Giorgio Somensari nasce a Mantova il 24 gennaio 1936 dove muore il 20 novembre 2023.
Inizia a dipingere all’età di 16 anni, mostrando fin da subito una spiccata sensibilità e un precoce talento. Artisticamente è un autodidatta. Nipote di Luigi Somensari, artista degli anni Venti, dipinge paesaggi lacustri e scorci cittadini di Mantova, dapprima seguendo le orme dello zio paterno. Diplomatosi geometra, lavora come dirigente per un’azienda di laterizi che lo porta a trascorrere molto tempo lontano dalla sua città e di conseguenza a trascurare anche la pittura.
Dal 1996, cessati gli impegni lavorativi, si dedica interamente all’attività artistica. Numerose sono le mostre personali e le rassegne collettive a cui partecipa.
Da segnalare è, inoltre, la frequentazione del Laboratorio di Anna Moccia con il Gruppo “I pittori di Via Mazzini”.
Di lui hanno scritto diverse persone autorevoli su altrettante testate giornalistiche.
Famiglia Giorgio Somensari.
Contatti:
Cell. 380.3935158
E-mail: giorgio.somensari@gmail.com
Mostre personali:
2000 - “Vedute Mantovane”, Sabbioneta (MN).
2001 - “Chiare, Fresche, Dolci Acque”, Galleria Accademia, Mantova.
2002 - “Commercio tra Città e Cultura”, Mantova, Piazza Erbe.
2002 - “Tra Mantova e il Garda”, Agriturismo “Il Galeotto”.
2003 - “Paesaggi Gardesani”, Galleria “Al Porto”, Castelletto (VR).
2003 - “Luci e Colori”, Galleria “Principe Amedeo”, Mantova.
2007 - “Mantova e Dintorni”, Caffè “La Ducale”, Mantova.
2011 - “Atmosfere Virgiliane”, Galleria d’Arte “Balbi”, Mantova.
2012 - “Acque e Cieli”, Galleria Il Saggio, Mantova.
2013 - Agriturismo San Leone, Governolo (MN).
2017 - “Il Mincio come metafora di vita”, Galleria Arianna Sartori, Mantova.
Mostre collettive e rassegne:
1997 - 3° Concorso Nazionale di Pittura, Comune di Brenzone (VR), segnalato.
1997/1998/1999/2000/2001/2002/ 2003/2004/2005/2006 - Canottieri Mincio, Mantova.
1998 - Malcesine (VR).
1998 - “Un uomo dipinge”, Depositi di Corte Nuova, Palazzo Ducale, Mantova.
1999 - Parco delle Bertone, Goito (MN).
2000 - Malcesine (VR).
2001 - Massimbona, Goito (MN), estemporanea.
2002 - Galleria “Principe Amedeo”, Mantova.
2006 - Chiostro Chiesa S. Barnaba. Mantova.
2007 - Piazza delle Erbe, Mantova, estemporanea.
2008 - Malcesine (VR).
2008 - Logge di Giulio Romano, Mantova, estemporanea.
2009 - “I Pittori di via Mazzini”, Museo Diocesano, Mantova.
2013 - Galleria Arianna Sartori, Mantova.
2014 - “Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni”, Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (MN).
2015 - “MantovainArte2015”, Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (MN).
2015 - Canottieri Mincio, Mantova.
2018 - “l’Arte tra paesaggi e periferie”, Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (MN).
Bibliografia:
2001 - Giorgio Somensari all’“Accademia”. Fresche acque ecco Mantova, La Cronaca di Mantova, 30 marzo.
2001 - Paola Artoni, E la pittura fa il tris, La Voce di Mantova, 31 marzo.
2001 - Brunetta Ferrarini, Somensari all’“Accademia”, La Cittadella, Mantova, 1 aprile.
2002 - Stefania Vitale, Giorgio Somensari dialoga con la terra, Dentro Casa, novembre.
2003 - Stefania Vitale, La nuova produzione artistica di Giorgio Somensari, Dentro Casa, dicembre.
2003 - Somensari. Paesaggi padani. Luci e memorie, Gazzetta di Mantova, dicembre.
2004 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, “Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico”, volume VI, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 2994/3001.
2008 - Somensari. Mantova e Dintorni, La Voce di Mantova, gennaio.
2011 - Samantha Bianchini, “Giorgio Somensari. Atmosfere Virgiliane”, catalogo mostra, Mantova, edizioni Publi Paolini.
2012 - Arianna Sartori, “Catalogo Sartori d’arte moderna e contemporanea”, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 404.
2014 - Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni, a cura di Arianna Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore.
2014 - Arianna Sartori, “Catalogo Sartori d’arte moderna e contemporanea 2015”, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 197.
2015 - MantovainArte2015, a cura di Arianna Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore.
2016 - Arianna Sartori, “Catalogo Sartori d’arte moderna e contemporanea 2017”, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 136.
2017 - Giorgio Somensari. Il Mincio come metafora di vita dal Benaco al Po, catalogo mostra, a cura di Arianna Sartori, testo di Gilberto Cavicchioli, Mantova, Arianna Sartori Editore.
2017 - Arianna Sartori, “Catalogo Sartori d’arte moderna e contemporanea 2018”, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 223.
2018 - l’Arte tra paesaggi e periferie, a cura di Arianna Sartori, presentazione di Maria Gabriella Savoia, catalogo mostra, Castel d'Ario, Casa Museo Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. nn.
2018 - Catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea 2019, a cura di Arianna Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 187.
2020 - Artisti Italiani 2021 catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea, a cura di Arianna Sartori, prefazione di Maria Gabriella Savoia, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 388.
Giudizi critici:
Opere di qualità ai depositi di Corte Nuova al Ducale
“(…) Paesaggismo, in primis, nelle infinite varianti del verde, degli alberi, dei prati, dei corsi d’acqua. Tema particolarmente caro, quest’ultimo, a Giorgio Somensari che poeticamente indugia su cromatici slarghi, o su pittoreschi casotti, che tanto colore fanno o hanno fatto sulle rive del Lago Superiore. (…)”.
Mario Cattafesta, 1998
“L’attività artistica di Giorgio Somensari si riferisce quasi sempre al paesaggio mantovano: lontani orizzonti svaporati oltre i canneti, pioppeti dorati dal sole estivo, acque trasparenti che scorrono lente, verdi riflessi delle vallazze e dei boschi, giochi d’ombre delle vecchie case e i molteplici scorci delle vie e piazze cittadine. Sempre e solo Mantova, un amore che il pittore, mantovano per nascita e per scelta, si trascina nel tempo come se fosse il suo solo ambiente naturale, come se non esistessero altri sogni e altri paesaggi, altre acque e altri scoloramenti, se non quelli mantovani. Costretto per lavoro a vivere per anni altrove e a trascurare la sua pittura, ora Giorgio Somensari vi si dedica in maniera costante intensa, esclusiva, immergendosi nei colori, nelle forme e nei paesaggi della sua giovinezza come se non volesse perdere più i contatti con la sua gente, con i suoi ricordi e con gli smalti della sua primavera. La sua pittura sensibile, vibrante, ma solare e materica, veristica tutto sommato, che non trasforma nulla ma traduce la realtà in riflessi e colori-non colori, conferma la ricerca costante e approfondita di questo pittore. Molto conosciuto in città, nipote di Luigi Somensari artista degli anni ‘20, Giorgio continua la tradizione pittorica della sua famiglia, dà spazio al “bollino blu” (il gene artistico del suo genoma) con urgenza e passione.
È inutile davanti alle sue opere fare riferimenti artistici: sono ricordi, impressioni, vento, estate, acque, erba, cieli divenuti pittura sensibile e genuina, ma molto molto mantovana”.
Anna Moccia, 2001
“(…) Nulla pare perduto delle fresche radure e degli scrosci dell’acqua che attraversano i campi di una luce nuova. L’artista vola sull’eco della sua sensibilità e la riconduce ad un’attualità che non può rinnegare nulla. Le terre di Mantova gli appaiono anzi, se possibile, ancora più incantate e soggette a un divenire che sa di poesia; Somensari indugia sugli scorci di paesaggio, rinomina i colori delle cose e li avvolge con la forza della memoria. (…)”.
Stefania Vitale, da "Dentro casa" , novembre 2002
“Il tema preferito da Giorgio Somensari è il paesaggio mantovano. La sua pittura infatti assume colori, atmosfera, linearità del paesaggio che gli è più famigliare, che ama fin dalla giovinezza e che ricorda perfetto, pulito, ecologicamente puro, intatto. I fossati colmi di acqua corrente riflettono cieli azzurri e le rive boscose con alberi folti assumono colori, a seconda delle stagioni, dal più vivido giallo al rosso vermiglio. Le ombre sono blu, come blu sono la profondità delle acque e gli orizzonti lontani. Colorare intensamente la realtà diventa cosi la caratteristica peculiare di questa pittura, particolamente luminosa e vivace, che si allontana volutamente dal vero per costruirsi una sua dimensione idilliaca e serena”.
Anna Palvarini Moccia, 2003
Omaggio all'arte di Somensari
“La pennellata di Giorgio Somensari vola alta sulle ali dei ricordi velati di nostalgia, glorificando la realtà e arricchendola di sentimento.
I suoi paesaggi vanno oltre il vero perchè sono testimonianze di partecipazione estrema al soggetto, per cui i quadri prendono vita richiamando alla mente dell'osservatore immagini e sensazioni sopite da tempo. (…)
Il Iago tranquillo con lo sfondo dei suoi canneti e i "casotti" ormai ricordo lontano, simbolo della ricerca di una vita semplice e di un ritorno alle origini, ora sacrificati ad esigenze estetiche e ambientalistiche (…)”.
Ottavio Borghi, dicembre 2003
Atmosfere virgiliane. Scrosci d'acqua e scorci di pietra della sua terra natia
“Dei luoghi preferiti riconosciamo lo scenario intimo e appartato della Mantova che scivola nei tre laghi, specchi d'acqua ricavati dall'ansa del fiume Mincio, una realtà incontaminata sospesa tra terra e cielo, dalla bellezza pacata e malinconica. Nelle sue tele si snodano e si susseguono le vedute di certi angoli, volutamente disabitati, pressoché nascosti, anfratti ricavati dalle sponde del lago, in cui si alternano pioppeti, folte boscaglie. teneri canneti, casotti dimenticati e suggestive radure. (…)
Al di là del ricercato verismo, teso a restituire intatta ogni impressione, si ravvisa la capacità di adattare l'insieme compositivo alla sua peculiare sensibilità. Le piazze cittadine, gli edifici, le strade sembrano rarefarsi in contorni sfumati, i colori si stemperano, mentre la luce, dalla consistenza quasi evanescente, accentua l'impressione di scenari lontani. (…)
La pittura diventa allora un modo per recuperare questo tempo passato altrove, nel tentativo di rinsaldare il legame con il suo vissuto e la sua storia. Da qui la necessità di dedicarvisi in modo totale, una volta libero dagli impegni professionali, per dare voce a tutto quel mondo interiore rimasto fino ad allora inespresso. (…)
Analizzando la produzione artistica di Somensari dal punto di vista dei contenuti, le sue opere si possono considerare, a pieno titolo, la trasposizione pittorica di quel mondo contadino descritto da Virgilio nelle "Bucoliche”. (…)
Nelle tele di Somensari ritroviamo lo stesso amore di Virgilio per quelle terre, luoghi della giovinezza e unica fonte d'ispirazione.
“Atmosfere virgiliane" e non solo per i soggetti agresti e bucolici: la pittura sconfina nella poesia e si fa rifugio dell'anima”.
Samantha Blanchini, 2011
Il Mincio come metafora di vita
“(…) Sì perché l’anima di Somensari è spersa in mezzo alla Natura che lui sa raffigurare con tale maestria da far sembrare facile ciò che al contrario, per altri, è così difficile da rendere.
Somensari artista è nei suoi verdi dalle mille tonalità, nelle trasparenze delle sue acque mai ribollenti o impetuose ma calme, tranquille, rasserenanti; nei cieli che chiudono con un trionfo di azzurre stesure le sue composizioni. (…)
Una Natura che Somensari non blocca nell’algido realismo di un acuto osservatore ma che ammorbidisce e interpreta come sa fare solo chi ama profondamente ciò che tratta.
Ma è soprattutto nel rapporto con l’acqua che Somensari si disvela: larghe le sue pennellate trasparenti a fare da fondale a quella soave pace che la Natura sa offrire, se si è in armonia con essa. Magico l’effetto di duplicazione dell’immagine che si coglie nel riflesso di quel ineffabile liquido mondo che diviene punto focale della rappresentazione. (…)
Somensari scorre la vita del suo fiume come proprio percorso terreno ed è per questo che nei suoi quadri si vive quella misteriosa e catturante sensazione di serenità cullata dai molteplici verdi di fondo rotti, qua e là, da quei rossi aranciati che, a volte, compaiono a punteggiare il suo paesaggio.
Rari in questa sommessa atmosfera quei colori violenti e trasecolanti che denunciano la presenza di una esistenza altra: la capanna di pescatori, la vela di un agile scafo, la pietra di una appena accennata costruzione.
La perfetta armonia della Natura non può certo essere rotta da presenze urticanti: una presenza animale può violare la magia e, di conseguenza, mai nelle opere di Somensari compare l’uomo.
Quell’essere che è sempre e comunque violatore della Natura e pertanto da ignorare, da cancellare, da non mettere in scena. (…)”.
Gilberto Cavicchioli, dal catalogo “Giorgio Somensari. Il Mincio come metafora di vita dal Benaco al Po”, 2017