Tavani Pietro

scultore
Castelvetro Piacento (PC), 31 gennaio 1898 - 11 ottobre 1960

Pietro Tavani è nato a Croce Santo Spirito, frazione di Caslelvetro Piacentino, il 31 gennaio I898, da Giovanni Tavani e Angela Giorgi. Terminate le scuole elementari, il padre capomastro lo mise a lavorare come apprendista imitatore. Ma durante la costruzione dell'Asilo Infantile Parrocchiale di Croce Santo Spirito, il crollo di un terrazzo causò una frattura al braccio destro del giovane Pietro, che rimase per sempre anchilosato.

Nel 1910 si iscrisse ai corsi di incisione e di cesello all'Istituto “ALA PONZONE CIMINO” di Cremona. I primi maestri furono l'architetto Venturini e lo scultore Micheli, che subito videro in lui un allievo dalle doti sicure; il prof. Umberto Ruini, pittore e architetto, ne esaltò le qualità di modellatore decorativo e di stuccatore. Si diplomò pittore-decoratore nel 1914, ma continuò a frequentare la scuola per seguire un corso di perfezionamento.

Lo scoppio della prima guerra mondiale lo vede combattente sul monte Grappa.

Dopo il servizio militare partì per Milano ove trovò un lavoro, continuando però a studiare: per un anno fu allievo del celebre cesellatore Frantagli. Alla sera, frequentava i corsi superiori di figura e storia dell'arte al Castello sforzesco sotto la guida dei professori Eugenio Pollini e Corrado Ricci. La sua volontà lo portò finalmente in vetta: a 20 anni era già scultore ricercato.

Il 22 novembre 1922 si stabili a Como, essendo passato alle dipendenze della ditta Gobbi e Vallati di Cantò come modellatore.

Dal novembre 1925 al 25 marzo 1926 insegnò disegno nella Scuola Professionale presso la Società di Mutuo Soccorso Opera Esercenti e Contadini di Olgiate Olona, dimostrando “massima capacità, competenza e zelo ". Insegnò disegno anche nell'Orfanatrofio Maschile di Como, fino al 16 settembre 1929, e ottenne la cattedra di scultura e cesello, dal 5 novembre 1926, nella Regia Scuola d'Arti e mestieri “Castellini" di Como; qui esercitò il suo magistero per 19 anni, dando vita ad un laboratorio con indirizzo di arte sacra. Il 21 ottobre 1930 aggiunse anche l'insegnamento della Plastica agli allievi del Corso Periti Edili. Gli fu collega ed amico il pittore Torrido Corconi, con il quale lavorò per le chiese di S.Severino Marche e Civenna.

La sua libera attività di cesellatore ricamava frattanto l’attenzione di alcuni parroci. Raggiunta la notorietà - predetta dal celebre Pogliaghi, autore delle porte del Duomo di Milano, fu invitato a decorare il Santuario del Divin Prigioniero in Valle Colorina (Sondrio) per il quale lavorò 4 anni (1932-36), realizzando pannelli per gli altari, i due gruppi scultorei della cappelle, l'uno della "Pietà" (Altare ai Caduti in Africa Orientale), l'altro della "Vittoria e della pace", la Via Crucis e vari oggetti di arredamento e per il culto.

Gli anni della II Guerra Mondiale furono difficili e le commissioni dei parroci diminuirono. Finalmente la guerra fini, ma la ripresa fu lenta. Intanto le sue capacità artistiche avevano riscosso stima e vasta eco. Pio XII, il 23 novembre 1946. lo creava Cavaliere Commendatore dell'Ordine di S.Silvestro.

Nel febbraio 1947 partecipò ad una mostra collettiva di artisti firmatari del Manifesto "Gruppo del Cerchio”.

Nel 1956 in occasione dell'Anno Eucaristico Diocesano il parroco di Croce gli diede l'incarico di costruire il Portale in legno con pannelli in bronzo, della Chiesa parrocchiale, in onore della Madonna alla quale era stato dedicato.

Le opere di Pietro Tavani si trovano ormai sparse in tutta Italia e perfino all’estero. Abbelliscono chiese delle diocesi di Como, Bergamo, Milano. Sondrio. Varese, Fidenza, Panna, Piacenza, Cremona, San Severino Marche, Montefeltro ed altre.

La vita scorreva frenetica tra il suo laboratorio di via Carcano, le fonderie e le canoniche. Moltissimi i Vescovi, gli abati e i sacerdoti da lui conosciuti. L'ultimo saluto gli fu dato da Mons. Pietro Zuccarino. Vescovo di Bobbio, presso il quale Pietro Tavani si era recato l’11 Ottobre 1960 per la consegna di una Via Crucis; Al ritorno, sulla strada di Carpaneto Piacentino, al volante della sua macchina, Pietro ebbe un sussulto; il cuore si fermò per sempre.





Bibliografia:

1936 - Per i prigionieri morti, Pro Familia, Milano, N. 46 (1878), 15 novembre, p. 544.

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