Semeghini Pio

pittore incisore
Quistello (MN), 31 gennaio 1878 - Verona 11 marzo 1964

Nasce a Bondanello di Quistello il 31 gennaio 1878.

Si trasferisce giovanissimo con la famiglia a Villanova presso Modena.

Nel 1894 va a Milano in cerca di lavoro, ma presto decide di ritornare a Modena dove vive la famiglia.

All’età di vent’anni riesce a frequentare l’Accademia di Modena e poi quella di Firenze che abbandona, perché scontento degli insegnamenti.

Nel 1899 è a Ginevra, poi a Parigi, città nella quale soggiorna a più riprese dal 1900 al 1914.

Nel 1904 a Parigi frequenta L’Académie Julian. Preferisce comunque imparare dalle visite al Louvre; espone per la prima volta da Sagot, in rue Lafitte. A Parigi conosce e frequenta Modigliani, Soffici, Picasso, Medardo Rosso, Gino Rossi (con il quale tra il 1910 e il 1911 compie un viaggio in Bretagna).

Nel periodo1905-1912 è molto attivo nell’ambito dell’incisione ed esegue oltre cinquanta acqueforti tirate in pochissimi esemplari.

Torna spesso al suo studio di Modena, ove dipinge interessanti studi ed opere, ed è proprio a Modena che nel giugno-luglio 1911 prende parte, per la prima volta in Italia, all’“Esposizione Arte Pura - Pittura, Scultura e Bianco Nero”.

Il suo indirizzo parigino fino al 1912 è in 83, Rue de la Tombe Issoire e dal 1913 al 1914 in 20, Rue Ernest Cresson.

Rientra definitivamente a Venezia tra il 1912 e il 1914; nella capitale veneta conosce Moggioli, Scopinich, Garbari, Martini, Gino Rossi, insieme ai quali dà vita alla cosiddetta “Scuola di Burano”.

Allo scoppio della I Guerra Mondiale nel 1914 è in Italia.

Nel 1919, desidera ritornare a Parigi ma gli amici di Burano, ed altre situazioni, lo coinvolgono al punto da decidere di fermarsi a Venezia dove vive per molti anni.

Nino Barbantini gli offre la possibilità di esporre alla “XI Esposizione della Fondazione Bevilacqua La Masa” a Ca’ Pesaro, Semeghini coglie l'occasione e presenta, nel luglio-agosto 1919, ben ventidue pitture ad olio, dodici disegni e tre acqueforti, in realtà una personale.

Della pittura, in un suo scritto degli anni venti, scrive: “Qualunque oggetto di natura -egli osserva- è influenzato in tutti i suoi attributi dagli oggetti che gli stanno accanto e ogni immagine visiva è modificata dalle sensazioni a essa simultanee … gli oggetti vanno concepiti non isolati nello spazio ma come nuclei di una stessa realtà” (L. Magagnato, P. Semeghini, catalogo Mostra, Mantova, Palazzo Te, 1978, p. 15).

È tra gli animatori dell'“Esposizione degli Artisti Dissidenti di Ca' Pesaro”, che espongono, dal 15 luglio al 25 agosto 1920, alla Galleria Geri Boralevi di Venezia.

A Roma, dal 30 marzo al 30 giugno 1921, partecipa alla “Prima Biennale Romana” con le opere: Case e Tipi di Burano, Studio per ritratto di signora, Campo S. Poldo - Venezia, Squero - Venezia, Canale di Venezia, Case di Burano, Case e tipi di Burano.

Dall’8 aprile al 31 luglio 1922, partecipa alla Mostra “La Fiorentina Primaverile-Prima esposizione Nazionale dell’Opera e del Lavoro d’Arte” nel Palazzo del Parco di San Gallo a Firenze con otto dipinti e disegni a sanguigna. Ordina una Mostra personale, alla Galleria Geri Boralevi di Venezia, dal 22 agosto al 5 settembre, dove presenta settantacinque opere, in catalogo è presentato da Gino Damerin. Lo stesso anno figura anche all’“Esposizione Arte Italiana Contemporanea”, presso la Galleria Pesaro di Milano; alla “I Mostra Regionale d’Arte” di Treviso ed alla “II Esposizione Nazionale d’Arte” di Padova.

Prende parte, nella primavera 1923, alla “XIII Esposizione di Palazzo Pesaro” a Venezia con alcuni disegni. Allestisce una personale alla Bottega di Poesia di Enrico Somaré a Milano. Ancora, espone alla “XIV Mostra di Cà Pesaro” a Venezia; Ugo Nebbia su ‘Emporium’ scrive: “Mettiamo fra gli ottimi artisti fedeli a queste mostre, Pio Semeghini”.

Interviene, nel maggio-ottobre 1924, alla “Mostra del Ritratto Femminile Contemporaneo”, alla Villa Reale di Monza, espone le opere: Ritratto di signora e Ritratto di signorina. Figura anche alla “XV Mostra d'Arte di Ca' Pesaro” a Venezia.

Nell’aprile 1925 ordina una Mostra personale alla Galleria Pesaro di Milano. Espone pure alla “I Mostra degli Artisti di Ca' Pesaro”, al Lido di Venezia, dal 25 luglio al 30 settembre.

Nell'aprile/luglio 1925 partecipa all'Esposizione d'Arte dei Combattenti delle Tre Venezie, a Venezia, con i dipinti: Paesaggio, Paesaggio.

Dall’aprile all’ottobre 1926, partecipa alla “XV Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia” con tre dipinti: La Pupa-ritratto, Paesaggio veneziano, Il salvadanaio; Ugo Nebbia scrive: “Pio Semeghini può farci rimpiangere, al solito, di non averci voluto dare di più, poiché, per quanto superate e inconsistenti si dicano oggi certe sue forme d’espressione, il suo gusto ed il suo sentimento giungono sempre, come in quelle due mezze figure giovanili, sì schiette ed intonate, a concretare qualcosa che, anche nell’apparente tenuità pittorica, ha giustezza espressiva, vibrazione sapiente di toni e nobiltà d’arte immediata e sincera”. Lo stesso anno figura alla “XVII Esposizione dell’Opera Bevilacqua La Masa” a Venezia.

Nel 1927 interviene ad Amsterdam alla “Mostra di Arte Italiana”. Realizza la serie di cinque incisioni con vedute di Venezia, con cui praticamente conclude la sua attività di incisore.

Per necessità, nel 1927, lascia Venezia per Lucca dove insegna all’Istituto di Belle Arti “Augusto Passaglia”.

Partecipa, nel 1928, alla “XIX Esposizione dell’Opera Bevilacqua La Masa” a Venezia.

Da Lucca si trasferisce a Monza, nel 1928, dove insegna all’ISIA, quale titolare della Cattedra di Figura e disegno di animali. Vi rimane fino al 1939.

Nel periodo aprile-ottobre 1928, interviene alla “XVI Esposizione internazionale d’arte Città di Venezia” con quattro dipinti: La signora dal melograno, Autunno a Burano, Figura, Paesaggio.

Alla “Seconda Mostra del Novecento Italiano”, tenutasi a Milano nel Palazzo della Permanente, dal 2 marzo al 30 aprile del 1929, partecipa su invito con il dipinto: Campagna lucchese e i tre disegni a sanguigna: Modella in riposo, Vecchio invalido, Campagna lucchese. Dall’8 giugno al 20 luglio, figura all’“Esposizione d’Arte Triveneta” a Padova, con tre opere: Nudo d’Accademia (sanguigna), Autunno a Burano, Vecchio invalido (sanguigna); partecipa pure alla “Biennale di Brera” con il dipinto: Eva; ed alla “XX Esposizione dell’Opera Bevilacqua La Masa” a Venezia.

Nel 1930 si sposa con Gianna.

Lo stesso anno prende parte nella Galleria del Bianco e nero alla “XVII Biennale Internazionale di Venezia” con cartelle di disegni e incisioni. Nel novembre, espone nella Mostra intitolata “Convegno d’Arte” presso la Galleria Pesaro di Milano.

Nel periodo gennaio-giugno 1931, partecipa a Roma alla “Prima Quadriennale d’Arte Nazionale” con cinque dipinti: Bragozzo, La Giudecca, Orto Buranello, Signora in giallo, Gigetta.

Dal 14 febbraio al 15 marzo 1932, figura al Palazzo della Permanente di Milano, alla “3a Mostra d’Arte” del Sindacato Regionale Fascista Belle Arti di Lombardia con otto disegni colorati. Partecipa, alla “XVIII Biennale di Venezia” con otto dipinti: cinque opere Paesaggio, due di Natura morta e una Figura.

Nel 1932 partecipa alla XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con cinque Paesaggi, due Nature morte e una Figura.

Nel 1934, prende parte alla “XIX Biennale Internazionale della Città di Venezia”, con tre dipinti: Lettrice, Paesaggio brianzolo, Paesaggio veronese.

Nel 1936 partecipa alla “XX Biennale Internazionale d’Arte della Città di Venezia” con sei dipinti: Figura femminile, Testa di donna, Il lambro, Fiori, Paese in Brianza, Natura morta; Marchiori su ‘Emporium’ scrive: “Legato all’aerea trama dei suoi sogni purissimi e luminosi è Pio Semeghini, il pittore della grazia e della dolcezza. Le due testine femminili appartengono alla migliore maniera di questo maestro, dalla profonda eleganza spirituale, fedele e coerente come pochi alle leggi ferree della personalità e, per questo, indifferente a ogni appello che non trovi eco nel suo mondo sensibile, regolato da una volontà accorta ed esperta, da un’intuizione sicura, che permette all’artista di risolvere ogni più complesso problema espressivo colla maggiore semplicità di mezzi”.

Nel 1937 dona alla Città di Littoria per la Galleria d’Arte Moderna i due dipinti: Il Lambro a Monza e Venezia. Dal 9 al 31 ottobre, è presente alla “Ia Mostra Provinciale di Milano” al Palazzo della Permanente con i dipinti: Porto di Lecco e Parrocchia di Don Abbondio.

Figura nella collettiva della Mostra inaugurale della Galleria L’Arcobaleno di Venezia, nel luglio-agosto 1938.

Nel 1939 è presente alla “Terza Quadriennale di Roma” dove presenta ventuno dipinti; su ‘Emporium’, Giuseppe Marchiori scrive: “Semeghini si isola in una concentrazione contemplativa, temperata da una luminosa visione di sogno, da una serena attitudine spirituale, che si esprime in pacata dolcezza di accordi e di armonie tonali sensibilmente intuite. Ma grazia non significa sensibilità evasiva, emozione momentanea suggerita dal particolare; è piuttosto il segno di uno spirito educato, esteticamente maturo, alle raffinatezze più rare della linea e dell’invenzione colorica.

Il mondo poetico di Semeghini ha una severa consistenza formale, una struttura che non si dilegua mai, nemmeno nei rapidi appunti dal vero, tenuissime impressioni, suggerite da improvvisi moti dell’anima, veri amorosi abbandoni alla serena soavità d’un sogno, che ha dato alimento e fervore a tutta una vita.

Avrà Semeghini questa volta il riconoscimento che da anni gli spetta?

Si sapranno meglio intendere attraverso la sua pittura i veneti derivati da Giotto, candidi interpreti di una realtà plastica attenuata in morbide e velate trasparenze di tinte lievi e dolcissime?”.

Nel settembre-ottobre 1939, figura al “Premio Bergamo - Mostra Nazionale del Paesaggio Italiano” nel Palazzo della Ragione di Bergamo con le opere: Laguna Veneta, Chioggia (vincitore del I Premio Bergamo), su ‘Emporium’, Vincenzo Costantini scrive: “Pio Semeghini è un pittore notissimo ed un artista che si è affermato attraverso durissime prove e sudate esperienze. Sul filo rettilineo della sua personalità, che tanta influenza ha esercitato nel veneto e, in questi altri tempi in Lombardia, anche questa sua piccola tela, Chioggia, appare come attraverso il velo delicato di una sensibilissima vena coloristica”.

Nell’aprile-maggio 1940 partecipa ad una Mostra Collettiva alla Galleria Barbaroux di Milano. Nel settembre-novembre prende parte al “II Premio Bergamo” tenutosi nel Palazzo della Ragione di Bergamo con l’opera: Piccole amiche.

Nei mesi di gennaio-febbraio 1941, il collezionista Mario Rimoldi allestisce, con le opere di sua proprietà, la “Prima Mostra Italiana del Collezionismo” nella Sala Municipale di Cortina d’Ampezzo, tra gli altri un delicato dipinto intitolato Laguna del Semeghini. Ordina una Mostra personale al Centro d’Azione per le Arti di Torino, dal 19 aprile al 4 maggio, per l’occasione presenta trentanove dipinti e dieci disegni; in catalogo è presentato da un testo di Guglielmo Pacchioni e da una lettera di Ardengo Soffici. È presente con numerose opere alla “Mostra delle Collezioni d’Arte Contemporanea” che, sotto l’egida del Ministero della Educazione Nazionale, è organizzata nel Palazzo del Duca d’Aosta di Cortina d’Ampezzo. Dal 28 ottobre al 30 novembre, è presente alla “III Mostra Provinciale” del Sindacato Fascista di Belle Arti di Milano al Palazzo della Permanente con un dipinto: Burano.

Nell'inverno 1942, in piena guerra si trasferisce con la moglie a Verona, dove rimarrà fino alla morte.

Lo stesso anno espone alla Barbaroux di Milano; Raffaele De Grada si interessa della sua pittura con una critica su ‘Emporium’. Nei mesi di ottobre-novembre, prende parte alla “XII Mostra Interprovinciale” del Sindacato Fascista Belle Arti di Milano, “Concorsi Paesaggio Lombardo e Ritratto” al Palazzo della Permanente con l’opera: Figure con zucche.

Nel 1943, dal 1 al 15 settembre, partecipa al “2° Premio Verona, Mostra Nazionale d’Arte a Celebrazione dell’Agricoltura” nel Palazzo della Gran Guardia di Verona con l’opera: Figura con zucca (fuori concorso).

Dal 1 al 31 luglio 1946, interviene alla “Mostra del Premio di Pittura La Colomba” di Venezia.

Nell’aprile 1947, ordina una Mostra personale alla Galleria Il Naviglio di Milano.

Nel gennaio 1948 la Galleria Sandri di Venezia gli allestisce la prima Mostra antologica del dopoguerra, in catalogo testo di Marchiori. Partecipa alla “1 Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea Aprile Milanese”, organizzata dalla Società per le Belle Arti di Milano nella Villa Reale con l’opera: Cestino fiori. Organizza una Mostra personale a Modena, nell’aprile-maggio, presso la Galleria Amici dell’Arte. Figura pure, nel luglio, alla “Mostra dei primi Espositori di Ca’ Pesaro”, che si tiene a Venezia a cura di Nino Barbantini. Lo stesso anno figura alla “XXIV Biennale Internazionale d’Arte della Città di Venezia” con sette dipinti: La casa incantata, Figura con vasetto, Ritratto di bambina, Figura, Fiori, Natura morta, Ragazza col giubbetto rosso.

Gli viene assegnato il Premio Ines Fila per la pittura nel 1949.

Partecipa, fuori concorso, nel 1949 al “II Premio Suzzara” con l’opera Buranella.

Prende parte, nel maggio-ottobre 1950, alla “Mostra Collettiva Artisti Mantovani” nel Palazzo Te di Mantova con il dipinto: Testa di fanciulla. Nel giugno-ottobre, alla “XXV Esposizione Internazionale d’Arte Città di Venezia” gli viene ordinata, da Nino Barbantini, una Mostra Antologica nella Sala XXXIII, dove vengono esposti quarantatre dipinti, più numerosi disegni di paesaggio e di figura, collocati in due vetrine, riceve il premio acquisto della Soc. Ing. G. C. Olivetti.

Nel 1951, la Galleria Gian Ferrari di Milano, gli allestisce una Mostra personale, in catalogo è presentato da Franco Solmi. Partecipa, fuori concorso, nell’agosto-settembre, alla “Mostra del Premio Burano” con due opere: Ragazza col giubbetto rosso e Ragazza con natura morta. Tiene una Mostra personale al Circolo degli Artisti di Cortina d’Ampezzo, dal 27 dicembre al 31 gennaio 1952.

Interviene nel 1952, alla “III Mostra Nazionale - Premio del Fiorino” a Firenze, dal 23 marzo al 30 aprile. Partecipa nella sezione “Antologia di Mestri” alla “XXVI Esposizione Internazionale d’arte della Città di Venezia”, dal 14 giugno al 19 ottobre, con il dipinto: Venezia sotto la neve (del 1920).

A Padova, nel 1953, figura alla “X Biennale d'Arte Triveneta”.

Partecipa, nel 1954, alla “XXVII Biennale di Venezia”, dal 19 giugno al 17 ottobre, con cinque dipinti su tavola: Paesaggio lagunare, Gisella, Lisetta, Fiori, Natura morta. Vince il Premio Marzotto alla “III Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea- Premio Marzotto” a Valdagno.

Vince il Primo premio (L. 1.000.000), nel 1955, con il dipinto Paesaggio lagunare, al “Terzo Premio di Pittura Esso -Viaggio in Italia”, patrocinato dalla “Biennale di Venezia”; figura nell’autunno alla “III Mostra Nazionale di Palazzo Reale” a Milano. Poi, nel novembre-dicembre, espone alla “XIX Biennale”, sempre a Milano, con due disegni colorati dedicati a Venezia. Figura alla “VII Quadriennale Nazionale d’Arte” di Roma, che si svolge dal novembre 1955 all’aprile 1956.

In occasione della premiazione dei “Maestri della pittura e della scultura italiana dal 1910 al 1930”, il 21 febbraio 1956 riceve dal Presidente del Consiglio, la Medaglia d’oro, la cerimonia si tiene nel salone delle Cerimonie della Quadriennale a Roma.

Sempre nel 1956, ordina un’importante Mostra antologica al Palazzo della Gran Guardia a Verona; la Mostra è patrocinata dal Comune, dall’Ente Provinciale del Turismo e dall’Amministrazione Provinciale che affidano alla Direzione dei Musei l’allestimento della Mostra. Per l’occasione viene edito un catalogo riccamente illustrato arricchito da due saggi di C. L. Ragghianti e di Giuseppe Marchiori.

Dal 2 al 31 marzo 1957, interviene alla “Prima Mostra Nazionale - L’Arte e il Convito” con il dipinto: Frutta presso la Permanente di Milano. Partecipa alla Mostra collettiva “Artistes Venitiens Contemporains” che si svolge a Sion, nel maggio-settembre. Espone contemporaneamente a Verona, dal 1 al 30 giugno, alla “Mostra per il Centenario della Società di Belle Arti”, ed a Monaco di Baviera, dal 6 giugno al 15 settembre, figura alla “Mostra Arte Italiana dal 1910 a oggi”.

Figura a Venezia, alla “Mostra Primi espositori a Ca’ Pesaro 1908-1919”, che si tiene a cura di Guido Perocco, nella sala Napoleonica, dal 28 agosto al 19 ottobre 1958.

Dal 31 gennaio al 15 marzo 1959, interviene con quattro opere alla “Mostra 50 Anni d’Arte a Milano - Dal Divisionismo ad Oggi” che si tiene nel Palazzo della Permanente di Milano. Dal 23 aprile al 21 maggio, partecipa alla “III Biennale dell'Incisione Italiana Contemporanea” a Venezia. Dal dicembre 1959 all’aprile 1960, viene invitato all’“VIII Quadriennale di Roma”, dove espone nove opere nella Sala 7; è presentato in catalogo da Licisco Magagnato.

Nel gennaio 1960 allestisce una Mostra di disegni alla Galleria Gian Ferrari di Milano. Nel giugno-ottobre, è presente con cinque dipinti, alla Permanente di Milano, in occasione della “Mostra Pittura Italiana Contemporanea”. Dal 12 al 25 novembre, è nuovamente impegnato con una personale alla Galleria Vinciana, di Milano, presentato da Luciano Budigna.

Nel 1961, dal 25 maggio all’8 luglio, è presente alla “Prima Mostra Internazionale d’Arte Sacra”, che si tiene alla Stazione Marittima di Trieste, con Studio per la Presentazione al tempio (interpretazione da Tiziano). Nel giugno-settembre, partecipa su invito, con un Bianco-nero alla “Mostra Scultura e Disegno-Artisti Italiani Contemporanei” al Palazzo della Permanente di Milano. Dal novembre 1961 al gennaio 1962, prende parte alla “XXII Biennale Nazionale d’Arte di Milano”, al Palazzo della Permanente, con tre dipinti: Zibaldone, Natura morta, Natura morta-Fiori e limoni.

Nel giugno-settembre 1962, espone cinque opere alla “Mostra Nazionale Arte Figurativa - Città di Milano” al Palazzo della Permanente.

Partecipa alla “XII Mostra nazionale di pittura - Golfo della Spezia”, che si tiene dal 13 luglio al 25 agosto 1963. Dal 30 novembre al 26 dicembre, allestisce una Mostra personale di disegni e tempere, presso la Galleria La Saletta di Via Cesare Battisti a Mantova.

Allestisce la sua ultima personale, dal 1 al 10 febbraio 1964, nella sua Verona, in Piazza Brà, presso la Galleria La Cornice, dove presenta un'Antologica con quarantasei opere.

Muore l’11 marzo 1964 nella sua abitazione di Verona.

Nel 1964 la “XXXII Biennale di Venezia” lo ricorda con una “Mostra personale postuma” nella quale vengono esposti cinquantuno dipinti, sette disegni e due incisioni. Sempre lo stesso anno, dal giugno all'ottobre, a cura di Guido Perocco e presentata di Pietro Zampetti, si tiene la “Mostra di disegni e incisioni di Casorati e Semeghini”, nel Museo d'Arte Moderna - Ca' Pesaro di Venezia.

La Galleria Gianferrari di Milano, dall’11 al 21 maggio 1965, gli dedica una “Mostra antologica postuma”, in catalogo è presente un testo di Marco Valsecchi. Dal 14 maggio, presso la Buca del libro di Firenze, è ospitata una “Mostra di disegni e incisioni”, alla quale sono esposte trentasette opere; in catalogo testo di Renzo Biasion. Dall’ottobre al marzo 1966, gli è dedicata una “Mostra retrospettiva” alla “IX Quadriennale Nazionale d’Arte” di Roma.

Figura alla Mostra “Arte Moderna in Italia 1915-1935” che si tiene a Firenze dal 26 febbraio al 28 maggio 1967.

Dal 21 settembre al 10 ottobre 1968, figura con ventitre opere, alla “Mostra dei Chiaristi” che si tiene nelle sale del Circolo La Rovere di Mantova; la Mostra viene poi trasferita a Castiglione delle Stiviere, dal 15 ottobre al 4 novembre.

Nel 1970 la Galleria Giorgio Ghelfi di Verona gli dedica la prima “Mostra postuma di disegni”, in catalogo testo di Magagnato. Lo stesso anno, in Palazzo Strozzi di Firenze, dal 30 aprile al 29 giugno, sono esposte sue opere grafiche nel contesto della Mostra “La Grafica tra le due guerre 1918-1939”. La Galleria Il Castello di Carpi (MO), gli ordina una “Mostra personale”, dal 3 al 18 ottobre.

Nel 1971, nei mesi da marzo a maggio, è incluso nella “Mostra di Pittori e Scultori che recitano a soggetto”, al Palazzo della Permanente di Milano. Nel luglio-settembre, figura alla “Mostra Verona Anni Venti”, che si tiene al Palazzo della Gran Guardia di Verona. Dal 4 al 17 settembre, la Mostra personale intitolata “Semeghini a Merano”, è allestita nella Sala delle Esposizioni dell’Ente di Soggiorno. Ancora, dal 20 novembre al 2 dicembre, la Galleria Novelli di Verona, organizza la “Mostra Omaggio a Semeghini”.

Nel 1972, dall’11 giugno al 2 ottobre, alla “Biennale di Venezia” vengono esposti due disegni nella sezione “Venezia: ieri, oggi, domani”. Lo stesso anno sue incisioni figurano alla “Biennale dell'Incisione Triveneta di Portogruaro”. È ricordato, nel novembre-dicembre, anche alla “X Quadriennale Nazionale di Roma: Aspetti dell’arte figurativa contemporanea”, al Palazzo delle Esposizioni.

Dal 7 al 31 marzo 1974, nella Villa Malpensata di Lugano, presso la Società Ticinese di Belle Arti, si tiene la Mostra antologica “Pio Semeghini”.

La vedova dell’artista, signora Gianna, nel maggio 1975, dona al Sindaco di Quistello nove disegni del marito per la locale Pinacoteca Comunale. Figura alla rassegna “L’arte figurativa mantovana del XX secolo”, che si tiene presso l’Antico Caffé Teatro di Quistello (MN), dal 23 agosto al 7 settembre. Presso la Galleria Civica del Comune di Campione d’Italia, contemporaneamente viene ordinata nel settembre-ottobre la Mostra “Pio Semeghini: L’opera grafica”, vengono esposte centoventisette opere, tra le quali quaranta incisioni.

Sue opere figurano alla “Mostra Bagutta-Burano 1926-1976: 50 anni di pittura”, che si svolge dall’11 settembre al 17 ottobre 1976, nella Villa Simens di Piazzola sul Brenta.

Dal 3 dicembre 1978 al 30 gennaio 1979 viene organizzata a cura dell’E.M.M. e della Galleria Civica di Mantova, una importante Mostra antologica al Palazzo Te di Mantova. La stessa è trasferita successivamente, dal 4 aprile al 5 maggio, alla Galleria Bevilacqua La Masa di Venezia. La Galleria Lo Scudo di Verona, ordina la Mostra “Pio Semeghini”, nella propria sede, dal 24 novembre 1979 al 7 gennaio 1980.

Curata da Guido Perocco, gli viene ordina una “Mostra omaggio” presso la Casa dell'Arte di Sasso Marconi, nel gennaio 1982. Presso la Villa Comunale di Portogruaro gli viene allestita una “Mostra personale”, dal 29 aprile al 23 maggio. La Galleria Ariele Studio d’Arte, di Vicenza gli dedica una Mostra personale nel dicembre.

In occasione della “XLI Biennale di Venezia” del 1984, nella sezione “Arte e Arti, attualità e storia”, figura con un dipinto. È presente con nove disegni alla “Mostra del Disegno Mantovano del ’900” che si tiene a Mantova nel Museo Civico di Palazzo Te, nel settembre-dicembre. Con presentazione di Licisco Magagnato, si svolge a Milano, presso la Galleria Gian Ferrari, la Mostra “Pio Semeghini - Opere scelte”, nell'ottobre. Presso il Palazzo Flangini Biglia di Sacile, viene ordinata la “Mostra antologica” di Pio Semeghini, dal 22 dicembre al 17 gennaio 1985.

Presso la Biblioteca Comunale di Palazzo Sormani a Milano, viene ordinata a cura di Franco Sciardelli, la Mostra: “Pio Semeghini incisore”, che si tiene dal 6 al 31 maggio 1985.

Dal 22 agosto al 14 ottobre 1987, sue opere sono presenti alla mostra “Per fare un albero…” che si tiene presso la Pinacoteca Comunale di Quistello.

A Venezia nel 1988 figura alla Mostra, curata da Guido Perocco, “Venezia: Gli anni di Ca’ Pesaro 1908-1920”.

Dal 25 settembre 1993 al 9 gennaio 1994, figura alla rassegna “Gli anni del Premio Bergamo”, che si tiene nella Galleria d’Arte Moderna di Bergamo. “Pio Semeghini nelle Raccolte modenesi” è il titolo della Mostra che gli viene ordinata dal Circolo degli Artisti di Modena, dal 2 al 28 ottobre 1993.

La Galleria Artestudio di Verona gli dedica, dal 29 gennaio al 26 febbraio 1994, la “Mostra Pio Semeghini - Un itinerario del disegno”.

Sue opere figurano alla Mostra “Eredità dell’Impressionismo 1900-1945. La realtà interiore” che si tiene dal 15 dicembre al 28 febbraio 1995, nel Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Nel 1995 alla “XLVI Biennale di Venezia” figura, con un dipinto, alla “Mostra del Centenario”.

È presente con un’acquaforte, alla Mostra “Il segno inciso. L’Incisione mantovana del Novecento”, che si tiene presso la Pinacoteca di Quistello, dal 20 dicembre 1997 al 13 febbraio 1998.

Nel febbraio-aprile 1998, a cura di Giorgio Cortenova e Francesco Butturini, viene ordinala la Mostra antologica, “Pio Semeghini”, in Palazzo Forti a Verona, la Mostra è accompagnata da un catalogo Electa.

La Pinacoteca Comunale di Quistello gli dedica nel 1999 la Mostra “Disegni e incisione”, e per l’occasione, edita un catalogo con presentazione di Francesco Butturini. Figura alla Mostra “Ore di lettura nei disegni del ’900 mantovano” che si tiene dal 10 al 24 settembre, al Centro Baratta di Mantova. Presso la Fiera di Milano figura alla Mostra “I Chiaristi” curata da Rossana Bossaglia che si tiene dal 5 al 14 novembre.

Dal 16 dicembre 2001 al 24 marzo 2002, figura alla Mostra “Il Po in controluce, arte padana, alluvione e dintorni”, che si tiene nel Complesso degli Olivetani - Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo.

Presso la Galleria Ponte Rosso di Milano, si tiene dal 14 novembre 2002 al 12 gennaio 2003, la Mostra: “Semeghini e gli amici di Bagutta”, in catalogo testi di Elena Pontiggia e Guido Vergani.

La Galleria Civica di Brescia possiede il dipinto: Ritratto di Giacomo Zovetti.

La sua sanguigna su carta Paesaggio venziano del 1927 si trova nella Collezione Rizzarda presso i Musei Civici di Feltre.

La Galleria d’Arte Moderna di Milano possiede l’opera: Il Rimorchiatore Lambro.


Bibliografia:

1925 - Esposizione d'Arte dei Combattenti delle Tre Venezie, catalogo mostra, Venezia, p. 43.

1932 - XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 108.

1949 - L.M.P., Il Premio Fila, Arte Mediterranea, nov/dic., pp. 80/82.

1955 - Mario Portalupi, III Premio di pittura "Esso", Arte Figurativa Antica e Moderna, Milano, n. 5 set.-ott., p. 44 ill.

1993 - Pio Semeghini, testo di Anna Chiara Tommasi Arich, Banca Popolare di Verona, pp. 64.

2004 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, volume VI, Sa - Zir, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 2919/2937.

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