Taddeini Omero

scultore medaglista pittore acquerellista
Montespertoli FI 15 luglio 1901 - Roma, 28 settembre 1978

Studiò qualche tempo e si diplomò nell’Istituto Musicale Cherubini della città nativa. Trasferitosi a Siena nel 1923, si volse alla plastica e abbandonò la musica. Si stabilì in Roma nel 1927 ed ebbe esiti notevoli presso la Scuola dell’Arte della Medaglia e la Zecca. Ha dato opere decorative e monumentali, ritratti e bassorilievi, a Roma, Milano, Napoli, Bari; in Toscana; in Albania e in Tripolitania. Scolpì la statua di marmo Ercole vittorioso (1932) che la provincia di Arezzo donò per lo stadio dei Marmi, al Foro Italico. E pure eccellente acquerellista. La sua fama può consolidarsi per diversi rami; gli sorridono peculiari qualità di medaglista.

Progettò una serie di medaglie sportive per le quali ricevette menzioni d’onore nelle rassegne artistiche allestite nell’ambito delle Olimpiadi di Berlino (1936) e Londra (1948); prese parte alla Biennale di Venezia e alla triennale di Milano e fu tra i protagonisti della Mostra e dell’Incisione e della Medaglia Italiana nella Biblioteca Nazionale di Parigi (1930).

Realizza il busto di Puccini al Pincio (1939) ed un bassorilievo decorativo per un palazzo in piazza Augusto Imperatore a Roma.

A Sulmone per l'edificio Marcone, il prof. Omero Taddeini, (direttore della scuola d’Arte “Gentile Mazara”,) con la collaborazione del prof. Giuseppe Bellei, realizza i sei pannelli decorativi in cemento bianco che s’ispirano a due importanti personaggi della storia di Sulmona, che "marcano" gli ingressi del porticato. Il palazzo viene danneggiato irreparabilmente nel bombardamento angloamericano del 27 agosto 1943.

Partecipa alla XXII Biennale di Venezia del 1940 con 22 medaglie, a quella del 1942 con un dipinto e tre disegni, a quella del 1952 con 5 sculture.

Come medaglista egli fu l’unico presente in tutte le edizioni della “Mostra nazionale d’arte ispirata allo sport” organizzata a Roma dal CONI nel 1936, 1940 e 1948. Sculture pubbliche del toscano con soggetti militari, religiosi e leggendari, che spaziano dagli anni Venti agli anni Cinquanta, sono ancora ammirabili a Salerno, Bari, Sulmona e Francavilla al Mare. La statua dedicata ad Arezzo nel Foro Italico rimane la commissione più prestigiosa ricevuta in carriera assieme allo scomparso monumento a Cristoforo Colombo per l’isola di Haiti. L’artista morì a Roma il 28 settembre 1978.


Bibliografia:

1942 - Alberto Riccoboni: Roma nell’Arte. La Scultura nell’Evo Moderno, Roma, Casa Editrice Mediterranea.

1949 - Francesco Sapori: Scultura italiana moderna, Roma, Libreria dello Stato.

1996 - La Biennale di Venezia. Le Esposizioni Internazionali d’Arte 1895-1995, Venezia, Electa, p. 648

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