Tronconi Pierangelo

pittore incisore
Rovescala (Oltrepò Pavese), 23 marzo 1921 - Peschiera Borromeo (MI), 28 agosto 2021

Pierangelo Tronconi è nato il 23 marzo 1921 a Rovescala (Oltrepò Pavese).

Appena dodicenne ha i primi “rivoluzionari” insegnamenti da Osvaldo Bot, pittore futurista piacentino. Adolescente frequenta lo studio di Uberto Rognoni, sensibilissimo pittore milanese post impressionista, vicino a Bonnard.

In realtà si può dire autodidatta.

Nell’immediato dopoguerra, fra il 1945 e il 1946, l’amico Alberto Cavallari, giornalista e scrittore divenuto poi direttore del “Corriere della Sera”, gli fa conoscere gli artisti che gravitano intorno alle riviste “NUMERO” e “il 45” con i quali vive i momenti esaltanti della vita culturale allora in piena esplosione a Milano. Anche Tronconi sarà con Cavallari al “Giamaica” e al “Bar della Sciura Titta” - allora famosi cenacoli - dove conosce Mario De Micheli, lo scultore Giovanni Paganin e il pittore Bruno Pippa con i quali stringe amicizia.

Intanto Dino Del Bo, che dirige con Mario Apollonio e Gustavo Bontadini la rivista “UOMO” lo accoglie fra i suoi collaboratori con scritti di argomento artistico per i quali riesce, giovanissimo, a non sfigurare fra giganti della cultura.

Nei primi anni Cinquanta trova lavoro come graphic-designer e illustratore presso la C.P.V., allora rinomata agenzia internazionale di pubblicità, e in seguito (1957) presso la Mondadori Editore in un momento in cui occorreva inventare di sana pianta il moderno periodico femminile in Italia. Qui Tronconi si afferma come uno dei protagonisti del successo della rivista “GRAZIA”, diventata leader nel mondo dei periodici femminili.

Solo nel 1962 con una “personale” alla “Galleria Vinciana” di Dagoberto Pavia, allora principe dei galleristi milanesi, ha i primi riconoscimenti esponendo “il suo mondo” in quel contesto storico-culturale indirizzato a dare a new image of man come si diceva allora dal titolo di un fortunato libro americano.

Da questo momento Tronconi viene invitato a molte delle maggiori rassegne nazionali e internazionali, indicato da alcuni critici come uno dei più stimolanti artisti della “nuova figurazione”. Infatti gli vengono assegnati alcuni premi di indubbio prestigio quali il terzo premio al Premio Nazionale Scalarini (1965) a Reggio Emilia, il terzo premio all’XI Premio Ramazzotti (Milano, Palazzo Reale, 1966), il primo premio al Premio Internazionale Mitam (Milano, Palazzo della Permanente, 1968), il primo premio al Premio Nazionale Vasto di Pittura Contemporanea (1970).

Tronconi ama definirsi “contenutista” (…aggettivo coniato da Piero Calamandrei): in realtà pur subendo il fascino della pittura informale di un Sam Francis, di un Rothko o di un Pollok che si caratterizza per “l’astrazione dal contenuto o oggetto o realtà giungendo al formalismo più esasperato” (Galvano della Volpe), deplora la “cacciata” della figura umana dalla rappresentazione artistica.

E così Tronconi, a modo suo, si muove nel solco di Bacon e di Giacometti non immemore, per altro, dei grandi espressionisti austriaci e tedeschi: si trova dunque nell’area di un’arte di impegno e resistenza nei confronti dell’organizzazione produttiva e sociale e la sua ideologia. Alle illusioni del progresso il pittore oppone la serie dei “Vecchi che si strappano le vesti credendo di lavorare”, che ci ricordano il carattere solo apparentemente costruttivo dello “sviluppo”.

L’inganno del mondo dei consumi è espresso dagli “Uomini che rincorrono un fantasma” e si muovono sotto cieli cari a Turner e a Goya. E non dimentichiamo il tema del “Disadattato” in cui Tronconi identifica la condizione stessa dell’artista nel mondo contemporaneo. E ancora “Le streghe della falsa informazione” e “Morte di un persuasore occulto”, titoli anticipatori dei temi sul rapporto tra informazione e potere che allora gli fruttarono l’attenzione dei critici più con­sapevoli.

Ricordiamo che il critico Mario De Micheli e il poeta Franco Loi, in una monografia uscita nel 1977, raccontano vivamente le complesse vicende esistenziali di Tronconi per affermarsi come pittore.

Altra monografia sull’opera dell’artista, che presenta con le immagini un’ampia antologia della critica, è seguita con le Edizioni Tip.Le.Co. nel 2005.


Di Lui hanno scritto:

Mario De Micheli, Leonardo Borghese, Mario Monteverdi, Carlo Munari, Mario Lepore, Giampiero Giani, Luigi Carluccio, Nello Bagarotti, Enrico Mandelli, Dino Villani, Marziano Bernardi, Liana Bortolon, Franco Solmi, Pieraldo Marasi, Renzo Biasion, Tiziano Marcheselli, Gianni Cavazzini, Mario Ghilardi, Carlo Castellaneta, Sergio Paglieri, Germano Beingheri, Franco Passoni, Domenico Cara, Raffaele De Grada, Salvatore Maugeri, Mario Portaluppi, Giorgio Torelli, Dino Buzzati, Lorenzo Bocchi, Luciano Budigna, Domenico Porzio, Alcide Paoli­ni, Ferdinando Arisi, Franco Brevini, Giorgio Seveso, Franco Loi, Virginio Bono, Ennio Concarotti, Giuseppe Marchetti, Stefano Fugazza, Grazia Ambrosio, Siro Brondoni, Giannetto Fieschi, Stefano Pronti, Carlo Francou, Roberta Suzzani, Patrizio Paganin, Flaminio Gualdoni.


Sue incisioni sono inserite nella Raccolta delle Stampe Adalberto Sartori di Mantova,

Sito internet: www.raccoltastampesartori.it


Bibliografia:

2003 - Autoritratto... con modella, a cura di Adalberto Sartori, presentazione di Gianfranco Bruno, Mantova, Arianna Sartori Editore, pp.

2010 - Sapore di vino. 24 artisti a confronto, mostra e catalogo a cura di Arianna Sartori, presentazione di Maria Gabriella Savoia, Mantova, Arianna Sartori Editore, pp.nn.

2013 - Artisti per Nuvolari, prima rassegna 2013, a cura di Arianna Sartori, testi di Gianni Cancellieri e Maria Gabriella Savoia, catalogo mostra, Castel d'Ario, Casa Museo Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore. pp.nn.

2015 - Incisori moderni e contemporanei. Raccolta di monografie illustrate, Libro Quarto, a cura di Arianna Sartori, Mantova, Centro Studi Sartori per la Grafica, pp. 479/492.

2016 - 50anni d’Arte in Lombardia. Primo percorso, a cura di Arianna Sartori, presentazione di Maria Gabriella Savoia, catalogo mostra, Castel d'Ario, Casa Museo Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. nn.

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