Sue incisioni sono inserite nella Raccolta delle Stampe Adalberto Sartori di Mantova,
Sito internet: www.raccoltastampesartori.it
VANNUCCINI ENRICOPittore, incisore e filosofo, nasce a Barullo di Cortona (AR) il 16 settembre 1900, muore all’Ospedale di Menaggio (CO) il 22 settembre 1990, è sempre stato un artista schivo e solitario.Dopo la morte del padre (Enrico non aveva ancora un anno) la famiglia Vannuccini si trasferisce a Firenze dove Enrico frequenta le scuole elementari e medie; rimasto orfano anche della madre viene mandato a studiare all'Istituto Agrario delle Capezzine (scuola fondata dal padre), in seguito abbandona questa scuola per seguire i suoi reali interessi.Dopo la parentesi della prima guerra mondiale, rientra a Firenze ove risiede solo per pochi mesi, si trasferisce a Milano dove lavora presso un’agenzia pubblicitaria come cartellonista. Conosce Marinetti e frequenta gli ambienti futuristi, si lega particolarmente con Emilio Notte e Lucio Venna. Vive pure il fervore politico di quel dopoguerra partecipando con gli amici a varie manifestazioni. Nel 1920 l'agenzia presso la quale prestava la propria opera fallisce e Vannuccini si trasferisce a Roma, dove riprende l'attività cartellonistica; si dedica anche alla ceramica.Frequenta gli ambienti artistici e letterari della capitale, dove conosce e stringe rapporti di amicizia con De Pisis, Ungaretti, Gemito, Viani, Fazzini, Martini, Pinna e molti altri. L’incontro più significativo, di questo soggiorno romano, che deciderà il futuro della vita di Vannuccini, è quello con il padre del tradizionalismo italiano Julius Evola (maestro di scienze occulte, studioso di religioni orientali, fondatore del “Gruppo UR”, teorico di una rivolta contro il mondo moderno che influenzerà varie generazioni). In seguito a questo incontro, che lo porta ad una ricerca interiore continua della verità assoluta, e della perfezione cosmica, Vannuccini si crea una propria filosofia di vita che racchiude negli anni seguenti in alcuni volumi.A Roma, su commissione, dipinge le pareti di un locale notturno situato in uno scantinato di Via Margutta; l'opera che rappresenta la vita dell'uomo dalle origini all'età contemporanea, ricca di valori ermetici, iniziatici e simbolici è molto apprezzata da De Pisis e da Gemito.Qualche anno dopo viene invitato ad esporre con i giovanissimi Mafai e Scipione ad una mostra presso il Palazzo Doria - Pamphili, vi presenta l'unica opera Ritratto dell'oste.Nel 1926 un ritratto, che aveva fatto all'amico Ungaretti, viene esposto a sua insaputa alla XV Biennale di Venezia.A Vannuccini però, più che la vita artistica, interessa l'Arte e l'Uomo, e, nel 1927, lascia Roma rinunciando alla fama e al successo. Si trasferisce a Marino dove lavora, insieme all'amico vasaio Nicola Belloni, fino al 1933 quando la ditta cessa l'attività.L’artista viene invitato ad operare in una ceramica a Pordenone, ma la collaborazione con questa ditta dura pochi mesi.Torna a Roma, dove con il pittore Luigi Trifiglio si dedica alla realizzazione di dipinti a carattere sacro e religioso per alcune Chiese della capitale; anche questa collaborazione cessa nel 1936 e Vannuccini si trasferisce in Lombardia.Nel 1937 incide la sua prima lastra e da allora Vannuccini ne incide più di quattrocento, la maggior parte per ex-libris. La tecnica a lui più congeniale è la puntasecca, tecnica che richiede decisione, immediatezza e sicurezza di segno, non permettendo alcun ripensamento.A Milano entra quasi subito in contatto con Luigi Filippo Bolaffio, mercante d'arte e gallerista, Bolaffio gli commissiona una serie di paesaggi, i dipinti eseguiti dal vero, vengono esposti poi nella sua galleria. Nella stessa galleria, Vannuccini, conosce pittori, incisori e collezionisti, tra cui Gianni Mantero, incisore, e valentissimo collezionista italiano di ex-libris, il quale gli commissiona una decina di ex-libris.Nel 1939, edita la sua prima opera, illustrata con incisioni originali, la cartella è intitolata “Le tre forme” - ideografia di Enrico Vannuccini -. È una raccolta di nove tavole a puntasecca più una considerata fuori testo, le incisioni sono racchiuse in una cartella telata rossa, corredata da un testo introduttivo che riportiamo: (“Le tre forme”. Tutto ciò che esiste, esiste per la sostanza che lo alimenta; allorché la sostanza manca, la cosa deperisce e muore. Anche l’Arte inaridisce se svuotata del suo contenuto. Il contenuto, la sostanza dell’Arte è costituita dal pensiero, dal significato che la giustifica; e questa sostanza è il Mito, sintesi della Storia. Il mito costituisce la tessitura ideale da cui s’ispira e si sviluppa il valore estetico; quindi astrarre dal mito significa impoverire la espressione artistica; costruire il mito significa all’inverso rinvigorire l’espressione. Scopo della presente opera è quello di costruire un mito, perchè l’Arte ne sia nutrita. In essa è rappresentato il mito delle tre forme fondamentali della Vita: Uomo, Donna e Spirito e si svolge in nove sintesi, in nove tavole incise ed una fuori testo.) ed il resto suddiviso in dieci parti, le incisioni sono protette da dieci veline, di cui la prima, allegata alla tavola fuori testo, porta la dicitura “stampato da Antonio Fuseti”, mentre le altre portano aforismi filosofici dello stesso Vannuccini.Nel 1941 l'opera viene ristampata in trenta esemplari numerati con numeri romani. (Malgrado le due edizioni, l'opera risulta essere rarissima tanto da essere sconosciuta ai curatori della Mostra Antologica, “Enrico Vannuccini. Ex-libris”, tenutasi nell'estate del 1987 a Milano nel Palazzo Sormani).L’unico critico e letterato ad accorgersi della sua opera incisoria, per molti anni, è Ettore Cozzani, ideatore e fondatore della prestigiosa rivista “L'Eroica”. Proprio su quella stessa rivista, in occasione della pubblicazione “Le tre forme”, infatti, scrive: “Enrico Vannucci, che coraggiosamente offre agli Italiani (così distratti dalla “bella stampa”) una raccolta di puntesecche originali, le quali formano una specie di poema tra mistico ed esoterico, sensuale e visionario. Forme architettoniche di templi, piramidi, sfingi, trasfigurate come in una visione di filosofico delirio, scheletri, corpi di belle femmine, forme e riflessi che le trasfigurano, nudi di denso valore plastico da cui vaporano fantasmi come anime… Ma tutto è rivolto a esprimere concetti complicati e sottili, che sono via via rilevati da epigrafi in versi, filo di Arianna nel labirinto.Lo stile è d'un classicheggiante e, nella ricerca dell'intimismo, attentamente realistico, con una contraddizione che è sanata dal desiderio e sogno di raggiungere un ideale di bellezza maturato nella calda voluttà dei sensi, e offerto all'anima come una scala per le sue ascensioni.Siamo in presenza di un meditabondo sognatore, che canta con segreta voluttà il lievitare dei suoi sogni, un po’ ebbri d'orientalismo; il tecnico dell'incisione, è consapevole, esperto e raffinato”. (Da “L'Eroica” - n. 257/258 - Gen.-Feb., 1940, pag. 64). Cozzani in poche righe fa il ritratto di questo maestro, che solo oggi qualcuno sembra riconoscere.Nel periodo della seconda guerra mondiale Vannuccini, oltre all'incisione e alla pittura, si cimenta come miniaturista per i vari committenti.Illustra inoltre, nel 1944, per l’Editore Spartaco Giovene di Milano, l’opera di Arthur Rimbaud “Les Illuminations”, con disegni, e “I Canti” di Leopardi, con incisioni.Nel 1945, Enrico Vannuccini, pubblica a sue spese il libro: “Il genio dell’Europa”, opera in cui descrive le sua teoria dei rapporti tra la storia e la geografia.Dal secondo dopoguerra vive sul lago di Como, prima a Montrasio, dove l’amico e mecenate Mantero gli regala un vecchio torchio col quale stamperà tutte le sue future puntesecche, poi a Lenno, quindi a Griante.Nel 1949, per la Collana Incisori Italiani, edita a Milano da Luigi Filippo Bolaffio, pubblica la cartella “Ex Libris. 15 puntesecche originali inedite di Enrico Vannuccini”. La cartella in tutta tela grezza, è tirata in 150 esemplari numerati, contiene le puntesecche: L’Oblio, Autosintesi, Le Tre vie, L’Analogia, L’Uomo primo, La Signora Z-O, La Speranza, La Provvidenza, La Rimembranza, La Sera, L’Alba, L’Evoluzione, Il Riposo di Urania, La Notte, Il Dubbio. Le puntesecche sono firmate a matita e datate 1950.Negli anni seguenti pubblica varie cartelle con incisioni originali, ed esegue le centinaia di ex libris, che gli vengono commissionati, da collezionisti italiani e stranieri.Per incarico di Gino Bolognini, pubblica nel 1967, “10 incisioni di Enrico Vannuccini”, trattasi di puntesecche che descrivono vari stati psicologici; e nel 1968 “La sequenza esistenziale. 10 incisioni di E. V.”: le due raccolte sono state stampate con tirature di 55 esemplari numerati ognuna.Nel 1970 pubblica: “I quattro rapporti dell’Io, testo, incisioni e stampa di Enrico Vannuccini”, per conto di Gino Bolognini, la cui tiratura è di 35 esemplari numerati.Illustra nel 1983 con tre puntesecche, l’opera: “Tre poesie di Marvell”, con testo di Vito Salierno, per le Edizioni Il Gelsomino, di Milano, in 100 esemplari numerati.Nel 1984, incide sempre a puntasecca, una serie di dodici ex-libris dedicati all’“Universale”: L’inversione, L’Io, Rapporto soggettivo, Rapporto oggettivo, Senso-intelletto, Istinto-pensiero, Sentimento-ragione, L’Intuizione, La Controsintesi, La Persona, La Coscienza, La Reinversione, più una tredicesima di chiusura. Nel febbraio dell’anno seguente, pubblica il volume “L’Universale”, trattasi di una raccolta di massime legate al suo pensiero filosofico, alla sua visione del mondo e dell’arte: nel volume sono riprodotte anche le dodici più una puntesecche della serie omonima. A questo volume, segue nel 1987, l’opera “Interlocuzioni / Aggiunta N° 1 dell’Universale”, e nel 1989 per conto di De Filippis Editore in Arezzo, viene stampata la seconda aggiunta all’“Universale”, intitolata “I Rapporti dell’Io”.Nel 1986, dal 19 gennaio al 28 febbraio, espone a Cantù, alla Biblioteca Comunale “Ugo Bernasconi”; la mostra è supportata dal catalogo “Ex libris 1938-1985” di Peppo Peduzzi.A Palazzo Sormani di Milano, nell'estate 1987, dal 3 luglio al 31 agosto, si tiene la Mostra Antologica “Enrico Vannuccini. Ex-libris”. Il maestro alla fine della mostra lascerà tutte le opere esposte alla stessa biblioteca. Nel 1989, Vito Saliero e Peppo Peduzzi, a complemento della Mostra Antologica dell’anno precedente, pubblicano un catalogo molto esauriente sulla vita, opera e pensiero di questo grande maestro.Nel settembre 1990, Adalberto Sartori, gli dedica una scheda biografica, sul mensile d’arte “Archivio” di Mantova, mentre il giornale è in procinto di andare in stampa giunge alla redazione la notizia della sua scomparsa.Il 22 settembre 1990, Enrico Vannuccini, muore all’Ospedale di Menaggio (CO).Nel dicembre 1992, la Biblioteca Cantonale Lugano, gli dedica una Esposizione di ex-libris, nella quale vengono esposte 98 opere tratte dal corpus delle incisioni conservato nella Biblioteca Comunale di Milano.Il Comune di Tremezzo (CO), in collaborazione con il Comune di Griante e l’Ente Villa Carlotta, gli dedicano una Mostra antologica nella prestigiosa sede di Villa Carlotta, dal 7 al 29 agosto 1993, per l’occasione vengono esposti dipinti, disegni e incisioni.
Bibliografia:1926 - Catalogo della XV Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia, p. 79.1939 - Le tre forme. Ideografia di Enrico Vannuccini, cartella con 10 puntesecche.1940 - Ettore Cozzani, Le tre forme, “L’Eroica”, n. 257/258, gennaio-febbraio, p. 64.1940 - Le tre forme. Ideografia di Enrico Vannuccini, seconda edizione di n. XXX copie numerate, cartella con 10 puntesecche.1944 - Arthur Rimbaud, Les illuminations, avec dessins de Enrico Vannuccini, Milano, Spartaco Giovene, 479 es. num. + 21 es. serie speciale.1944 - Giacomo Leopardi, I Canti, con incisioni di Enrico Vannuccini, Milano, Spartaco Giovene, 479 es. num. + 21 es. serie speciale.1945 - Enrico Vannuccini, Il genio dell’Europa.1949 - Ex Libris. 15 puntesecche originali inedite di Enrico Vannuccini, Milano, Luigi Filippo Bolaffio, (le puntesecche sono datate 1950).1955 - Luigi Servolini, Dizionario Illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Milano, Gorlich, p. 814.1967 - 10 incisioni di Enrico Vannuccini, per incarico di Gino Bolognini, in 55 es. num.1968 - La sequenza esistenziale, 10 incisioni di Enrico Vannuccini, per incarico di Gino Bolognini, in 55 es. num.1970 - I quattro rapporti dell’io. Testo, incisioni e stampa di Enrico Vannuccini, per conto di Gino Bolognini, in 35 es. num.1979 - Ariberto Segala, Parlate poco di me, Milano, “Epoca”, 18 agosto, pp. 64-67.1979 - 1900 Bianco e Nero Exlibris, grafica minore, Firenze, Libreria Gonnelli, pp. 69/74.1980 - Egidio Lingeri, Dipingo si ma che non si sappia…, Milano, “Il Giorno” (ed. di Como), 31 luglio.1982 - Daniel Werner, Enrico Vannuccini, maler graphiker, philosoph und dichter, in “Exlibris Kunst und graphick”, Jahrbuch, Frankfurt am main, pp. 50-53.1983 - Tre poesie di Marwell, testo di Vito Salierno con 3 puntesecche di Enrico Vannuccini, Milano, Edizioni Il Gelsomino, in 100 es. num.1985 - Enrico Vannuccini, L’Universale, con 13 incisioni (riprodotte), Griante, Arti Grafiche Attilio Sampietro, Menaggio (CO).1986 - Peppo Peduzzi, Ex libris 1938-1985, Cantù, Biblioteca Comunale “Ugo Bernasconi”, gennaio-febbraio.1986 - Emilio Magni, Gli ex libris di Vannuccini in mostra alla civica di Cantù, Milano, “Il Giorno” (ed. di Como), 26 gennaio.1986 - Artisti italiani dell’ex libris, Milano, A.I.E., p. 18.1986 - Pier Luigi Gerosa, Ex libris. Collezionisti e artisti italiani soci b.n.e.l., Como, B.N.E.L., p. 3 nn.1987 - Egisto Bragaglia, Bibliografia italiana dell’Ex libris, Trento, Editrice Temi, pp. 232, 47.1987 - Enrico Vannuccini, Interlocuzioni. Aggiunta n. I dell’“Universale”, Mezzegra (CO), Graphic 3.1987 - Peppo Peduzzi, Enrico Vannuccini - Ex libris e incisioni, pieghevole mostra, Milano, Palazzo Sormani.1987 - Quegli ex libris dal fascino discreto, Milano, “TuttoMilano”, 2 luglio.1987 - Giuseppe Turroni, I disegni che fan più belli i libri, Milano, “ViviMilano”, 2 luglio, p. 7.1987 - Ugo Lo Russo, Tutti gli ex libris di Enrico Vannuccini, Como, “La Provincia”, 12 luglio.1987 - Marina De Stasio, Ex libris simbolisti con un pizzico di eros, Milano, “L’Unità”, 19 luglio.1987 - Un maestro dell’incisione, Milano, “La Notte”, 4 agosto.1987 - Exlibris italiani del 900, Jesi, pp. 19/20.1988 - Vito Salierno, Enrico Vannuccini, Milano, “Ex libris Rivista italiana di Xilografia Ex libris e Piccola grafica”, n. 7, aprile, pp. 162/165.1988 - Egisto Bragaglia, Remo Palmirani, Anna Romagnoli, Gli ex libris dei protagonisti. …, Bolzano, Comune di Bolzano, p. 139.1988 - Concorso Internazionale exlibristico “Gabriele D’Annunzio”, Pescara, Comune di Pescara, p. 20.1989 - Titti Grandi, Enrico Vannuccini artista polivalente, Como, “Corriere della Provincia”, 9 gennaio.1989 - Enrico Vannuccini. Ex libris, catalgo a cura di Vito Salierno, appunti di biografia di Peppo Peduzzi, Milano, I Quaderni di Palazzo Sormani n. 13.1989 - Enrico Vannuccini, I rapporti dell’Io. II Aggiunta all’“Universale”, con 4 disegni dell’autore, Arezzo, De Filippis Editore.1990 - La morte di Vannuccini il pittore della serenità, “Il Giorno”, 25 settembre, p. 29.1990 - Muggiò, Arte Notizie, “Oggi”, ottobre, p. 5.1990 - Adalberto Sartori, Incisori Italiani Moderni e Contemporanei / 8: Enrico Vannuccini, Mantova, “Archivio”, n. 8, ottobre, Sartori Editore, p. 18.1992 - Carla “Titti” Grandi, Vannuccini e la distratta Tremezzina, “Il Confine”, luglio, p. 19.1996 - La Biennale di Venezia. Le Esposizioni Internazionali d’Arte 1895-1995. Artisti, Mostre, Partecipazioni Nazionali, Premi, Milano, Electa, p. 669.2000 - Remo Palmirani, L’Ex Libris Italiano del Secondo Novecento, Viterbo, Gruppo Ricerca Fotografica.