (un enorme marmo alto 2 metri e 70 centimetri, del peso di 74 quintali), collocata in una nicchia a circa un terzo dell’altezza nel campanile del Duomo di Casalmaggiore.

Un anno dopo, l’American Art Institute si dichiara disposta a finanziare il suo trasferimento in America. Più tardi anche l’Ambasciata Russa lo invita a lavorare per la corte di Pietroburgo. L’artista, che decide di non aderire agli inviti ricevuti, consapevole delle importanti rinunce, continua a lavorare a Mantova.

Esegue, nel 1901, la lapide con il Busto di Garibaldi, in marmo, collocata sulla facciata del Municipio di San Benedetto Po. Per la stessa facciata esegue anche la lapide con il Busto di Giuseppe Mazzini e di Re Umberto I (tolto nel 1945 dalla facciata del Municipio e disperso). Scolpisce le Formelle del pulpito per il Duomo (1902) di Casalmaggiore.

Esegue nel 1904 una lapide scolpita in marmo con due ritratti bronzei in altorilievo dei patrioti Attilio Mori e Carlo Marchi, collocata a Gazzuolo sotto il portico gonzaghesco.

Nel 1906, con l’incredibile scultura in gesso Empio Furore (ispiratasi all’Eneide), partecipa e viene premiato all’Esposizione Internazionale di Milano; poi, a causa di un frettoloso imballo, la scultura risulta purtroppo drasticamente danneggiata durante il viaggio di ritorno a Mantova.

Nello stesso anno esegue un Cristo morente per la Tomba Bini-Porcelli-Barbaro nel cimitero di Casalmaggiore.

Il 5 marzo 1911 viene inaugurato a Mantova, il suo Monumento ad Ippolito Nievo con una solenne cerimonia alla quale partecipa una folla di mantovani. Parlano l’Onorevole Fermo Rocca ed il Sindaco Cristofori. (Monumento nei giardini di Porta Pradella).

Lo stesso anno, esegue la scultura Desolazione per la Tomba Ferri-Bergamaschi, nel Cimitero Comunale di Mantova, che la Gazzetta di Mantova (2 febbraio, 1912, p. 3) definisce “una vera riuscita opera d’arte, ammirata e lodata anche da persone competentissime in scultura”.

Nel 1912, per la Tomba Braga, nel Cimitero di Casalmaggiore, esegue la scultura Nell’ora del dolore.

Nel 1914, esegue la scultura Disperazione per la Tomba Colombo (ora Manfredini) nel Cimitero di Mantova. Il committente, Oreste Colombo, è così soddisfatto del risultato che oltre al pattuito, omaggia allo scultore un orologio d’oro “pel monumento eseguito, e giudicato una vera opera d’arte” (O. Colombo, lettera a C. Cerati, Mantova 13-12-1914).

Nel dicembre 1915 e gennaio 1916, partecipa alla Mostra Artistica Mantovana Pro Mutilati e Orfani di militari caduti in guerra al Palazzo Ducale di Mantova con il marmo Allo specchio.

Intensifica i rapporti con gli amici mantovani Bonomi, Dugoni e soprattutto Zaniboni e quando Tito Zaniboni prepara l’attentato a Mussolini Carlo Cerati, gli concede ogni aiuto; infatti, il “Comitato Nazionale per il Prestito Mazziniano”, tramite Cerati, consegna a Peppino Garibaldi seicentomila franchi-oro raccolti per il finanziamento dell’impresa di Zaniboni e del generale Capello.

Nel 1922 esegue la bellissima scultura Ultimo tributo per la Tomba Guaresi nel Cimitero di Mantova.

Nel 1924 scolpisce la scultura Estremo Saluto per la Tomba Manni nel Cimitero di Mantova.

Nella metà degli anni venti partecipa al concorso del Monumento a Virgilio di Mantova eseguendo i bozzetti per l’Eneide e le Georgiche.

Partecipa con dei bozzetti al concorso per il Ponte della Vittoria di Verona.

Nel 1927 gli viene commissionato il Busto di Italo Gasparetti Preside Animatore del Consorzio Navarolo di Gazzuolo; lo stesso anno scolpisce Ora e sempre per la Tomba Tragni nel Cimitero di Mantova. Tra il 1927 e il 1928 esegue la scultura Silenzio per la Tomba Pedrazzoli, nel Cimitero di Mantova.

Esegue il Monumento ai Caduti, di San Benedetto Po, inaugurato il 1 luglio 1928 alla presenza di S. E. Augusto Turati, Segretario Generale del Partito Fascista.

Nell’opuscolo edito per l’occasione, il Dott. Giuseppe Toni dell’opera scrive: “È pregevole opera dello scultore Carlo Cerati…

Si spiega così e si chiarisce ancor meglio il gruppo simbolico che lo scultore - non nuovo né imperito alle battaglie dell’arte - ha modellato con finissimo gusto, con grande vigore di tecnica e con vera e spontanea ispirazione.

Un’alta figura femminile - la Gloria - dal portamento dignitoso e corretto - spicca sovra le altre e protende innanzi e in alto un serto d’alloro. Più sotto e intorno si raccolgono altre figure di lineamento alquanto più modesto, ma non meno espressivo. È la famiglia del caduto.

Una madre dal volto delicato e doloroso che piega amorosamente la persona verso la Gloria, quasi ad amplesso, chiusa nella sua tristezza, ma non depressa, dolente ma non accasciata, confortata anzi da una grande pace interiore.

Più in basso una giovane sposa ed un fanciullo: l’orfano.

Se alquanto triste ci si presenta la figura della prima, nobilissima è l’espressione di quest’ultimo. Superiore al lutto che gli fascia l’animo, più grande dell’abbandono e della sventura in cui l’ha ravvolto la scomparsa del padre, ei si erge tranquillo, mentre gli sorride la Gloria degli eroi, alla quale aspira con la sua esile manina, coronata d’alloro.

La piccola e grandiosa figura risponde egregiamente alla grande figura femminile: pari nell’atto, non impari nella nobiltà dell’espressione e delle intenzioni…

In altra parte, domina una figura semplice e vigorosa.

Un littore, dalle forme maschie e muscolose, assiste alla scena col fascio abbassato, curvo e chino a venerare…”

I gruppi di figure in bronzo del monumento vengono rimossi e fusi durante il periodo bellico.

La stessa sorte tocca alle sculture in bronzo dei Monumenti ai Caduti dei Comuni di San Biagio e di San Siro, eseguiti sempre dal Cerati; in altri testi si legge che Cerati ha eseguito anche il Monumento ai Caduti nel Comune di Novel-lara, ciò non ci risulta, in quanto tale monumento è stato eseguito dallo scultore Giuseppe Graziosi di Savignano sul Panaro.

Nel 1931, scolpisce la scultura Invocazione per la Tomba Baroni-Zanardi-Marocchi per il Cimitero di Mantova.

Nel 1936 esegue il ritratto del Ing. Luigi Villoresi collocato a Moglia di Sermide all’interno del Consorzio di Bonifica Agro Mantovano Reggiano.

Nel 1939, realizza la scultura Deposizione per la Tomba di famiglia che lascia incompiuta.

Il 14 luglio 1944 lo studio dello scultore, presso l’Orto Botanico di via Cantelma, con i gessi delle sculture maggiori, i disegni, i progetti, viene completamente distrutto da un bombardamento americano. Solo un grande crocifisso in gesso si salva. (Attualmente il gesso del Cristo morente, che servì per il marmo della tomba Bini a Casalmaggiore, è sull’altare maggiore della chiesa di San Barnaba).

Il 3 ottobre 1948, mantenendosi lucido sino all’ultimo istante, muore improvvisamente a 83 anni, dopo aver lavorato come scultore per oltre mezzo secolo.

La Città di Mantova gli riconosce funerali ufficiali, imponenti.

Nel 1952 alla Mostra del Risorgimento Mantovano 1848-1860 tenutasi alla Casa del Mantegna a Mantova, dal 21 settembre al 4 novembre, viene esposto il Busto in bonzo di Ippolito Nievo, di proprietà del Comune di Mantova.

Nella Galleria Civica d’Arte Moderna di Palazzo Te a Mantova è conservata la sua scultura in marmo Dolente.

Monumenti - Opere:

CASALMAGGIORE (CR):

1899 - Statua di S. Stefano nella nicchia della Torre campa-naria del Duomo;

1902 - Formelle dei pulpiti del Duomo.

- nel Cimitero:

1896 - Tomba Rechichi: Pace;

1906 - Edicola Bini-Porcelli-Barbaro: Cristo morente;

1912 - Tomba Braga: Nell’ora del dolore;

Tomba Mina;

Edicola Bianchi;

Tomba Negri;

Edicola Lodi-Rizzini-Tenca;

Tomba Verdi;

Cappelle Barabini e Pellizzoni (insieme allo scultore Alessandro Monti).

REVERE (MN):

1899 - Lapide e Busto di Don Bartolomeo Grazioli, sotto-portico dell’orologio.

SAN BIAGIO DI BAGNOLO SAN VITO (MN):

Monumento ai Caduti, figura in bronzo, rimossa e fusa in periodo bellico.

SAN BENEDETTO PO (MN):

1901 - Lapide e Busto di Giuseppe Garibaldi sulla facciata del Municipio;

Lapide e Busto di Re Umberto I (tolto nel 1945 dalla facciata del Municipio e disperso);

Lapide e Busto di Giuseppe Mazzini, facciata del Municipio;

1928 - Monumento ai Caduti, gruppo di figure in bronzo, rimossa e fusa in periodo bellico.

- nel Cimitero:

Tomba e Busto di Ulisse Barbieri;

Tomba Bonafous, altorilievo;

Tomba Boriani, Figura in bronzo (copia in bronzo della scultura in marmo Ultimo tributo, Tomba Guaresi di Mantova);

Tomba Angeli, Angelo, in marmo, grandezza naturale.

GAZZUOLO (MN):

1904 - Lapide scolpita in marmo con due Ritratti in bronzo di Attilio Mori e Carlo Marchi;

1927 - Ritratto a mezzo busto di Italo Gasparetti sulla facciata della Bonifica Navarolo.

- nel Cimitero:

Lapide con Ritratto in medaglione di Italo Gasparetti;

Lapide con Ritratto in medaglione Tomba Cattabiani-Gasparetti.

CASTELNUOVO RANDONE (MO):

- nel Cimitero:

Cappella Villani con figure in marmo.

OSTIGLIA (MN):

- nel Cimitero:

Cappella Montani, Ecce Homo, bassorilievo in marmo.

MOGLIA DI SERMIDE (MN):

1936-XIV - Ritratto Ing. Villoresi, marmo, Consorzio di Bonifica Agro Mantovano Reggiano.

MANTOVA:

Piccolo schiavo, marmo;

1904 - Ritratto maschile, marmo;

1905 - Lapide e Ritratto di Alberto de M.si Capilupi De Grado, marmo, Accademia Virgiliana;

1906 - Ritratto femminile, marmo;

1909 - Targa a Roberto Ardigò, marmo, facciata Biblioteca;

Dolente, marmo, Galleria Civica d’Arte Moderna, Palazzo Te;

Ritratto di Dante, gesso patinato, Soc. Dante Alighieri;

Busto di Ippolito Nievo, bronzo, Giardini di Porta Pradella;

1915 ca. - Allo specchio, marmo;

due Medaglioni, marmo, facciata Farmacia Bini, angolo Via Chiassi, via Poma;

Ritratto di Luigi Pescasio, marmo;

Ritratto Ing. Villoresi, gesso patinato, Consorzio di Bonifica Agro Mantovano Reggiano.

- nel Cimitero:

1898 - Tomba Margonari;

1899 ca. - Tomba Bagnardi Fontebasso;

1901 - Tomba Artioli;

1909 ca. - Tomba Triulzi-Bonafous;

1910 - Tomba Scalori, Cristo alla colonna;

1912 - Tomba Ferri-Bergamaschi, Desolazione;

1914 - Tomba Colombo-Manfredini, Disperazione;

1916 - Tomba Oreste Mantovani, busto (bronzo);

1922 - Tomba Guaresi, Ultimo tributo;

1922/1923 ca. - Tomba Righetti, bimba;

1924 - Tomba Manni-Restani, Estremo saluto;

1927 - Tomba Tragni, Ora e sempre;

1927/1928 - Tomba Pedrazzoli, Silenzio;

1929 - Tomba Rossetto;

1930 - Tomba Morselli-Savani;

1931 - Tomba Baroni-Zanardi-Marocchi, Invocazione;

1934 - Tomba Turrini-Tencheni;

1937 - Tomba Tedioli;

1939 - Tomba Cerati, Deposizione.

Bibliografia:

1894 - Esposizione Triennale della R. Accademia di Brera, catalogo mostra, Milano, p. 9;

1894 - A. Bersellini, Esposizioni riunite in Milano 1894, cronaca dell’esposizione di Belle Arti, prefazione G. Macchi, A. Miazzon;

1896 - Atti della R. Accademia di Belle Arti in Milano. Anno 1892, 1893 e 1894, Milano, Stabilimento Tip. Manini-Wiget;

1912 - Nell’atelier dello scultore Cerati, Gazzetta di Mantova, 28-29 ottobre;

1916 - Un vigoroso busto dell’On. Mantovani, La Provincia di Mantova, 31 ottobre;

1927 - Il Monumento, San Benedetto a’ suoi Caduti MCMXV-MCMXVIII, Mantova, Tip. Carlo Barbieri;

1948 - t. z. (Tristano Zacchia), Carlo Cerati, uomo e artista, Gazzetta di Mantova, 5 novembre, p. 3;

1951 - Lucio d’Angelo, Umanità ed arte di Carlo Cerati (con 2 ill.), Gazzetta di Mantova, 3 giugno, p. 3;

1952 - Mostra del Risorgimento Mantovano 1848-1860, Casa del Mantegna, Mantova, Catalogo, p. 40;

1961 - Mantova ricorda oggi Ippolito Nievo, (con ill.), Gazzetta di Mantova, 4 marzo, p. 4;

1965 - C. Perina, Figure e fatti della pittura mantovana dell’Ottocento e del Novecento, E. Marani, Le Arti, vol. III, Istituto Carlo d’Arco, Mantova, pp. 315, 316;

1975 - Ivo Andreini, Uno scultore mantovano da ricordare: Carlo Cerati, (con 5 ill.), Gazzetta di Mantova, 15 aprile, p. 3;

1975 - R. Margonari, Carlo Cerati “modernista”, Mantova, Civiltà Mantovana, n. 51-52, pp. 216/232;

1975 - Maria Gabriella Savoia e Adalberto Sartori, a cura di, Dizionario dei Pittori Mantovani, Volume Secondo, Mantova, Sartori Editore, pp. 42/44;

s.d. - (1980 ca.) - Giuseppe Amadei, Mantova millenario racconto, Ente Provinciale per il Turismo;

1984 - AA.VV. - Disegno mantovano del ’900, catalogo della mostra, Palazzo Te, Mantova;

1985 - Adalberto Sartori, a cura di, Pittori Scultori Incisori nella Mantova del ’900, Mantova, Archivio Grafico Sartori, pp. 123/127;

1988 - R. Margonari, Carlo Cerati scultore, Mantova, Quadrante Padano, marzo, pp. 49, 50;

1992 - Casalmaggiore - Due secoli di storia, L’arte casalasca a cura di Maria Adelaide Donzelli, pp. 235, 236;

1999 - Renata Casarin, schede bibliografiche, Arte a Mantova, 1900/1950, Zeno Birolli, a cura di, Milano, Electa, p. 163;

2000 - Giovanna Ginex, a cura di, Pietre della memoria, Le arti nel cimitero monumentale di Mantova, Mantova, Publi Paolini Editore.

2000 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, volume II, Bond - Dic, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 785/797.

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