Sironi Mario

pittore scultore
Sassari, 12 maggio 1885 - Milano, 13 agosto 1961

Nel 1930 partecipa alla XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con cinque dipinti: La pesca, L'uomo, Il pescatore, Paese, Pascolo.

Nel 1932 partecipa alla XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con i dipinti: Meriggio, Famiglia, Cupola, Incontro, La pesca, Pastore, Eremo.

Per il Padiglione Italiano all'Esposizione di Parigi 1937, nello spazio dedicato alla FIAT a l'Exposition, esegue il disegno Motuer FIAT AS. 5, trasformato in altorilievo dallo scultore Stefano Borelli. Progetta e realizza inoltre il salone de L'Italie d'Outre-mer, la parte principale di forma circolare è ornata da un bassorilievo che illustra la missione civilizzatrice che l'Italia attuale erede di Roma, porta nei territori africani. Per il Salone d'Onore "Lo stato corporativo" disegna il cartone per il grande mosaico illustrante L'Italia Fascista.

I CARTELLI DI SIRONI

Il cartello di Sironi non è mai stato pubblicitario. Il suo è un caso a parte, un caso strettamente artistico che coi prodotti industriali non ha niente a che vedere. Gli manca l’invenzione fantasista, quel senso allarmante e comparativo che deve assumere un prodotto lanciato. Le sue idee sono tutte plastiche e legate alla forma, alla forma meno decorativa che esista. Al suo disegno quasi brutale ripugna qualsiasi accondiscendenza all’oggetto: attraverso l’espressione raggiunge forza e drammaticità che sono poi i suoi limiti.

I cartelli di Sironi se a qualche cosa somigliano è proprio ai dipinti di Sironi. Vi si respira la stessa aria ardente e pesante dei suoi paesaggi; e anche gli elementi sono quelli che il pittore usa e abusa: gettate, rotaie, ponti metallici, profili di quartieri operai, gru, alti forni. Se il paesaggio è animato gli scaricatori di carbone o il fabbro che batte l’incudine sono elevati con quel senso tragico e monumentale che è proprio suo. Non è mai ironico. Spesso grottesco non rasenta neanche con l’intenzione il comico. Maneggia la satira sociale con spirito geometrico e fa delle allegorie politiche uno spettacolo di volumi. Le linee a volte possono assumere ruoli di personaggi; ma sono agganciati al piano prospettico. Accumula dei neri e dei bruni che illumina con raffiche rapide. Costruisce blocchi da cui ricava sagome di figure, case,macchine, cantieri. Il colore è nel disegno. Anche quando il disegno è nero. II cartello è un progetto di dipinto, un abbozzo. Le narrazioni di Sironi sono concise. Egli svolge le sue leggende in un riquadro assolutamente plastico; ci sono dei cubi e delle sfere, delle diagonali; ci sono delle linee che salgono e scendono e vanno a formare l’omino dei fanali all’ultimo punto d’orizzonte.

Apparizioni grottesche, rischiose approssimazioni, idee che si trasformano in figure, e figure immobili come pezzi di calcinaccio. Il profilo dell’uomo e quello della folla; l’irritabilità del paesaggio; l’albero che ha smesso di soffrire e il gassometro solitario al limite di una strada; il sifone blu e verde simile a un opificio marino. Il nero e il rosso affratellati dalla stessa disperazione: nero e rosso gli estremi della tavolozza di Sironi. Raffaele Carrieri (1942 - Raffaele Carrieri, I cartelli di Sironi, Roma, Tempo, n, 153, 30 apr. - 7 maggio, pp. 22/23).


Bibliografia:

1930 - XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 90.

1932 - XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 107.

1932 - XVIII Esposizione Internazionale d'Arte - Venezia, 1932 X° 28 aprile 28 ottobre, Fascicolo di Maggio della Rivista Le Tre Venezie, anno VIII°, N° 5, p. 274.

1937 - Le pavillon Italien. Exposition de Paris 1937, Edité par la Chambre de Commerce Italienne de Paris, pp. 26, 46, 75, 77.

1942 - Raffaele Carrieri, I cartelli di Sironi, Roma, Tempo, n, 153, 30 apr. - 7 maggio, pp. 22/23.

2011 - Sironi: la guerra, la vittoria, il dramma. Opere dalle collezioni Isolabella e Gian Ferrari, a cura di Elena Pontiggia, stampato in occasione della mostra a Milano, FAI Villa Necchi Campiglio, Mantova, Corraini Edizioni, pp. 80.

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