GIOVANNI BATTISTA QUADRONE - Cominciò romantico e finì realista convinto. Aveva esposto per la prima volta nel 1865 con un Vettor Pisani, poi negli anni successivi con un Amleto e una Margherita (del Faust).
C’era in essi la tradizione storica perpetuatasi nelle nostre scuole, dopo il Romanticismo, con l’aggiunta di una preoccupazione costante per la patria risorgente.
Eppure passarono inosservate, quantunque tanto degne e consone ai tempi!
Ma nel 1868 finalmente vinse il concorso accademico col quadro Martiri; soggetto tratto dal Chateaubriand, pieno di emozione e di verità, di una semplicità imponente e d’una eccezionale giustezza d’espressione.
Quest’opera valse a farlo considerare un giovane serio, che per l’arte aveva una passione piena di rispetto e di forti propositi.
Senza sostare dopo il primo trionfo, messo in sospetto contro molte tradizioni, studiando e studiando, a poco a poco si volse a quella scrupolosa naturalezza che lo doveva gradualmente condurre al definitivo abbandono di ogni soggetto romantico.
Cominciò a scendere allo sfarzoso e cupo 600, col suo Gentiluomo musico e col magistrale Agguato, mirabile saggio di espressione e di ambiente.
Incurante di suggerimenti e aspirazioni altrui, preferì Parigi a Roma classica, e colà, pur continuando lo studio dei classici, prese in quell’ambiente saturo di modernità e di naturalismo, quegli elementi che guidarono la sua opera futura.
Il terribile '70 lo strappò all'intenso lavorio e lo ricondusse in patria, prima a Mondovì, poi a Torino, sviluppando ancora i temi suggestivi del ’6oo e '700, ma passo passo avvicinandosi sempre più, forse impensatamente, al tempo presente. In questo periodo, diciamo settecentesco, il Quadrone si staccò dai contemporanei per la predilezione del chiaroscuro, più consono all’ambiente ch’egli evocava, seguendo in ciò il Meissonier, maestro nel far rivivere nelle tele di pochi centimetri quel passato sfolgorante.
I cani, suoi amici inseparabili nelle lunghe peregrinazioni venatorie, lo condussero totalmente alla vita odierna, diventando ben presto celebre colle sue caratteristiche istantanee di cani in tutti i momenti della loro vita irrequieta.
Dai motivi suggeritigli dai cani, di soggetti di vita campagnola, il passo era breve, quindi una lunga serie di quadri di questo genere; bracconieri all’alba e al crepuscolo, il vecchio cacciatore stanco, cacciatori in partenza o riuniti all’osteria, o reduci lieti o dispettosi; e mercanti ambulanti all’uscio dei casali, e contadini recatisi al mercato per tempo fra la neve… Quante scene caratteristiche ed indimenticabili!
Gli ozi di Sardegna suggerirono nuovi motivi alla sua vena inesauribile, troppo a torto trascurati.
Poi seguirono quadri di pernici, quaglie, fagiani, anatre, oche, con ragazzi, frati, vecchi preti bonari… E poi scene d’osteria con musici erranti, i politicanti accalorati, cacciatori rivali, serve affaccendate e cani rifiniti… Poi i saltimbanchi e i circhi, coi loro tipi originalissimi, profondi di pensiero.
Una produzione inesauribile e infaticata, una continua tensione a esprimere la divina natura nei suoi mille aspetti.
Rinunciò per proposito preso ai facili soggetti del 600 e 700, più produttivi, ma non più consoni al nuovo orientamento del suo spirito. E pure non gli mancarono le critiche (e chi mai può andarne immune); ma il suo spirito, scontento di se stesso dopo l’opera compiuta, valse a rendergliele meno acerbe, anzi a giustificarle.
Visse solitario, senza scuola, in un ristretto cerchio d’intimi, nulla curando ali’infuori del lavoro prediletto, sprezzando chi l’accusava di non voler più faticare a pensare, e continuando fino all’ultimo giorno in quel lavoro intenso che fu la caratteristica della sua vita. Giovanni Battista Quadrone, L’artista contemporaneo 1910, pp. 162,163,164
Giovanni Battista Quadrone nacque a Mondovì il 5 gennaio 1844.
Grazie alle agiate condizioni economiche poté assecondare le proprie inclinazioni artistiche, seguendo i corsi di Enrico Gamba e Gaetano Fetti all'Academia Albertina dal 1861 al 1868, anno in cui vinse il concorso Triennale.
Nel 1865 esordì alla Promotrice di Torino e l’anno successivo il Municipio subalpino acquistò il suo L’agguato . Dopo un breve periodo trascorso a Parigi, nel 1870 si stabilì a Torino. Nel marzo del 1876 stipulò un contratto di esclusiva, a scadenza biennale, con il mercante Luigi Pisani. Fu in seguito alla gestione oculata promossa dal gallerista che la sua produzione, soprattutto incentrata su soggetti di genere e venatori raggiunse anche in Inghilterra, Francia, sud America e nell’area austro-ungarica, quotazioni elevatissime.
Proprio la passione per la caccia lo richiamò nel 1876 in Sardegna dove, sette anni più tardi, cominciò a dedicarsi alla raffigurazione di scene e paesaggi di vita isolana. Tra questi, Ronzino sardo e Una vecchia berlina, furono acquistati dal Municipio torinese nel 1888 e 1890. Poco più tardi sperimentò due nuovi filoni tematici come la vita del circo e l’intimismo domestico. Nel 1892 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna acquistò Ritorno e nel 1896 e nel 1898 si trovò nel ballottaggio finale per l’assegnazione del premio degli Artisti alla Triennale. Nel 1897, a Firenze, ottenne il primo premio di Pittura con l’opera Il tempo minaccia.
All'Esposizione di Venezia del 1877 espone: Ronzino sardo; alla mostra milanese del 1894 partecipò con il quadro: Fortune diverse.
Nel 1895 partecipa alla Prima Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con il dipinto: Il circo.
Nel 1922 alla Prima Internazionale d'Arte a Sanremo, figura con l'opera Il pasto del cacciatore.
Bibliografia:
1880 - Un giorno di rabbia - Quadro del sig. Quadrone, (Canedi inc.), L'Illustrazione Italiana, Milano, Treves, I° semestre, Anno IV, n. 10, 7 marzo, p. 145 ill.
1880 - Il Geografo - Quadro del sig. G. B. Quadrone (Canedi inc.), L'Illustrazione Italiana, Milano, Treves, I° semestre, Anno IV, n. 13, 28 marzo, p. 204 ill.,
1880 - Gli artisti premiati all'Esposizione nazionale di Belle Arti a Torino del 1880 - II Pittori (G. Bignami inc.), L'Illustrazione Italiana, Milano, Treves, II° semestre, Anno IV, n. 34, 22 agosto, p. 125 ill.
1895 - Prima Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 122, 123.
1922 - La Prima Internazionale d'Arte a Sanremo, La Cultura Moderna - Natura ed Arte, Milano, Vallardi, n. 5 maggio, p. 283.
1949 - Marziano Bernardi, Pasini e Quadrone e la pittura narrativa, Firenze, Arte Mediterranea, nov/dic., pp. 44/53.