Coccia Francesco

scultore
Palestrina (RM), 24 gennaio 1902 - Crans-Montana (Svizzera), 1981

Nato a Palestrina il 24 gennaio 1902. Morì nel 1981 a Crans-Montana in Svizzera.

Dopo aver studiato all’Accademia Belle Arti di Roma, si unisce al gruppo di artisti nello studio di Villa Strohl Fern. Ha partecipato alle maggiori Mostre di Arte in Italia ed eseguito molte opere di scultura per l’architettura fra le quali, La fontana della Maternità in Via Antonelli (1936) e il busto di Federico Cappelloni nel Vittoriano a Roma, le tre grandi decorazioni esterne delle Manifatture di Tabacco a Firenze e Roma, il portale d’ingresso delle Poste di Milano, le decorazioni esterne ed interne dell’Auditorium nel Palazzo dell’Azione Cattolica in Via della Conciliazione, le decorazioni della Chiesa dell’EUR, l’altare della Chiesa di Giulianova di S. Flaiano, alcune Via Crucis di S. Leone a Roma e l’altare di Lourdes; i fregi della Casa del Fascio di Messina.

Nel 1939 eseguì un grande fregio di 30 m per il Padiglione Italiano al World’s Fair di New York, i quattro gruppi scultorei in terracotta collocati sulle facciate del Palazzo dell'Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale di Mantova; e le decorazioni del Banco Materasso a S. Paolo del Brasile.

Nel 1940 realizzò a Roma i Trofei in Piazza Augusto Imperatore e alcune opere di carattere religioso: per la chiesa dei SS. Pietro e Polo, (costruita in funzione dell’E42), sul tamburo della cupola spiccano quattro altorilievi marmorei raffiguranti gli Evangelisti due dei quali San Luca e San Marco furono da lui creati oltre a motivi geometrici e simbolici per le pareti dei nicchioni e delle cappelle interne per la chiesa dei Ss. Pietro e Paolo all’Eur.

Nel 1944, a guerra ancora in corso, fu nominato dall'allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Ivanoe Bonomi, Commissario straordinario della Quadriennale di Roma. In questa veste, nel 1948, diede vita alla V Quadriennale, la prima del Dopoguerra, ribattezzata Rassegna nazionale delle arti figurative. Nel 1950 il grande gruppo scultoreo alle Fosse Ardeatine di Roma e il busto del Principe Barberini nella Chiesa di S. Andrea a Roma.

Realizzò la ringhiera di bronzo della scala monumentale ed il fregio nel Palazzo della Confederazione Agricoltori a Roma. Eseguì molti ritratti e partecipò a molti concorsi.

L’artista consolidò la propria carriera anche nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta. In questo periodo Coccia realizzava rilievi, gruppi e porte per numerosi edifici rappresentativi di Roma, Firenze, Milano, Trieste, Cagliari e Palermo, nonché la Fontana della Stazione Centrale di Napoli ed un bassorilievo per la prua della nave Raffaello. Quest’ultima scultura fu dedicata al grande pittore rinascimentale e alla sua carriera artistica, simboleggiata da un albero che affonda le radici ad Urbino, città natale del maestro, e che cresce fino a Roma, città in cui l’artista maturò la propria carriera artistica.

Sul finire degli anni Sessanta Coccia si trasferì in Svizzera e nel 1971 tenne due importanti personali a Biarritz e Parigi.

Si spense dieci anni più tardi a Montana Crans-sur-Sierre, una stazione climatica del Cantone Vallese.


Bibliografia:


1956 - Domenico Maggiore, Supplemento Artisti Viventi d’Italia, Napoli, Edizione Maggiore, pp. 144/145,

1983 - Maria Vittoria Marini Clarelli, Francesco Coccia, sta in: Gli artisti di Villa Strohl-Fern tra Simbolismo e Novecento, a cura di Lucia Stefanelli Torossi, Roma, De Luca, p. 111.

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