A Firenze apprese l’arte all’Accademia, da Lorenzo Bartolini; quindi si perfezionò in Roma sotto Pietro Tenerani. Fu eclettico, vigoroso e persuaso tradizionalista. Il suo colossale gruppo marmoreo ‘ ‘ Ratto di Polissena,, (1860-66), meritò d’essere accolto nella Loggia dei Lanzi tra le sculture del Gianbologna e del Cellini. Ampiezze architettoniche e chiaroscurali, linea ondosa e sicura, sonoro fluire di forme lo collocano nella tradizione avvalorandola. Lo stretto ricordo dell’antico e la derivazione dal Bartolini è tuttavia evidente. Altre opere: “Nicola Pisano ,, e “Andrea Cesalpino ,, (1846) nel Loggiato degli Uffizi; “Pia de’ Tolomei e Nello della Pietra,, (1849); “Il Marchese Pietro Torrigiani col figlio,, (1856); “La Civiltà Toscana,, (1859-60); il “Generale Manfredo Fanti,, (1872) per la piazza di San Marco di Firenze; “ Giovan Battista Niccolini,, (1883) in Santa Croce. L’“ Autoritratto,,, del 1886, trovasi nell’Accademia di San Luca in Roma.
Esegue nel 1862, la statua della poetessa veronese Caterina Bon-Brenzoni, il monumento viene collocato solo nel 1923 nel cimitero monumentale di Verona, proveniente dal Museo Civico.
Bibliografia:
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1867 - Il Ratto di Polissena, L’Emporio Pittoresco, Milano, Sonzogno, anno IV, pp. 453 (con ill.).
1928 - P. Bernardino Barban O. F. M., Il Cimitero Monumentale di Verona (1828-1928), Verona, Tip. G. Liziero, pp. 101, 118.
1932 - Silvio Vigezzi: Lo Scultura italiana dell’Ottocento,Milano, Ceschina.
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2000 - Zeno Davoli, La Raccolta di Stampe “Angelo Davoli”, volume IV, E-Gq, Reggio Emilia, Edizioni Diabasis, p. 98, 99 ill.
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