Sica Gladys

scultore pittore
1959

Gladys Sica (1959)

Scultore e pittore, poeta italo-argentino e ricercatore spirituale, dopo aver attraversato l'oceano varie volte, nei due sensi d'andata e di ritorno fra Buenos Aires e Milano, ora vive e lavora da una trentina di anni in Italia.

Prof. di Scultura e Storia dell'Arte, Maestro di Disegno, vincitore di oltre settanta premi artistici e letterari. Realizza più di venti mostre Personali, la prima in Italia alla Galleria “Ciovasso” di Milano (1993) e numerosi Murales latinoamericani, due dei quali di m. 130 x 3.

I suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private d’Argentina, Italia, Francia, Svizzera e Spagna.

Ha collaborato con le riviste italiane di letteratura e arte “Controcorrente” e “Alla Bottega” con recensioni su artisti e mostre, interviste e traduzioni di poeti.


Opere esposte in vari musei e fondazioni

- Museo Diocesano Francesco Gonzaga di Mantova (Scultura) 2024.

- Museo MIIT di Torino (Scultura, Disegno, Incisione) 2024.

- Museo Archeologico di Castiglion Fiorentino (Scultura) 2021.

- Fondazione Marco Mantovani di Milano(Pittura) 2005.

- Museo Sivori di Buenos Aires (Scultura) 1998.

- Musée Grand Palais di Paris (Pittura) 1991.


Cataloghi artistici con codice ISBN

- “Annuario Internazionale Artisti ‘24”, Fondazione Effetto Arte, Mondadori, PA, 2024.

- "Artisti d’Italia" Associazione Lo Stato dell’Arte, Villa Reale Monza, presentata da V. Sgarbi, 2023.

- “CAM 56”, Pittura e Scultura, Cairo Editoriale Giorgio Mondadori, Milano, 2020.

- “Biennale Milano 2019”, International Art Meeting, Editoriale G. Mondadori, 2019.

- "L'Elite Selezione arte" a cura di Roberto Perdicaro, Varese, 2019.

- “Circles, 800 Tondi d’arte”, Collezione Duilio Zanni, Milano, 2016.

- “Incontri-Confronti ”, Pittura, Associazione Percorsi d’Arte, Massarosa, 2012.

- “Ars Futura: Grafica, Disegno, Acquarello”, Caleidoscopio Srl, Carrara, 2011.

- “Percorsi nella Scultura”, Caleidoscopio Edizioni, Carrara, 2011.


Interviste all'autrice

- Intervista di Riccardo Fattori pubblicata sul sito web “Arte in breve” 2023.

- Intervista di Simona Cochi dello staff di “I Mille di Sgarbi” pubblicata su YouTube 2020.

- Intervista di Sashinka Gorguinpour pubblicata sulla Rivista “Alla Bottega” 2013.

- Intervista di Luis Calvo pubblicata sulla Rivista argentina “Generaciòn abierta” 2007.

- Intervista di Edith Checa della Rivista spagnola on line “Jirones de Azul” 2006.


Testi critici

Alberto Moioli, Marco Rebuzzi, Guido Folco, Teodosio Martucci, Enzo Nasillo, Salvo Nugnes, Paolo Levi, Aldo Maria Pero, Memmo Giovannini, Gianmario Lucini, Rossana Bossaglia, Marco Saya, Massimo Giannotta, Fortuna Della Porta, Franco De Faveri, Giorgio Seveso, Giuseppe Possa, Sergio Spadaro, Iole Natoli, Daniela Bolsi, Marzia Mazza, Domenico Cara, Franco Migliaccio, Gianni Prè, Raffaele De Grada.


Mostre personali

- “Le forme e i colori dell’anima”, critica di T. Martucci, iKonica Art Gallery, Milano, 2022.

- “Il sogno, la luce e la parola”, critica di G. Possa, Galleria degli Artisti, Milano, 2019.

- “Personale a Bettola”, Sala Canonica Via Torretta, Bettola (PC), 2013.

- “Poemario”, “Open Event”, Spazio “Interno 43”, Monte San Savino (AR), 2008.

- “L’immagine e il silenzio”, Galleria “Eustachi”, Milano, testo di R. Bossaglia, 2007.

- “Omaggio alla donna”, Villa Casati Stampa, Comune di Cinisello Balsamo, Milano, 2007.

- “Le linee e l’eco del mistero”, Odradek la Libreria, Roma, testo di M. Giannotta, 2006.

- “Le invisibili forze”, Cascina Grande, MI, testo di G. Seveso, 2005.

- “Buenos Aires-Milano-Buenos Aires”, Galleria Sargadelos, MI, testo di F. De Faveri, 2003.

- “Mirada migratoria”, Circolo Filologico Milanese, testo di Franco De Faveri, 2002.

- “Artepoesia”, Libreria dell’Angolo, Milano, testo di Giuseppe Possa, 2001.

- “Poesiarte”, Biblioteca Comunale Pessano c/Bornago, Milano, testo di S. Spadaro, 2000.

- “Tele, visioni, cartoni”, Centro Lavoro Arte, Milano, 2000.

- "Dipinti, Cartoni, Sculture", Libreria " Dell'angolo", Milano, testo di Gianni Pré, 1999.

- "Lo sguardo interiore", Spazio Kalòn, Casale di Scodosia, Padova, testo di M. Mazza, 1999.

- "Pitture, disegni, sculture, poesie", Complesso Bambalinas, Bs. As. testo O. Argento, 1998.

- "Il viaggio”, Centro “General San Martín”, Buenos. Aires, testo di G. Cuello, 1997.

- “Milano Retrospettiva”, Spazio d’arte “M.S.B.” Buenos Aires (Argentina), 1996.

- “Tempo di ritorno”, Galleria Nuovo Aleph, Milano, testo di Domenico Cara, 1995.

- "Blocchi Plastici", Patrocinio Cons. Argentino, "La Goccia", MI, testo F. Migliaccio, 1994.

- “Blocchi plastici”, Centro C. A. Dalla Chiesa, Trezzano s/N, testo di F. Migliaccio, 1994.

- “Polarità di conflitti”, Galleria Ciovasso, Milano, testo di Gianni Pré, 1993.


Libri pubblicati

- “Vento atlantico”: vincitore del concorso poetico “Controcorrente”, Milano 2009 e del Premio di Poesia edita XXV Edizione Premio “Nuove Lettere”, Napoli 2010.

- “Nel fuoco del silenzio – il viaggio”: vincitore del concorso di Poesia “Antonia Pozzi”, Milano 2005 e Menzione d’onore Opera edita “XX Premio Poesia Lorenzo Montano”, Verona 2006.

- “Ternura animal”: Finalista Concorso di poesia "Ramón Plaza" Buenos Aires,1996.


Contatti:

Gladys Sica

Cell. +39 349.8056987

E-mail: info@artesica.it

Sito Internet: www.artesica.it

www.instagram.com/arte.gladyssica

www.facebook.com/GladysNoemiSica

https://www.youtube.com/@gladyssica



Giudizi critici:


GLADYS, l’intima forza dell’anima

di Alberto Moioli


L’incontro con le opere di Gladys Sica è un momento particolarmente profondo perché equivale ad incontrare un mondo in cui la bellezza è parte integrante della ricerca interiore e la creatività, che sorge dalla sua anima sensibile, è l’elemento che caratterizza la multidisciplinarietà del suo linguaggio espressivo.

Scultura, pittura e scrittura sono per lei i mezzi attraverso i quali esprimere ciò che sente nel cuore e raccontare la profondità delle sue intuizioni.

Le origini argentine, i suoi molteplici viaggi e la permanenza in Italia hanno contribuito ad alimentare in lei il desiderio di approfondimento che si è sviluppato attraverso lo studio e la sperimentazione.

Ammirare le opere più recente di Gladys equivale ad entrare un una storia, un percorso articolato e indubbiamente affascinante perché in ogni riflessione creativa vi si trova un pensiero entro il quale è evidente il desiderio di confronto.

La profondità del pensiero dell’artista rientra nel campo della sperimentazione e della ricerca che mette in relazione il mondo terreno con quello spirituale, ambito in cui Gladys coglie spesso ispirazioneper coniugare arte e pensiero con profondità ed estetica.

Diplomata Maestro d'arte, Accademia Nazionale di Belle Arti "M. Belgrano" e Laureata Prof. di Scultura e Storia dell’arte, Accademia Nazionale di Belli Arti "P. Pueyrredón" di Buenos Aires, dopo avere insegnato Arte a Chapadmálal e al “Liceo Modello” di Monte grandein Argentina, arriva in Italia nel 1989, anno che segna una svolta nella sua storia professionale perché da qui in poi le mostre collettive e personali non si fermeranno mai più.

I bronzi patinati ai quali lavora prima dell’arrivo in Italia, mostrano una sensibilità classica marcata e particolarmente interessante nella ricerca di una forma in cui, il volume e lo spazio, dialogano con particolare armonia e alla ricerca di qualcosa di sempre più raffinato e profondo. Per poter entrare meglio nel mondo di Gladys, infatti, è incredibilmente affascinante ripercorrere la sequenza della realizzazione delle sue opere dagli anni ‘80 ad oggi mettendo in relazione pittura e scultura. Con questo metodo appare evidente la ricercacostante e la volontà di non abbandonare completamente la figura, molto presente nelle prime opere, per accedere con cautela alla ricerca di un alfabeto espressivo che sia profondamente suo.

L’artista così dimostra che il suo continuo studio eleva la sua forma creativa, sia nello spazio che sulla tela da un punto di vista estetico e raffinando sempre più quella linea di derivazione segnica insegnata da Louis Trolle Hjelmslej1 e ripresa da Sassure2 nell’analisi della disciplina della semiotica3, in cui mette in relazione il piano dell’espressione con quello squisitamente legato al pensiero. Ogni opera di Gladys è dunque un invito ad entrare in rapporto con lei attraverso le forme e gli spazi, immergendosi tra le campiture dei suoi quadri e lasciandosi trasportare dalle emozioni.

Anche il percorso svoltoattraverso la pitturamostra e dimostra la ricercae la crescita nel tempo di codici del linguaggio espressivo che oggi son diventatiuna sortadi suo marchio di fabbrica, i suoicolori e le forme che danzano nelle sue opere creando situazioni e raccontando storie, la rendono riconoscibile caratterizzandola dal punto di vista estetico e stilistico.

A fronte di tutto ciò, non può sorprendere che le riflessioni creative di oggi offrano una cifra stilisticaraffinata in cui l’artista affronta argomenti come “Esplorazione sciamanica”, “Coesione animica” e “sguardo indiano”, per esempio.

Ad ogni opera un pensiero, ogni dipinto una storia legata alla ricerca spirituale, alla storia dell’arte e alla contemporaneità. Gladys ha dentro di sé una forza creatrice straordinaria che lei riesce a declinare in messaggi d’arte che riportano alla sua anima sensibile e inquieta e alla sua storia personale. Ogni opera è un vero e proprio tributo alla bellezza dellavita ma è al tempo stesso anche un invito esplicito adabbandonare la superficie dell’opera e la superficialità della vita quotidiana per indagare la profondità dell’anima e approdare in mondi lontani, come quelli esplorati nei viaggi in India.

L’India è un Paese che per chi, come Gladys, è sensibile alla ricerca interiore, entra nel cuore e nell’anima e ci rimane per sempre. Mettere in rapporto le opere dell’artista con l’esperienza spirituale e indiana, è un esercizio dialettico e intellettuale particolarmente affascinante e consigliato a tutti coloroi quali desiderano immergersiancorpiù profondamente, in questa storia.

Il viaggio dal Sud America all’Europa, il rapporto tra la cultura argentina e quella italiana, la contaminazione spirituale indiana e la ricerca nella profondità dei linguaggi creativi offerti dalla scultura, pittura e letteratura sono, secondo me, l’essenza della ricerca interiore ed estetica di Gladys. Elementi che la rendono ancor più unica come donna e come artista, caratteristiche che la posizionano nel mondo dell’arte contemporanea internazionale come raffinata interprete di questo tempo.

La sua costante voglia di sperimentare e ricercare l’ha portata a realizzare una serie di opere particolarmente interessanti attraverso l’uso del cartone come supporto dei suoi dipinti, operazione estetica indubbiamente affascinante che ha preso avvio sin dagli anni ’80.

Sono moltissime le mostre alle quali ha partecipato e a lei dedicate in Italia e nel mondo, così come sono molto bene distribuite ovunque le sueopere, conservate in alcune delle più importanti istituzioni internazionali pubbliche e private, dal suo paese natale l’Argentina fino all’Italia (Collezione “Tondi d’arte” di Duilio Zanni e nella “Raccolta d’arte” di Giovanni Billari), passando da Francia, Svizzera e Spagna.

Infine, vorrei che sia ben chiaro che comprendere che il mondo che ruota attorno a Gladys sia un concentrato di energie positive che creano situazioni e intuizioni che l’artista riesce a far convergere nel mondo della creatività coniugando al meglio la multidisciplinarietà dei linguaggi che lei riesce a destreggiare al meglio, comedimostrano i moltissimipremi ricevuti nella sua carriera.

La scrittura e la poesia sono forse il culmine della sua capacità di esprimere ciò che ha dentro di sé, e forse è anche la dimostrazione ulteriore della completezza artistica ed espressiva che la caratterizza e rende tutto il suo percorso ancor più interessante. Ha collaborato inoltre con autorevoli riviste italiane d’arte e letteratura come “Controcorrente” e “Alla Bottega”.

L’unica domanda rimasta veramente in sospeso ora riguarda la prossima opera di Gladys, quale ambito indagherà? A quale linguaggio affiderà il suo pensiero?

Con sincera stima, Alberto Moioli. 2024


1 Louis Trolle Hjelmslej – (1899–1965) è stato il fondatore del celebre Circolo Linguistico di Copenaghen negli anni ’30, fu un grandeestimatore delle teorie semiotiche di Ferdinand de Saussure e contribuì in modo determinante nello sviluppo delle ricerche universitarie legate al cosiddetto strutturalismo e filosofia del linguaggio. Un linguista straordinario.

2 Ferdinand de Saussure 1857-1913 insieme a Charles Pierce fu protagonista della filosofia della semiotica.

3 Semiotica, scienza che studia i segni (dal termine greco antico σημεῖον semeion, che significa "segno") nella filosofia del linguaggio, comprendente le tre branche pragmatica, semantica, sintattica.


Gli abissi di Gladys

Gladys Noemi Sica si presenta a questa sua mostra personale con un programma assai nutrito, a trifoglio: c’è infatti da un lato la pittura, dall’altro la poesia e poi sullo sfondo la scultura, da cui proviene (l’ha studiata a Buenos Aires) e che aleggia, magari come presenza assente, sul tutto.

Guardando meglio, però, uno s’accorge che il trifoglio è in realtà un quadrifoglio, se non un penta o esafoglio: il programma pittorico è infatti assai articolato in sé; ci sono da un lato, e risaltano immediatamente all’occhio, gli ampi lavori a campiture e larghe macchie, spatolati come l’arnese, la spatola, con cui sono stati eseguiti; a fianco di essi, e ben distinta, si colloca la produzione più recente, a pennello (olio e colori acrilici, in rapido movimento verso l’informale; ci sono poi le incisioni su linoleum; in un altro settore ancora scopriamo però subito una produzione diversa, quella su cartone, minimalista, essa stessa con le sue articolazioni interiori: alla pittura vera e propria si affianca infatti un modo di formare del tutto peculiare, se non unico. Guardate da vicino: in vari cartoni la profondità non è ottenuta col solito effetto illusionistico, operando con la pro-spettiva, ma con un lavoro di scavo che scuoia il materiale mettendone a profitto l’interiorità concreta delle scanalature col gioco proprio delle ombre e della luce.

La personale di Gladys convincerebbe come collettiva, se l’artista avesse scelto di firmare le sue varie ricerche con nomi diversi. C’è un’unità di fondo che sorregge i diversi lobi del multifoglio? Direi di sì ed è dovuta ad un interessante interazione, ad un intergioco tra le due anime principali dell’artista, quella plastica e quella poetico-musicale. L’unità è il mare, anzi l’oceano che Gladys ha attraversato nei due sensi varie volte e di cui è restata come prigioniera, come lo è la valigia che naviga su di esso, “perduta” con tutti gli effetti personali che contiene (cioè con l’identità della persona), in uno dei quadri a spatola.

L’oceano però è un’unità non solo come motivo pittorico, d’utile occasione (contate i quadri in cui le onde marine, nel loro ampio moto, appaiono sullo sfondo o anche sul proscenio), ma, più profondamente, unità esistenziale e archetipica, che preme “dal basso” e pulsa nell’immaginazione dell’artista: il mare, l’oceano, è infatti onnipresente a livello di connotazione, come si vede da un’analisi semantica. L’oceano è abissale, avvolgente, evoca il lontano, è mosso a perdita d’occhio, eternamente variabile nelle sue sfaccettature infinite. Ebbene, si leggano le poesie e si faccia attenzione al gioco verbale dei riferimenti: il “lontano” vi è ricorrente, con esso le “onde”, la partenza, il ritorno, la nostalgia dell’approdo e dell’impossibile riferimento fisso.

Lo stesso gioco di disseminazione semantica è presente nelle opere pittoriche: il moto molteplice dell’onda si rispecchia qui in quello della danza (certo, il tango argentino), ma anche nel palpitare delle ali delle farfalle (si veda il cartone, candeggiante che se ne ispira). Poi, l’abisso: esso compare (al di là dei fondali oceanici), con due diverse versioni: un’ancora impregnata dell’idea dell’acqua (e saranno le cascate al confine tra Argentina e Brasile “Las Cataratas del Iguazù”, più alte e impressionanti delle più note del Niagara); un’altra versione viene data dal “Treno delle nuvole” nella provincia di Salta al nord dell’Argentina a più di m. 4.000 d’altezza. Qui la molteplicità oceanica è proiettata nel cielo, che è visto come un oceano rovesciato; l’abisso tra gli altissimi monti viene indicato dal molteplice gioco dei fragili e traballanti tralicci ferroviari, minaccioso nell’evocazione che lo sottace e quindi lo esorcizza (si vede una testa che si sporge dal finestrino a guardare). Il treno viaggia quindi, in realtà, sospeso tra due abissi, al risicato limite tra essi. Non c’è metafora più terribile dello spaesamento in cui si riassume una condizione lirica e umana, profondamente sofferta. È essa, direi, che riscatta il momento proteiforme dell’operare di Gladys, trattenendolo sul limite della sperimentazione gratuita e della bravura fine a se stessa.

Proteo, il dio marino, anzi il mare, l’oceano reso antropomorfo, per l’Ulisside che è Gladys, è segno della labilità di chi cerca la radice e si consola nell’attesa, con la memoria del cane (il motivo torna due volte), segno della fedeltà, dell’appartenenza, di chi accoglie l’Ulisside inseguito dalla nostalgia.

Franco De Faveri

(testo scritto in occasione della mostra alla Galleria Sargadelos di Milano e pubblicato nel mensile d’Arte “ARCHIVIO”, ottobre 2003)

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