Silvia Orlandi (1953) vive in Abruzzo. Nel 2002 ha iniziato a frequentare i laboratori artistici di Gabriella Capodiferro, accostandosi agli elementi del linguaggio visivo, alla composizione e alle tecniche pittoriche.
È socio fondatore del Movimento del Guardare Creativo, luogo privilegiato di maturazione critica e di confronto sui temi dell’arte.
Ha iniziato l’attività espositiva nel 2002, partecipando a mostre collettive in diverse città italiane.
Contatti:
Silvia Orlandi
E-mail: silviaorlandi1953@gmail.com
Mostre collettive:
Ottobre 2002: “Segno, colore, gesto...”, Centro Sociale “L. Partenza”, Pescara.
Ottobre 2004: “Segno colore gesto…”, Camera di Commercio, Chieti.
Giugno 2007: “Gabriella Capodiferro cum discipulis”, Museo delle Arti, Castello di Nocciano.
Luglio 2008: “Omaggio a D’Annunzio”, Casa natale di Gabriele D’Annunzio, Pescara.
Luglio 2009: “Segno, colore gesto nel museo”, Museo di Scienze Biomediche, Chieti.
Luglio 2010: “Orme di antiche radici…”, Museo Archeologico Nazionale La Civitella, Chieti.
Marzo 2012: “Mostra collettiva”, Convitto Nazionale G.B. Vico, Chieti.
Aprile 2014: “Arte no caste Creatività senza etichette”, Museo delle Arti, Castello di Nocciano.
Giugno 2016: “Arte no caste Creatività senza etichette”, Ex Aurum, Pescara.
Gennaio 2018: “Linguaggio visivo, tecniche e espressione”, Museo d’Arte Costantino Barbella, Chieti.
Agosto 2018: “Arte no caste Creatività senza etichette”, Palazzo Fibbioni, L’Aquila.
Giugno 2019: “L’avventura della creatività”, Bottega d’Arte della Camera di Commercio, Chieti.
Gennaio 2020: “Gabriella Capodiferro cum discipulis”, Galleria d’Arte Arianna Sartori, Mantova.
Ottobre 2022: “Pittura Stili Reinvenzioni”, Galleria d’Arte Arianna Sartori, Mantova.
Giudizi critici:
“Silvia Orlandi si serve della pittura per approdare all’essenza del reale, sempre cangiante e pertanto in grado di offrire molteplici sfaccettature. Si diceva di Silvia Orlandi di inconsueta maniera di rapportarsi al mondo esterno. È la sua lacerante passione per il medium materico che la spinge a cercare inedite soluzioni linguistiche ove coabitano iconismo almeno allo stato progettuale ed aspirazione al superamento della riconoscibilità del reale. A questo proposito emblematica diviene la titolazione di Andare/Venire, metafora di presenza/assenza dell’icona, come accadeva ad esempio nell’Ultimo Naturalismo bolognese teorizzato da Francesco Arcangeli”.
Leo Strozzieri, 2006
“Materiali, colori, tecnica d’esecuzione: tre elementi correlati per presentare una pittura sintetica. Colori e materiali giocano ad esaltare la bidimensionalità compositiva nel rapporto emblematico della figura-sfondo”.
Gabriella Capodiferro, 2009
“Il tema del passato inteso come mito classico e soprattutto come mistero delle origini, pervade l’esperienza figurativa di Silvia Orlandi che coglie bene come l’uno si alimenti dall’altro. Convivono il sentimento del tempo che tutto logora e consuma, e l’emozione del frammento che ad esso sopravvive”.
Cristina Ricciardi, 2010
“Silvia Orlandi progetta e risolve il suo paesaggio fatto di terre,
cielo e acqua in termini minimalistici di assolutezza formale facendone
un dittico negativo-positivo dalla spazialità quasi unidimensionale”.
Gabriella Capodiferro, 2012
“Man mano che il vero viene frustrato, fin quasi a scomparire, sempre più prende il suo posto un geometrismo che si impone per la sua concretezza e allo stesso tempo per la totale astrazione dalla realtà. Sono fasi di passaggio, dalla percezione degli elementi geometrici che compongono gli oggetti, alla catalogazione in uno schema rigido. Silvia Orlandi è attratta da un’indagine cinetica sull’alternarsi del bianco e nero trasmutando l’immagine in forme geometriche che la sintetizzano”.
Chiara Strozzieri, 2014
“La volontà di vaghezza e mistero apre la possibilità a diverse interpretazioni, laddove sta all’osservatore decidere la fine della storia. Il modus operandi di Silvia Orlandi nasconde alla vista la risoluzione di un gruppo di case e gioca sull’alternanza di detto e non detto attraverso la luce: quella intrinseca al quadro, quella proveniente da fonti nascoste, quella propria degli edifici”.
Chiara Strozzieri, 2016
“Silvia Orlandi mantiene vivo il suo amore per il
linguaggio visivo. Tramite uno strumento poco consono al suo rigore
formale trova, con una nuova sperimentazione sul colore, la soluzione
per il trasferimento emozionale dei toni dall’oggetto reale alla
dimensione astratto- geometrica in una dimensione contemplativa e di
rarefazione formale”.
Gabriella Capodiferro, 2019
“Lo studio portato avanti si è focalizzato particolarmente sulla teoria del colore di Josef Albers che invita a sviluppare l’occhio per il colore.
Silvia Orlandi ha mostrato particolare interesse per la teoria del colore di Josef Albers. Il grande artista tedesco con il manuale Interazione del colore invita a sviluppare l’occhio per il colore. Dalle lezioni sul modo di affinare la sensibilità per la luce, Silvia Orlandi ha colto l’importanzadi saper leggere tutti i colori, compresi il bianco e il nero, perché anche questi ultimi possono avere diverse tonalità che si compenetrano in quantità variabili.Ecco allora che la sua ricerca si focalizza sulla dimostrazione delle infinite gradazioni esistenti fra i poli del bianco e del nero, e per fare questo utilizza materiali differenti (carta, gomma, feltro) che per la loro stessa natura hanno sfumature di nero diverse. Il suo è un discorso all’incontrario rispetto agli Achrome di Piero Manzoni degli anni Cinquanta, che invece studiavano la riflessione della luce attraverso oggetti e materia dentro opere completamente bianche. Qui invece il colore viene assorbito e talvolta acceso da lampi di rosso che mettono in moto la composizione, così come fanno i tagli particolari delle opere. Potremmo definire questi lavori di Orlandi come pitto-sculture, adattate alle pareti attraverso fili messi in evidenza, ma eventualmente autonome su qualsiasi tipo di supporto e perfino a pavimento. C’è comunque un grande senso di libertà che in qualche modo resta fedele al discorso di Albers, il quale concepiva le sue lezioni pratiche come un mero accompagnamento alla creatività”.
Chiara Strozzieri, 2022
Bibliografia essenziale:
2019 - “L’avventura della creatività”, catalogo mostra, Bottega d’Arte della Camera di Commercio, Chieti.
2020 - “Gabriella Capodiferro cum discipulis”, catalogo mostra, Galleria d’Arte Arianna Sartori, Mantova.
2021 - Artisti Italiani 2022 catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea, a cura di Arianna Sartori, prefazione di Maria Gabriella Savoia, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 257.
2022 - “Pittura Stili Reinvenzioni”, catalogo mostra, Galleria d’Arte Arianna Sartori, Mantova.