Rosanna La Spesa nasce nel 1958. Poliedrica e versatile artista di Albisola, origini venete e siciliane, inizia il suo impegno in campo artistico nel 1974 e prosegue con esperienze nel campo della ceramica e della vetrofusione.
Dal 2019 fa parte dell’Associazione Ceramisti Albisola, nel 2021 tiene gli incontri sulla Storia della ceramica nel 2º Corso Regionale di formazione, presso la Scuola Com.le di Ceramica ad Albisola Superiore.
In qualità di componente del Team Eventi dell’Associazione Ceramisti ha curato la pubblicazione “Preciso in Testa Tributo ad Arturo Martini”, una collettiva il cui percorso espositivo dallo spazio mostre della biblioteca Pietro Costa di Celle Ligure al Museo Manlio Trucco di Albisola Superiore.
In permanenza sue opere: al Museo del Vetro Villa Rosa, Altare (SV),
Residenza protetta M. Bagnasco di Savona, Ospedale Reg.le sede Civica di
Lugano, Museo Diocesano di Faenza.
Contatti:
Rosanna La Spesa
Albisola Superiore (SV)
Cell. 335.6436845
E-mail: laspesar@gmail.com
Sito Internet: www.rosannalaspesa.it
Il 1974 segna l’avvio dell’esperienza artistica di Rosanna La Spesa, ancora studente al Liceo Artistico Arturo Martini di Savona, nel 1977 ha inizio il suo percorso espositivo. L’artista, nata a Savona di origini siciliane e venete respira sin da bambina il clima artistico Albisolese, coltiva con costanza due passioni: lo sport e l’attività artistica che spesso intreccia nelle sue esperienze di vita in particolare quando diventerà responsabile nel 2004 del Team Italia per il Forum Int.le della Gioventù Pierre de Coubertin dove arte e sport si fondono in un’esperienza unica di creatività. La Spesa porta avanti il suo impegno artistico con costanza e coerenza a partire dalla pittura ad olio per proseguire con la ceramica e la vetrofusione. I temi che sviluppa attraverso l’uso di vari materiali partono dal mare, dalle memorie fossili della terra, dagli eventi dell’umano essere. Enrico Bonino poeta e scrittore all’esordio espositivo di Rosanna La Spesa di fronte alle opere ad olio esposte nella storica Galleria Testa di Albissola Marina le dona una poesia giovanile del tutto obliata: Profumo di Diatomee, “È il profumo del nulla assoluto / è il profumo che piace al mio cuore / è il profumo dell’infinito”.
(Estratto del 1977)
Luciano Caprile: “Rosanna La Spesa… conosce i ritmi della carezza e del graffio, del sorriso e del morso. Sono in fondo i ritmi della nostra esistenza caratterizzata sempre più dal dubbio, dalla diffidenza e dalla precarietà… Se la frammentazione, la preziosità, la trasparenza, il desiderio di fuga nel sogno e nel silenzio erano un patrimonio acquisito nei precedenti lavori di Rosanna, adesso tutto ciò lievita e si complica, si accentua e si contraddice, allorché si misura con una storia che ci tocca da vicino poiché assomiglia troppo allo specchio del mondo reale. Uno specchio che per la nostra autrice non riflette il nostro animo ma lo attraversa come un cristallo, evidenziando luci e spine”.
(Estratto da catalogo Souvenir, 2003)
Maria T. Castellana scrive di Rosanna La Spesa tenuta a battesimo nella sua prima personale del 1977 e seguita nello sviluppo della sua poetica artistica: “Rosanna La Spesa che da pianticella acerba, sembrava destinata a frugali presenze nel mondo dell’arte, crescendo e lavorando si è irrobustita, non accontentandosi mai di facili raccolti. Ha imparato ad usare i suoi strumenti – le vetro sculture – per articolare percorsi artistici in grado di porre l’accento di volta in volta su un tema scottante della contemporaneità. Ne aveva già dato prova con la mostra Souvenir di guerra, dove campeggiava la sagoma sinistra dell’obice stesso. Con i semi di vetro tanto eleganti quanto inquietanti, affronta un altro approccio non solo con l’estetica, ma con l’etica, assai più scomoda, di un nuovo Eden plasmato dalla tecnologia… prepariamoci dunque ad afferrare il suggerimento dei suoi interrogativi, al volo, come sono sospesi i suoi vetri. Casomai i semi trovassero – nelle nostre menti – le ali”.
(Estratto da SE-Menti, 2005)
Scrive Riccardo Zelatore: “…l’uso di materiali primari e il loro accostamento, a volte provocatoriamente dissonante, determinano trame inedite, che inibiscono una lettura in termini di passiva normalità …La Spesa ha sviluppato un lavoro che nasce dal bisogno di trascendere la soglia di pura presentazione dei materiali… il suo atto creativo è messo in atto per provocare, stimolare la sensibilità personale, divenire veicolo per altre cose, per essere liberi come l’artista si sente e vuole essere”.
(Estratto da AequoReaVitrea, 2006)
Alida Gianti su Rosanna La Spesa: “Poliedrica e versatile artista di Albisola Superiore, è molto conosciuta per la sua intensa dedizione a un materiale che nel Savonese ha una storia non certo di secondaria importanza: il vetro. ….era forse scritto che, prima o poi, si lasciasse affascinare anche dall’argilla, tanto più vivendo in un’area geografica ad essa tradizionalmente votata. La Spesa non si professa peraltro ceramista, ma di certo non si improvvisa: è entrata in punta di piedi in questa specialità …per dar seguito concreto alle proprie idee, riuscendo persino a conferirle, in virtù di certe sue modalità progettuali e di foggiatura, una leggerezza che può richiamare, talvolta, quella del vetro. Ha così realizzato interessanti lavori, sui quali anche in passato chi scrive si è ritrovata a riflettere, confermandosi nella convinzione che si può definire “artistico” ciò che, al di là di una possibile ma non scontata empatia verso quanto si osserva, impone, per così dire, una seria riflessione di approfondimento. È importante ricordare, a tal proposito, che nel 2011 La Spesa meritò, con l’opera “Compleanno olimpico”, il primo premio al concorso indetto ad Albisola Superiore – nell’ambito della VI edizione del Festival Int.le della Maiolica – per ricordare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Si tratta, di un lavoro contaminato da materiali diversi in coerenza con ricorrenti corde creative dell’autrice), realizzato in terracotta vetrinata, con sabbiatura e specchio”.
(Estratto da catalogo Preciso in testa, omaggio ad A. Martini, 2022)
Rosanna La Spesa
Ci si addentra in un percorso all’insegna dell’antagonismo tra spirito e scienza, guerra e comunione, religione e libertà. L’ogiva nucleare guardata dall’interno è burka e confessionale. Tra gli angeli la salvezza e le tenebre. Le provette con il DNA a filo spinato, i ventri fecondi e il feto, esprimono una sequenza di razionalità e mistero. Nel viaggio interiore delle credenze la metafora della farfalla e la sua metamorfosi, l’evoluzione e il cambiamento. Di terracotta è il mondo.
Ingrid Rampini curatrice
MORA/Alexandre Mora Sverzut artista
Luciano Caprile: “La Spesa adopera delicatezze aguzze, il dolce e l’aspro della vita, per non cadere nella tentazione del facile, di un effetto di piacevolezza a tutti i costi.
I suoi vetri sono sorprese e meraviglie da conquistare con la dovuta accortezza. Non rappresentano il sogno, rappresentano una sorpresa da accogliere come un cauto regalo della vita.
Se vogliamo accentuare il senso della preziosità di simili approdi, occorre spostare la nostra attenzione sui gioielli.
I vetri colorati (dove il sigillo dell’ammonite è ricorrente non solo nel ruolo di decoro ma anche come motivo centrale di racconto) mantengono inalterata la loro suggestione.
In più interviene l’oro ad avvolgere e a radunare le trasparenze con la delicatezza dell’impalpabilità quando il fine ultimo è costruire il tragitto di una collana. Il discorso trova le necessarie varianti per le spille, gli orecchini e gli anelli, dove il descritto percorso aereo deve fare i conti con le aspettative d’uso.
A prescindere dalla destinazione conclusiva, queste creazioni, sia che si rivolgano ad una architettura lungo piani di fuga guidati da lievi ombre di colore e di forme, sia che intendano evidenziare la raffinata solitudine di un frammento, trattengono la luce del nostro sguardo e il nostro sguardo stesso”.
(Estrattto dalla recensione all’esposizione I luoghi del silenzio, 1998)