Trenti Girolamo

pittore
Gonzaga (MN), 25 settembre 1824 - Pomponesco (MN), 5 maggio 1898

Nasce a Gonzaga (MN) il 25 settembre 1824, da famiglia agiata e nobile, (il nonno paterno era il Barone Cesare Trenti, il padre Comm. Carlo, Grande Ufficiale dei SS. Maurizio e Lazzaro).

Si trasferisce a Milano dove si laurea in Legge e frequenta anche l’Accademia di Brera. Non ha mai esercitato la professione di avvocato.

All’“Esposizione delle Opere di Belle Arti” nelle Gallerie dell’Accademia di Brera a Milano, nel 1858, espone tre dipinti ad olio: Gruppo di alberi (studio di composizione di paesaggio), Parte posteriore della Chiesa di S. Marco in Milano, Reminiscenze del fiume Adda.

Nel 1859 dimora a Milano in Via Olmetto 2/r. Nello stesso anno è presente con cinque dipinti all’“Esposizione delle Opere di Belle Arti” all’Accademia di Brera intitolati: Veduta del lago di Como da un’altura, Una vallata lombarda, Veduta di Valtellina, Veduta del lago Maggiore, Studio dal vero.

All’“Esposizione delle Opere di Belle Arti” nelle Gallerie dell’Accademia di Brera, nel 1860 figura con i dipinti Filanda - villa e proprietà adiacenti dei signori Fratelli Talacchini a Comerio (VA), altra Filanda e villa come sopra a Casciago, Filatoio, dei fratelli Talacchini a Biumo Inferiore (VA), Veduta presso Chiavenna.

Dal 1861 al 1864 tiene lo studio in Via Fatebenefratelli, 5/r a Milano.

È presente con l’opera La Cantina, all’“Esposizione di Belle Arti” della Promotrice di Torino del 1861. Partecipa, dal 2 al 31 dicembre dello stesso anno, all’“Esposizione delle Opere di Belle Arti” a Brera con due dipinti: Il castello di Gravadona e Piazza dello sbarco a Gravedona.

È presente con due dipinti all’“Esposizione delle Opere di Belle Arti” che si tiene presso l’Accademia di Brera, dal 16 agosto al 16 settembre 1862, intitolati: Il lago di Varese, La valle di Rodero… Su Museo di Famiglia, n. 21 del 12 ottobre, Filippi scrive: “…il Trenti sebbene un po’ indecisamente, fece due belle vedute di Lombardia, con lago sovratutto amenissimo”.

Nel 1863, dal 27 agosto al 27 settembre, è presente con quattro dipinti: Uno scalo a Laveno, Parte ultima dello stradale che da Varese conduce a Laveno, Canobbio, Paesaggio (commissione Sig. Pietro Gonzales), all’“Esposizione di Brera”.

Con cinque dipinti: Studio dal vero, Il Po nelle vicinanze di Viadana, Il Po nelle vicinanze di Viadana, Veduta del lago di Como, altra Veduta del lago di Como, partecipa, dal 1 al 30 settembre 1864, all’“Esposizione di Belle Arti” di Brera a Milano.

Nel 1865 dimora a Milano in Via Degli Andegari, 10.

All’“Esposizione di Brera”, che si tiene dal 21 agosto al 20 settembre 1865, espone quattro dipinti: Una ghiacciaia, Viale di una casa di campagna, “Vedi la bestia per cu’ io volsi” ... dalla Divina Commedia, Un frassino.

Dall’11 novembre al 9 dicembre 1866, interviene con tre dipinti: I castelli di Canneo (Lago Maggiore), I nuovi giardini pubblici di Milano veduti dal bastione, Un sito tranquillo, all’“Esposizione delle Opere di Belle Arti” nel Palazzo di Brera.

Nel 1868 dimora a Milano in Via S. Primo, 6.

È presente, dal 27 agosto al 26 settembre 1868, all’“Esposizione di Belle Arti” di Brera, con due dipinti: I giardini reali di Monza, con veduta del Palazzo e Dopo la raccolta, paesaggio.

A Milano, all’“Esposizione di Belle Arti” di Brera, dal 28 agosto al 17 settembre 1869, figura con i due dipinti: Laghetto nei giardini reali di Monza e Un orto. Lo stesso anno, espone, alla “Mostra Annuale” promossa dalla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, dove presenta il dipinto Soli e felici che viene acquista dalla Società organizzatrice.

Nel 1870, dal 4 al 31 agosto, partecipa all’“Esposizioni di Belle Arti” a Brera con i dipinti: Le mucche del gastaldo, Un chiuso - paesaggio, Viale in un parco. In quell’anno ha recapito presso il sig. Cav. Giuseppe Malortiz, in Via Borgo Nuovo, 23 a Milano. Sempre nel 1870, alla “Mostra Annuale” promossa dalla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino presenta il dipinto Spiaggia a Laveno che viene acquistato da S.A.R. il Principe Tommaso Duca di Genova.

Nel 1871, all’“Esposizione delle Opere di Belle Arti” nelle Gallerie del Palazzo Nazionale di Brera a Milano, espone tre opere: Quiete foriera di tempeste, Mura del Convento e Ore meridiane.

Nel 1872, alla “Seconda Esposizione Nazionale di Belle Arti” nel Palazzo di Brera a Milano espone tre dipinti: Altri tempi, Poesia e Realtà - campagna mantovana.

Sempre a Milano, dal 28 agosto al 27 settembre 1873, partecipa all’“Esposizione delle Opere di Belle Arti” nel Palazzo di Brera, con tre dipinti: Veduta di lago, Veduta di Po e Dove già era un castello.

Nel 1873 risiede a Milano in Via S. Giuseppe, 11.

Dal 29 agosto al 28 settembre 1874, prende parte all’“Esposizione delle Opere di Belle Arti” nel Palazzo di Brera a Milano con le due opere Il giorno di festa - Piazza di Pomponesco e Estate - paesaggio. Partecipa pure alla “XXV Esposizione della Società Promotrice” delle Belle Arti di Torino, dove il suo dipinto Una partita al volante, viene venduta al socio Chialiva Luigi, architetto e pittore di Milano.

A Milano, dal 30 agosto al 29 settembre 1875, figura all’“Esposizione delle opere di Belle Arti” nel Palazzo di Brera, con tre opere: Vecchio tronco di ciliegio, La porticina dell’orto e Sistema vecchio.

Anche nel 1876 prende parte all’“Esposizione delle opere di Belle Arti” nel Palazzo di Brera a Milano con due dipinti: Lago di Como e Brianza, dal 28 agosto al 27 settembre.

Con il dipinto: Il meriggio-paesaggio, partecipa a Milano all’“Esposizione delle opere di Belle Arti” nel Palazzo di Brera, dal 27 agosto al 26 settembre 1877.

Nel 1879, all’“Esposizione delle Opere di Belle Arti” nel Palazzo di Brera a Milano figura con il dipinto Un sito ombroso.

Nel 1883 si ritira a Pomponesco (MN) nella casa della madre, N.D. Maria Giovanna Scaroni.

Si sposa nel 1884 con Virginia Tognetti a Milano.

Rientra a Pomponesco, dove rimane fino alla morte giunta nel pomeriggio del 5 maggio 1898.

Nel 1902 il suo dipinto Paesaggio: una piazzetta tra casolari di campagna con numerose macchiette, viene depositato dalla R. Pinacoteca di Brera, alla Galleria d’Arte Moderna di Milano.

Viene ricordato dal 14 maggio al 30 giugno 1939 alla “Mostra dei Pittori, Scultori e Incisori Mantovani ’800 e ’900” al Palazzo Te di Mantova, dove vengono esposti diciassette suoi dipinti; in catalogo Alfredo Puerari scrive: “Si nota subito, anche se sa di citazione caraveggiesca, la natura morta della Pesca, su sfondo semplicissimo e pacato d'atmosfera, con il tralcio d'uva, una conchiglia, una pesca vellutata; la luce è rintracciata sulle venature delle foglie indicatrici di tono e di profondità. L'Inferno ci riporta ancora alla sua cultura di pittura secentesca e si sa che cosa significhi per lui tale modernità: un bel respiro luministico disciplina ottimamente il soggetto che poteva cadere in facilità illustrative; bellissimo l'albero nodoso e tortuoso nell'ombra cupa della foresta quasi dominante la composizione.

Quando certe consuetudini culturali sono rinunciate perché ne è ormai chiarito il loro significato e si ha un impegno ad una analisi personale, il paesaggio si schiarisce settecentescamente, come nelle Bagnanti dove v'è qualche bella pennellata guizzante nei primi piani di sensibilità impressionistica su uno scenario di gusto tradizionale, o anche si ha come nell'Uva, raggelamento e lucidità di colore. Nella respirante atmosfera d'ombra e di sole entro il verde chiaro d'alberi del Parco la visione è rovesciata, rispetto a prima, nel chiarore che contiene e lascia che vi s'immergano le cose mentre prima era la tenebra rotta da faticosi sprazzi luminosi, il momento spirituale del quadro. Il rovesciamento è evidente e ne risultano delle crudezze (i verdi); sembra la nascita di una natura alla luce.

Sarebbe interessante poter documentare di più certa sua formazione chiaritasi e risoltasi in una sensibilità così moderna. Lo Spazzacamino ci riporta ad un esame del seicento sotto l'aspetto del realismo che doveva all'epoca sua avere un significato attuale tanto più che egli non si fermava al vero ma ne dava una interpretazione luministica niente affatto esteriore e materiale. Nel Parco la nitidezza fresca dell'atmosfera, la gracilità delle ombre entro un'ampia apertura prospettica di alberi, ci fanno sentire la potenza di sostegno della grande macchia di luce che regge tutto quel verde. E il motivo dei tralci di vite che si sporgono dal piatto madreperlaceo ampliato e fatto operare nell'analisi del bosco, con esattezza nitida di definizione che non raffredda il bello schema compositivo. Al balcone siamo del tutto fuori delle citazioni: il paesaggio fuori della vetrata, la strada stessa, persino la famigliarità della donna che si avvicina al vaso di fiori, con la semplicità di un gesto abitudinario, certo modo di rendere a piccole folte macchie in un'apparenza di trasandatezza, ci dicono dove l'ha condotto il proprio stile, cioè ai Toscani. Non li dovete ignorare.

Ce ne accorgiamo oltre che nei due bei Bozzetti (7-8) dove sono, su bellissimi e sostenuti toni mattone tabacco, dei bianchi caldi e pastosi - anche nel paesaggio di Pomponesco i contrasti d'ombra e di luce sono alternati e ripetuti con compiacimento descrittivo, quasi col gusto dell'applicazione d'un motivo e tutto è molto legato e corrispondente, con qualche bianco ancora crudo d'ombre non sempre efficaci plasticamente; però mai vuote o d'effetto volgare, danno, insieme al diffuso chiarore dei muri, del cielo, del suolo, una delicata tenuità al riverbero che talvolta affiora in superficie, non dominato, rarefacendo l'atmosfera così schiarita da cedere un poco in alcuni tratti.

Nel Ritratto e nell'Autoritratto (1875), egli esprime la sua piena maturità. La luce è costruttrice di chiare forme, subordinatrice del colore, caldissimo di ombre nel suo essere dimesso e per nulla vistoso, modella plasticamente le solide strutture dei volti non lasciandocene sentire la costruzione che nel momento espressivo del carattere. Con analisi pacata e rispettosa dà a quei volti cordiale umanità e l’epoca e gli anni trascorsi non pesano col “tipico” col “caratteristico” perché la contemplazione dell'umano per lui avviene senza infantili compiacimenti che poi rimangono caricature, così conseguenza com'è d'una osservazione schietta, subordinata alle ragioni e alla coerenza misurata del proprio stile. Onestissima la sua arte ci parla con simpatia e naturalezza delle cose e degli uomini di un'epoca, dell'importanza di una cultura e della necessità di risolverla nei viventi problemi dell'epoca cui s’appartiene.

Rimpiangiamo di vederlo rappresentato soltanto con poche opere. Chi ha lavorato con tale modestia, con così grande serietà e coerenza deve aver lasciato molto di più di quello che oggi non siano riusciti a raccogliere.

Poiché ci dimenticavamo di dire che anch'egli è quasi sconosciuto e che fu persino difficile avere le sue date di nascita e di morte”.

Nel 1961 alla “Rassegna Arti Figurative Mantovane dall’800 ad oggi”, tenutasi alla Casa del Mantegna di Mantova, dal 25 settembre al 31 ottobre, vengono esposte quattro opere: Spazzacamino, Uomo in costume, Donna in costume, Fiori, e tre disegni: Paesaggio, Giardini, Paesaggio.

Alla “Mostra della Collezione d’arte moderna della Provincia di Mantova”, che si tiene alla Casa del Mantegna di Mantova, dal 16 luglio al 10 settembre 2000, vengono esposti i suoi dipinti Uomo in costume regionale e Donna in costume regionale.

Un suo dipinto si trova presso il Museo Vela in Ligornetto a Berna e un altro nel Municipio di Pomponesco.

Bibliografia:

1852 (?) - Album pubblica esposizione, Torino;

1858 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nelle Gallerie dell’I. R. Accademia, Milano, catalogo mostra, p. 18;

1859 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 36;

1860 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 36;

1861 - Esposizione di Belle Arti, Torino, Il Mondo Illustrato;

1861 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 22;

1862 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 14;

1862 - Filippi, L’Esposizione di Belle Arti a Brera (II), Milano, Museo di Famiglia, n. 21, 12 ottobre, p. 444;

1862 - Caimi, Memorie ecc. di Lombardia, Milano;

1863 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, pp. 32, 33;

1864 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 35;

1865 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 19;

1866 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 19;

1868 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 38;

1869 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 8;

1869 - Luigi Rocca, compilato da, Album della Pubblica Esposizione del 1869, Torino, Società di Belle Arti, dicembre, pp. 53, 58;

1870 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 17;

1873 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 22;

1874 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 50;

1874 - Ricordo della Pubblica Esposizione, N. XXV, Torino, Società Promotrice delle Belle Arti, p. 12;

1875 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, pp. 14;

1876 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 40;

1877 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 24;

1901 - Catalogo del Museo Vela in Ligornetto, Berna;

1934 - A. M. Comanducci, Pittori italiani dell’ottocento, prima edizione, p. 748;

1935 - Giorgio Nicodemi e Mario Bezzola, La Galleria d’Arte Moderna, I Dipinti, volume primo, Comune di Milano, p. 503;

1939 - Alfredo Puerari, Mostra dei Pittori, Scultori e Incisori Mantovani ’800 e ’900, catalogo mostra, Mantova, Palazzo Te, pp. 59/61, 71, 72;

1939 - Alfredo Puerari, La Mostra di pittura ottocentesca mantovana, (III), La Voce di Mantova, 25 maggio, p. 3;

1939 - Alfredo Puerari, La Mostra dei pittori, scultori ed incisori mantovani dell’800 e 900, Mantova, Mantus, maggio-giugno n. 3;

1939 - Thieme n. Becker, Kunsterlex, XXXIII;

1945 - A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori…, seconda edizione, Milano, p. 845;

1961 - Rassegna Arti Figurative Mantovane dall’800 ad oggi, catalogo mostra, Mantova, Casa del Mantegna, settembre-ottobre;

1965 - E. Marani e C. Perina, Mantova, Le Arti, volume III, Mantova, Istituto Carlo d’Arco, pp. 650, 651, 652, 667;

1976 - E. Bénézit, Dictionnaire critque et documentaire dei Peintres, Sculpteurs, Dessinateurs et Graveurs, …, Parigi, Grünt, volume decimo, p. 267;

1993 - I pittori italiani dell'ottocento, Milano, Ed. Il Quadrato, p. 610;

2000 - Renzo Margonari, a cura di, Collezione d’arte moderna della Provincia di Mantova, Mantova, Casa del Mantegna, luglio-settembre, p. 94.

2004 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, volume VI, Sa - Zir, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 3114/3118.

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