Trentini Attilio

pittore
Sarginesco di Castellucchio (MN), 1857 - Verona, 21 gennio 1919

Nasce nella frazione di Sarginesco di Castellucchio (MN) nel 1857; muore a Verona nel gennaio 1919.

Appresa la tecnica dell'affresco a Monaco, dove frequenta una scuola di decorazione, sceglie di operare a Verona, dove si trasferisce definitivamente nel 1885.

A Verona, dove avvia una fortunata ed intensa attività di decoratore; sposa una veronese, la nipote del parroco di S. Maria di Negrar (la cui chiesa è una delle prime da lui affrescate).

Abita in Via San Carlo 14, una casa molto grande dove ha adibito alcuni locali a studio; la sua è ancora un'attività da artigiano, con maestranze al suo servizio, una di quelle botteghe di pittura decorativa impegnate nell'esecuzione a fresco o a tempera per ornamentazioni all'interno di edifici pubblici e privati, che fiorivano ancora in quegli anni.

Con lui lavorano come aiutanti anche i figli: Eligio, che muore nel 1942 a 56 anni, e Guido, che ben presto si rende autonomo dal padre e diventa uno dei protagonisti del rinnovamento della pittura veronese tra il 1910 e il 1920; anche il più giovane di loro, Nurdio, muove i primi passi d'artista nella bottega paterna.

Attilio Trentini si può considerare il “decano” di quei pittori decoratori che, tra la fine del secolo scorso e l'inizio dell'attuale, realizzano quella fusione tra architettura e pittura che trova il suo momento migliore nel periodo tra l'eclettismo e il Liberty.

Recentemente è stato ritrovato un disegno acquerellato inedito, di puro gusto Liberty, sia nell'impianto architettonico come nel decoro pittorico: si tratta del progetto di un palazzetto ideato dall'artista intorno al 1913 e fatto costruire per andarvi ad abitare con la famiglia, unico esemplare dell'architettura di quell'epoca in una strada importante come Corso Cavour (è ancora visibile al numero civico 34).

Esegue affreschi in edifici religiosi delle province di Verona, Trento, Mantova, in palazzi, ville patrizie e abitazioni borghesi. Tra le chiese ricordiamo Madonna della Corona, e la parrocchiale di Bardolino; decora le Cappelle dei caduti a Quistello e a Rivoltella del Garda. Interviene in importanti edifici a Verona e provincia, nei palazzi Da Lisca, Miniscalchi e Pompei, e nelle Ville Francescatti a Verona, Poggi ad Affi, Arvedi ad Avio, Albertini a Garda.

Uomo di cultura, amante della pittura antica, ma anche di musica e letteratura; la sua casa è frequentata da artisti come Felice Casorati che durante il suo soggiorno veronese molto si avvicina alla pittura di Attilio, Teodoro Wolf Ferrari, Giuseppe Zancolli, Ettore Beraldini, Antonio Nardi, Angelo Zamboni, Orazio Pigato, Guido Farina, e di intellettuali come Lionello Fiumi, Vittorio Gui e Filippo Nereo Vignola, amici suoi e del figlio Guido.

Si comincia a parlare di Attilio Trentini nelle cronache artistiche veronesi, nel 1894, per la sua partecipazione all’“Esposizione Biennale di Belle Arti” di quell'anno e subito riceve lodi lusinghiere per i disegni e bozzetti per decorazione: “…un genere d'arte che nelle Esposizioni non si incontra di frequente”, scrive Marco Spaventi su L'Adige.

Da allora fino alla morte, è presente a quasi tutte le mostre e manifestazioni d'arte che si tengono a Verona, nelle quali espone anche quadri e Cartoline (piccole opere finemente realizzate, che trovano successo notevole tra i compratori).

Se questa sua attività di pittore da cavalletto è stata rilevata dai critici del suo tempo, è stata, in seguito, completamente dimenticata; solo recentemente, nella mostra dedicata al figlio “Guido Trentini e il suo tempo”, organizzata a Castelvecchio nel 1981, nella mostra “Felice Casorati a Verona” tenutasi pure a Castelvecchio nel 1986, sono state esposte sue opere; tale riscoperta ha consentito di riconsiderare con doverosa attenzione gli acquerelli e le tempere, di evidente ispirazione secessionista. In esse è messa chiaramente a frutto la sua esperienza di pittore murale, la tecnica della tempera in particolare, che si ritrova, non a caso, in quegli anni, anche nella pittura del figlio Guido e di Felice Casorati; la tematica e i partiti decorativi preziosi ed eleganti si legano ai contemporanei vetri di Vittorio Zecchin e ai pannelli di altri artisti veneti come Guido Cadorin e Teodoro Wolf Ferrari che esponevano allora a Venezia sia alle mostre di Ca’ Pesaro sia alle Biennali Internazionali.

Se negli anni immediatamente prima della guerra Attilio Trentin, mentre svolge la sua attività di decoratore, dipinge anche piccoli cartoncini a tempera (Girasoli, Figurine e fiamma, Farfalle, Testina con vaso azzurro, Zucche marine), durante il periodo bellico si dedica quasi esclusivamente alla pittura da cavalletto.

Esegue numerosi ritratti delle figlie Ada ed Alfa, vasi di fiori, nature morte ed originali composizioni come Fanciulla fra filodendro e nespole e Lumache tra foglie secche. Le nature morte, in particolare, indicano una sensibilità attenta agli oggetti di moda nell'artigianato del vetro e della ceramica, alle materie preziose tipiche della pittura simbolista e secessionista, l'oro, l’argento, gli smalti con accensioni cromatiche memori di Odilon Redon, Gustavo Moreau e Klimt: una cultura in stretta relazione con la pittura di Casorati, del tempo in cui il pittore piemontese vive e dipinge a Verona.

Alla “Ia Esposizione d’Arte Pro Assistenza Civica” dell’aprile 1918 ad Attilio Trentini è dedicata un’intera sala con novantasette opere.


Bibliografia:

1894 - Marco Spaventi, L'Adige, Verona, 29 novembre;

1902 - Cartoline, L'Arena, Verona, 5-6 aprile;

1981 - Guido Trentini e il suo tempo, catalogo mostra, Verona, Castelvecchio;

1986 - Felice Casorati a Verona, catalogo mostra, Verona, Castelvecchio;

1986 - Pierpaolo Brugnoli, a cura di, La pittura a Verona…, Banca Popolare di Verona, pp. 256/260.

1995 - La stagione degli alberi rossi. Guido Trentini 1912-1915, catalogo mostra a cura di Maddalena Brognara, Annamaria Conforti, Chiara Turco, testo di Francesco Arduini, Verona, ArteSTUDIO, pp.nn.

2004 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, volume VI, Sa - Zir, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 3119/3122.

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