Autodidatta; praticò comunque le Accademie di Belle Arti di Verona e di Milano. A undici anni intagliava il legno; fu poi doratore e stuccatore. La sua esistenza di scultore muove dal 1928. Stabilitosi a Milano, vi rimase con fortuna affermandosi. La sua fama albeggiò splendente nel 1938. Dal 1941 è titolare della cattedra di scultura all’Accademia Albertina di Torino. Alla naturale predilezione pei modi della “Scapigliatura,, lombarda, s’addizionano in lui tormento, brio chiaroscurale, senso cinquecentesco della forma. Qui l’arte non è inferiore alla reputazione. Opere di bronzo e cera: “La dormiente,, (1933), “Ritratto della moglie,, (1934), “Donna che ride,, (1936), “Donna con cappello,, e “Susanna,, (1937); “David,, e “Cardinale,, (1938); “Ritratto della signora A. V.,, e “Testa di donna,, (1939), quest’ultima nel Civico Museo di Torino. Seguono nel 1940: “Busto di bambina,, e “Il Cardinalino,,. Nel 1942: “Busto di donna,, e “Ritratto di Francesca Blanc,,. “Bambina alla finestra,, è del 1943.
Partecipa alla IV Quadriennale d'arte di Roma, al Palazzo delle Esposizioni, dal 16 maggio al 31 luglio 1943, con la scultura Ritratto di Francesca Blanc.
Nel 1947 figura alla “Mostra dell’Incisione italiana e del libro”, a Santiago del Cile.
Per la Basilica di S. Eugenio a Roma realizza nel secondo dopoguerra quattro stazioni delle Via Crucis in bronzo,.
Nel 1951 figura alla Mostra “Art graphique italien contemporary”, Galerie George Giroux, a Bruxelles.
Nel 1953 figura alla “Mostra del disegno e dell’incisione italiana dal Futurismo ad oggi” , al Palacio Foz, di Lisbona.
Nel 1954 figura alla “II Mostra Nazionale del Disegno e dell’Incisione contemporanea”, Palazzo Comunale Salone Auditorium a Forlì.
Nel 1954 figura alla “Italian America exchange exhibition - mostra itinerante negli Stati Uniti, (Washington, Library of Congress - New York, Metropolitan Museum of Art - San Francisco, M. H. De Young Museum - Pasadena, Pasadena Art Museum - Detroi, Detroit Institute of Art - Pittisburgh, Carnegi Institut - East Lansing, Michigan State College - Rockland, Farnsworth Library and Museum).
Nel 1955 figura alla “Mostra Nazionale dell’Incisione contemporanea italiana”, a Palazzo Ducale, a Venezia.
Nel 1956 figura alla Mostra “A gravura italiana contemporanea”, Parco Ibirapnera, Palazzo dell’Industria, San Paolo del Brasile.
Nel 1957 figura alla “ I Mostra dell’incisione italiana contemporanea”, alla Galleria Opera Bevilacqua La Masa, Palazzo delle Procuratie Nuove di Venezia.
Nel 1957 figura alla Mostra “Exposicion International de Grabado””, presso l’Ambasciata d’Italia, di Santiago del Cile.
Nel 1958 figura alla Mostra di Incisioni italiane, presso L’Auslandskulturtage der Stadt, di Dorrmund, e presso l’Istituto Italiano di Cultura, di Colonia.
Nel luglio-settembre 1961 sue opere figurano alla: Mostra di Grafica Italiana Contemporanea dalla Collezione di Paolo Cesarini, presso la Pinacoteca Nazionale di Siena.
Figura dal 25 aprile al 26 maggio1963 alla V biennale dell’incisione italiana contemporanea, che si tiene presso l’Opera Bevilacqua La Masa a Venezia, dove presenta 2 litografie.
Figura dal 25 aprile al 31 maggio1965 alla VI biennale dell’incisione italiana contemporanea, che si tiene presso l’Opera Bevilacqua La Masa a Venezia, dove presenta 3 acqueforti. nella Sezione dedicata alla Resistenza espone la litografia: La madre del partigiano impiccato.
Partecipa dal 1 ottobre al 15 novembre 1966 alla I Biennale dell’Incisione Italiana, organizzata dal Rotary Club Cittadella (PD), con l’acquaforte: Pittore con modella.
Partecipa dal 27 settembre al 9 novembre 1969 alla II Biennale dell’Incisione Italiana, organizzata dal Rotary Club Cittadella (PD), con l’acquaforte: Modella con artista.
Dal 13 maggio al 30 giugno 1972, partecipa con 6 litografie, alla Terza Biennale Internazionale della Grafica d’Arte. Grafica 1940/1960: resistenza e lotta per la libertà, che si tiene nel Palazzo Strozzi di Firenze.
Dal 20 maggio al 20 giugno 1972 partecipa su invito alla Mostra - Mercato “L’Incisione in Italia oggi”, mostra che si tiena a Padova, a cura della Galleria 1+1, espone 2 acqueforti 1 fotoincisione.
Nel 1979 partecipa con due incisioni, alla III Biennale dell’Incisione Italiana, Rotary Club Cittadella.
Dal 21 maggio al 2 ottobre 1988, figura alla I° Biennale Nazionale di Grafica “Alberto Martini”, 125 artisti italiani, che si tiene a Palazzo Foscolo di Oderzo, con due incisioni.
Dal 15 maggio al 6 giugno 1993, figura alla rassegna: Il sentimento delle cose, un percorso della grafica italiana contemporanea, a cura di Mauro Corradini, che si tiene nella Biblioteca Civica di Verolanuova (Bs).
Nel 1995 viene ricordato con la mostra Omaggio a Manzù, nel Castello Aragonese d'Ischia.
Dal 5 luglio al 29 settembre 1996, si tiene la mostra: Giacomo Manzù, a cura di Mario De Micheli, a Forlì, nella Rocca di Ravaldino.
Nell’ambito della III Biennale Nazionale dell’Incisione - Rotary Club Acqui Terme - Ovada, che si tiene dal 31 maggio al 14 giugno 1997, al Salone Nuove Terme e Palazzo Perbellini di Acqui Terme, è rappresentato con l’incisione: Modella nuda di schiena e pittore, all’esposizione “L’Incisione in Italia nel XX secolo.
Nel 1999, sue incisioni sono esposte alla mostra: Un segno lungo un secolo, a cura di Mauro Corradini, che si tiene a Chiari, presso la Fondazione Biblioteca Morcelli - Pinacoteca Repossi.
Dal 7 aprile al 10 giugno 2001 figura alla Mostra “2000 volte 2000. arte e Idee per la Pace”, che si nella Villa Ponti di Arona.
A Roma dal 28 novembre 2002 al 2 marzo 2003, viene ordinata la mostra: Manzù. L'Uomo e l'Artista, a Palazzo Venezia.
Dall' 8 settembre al 20 novembre 2005, si tiene la mostra: Manzù. La bellezza classica. a cura di Floriano De Santi, nel Chiostro dell'ex Convento di San Francesco, nella Città di Alatri.
Dal 2012 sue incisioni entrano a far parte del Museo d’Arte Ateneum / Museo Statale d’Arte, di Helsinki, Maestri italiani del Novecento, con la donazione della Collezione Rolando e Siv Pieraccini.
La Calcografia Nazionale di Roma, conserva sue matrici.
Artisti Italiani: Giacomo Manzù. 1937 - Il Frontespizio, Firenze, Vallecchi Editore, n. 5 maggio, pp. I/VIII (6 pezzi - 12 disegni).
Potrebbe valere per Giacomo Manzù l’aneddoto che si riferisce allo scultore Medardo Rosso, al quale un giorno Carlo Carrà disse:
«Rosso, tu non hai mai scritto niente sulla tua arte, e penso che sull’Ambrosiano si potrebbe fare una pagina intera di tuoi pensieri, di tuoi ricordi».
Rosso, malato, era al «Continental». Carrà ritorna dopo quattro ore, al tramonto. Rosso, alla dattilografa, stravolto detta e ridetta. Sul pavimento uno strato di «veline». Carrà raccoglie un foglio: «L’artista…». Un altro: «Lo scultore…», «Io…», «Medardo Rosso», «Rosso…», «Medardo…».
Anche Manzù non può scrivere della sua arte. A stento è riuscito a buttar giù queste notizie della sua vita.
*
«Sono nato a Bergamo, alla vigilia del Natale 1908, nella parte bassa della città. Mio padre e mia madre han sempre lavorato per vivere e tirar su i numerosi figli, dei quali io son l’ultimo dei maschi.
Da piccolo ho aiutato mio padre e alla mattina presto stavo in un cortile chiuso, e disegnavo sui muri, con la calce.
A scuola, che frequentai fino alla terza elementare, disegnavo su tutti i quaderni e non sentivo altra voglia che quella.
Dopo la terza fui costretto a lavorare e avevo undici anni.
Mio padre mi portò da una ditta d’intagliatori e ci restai fino a quindici anni, aiutando i falegnami e i doratori della ditta.
Dopo andai da uno stuccatore e andavo sempre in giro per i paesi a lavorare con gli operai. Alla sera e alla mattina potevo disegnare o far qualcosa con la creta.
A diciannove anni mi morì la madre e partii soldato. Ero a Verona e potei frequentare per un po’ l’Accademia. Ci andavo volentieri per godermi i calchi del Pollaiolo, di Michelangelo, dei Greci.
Al ritorno, non potendo più resistere alla necessità di dipingere e di scolpire, partii per Parigi, con l’intenzione di rimanervi a studiare i maestri dell’Ottocento. Ma dopo una ventina di giorni fui rimpatriato mezzo morto di fame.
A Bergamo i fratelli facevano il possibile per aiutarmi. Mio padre era molto ammalato.
Cominciai nel 1930 a frequentare Milano. Conobbi i migliori giovani. Nello stesso anno fu fatta un’esposizione nella Galleria Milano ed io ero lo scultore del gruppo. Esposi così le mie prime sculture colorate e i disegni.
Tornai a Bergamo per la morte di un mio fratello frate, che fu seguito da mio padre a poche settimane di distanza.
Tornato a Milano, nel 1932 incominciai, chiamato da Padre Gemelli, i lavori per l’Università Cattolica. Vi feci quattro bassorilievi in stucco e quattro in granito per la Cripta della Cappella e una statua dell’Immacolata per l’ingresso del nuovo Pensionato.
Poi un’altra mostra in gruppo, nella Galleria del Milione.
L’anno dopo, a Selvino nel Bergamasco, dipinsi tutto un fregio in una sala della villa Ardiani.
Dopo un anno di lavoro, tornai a Milano, esposi nella Galleria delle Tre Arti ancora in gruppo.
Nel 1935 partecipai al concorso per il Monumento ai Fascisti caduti di Bergamo.
Per la prima volta ho fatto la mia mostra personale alla Galleria della Cometa, in Roma, nel marzo di quest’anno.
Vivo a Milano, con la moglie».
*
A questo punto nei fogli, dove Manzù ha scritto le notizie della sua vita, ci sono alcune parole cancellate. Sono parole di pianto, cadute come lacrime, delle quali poi si è pentito.
Parole per la sua bambina morta da poco; che egli non può dimenticare.
A Roma, nella breve stanza della Galleria della Cometa, portava gli amici in un angolo, e tirava fuori dal portafogli la fotografia della sua bambina. Le statue non gli importavano più nulla. Gli occhi gli si empivano di lacrime e il forte mento gli tremava convulsamente.
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Ultimamente, sulla Nazione, Alberto Savinio ha raccontato come Manzù ebbe la prima ordinazione e come assolse il suo compito:
«La prima ordinazione Manzù la ebbe dal signor Andreani, principale azionista della Società Casearia di Melzo, madre di stracchini, robioline, rex, dolceverde. Si trattava di decorare la villa del tiranno («tiranno» significa: depositario dei formaggi) a Sevino, nel bergamasco. Manzù attaccò a lavorare, volava di gioia su per il palco. In capo a un anno aveva portato a termine un fregio a encausto di soggetto georgico. Arrivò Andreani con la famiglia. Guardò e cominciò a ridere. Rideva la moglie, i figli, la servitù. Rideva anche Manzù, visto che non c’era da fare altro. «Per il buon sangue che mi son fatto» disse il mecenate mettendo in mano a Manzù due fogli di carta, che Manzù si cacciò in tasca senza guardare. «Duemila lirone » pensava con brividi di piacere. Nuovi saluti tra nuovi ringraziamenti, e quando l’automobile fu abbastanza lontana, Manzù tirò fuori i biglietti: duecento lire.
- Porca miseria!
Manzù già correva. L’automobile di Andreani spariva in capo alla lustra piramide della strada».
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Oltre a Savinio hanno scritto su Giacomo Manzù, Carlo Carrà, Giovanni Scheiwiller, Piero Bargellini, Lamberto Vitali, Sandro Bini, Luciano Ancesci.
Sandro Bini gli dedicò un capitolo nel suo libro: Artisti, Edizioni Libreria del Milione, Milano, 1932.
Giovanni Scheiwiller gli dedicò uno dei suoi superbi volumetti: Manzù, Milano, 1932.
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Manzù ha partecipato alle Mostre sindacali milanesi 1935, 1936, 1937. È stato presente nella mostra del Disegno italiano in Svizzera, nel 1934.
Ha partecipato all’esposizione dell’arte italiana moderna a Parigi, nel 1935, e a quella di Budapest; alla Biennale Veneziana 1936 e alle Triennali.
Ha ottenuto il premio Grazioli del Cesello, nel 1935, il premio Principe Umberto, nel 1936; il premio Tantardini nel 1936, e il premio d’incoraggiamento della Reale Accademia d’Italia, nel 1937.
Le sue opere sono a Roma (Collezione Pecci Blunt), a Brescia (Collezione Feroldi), a Milano (Collezioni Carrà, Messina, Gadola, Chiesa, Scheiwiller, Muzio), a Bergamo (Collezione Pizzigoni), a Venezia (Collezione Cardasso), a Mosca (Galleria d’Arte Moderna).
Bibliografia:
1932 - Giovanni Scheiwiller: Manzù, Milano, Hoepli .
1937 - Artisti Italiani: Giacomo Manzù. Il Frontespizio, Firenze, Vallecchi Editore, n. 5 maggio, pp. I/VIII (6 pezzi - 12 disegni).
1943 - Raffalele Carrieri, IV Quadriennale, Tempo, n. 215, Milano, 8/15 luglio XXI, pp. 22/25, 31.
1944 - Luigi Bartolini, Manzù, Edizioni Delfino, Rovereto, pp. 44 (4) + 32 tavole.
1945 - Manzù, Testo critico di Nino Bertocchi, Editoriale Domus di Milano.
1945 - Piero Bargellini: Scultura italiana contemporanea, Firenze, Arnaud.
1946 - Beniamino Joppolo: Giacomo Manciù, Milano, Hoepli.
1949 - Francesco Sapori: Scultura italiana moderna, Roma,
Libreria dello Stato.
1955 - Luigi Servolini, Dizionario Illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Milano, Gorlich, p. 472, 473, 474;
1961 - Mostra di Grafica Italiana Contemporanea dalla Collezione di Paolo Cesarini, catalogo mostra, Pinacoteca Nazionale di Siena, p. 17, 18.
1963 - V biennale dell’incisione italiana contemporanea, catalogo a cura di Giorgio Trentin, Venezia, p. 60, tav. 60.
1964 - Carlo L. Ragghianti, pres., L’opera grafica di Giacomo Manzù dal 1929 al 1964, catalogo mostra Roma, Galleria La nuova Pesa, novembre;
1965 - VI biennale dell’incisione italiana contemporanea, catalogo a cura di Giorgio Trentin, Venezia, p. 77/78, 158, tav. 85, 39.
1966 - I Biennale dell’Incisione Italiana catalogo a cura di Bino Rebellato, Rotary Club Cittadella, p. 55, 132 (ill.).
1969 - II Biennale dell’Incisione Italiana catalogo a cura di Bino Rebellato, Rotary Club Cittadella, p. 59, 166 ill.
1970 - Seconda biennale internazionale della grafica d’arte, la grafica tra le due guerre, catalogo mostra, Firenze, pp. 155, ill.
1971 - Mario De Micheli, Giacomo Manzù, Milano, Fratelli Fabbri Editori, pp. 42 + 174 ill.
1972 - Terza Biennale Internazionale della Grafica d’Arte. Grafica 1940/1960: resistenza e lotta per la libertà. catalogo mostra, Firenze, p. 39/40.
1972 - L’Incisione in Italia oggi, IV Mostra-Mercato dell’incisione antica e contemporanea, catalogo mostra, Padova, Galleria 1+1, pp. 122.
1979 - III Biennale dell’Incisione Italiana, Rotary Club Cittadella, pp. 71, 173 ill.
1982 - Catalogo della Grafica Italiana n. 12. Milano, Mondadori, p. 119/120.
1983 - Catalogo della Grafica Italiana n. 13. Milano, Mondadori, p. 134/135.
1984 - Omaggio a Manzù, edito da XXé Siècle - Parigi, a cura di Guido e Giorgio Guastalla, Graphis Arte, Livorno, pp. 160.
1985 - Paolo Bellini, Storia dell’incisione moderna, Bergamo, Minerva Italica, p. 466
1988 - I° Biennale Nazionale di Grafica “Alberto Martini”, 125 artisti italiani, catalogo mostra, Oderzo, pp.nn.
1989 - Pier Carlo Santini, Aspetti della scultura contemporanea 1900-1989, Bologna,Grafis, pp. 86, 87;
1990 - Simona Orlandini, Annuario della Grafica in Italia n. 20. Milano, Mondadori, pp. 22/24.
1993 - Manzù, testi di Giulio Carlo Argan, Cesare Brandi, Poleschi Arte Forte dei Marmi, pp. 70.
1993 - Il sentimento delle cose, un percorso della grafica italiana contemporanea, a cura di Mauro Corradini, catalogo mostra, Comune di Verolanuova, pp. 26/27.
1995 - Omaggio a Manzù, presentazione di Mario Ursino, catalogo mostra, Ischia Castello Aragonese, Soc. Poligrafica d'Arte classica e Contemporanea, Roma. pp. 96.
1996 - Giacomo Manzù, testo di Enrico Crispolti, catalogo mostra, San Marino, Galleria della Cassa di Risparmio, Il Vicolo divisione libri, pp.nn.
1996 - Giacomo Manzù, a cura di Mario De Micheli, catalogo mostra, Forlì, Rocca di Ravaldino, Il Vicolo divisione libri, pp. 96.
1997 - III Biennale Nazionale dell’Incisione - Rotary Club Acqui Terme - Ovada, catalogo mostra, p. 90.
1999 - Un segno lungo un secolo, a cura di Mauro Corradini, catalogo mostra, Chiari, Fondazione Biblioteca Morcelli - Pinacoteca Repossi, pp. 14, 61/62.
2001 - Caramella Luca, a cura di, 2000 volte 2000. Arte e Idee per la Pace, catalogo mostra, Arona, Edizioni Fondazione Art Museo, pp.193/203;
2002 - Manzù. L'Uomo e l'Artista, Grande Mostra Manzù, catalogo mostra, De Luca Editori d'Arte, Roma, pp.248.
2003 - Alida Moltedo Mapelli, a cura, Paesaggio Urbano. Stampe italiane dalla prima metà del ‘900 da Boccioni a Vespignani, Roma, Artemide Edizioni, pp. 225, 226, 227, 228, 229, 238.
2005 - Manzù. La bellezza classica. a cura di Floriano De Santi, catalogo mostra, Città di Alatri, Magnolia Edizioni, pp. 112.
2012 - Maestri italiani del Novecento. Collezione Rolando e Siv Pieraccini, Museo d’Arte Ateneum / Museo Statale d’Arte, Helsinki, pp. 182/185.