Sue incisioni sono inserite nella Raccolta delle Stampe Adalberto Sartori di Mantova,
Sito internet: www.raccoltastampesartori.it
Figlio di Carlo, pittore, acquafortista e insegnante di disegno.
Nel 1925 illustra con la xilografia originale “La porta rossa”, la copertina del Bollettino di “Bottega d’Arte”, di Livorno, n. 9, novembre-dicembre.
Nell’ottobre/dicembre 1925, presenta le xilografie: Antico condotto, Angolo rustico,all’’Esposizione Nazionale d’Arte,R. Accademia di Brera…, Milano, Palazzo della Permanente.
Nel 1926 sulla rivista “Xilografia”, anno III, diretta Francesco Nonni a Faenza, vengono pubblicate le sue xilografie originali: - Rustico, - Vicolo, - Tristezza, - Chiaro di luna, - Ercole Labrone, - Antico condotto, - Rustico.
Nel 1926 per il libro: Livorno nella letteratura e nell’arte, edito da La rivista di Livorno, pubblica in tavola fuori testo la xilografia originale: Ercole Labrone.
Nel 1927 su: Gli adornatori del libro in Italia, vol. VIII, di Cesare Ratta, stampato a Bologna, viene pubblicata sulla tavola 108: Notte di Natale, da una copertina della rivista L’Anfora di Livorno, 121: Natura morta, xilografia originale a otto tinte..
Viene pubblicata la xilografia originale: “Danza di alberi” (tavola XII) nel 1927-1928 -La Moderna Xilografia Italiana. Venticinque Tavole incise da 23 Artisti del bulino. Con Commento di Francesco Sapori. Quarta Cartella. A cura e spese di Cesare Ratta, Direttore della Scuola di Arte Tipografica del Comune di Bologna.
Vengono pubblicate le xilografie originali: “Padule nel tramonto”, “Capanna”, “Margherite” (tavole XV, XX, XXI) S.d. (1928) - La Moderna Xilografia Italiana. Venticinque tavole incise da quattordici artisti. Testo di Stanislao Petri. Cartella Quinta. A cura e spese di Cesare Ratta Tipografo in Bologna.
IIlustra con xilografie originali le copertine della rivista Emporium, n. 398, febbraio 1928; n. 406, ottobre 1928.
Viene pubblica la sua xilografia originale: “Pini” (Tav. 27). S.d. (1928) - La Moderna Xilografia Italiana. Venticinque tavole incise da ventidue artisti (In realtà la cartella è composta da trenta tavole incise da 25 artisti). Cartella Sesta ed ultima. A cura e spese di Cesare Ratta Tipografo in Bologna.
Nel 1929 illustra il libro di: Edgar Allan Poe. Stravaganze, nuove e prime trad.: Emilio Servadio; xilografie: Luigi Servolini; 1a ed.: 1929, pp 142 (Classici del Ridere - 80)
Nel 1929, Cesare Ratta, pubblica nel suo importante volume “L’Incisione originale su legno in Italia”, la xilografi originale: Copertina (sul retro riproduzione riproduzione di xilografia di Duilio Cambellotti), e le riproduzioni di: Vaso di fiori, Viuzza, La pesca, Nel bosco.
Illustra con 35 xilografie originali nel 1931 - Jules Renard, Storie naturali. trad. e xilografie: Luigi Servolini; Roma, A. F. Formiggini, xilografie: 1a ed.: 1931, pp 174 (Classici del Ridere - 90).
Nel 1932 partecipa con xilografie alla III Mostra del Sindacato Lombardo, a Milano.
Alla Ia Mostra Internazionale d’Arte Coloniale di Roma, nel 1932, Il Ministero della Educazione Nazionale, acquista la sua xilografia: Il Marabutto.
Nel 1932 figura alla II° Mostra del Bianco e Nero del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti, al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Nel 1932 figura alla Mostra “L’Italie dans l’art di livre et de la gravure, exposition d’oeuvres de maitres graveurs illustrateurs et imprimeurs italiens et français anciens et modernes, Musèe de la Peinture, Bordeaux.
Nel 1932 figura alla Mostra “Les xjlographes Italiens et Belges”,8° Salon de l’Association des Xylopraphes Belges, a Bruxelles (Belgio).
Nel 1932 illustra con xilografie originali, la copertina con il ritratto di Dante, 12 tavole a piena pagina, il frontespizio e altri fregi, il volume: La vita di Dante e la Divina Commedia narrata ai piccoli italiani da A. Cuman Pertile - Edizione illustrata con xilografie di Luigi Servolini, Firenze, R. Bemporad,
Nel 1933 figura alla Mostra “Esposizione italiana del bel libro della illustrazione e del manifesto illustrato”, presso il Palais de Beaux Arts, a Bruxelles (Belgio).
Nel 1933 figura alla Mostra “Sucasnà Europskà Grafika VI: Italia”, presso il Muzeum Vychodoslovenchè,a Kosice.
Nel 1933 figura alla Mostra “Moderne italienischer Kunst. L’incisione italiana d’oggi”, presso Kunstlerhaus,a Vienna.
Nel 1933 su: Galleria Artistica. 60 Xilografie di 38 artisti. Edizione compilata da Cesare Ratta, II° Quaderno, Bologna, viene pubblicata la sua xilografia: Predestinati.
Nel 1933 viene pubblicato il volume: Raffaello Delogu, La xilografia moderna e un suo maestro: Luigi Servolini, Milano. con xilografie originali.
nel 1934 vengono pubblicate le opere: I predestinati (xilografia), Nel padule, (xilografia), a Napoli, su Cimento, anno XIII, vol. XII, n. 123, 16/31 gennaio, pp. 6, 7.
Espone: Al Museo di Braunschweiss, si sono inaugurate alcune Mostre personali di Artisti Italiani, Hanno esposto con litografie, disegni ed acqueforti M. Beltrami, C. Martini, G. Padova, Carlo Servoli. La xilografia è rappresentata da eccellenti opere in nero e a colori di Luigi Servolini, di A.M. Aroldi, di N. Finamore ecc. La mostra sarà ripetuta a Monaco, a Colonia, e ad Amburgo.
La mostra di Arte grafica già effettuata a Kosice e a Praga è stata trasferita a Monaco. Fra gli artisti incisori sono Balduini, Baracchi, Boglione, Cambellotti, Carbonati, Checchi, Chiappelli, Dessy, Graziosi, Marchig, Morandi, Morbiducci, Petrucci, Prencipe, L. Servolini, Vellani Marchi.
Nel 1934 figura: Artisti italiani alla mostra di Chicago, Alla mostra dell’incisione, che comprende la calcografia, la xilografia e la litografia, hanno parecipato parecchi Artisti italiani fra cui Antonio Carbonati, Benvenuto Disertori, Valerio Fraschetti, Emilio Mazzoni Zarini, Gustavo Rodella, Publio Morbiducci e Luigi Servolini.
Partecipa nel 1934 alla II Esposizione Internazionale d’Arte Coloniale di Napoli, presenta le xilografie: Le comari, Mercato all’aperto, Bellezze di Giarabub.
Viene pubblicata la sua xilografia originale “Madre e figlio” e vengono pubblicate le riproduzioni delle sue xilografie: “Beata Solitudo”, “Le vele”, “S. Girolamo”, (sul retro: “S. Uberto”). nel 1934 su L’opera di 28 artisti xilografi, (98 xilografie), III° Quaderno Artistico, Bologna, Cesare Ratta Editore.
Vengono pubblicate le xilografie: La preghiera nel deserto (Da una xilografia), Vicolo rustico (xilografia), Paesaggio marino (xilografia orginale), Meriggio (da una xilografia), L’albero grande (Chiaroscuro a tre tavole), Vaso di Fiori (Da una xilografia). Nel1934 - Cesare Ratta, a cura, Illustrazioni per il Libro Italiano, Quinto Quaderno Ratta, 124 disegni di 54 artisti, Bologna.
Dall’ottobre 1934 al gennaio 1935 nell’ambito della Seconda Mostra Internazionale d’Arte Coloniale,nel Castelnovo di Napoli, figura nella sezione Bianco e Nero con le opere (xilografie): Ultime luci sul deserto, Bellezza di Giarabub, Mercato all’aperto, Tramonto a Bengasi, Una Moschea, Le comari.
Nel 1935 su: Cesare Ratta, a cura di, Collezione dei “Quaderni Ratta” Numeri otto e nove riuniti. Volume contenente centotre incisioni su legno originale di trentotto artisti. In appendice diciassette lavori di allievi giovanissimi. (103 xilografie - 17 opere di giovanissimi). Bologna.
Viene pubblicata la xilografia: Ritratto di mio padre (1934); la xilografia originale: Bellezza di Giarabub; (sul retro la riproduzione della xilografia “Porci”), e la xilografia: Ritratto di mio padre.
Nel 1935 figura alla Mostra “Le bois gravè Lyonnais”, presso Bibliotheques de la Ville de Lyon,a Lione.
Dal 7 aprile al 5 maggio 1935 figura alla Mostra “I Italijas grafiskes Makiskas Izstade Latvija”, presso Niklavs Strunke,a Riga.
Nel 1936 figura alla “Mostra dell’Incisione Italiana Moderna”, presso Padiglione delle Esposizioni,ad Abbazia. (primavera).
Nel volume di “Congedo” di Cesare Ratta del 1937, vengono pubblicate le xilografie: Ritratto di Filippo Corridoni, Illustrazione in xilografia per il libro “Dante e la Divina Commedia” (sul retro: idem), llustrazione in xilografia per il libro “Dante e la Divina Commedia” (sul retro linoleografia di Rafaele Angelo Oppo: La Filogiana), la riproduzione della xilografia: Autoritratto (sul retri due xilografie originali di: Gastone Bellincampi, e Ugo Lucerni).
Nel 1937 c., dona le silografie: Vicolo di Urbino, Autoritratto, Natività, alla nuova Provincia di Latina.
Nel 1939 figura alla Mostra “Esposizione di incisioni italiane nell’America Centrale e Meridionale (Exposiciòn de Grabados)”, a cura della Biennale di Venezia, varie sedi, mostra itinerante in Venezuela e Messico.
Nel 1941 figura alla “III Mostra del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti”, Palazzo della Permanente, a Milano.
Nel 1943 figura alla “Mostra di incisioni italiane antiche e contemporanee”, presso l’Istituto Italiano di Cultura, a Barcellona.
Nel 1943 illustra con una xilografia originale la copertina del volume di: Domenico Andreucci. I vincitori e altri racconti brevi. Bologna, Edizioni SIA. editrice A. A. G..
Nel 1947 figura alla “Mostra dell’Incisione italiana e del libro”, a Santiago del Cile.
Nel 1947 figura alla “Mostra dell’Incisione Italiana”, nel Nationalmuseum, a Stoccolma.
Nel 1947 figura alla Mostra “Ausstellung moderner italianischer Graphik”, nel Graphische Sammlung, a Zurigo.
Nel 1948 figura alla “Mostra dell’incisione italiana”, Ministero dell’Educazione, a Rio De Janeiro.
Nel 1952 figura alla “ I Mostra Nazionale del Disegno e dell’Incisione Contemporanea” a Forlì.
Nel 1960 illustra con 12 xilografie il volume - Assisi. Città Santa. testo di Piero Bargellini, silografie di Luigi Servolini, Almanacco Torriani, tavv. f.t.
Nel 1963 partecipa con 3 xilografie, alla 1 Biennale della Incisione contemporanea in Italia, mostra a cura Associazione Incisori d’Italia, che si tiene a Taranto, dal 15 ottobre al 10 novembre,
Dal 2 al 20 ottobre 1966 partecipa nella Sezione Incisione, alla 2^ Biennale dell’Incisione italiana d’oggi e del disegno originale, l’ex libris contemporaneo nel mondo, condie xilografie, al Palazzo della Ragione, di Padova.
Nel giugno/luglio 1971 figura con due xilografie, alla,Settima mostra nazionale di incisioni italiane, presso ilBanco di Sardegna, a Sassari.
Nel dicembre 1980 - gennaio 1981, partecipa con due silografie e una litografia alla Quarta Triennale dell’Incisione, al Palazzo della Permanente di Milano.
Nel 1982 alla Biennale di incisione e grafica originale “Luigi Servolini, di Livorno, gli viene dedicata una mostra omaggio.
Dal 3 dicembre 1988 al 7 gennaio 1989 figura alla V Biennale della Xilografia Contemporanea. Omaggio a Silvano Bozzolini. Omaggio a Luigi Servolini. 19 xilografi italiani, 6 xilografi asturiani. Al Museo della Xilografia, Castello dei Pio, Carpi (MO).
Dal 9 aprile al 10 luglio 1994 viene ordinata la mostra: Xilografie di Luigi Servolini donazione Rovere, al Palazzo Botton, Castellamonte.
Nel 2007 figura alla mostra: Arte a Livorno tra le due guerre. Bottega d’Arte tra tradizione e avanguardie, a cura di Franco Sborgi, Livorno, Granai di Villa Mambelli,.
Partecipa alle Quadriennali Nazionali di Roma del: 1931 (Prima), 1935 (seconda), 1939 (terza), 1943 (quarta), 1948 (quinta),1959 (ottova), 1965 (nona).
Sue xilografie alMuseo della Xilografia di Carpi.
Nel 1927 con l'opera: Padule (xilografia), partecipa alla III Biennale d'Arte Decorativa di Monza.
Nel 1930 partecipa alla XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con la xilografia: Meriggio.
Nel 1934 partecipa alla XIX Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con il disegno colorato: Natura morta, e 4 xilografie: Urbino: La chiesa di S. Bernardino, "Beata solitudo". Mio figlio, Maternità.
Nel 1936 partecipa alla XX Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con 4 incisioni
Nel 1938 partecipa alla XXI Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con 1 incisione
Nel 194p partecipa alla XXII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con 1 incisione
Dal 9 ottobre XX all'8 novembre XXI (1942), partecipa alla IX Mostra Interprovinciale del Sindacato Fascista delle Arti Emilia Romagna, di Bologna, nella Sede Dopolavoro Professionisti e Artisti, con le xilografie: Ritorno dalla pesca, Il redo, Il lupicante.
Nel 1953 partecipa all'Esposizione Nazionale d'Arte. Biennale di Brera e della Permanente, con la xilografia: Ruderi di ponticello.
Un maestro della xilografia moderna - Non sembri strano ai lettori di questa rivista se, dopo un lasso di appena due anni, ritorniamo a scrivere di Luigi Servolini. Il fattivo e geniale e non vuoto dinamismo che informa tutta l’attività di questo giovanissimo e fecondo artista, dinamismo che si traduce in opere grafiche d’ogni genere: incisioni in legno, articoli, volumi, traduzioni, recensioni, disegni, pitture, formerebbe materia per più di un articolo.
I lettori che già conoscono il Servolini come xilografo, scrittore d’arte, organizzatore (vedi ABC Marzo 1934), non avranno discaro che li informiamo della sua ultima attività, attività che per altri temperamenti potrebbe rappresentare la produzione di un lustro ed anche più, mentre per il Livornese non è che l’ordinaria produzione di un biennio. In questo frattempo, la sua posizione polemica di xilografo e di critico della stessa incisione in legno si è orientata sempre più verso un razionalismo incisorio che tende a ridare alla xilografia i suoi autentici e pieni valori di un’arte dalle caratteristiche espressioni determinate dalla materia impiegata e, quindi, tipicamente e solamente xilografiche. E, a conferma di tale asserto, ecco come il Servolini stesso, in un sua recente articolo che rispecchia con chiarezza il suo preciso atteggiamento polemico, parla di questa tendenza d’avanguardia:
«I veri xilografi sono i razionalisti del legno inciso, per i quali la materia è il principio informatore dell’opera. Lo xilografo non cerca più altrove i suoi mezzi, non chiede più ad altre arti espressioni i metodi, né prende a prestito maniere altrui, ma applica istintivamente al legno i sani principi di un razionalismo, vuole cioè realizzare nella materia prescelta quelle concezioni nate solo per essa e che a essa unicamente si adattano. E l’opera sboccia e si concreta, conservando tutto il fascino particolare di quest’arte e il suo schietto sapore. Lo xilografo chiede agli antichi maestri non i modelli da copiare, ma il segreto che anima le loro opere; la logica costruttiva dei primitivi rende la nuova xilografia chiara e sincera, tutta essenzialità e tutta semplicità, realizzata con giochi di linee nette e di masse bianche e nere, con valori puramente grafici. Il razionalismo xilografico, che supera la tradizione immediata e ci ricollega a quella grande quattrocentesca, riportandoci alla logica dei primitivi, è, in xilografia, il moto rivoluzionario che contrassegna la nuova epoca. Il Fascismo ha dato anche all’arte la piena consapevolezza degli splendori passati e delle necessità attuali, spogliando del falso e del caduco le nuove manifestazioni e ridando loro quell alto significato spirituale ed italiano che è il privilegio della nostra razza. Arte fascista, dunque, perché costruttiva, perché essenzialmente italiana, perché squisitamente sincera è la nuova xilografia razionale». E valgano queste incisive e fervide linee per la xilografia che è in piena rifioritura dopo la linfa michelangiolesca De-Karolisiana e de’ suoi alunni e dopo le isolate e ruvide e vitali affermazioni del Dogliani; ché per le altre arti, e specialmente per la pittura, dopo talune esibizioni contorsioniste, siamo più che mai convinti della fascistica e rude sincerità di un motto Mussoliniano, di quello e cioè che precisa che la tessera non conferisce l’intelligenza od il genio a chi ne è privo.
Nel suo campo il Servolini è venuto alle conclusioni riportate attraverso una lenta ma tenace ricerca, esteriore ed interiore, densa di opere e di pensiero. E vi è pervenuto da solo, lontano da ogni scoria e da ogni scuola. Il suo punto di partenza quale xilografo è ormai notorio. Si consacrò alla incisione in legno, autodidatta, nel 1926 quando, avendo inciso un legnetto simbolico per un gruppo di artisti, ne intravide le bellezze e le possibilità. Chiese allora a un artista, scaltrito nella tecnica, che lo prendesse con sé nello studio, e il categorico rifiuto di quello, che voleva gelosamente conservare tutti per sé i favolosi «segreti», accrebbe il desiderio ed i propositi dell’appena ventenne artista che, assieme alla produzione pittorica - in quel tempo intensa - si diede a lavorar di sgorbia e di bulino e, attraverso a ogni difficoltà (fabbricandosi gli utensili, levigandosi i legni, provando ogni sorta di legno), trovò la sua via. È sintomatica e istintiva la passione del Servolini per il legno inciso, passione che signoreggiò risolutamente su altre. Infatti siamo a conoscenza come una altra esperienza di poco precedente, fosse naufragata senza conseguenze: tre mesi di lavoro nella bottega di uno scultore che furono per il giovinetto una dura parentesi di facchinaggio a preparare creta, a portare bidoni d’acqua, metter su armature, se lasciarono in lui una preziosa esperienza di vita e di conoscenza, non lasciarono nessun particolare attaccamento alla plastica.
È attraverso questa strada che imparò ad affrontare e vincere qualsiasi difficoltà e a non cedere alle lusinghe dei vicoli ciechi, a non impegolarsi in nessun cenacoletto e in nessuna scuola. Venuto a conoscenza di tutte le tecniche, allora solamente egli poté manifestamente disprezzare la «tecnica» intesa come pura virtuosità e non come elemento indispensabile per la creazione delle opere d’arte, e disprezzare quei meticolosissimi e virtuosi suoi colleghi, che ancor oggi in gran numero insistono sulla via tradizionale ottocentesca del legno graffiato, delle mezze tinte, dei grigi desunti dalla lastra fotografica. E la sua ultima produzione fa cadere nel ridicolo, davanti a chiunque serio ed obbiettivo osservatore, la facile calunnia di qualche anche più facile avversario che s’è illuso di comprometterlo lodandolo come « tecnico » inteso in quel senso di luogo comune più sopra ricordato. Tecnico indubbiamente il Servolini lo è, in quanto padrone - specie nelle personali tavole a più colori - de’ suoi mezzi come pochi incisori sono; tecnico in quanto capace di esprimere appieno, del linguaggio xilografico, ogni modulazione ed ogni sottinteso; tecnico nel senso che ogni artista che possegga l’arte sua in ispirito e in potenzialità fu, è, e sarà. Precisata questa distinzione fra tecnica intesa come possibilità e dominio dell’arte e de’ suoi strumenti e fra tecnica come minuziosità e virtuosismo intesi a mascherare il più delle volte la povertà creativa e l’insufficienza congenita; dobbiamo riconoscere che la posizione del Servolini è nettamente antitecnica e antitradizionale, che traspare chiaramente nella irruenza de’ suoi tagli, nella loro stessa spregiudicatezza, nella forza di sintesi che assorbe e stronca ogni particolarismo, nel pressoché continuo rinnovarsi di ogni sua espressione; nonché nell’inesauribilità dei mezzi e nel potente richiamo alla logica costruttiva dei quattrocenteschi della xilografia. Non è facile infatti, nella pletora di incisori in legno che affiorano oggi, forse in troppo vasta schiera, nell’Italia, trovare un altro artista che, formatosi come il Nostro uno stile saldo e originale, potente ed espressivo, sappia come lui, dare ad ogni singolo legno un accento di nuda semplicità, quasi sempre un sapore di schietta e sana originalità, e sovente un aspetto nuovo ed a volte inatteso della sua arte. Il Livornese è da questo punto di vista, continuamente diverso e pur sempre personale; la sua produzione in divenire continuo ci sfila sotto gli occhi come una continua metamorfosi tanto ogni singola stampa è a volte interessante o nuova o attraente, e nello stesso tempo compiuta espressione d’arte in sé.
La visione delle sue ultime incisioni, parte delle quali figurano alla XX Biennale veneziana dove da parecchi anni è invitato, conferma le linee che precedono. Nell’Autoritratto, di recentissima esecuzione, esposto a Venezia, la vigorosa resa plastica ottenuta mediante una modellatura a larghe sgorbiate simili a colpi di scalpello, pur richiamandoci per la felice ispirazione all’indimenticabile Autoritratto di Ercole Dogliani, è squisitamente personale; un senso di grandiosità di dominio dei mezzi si accompagna alla signorilità ed alla sicurezza esecutiva; l’espressione di volontà della giovinezza pensosa ed attiva è manifesta nelle sobrie e rudi linee che ne tratteggiano il volto campeggiarne su un fondale estremamente semplice e integralmente xilografico. Ancora a Venezia, due altre incisioni di larga fattura: Giancarlo e Urbino, diversissime fra loro e audacemente realizzate, richiamano la nostra attenzione. La prima dimostra come, anche con la rigidità della sgorbia e del bulino si possa ottenere la tenerezza delle carni infantili; la seconda ci dice come il Servolini sappia compenetrare la «psicologia» d’una città, tanto la città dei Montefeltro, dove da parecchi anni insegna, è intimamente resa nel suo tipico ambiente rinascimentale e suggestivo attraverso le mura secolari del palazzo Ducale che paiono quasi parlare paternamente alle umili casette che le sottostanno.
Fra la recente attività Servoliniana, non possiamo passare sotto silenzio il gruppo di xilografie coloniali esposte alla Mostra del Libro Coloniale del Tempo Fascista a Roma (1936). Qui l’ambiente è tutt’altro: «tirate» in mattone o in terra di Siena, sono tipicamente africane; e dimostrano come- il Servolini abbia vissuto l’impresa etiopica e la passione coloniale che ha portato la nuova giovinezza d’Italia alla solare vittoria del 5 Maggio. Mercato all'aperto-. Le comari-. Il Marabutto-, ecc.: filari di palme, moschee, donne ciancianti fra anfore e mercanzie, uomini pensosi e furbeschi avvolti nei barracani, archiporti moreschi, tutto è reso con un segno agile e scarno che pur ti dà il senso dell’arsura e dell’esotico, che ti fa sentire come la visione non sia solamente «eseguita» con perizia, ma anche «sentita» e come paesaggio e come passione.
Anche fra le recenti opere del Servolini si può annoverare l’efficacissimo ritratto Mio padre (1934) che ha figurato alla Seconda Quadriennale romana (1935). È questa una fra le sue migliori opere, oseremmo definirla il suo miglior ritratto tanto la sicurezza dell’artista e l’amore filiale pare si siano associate a dare espressività alla franca e maschia figura paterna campeggiante sullo sfondo del Tirreno sotto un cielo tagliato da un digradante volo di albatri. Ancora dell’ultima Quadriennale romana vogliamo ricordare il Desco familiare, altra indovinata e saporosa xilografia di soggetto animalesco e domestico, una copia della quale venne acquistata da Vittorio Emanuele III.
Alla Mostra indetta quest’anno a Londra dalla Society of Graphic Art, presieduta dal celebre Brangwin, Vita beata e Vicolo a Urbino, due xilografie del Servolini, la prima monocroma, la seconda a due tinte, furono ammiratissime. Nella prima si nota quel senso bucolico, quel sapore campestre che tante volte ha attratto l’attenzione del Nostro; nella seconda rivediamo un angolo urbinate umile cui la delicatezza delle due tinte conferisce un tono di nostalgica poesia che si effonde dalla sapiente armonia delle luci e delle ombre e dal senso di musicalità che pervade la composizione. Vita beata, assieme ad altre xilografie del Servolini, è entrata ultimamente nella collezione di stampe del Museo di Debrecen in Ungheria.
Notiamo incidentalmente a questo proposito come una Mostra personale del Livornese in Debrecen abbia avuto notevole risonanza nel mondo artistico e nella stampa magiara che hanno apertamente lodato il giovane artista italiano, annoverandolo fra i maggiori artisti grafici di Europa. Il critico d’arte, professore Tòth Ervin, illustrando l’opera dei più quotati incisori europei, dell’Italia ha parlato del solo Servolini proiettando le sue opere più significative.
Un recente soggiorno a Portoferraio ha suggerito allo xilografo una caratteristica tavola. Fichi d'india a Portoferraio, che rappresenta un forte progresso in confronto delle Sughere di molti anni addietro, e che attraverso il sapore esotico e lo spunto delicato ed arcaicizzante ci offre una compiuta visione elbana.
Vorremmo ancora continuare a sfogliare la cartella delle incisioni servoliniane in visione alla Biennale veneziana, ma allora esorbiteremo dai limiti di un articolo per invadere quelli di una monografia, e ci limiteremo quindi, a mo’ di conclusione, a ricordarne due delle sue ultime più significative a colori, che sono la sua precipua specialità. In lui non troviamo i colori nettamente campiti come nelle Stagioni del Dogliani od il fine lavoro di musaico o d’intarsio nel quale eccelle Haas Triverio. Le xilografie a colori del Servolini hanno una loro propria caratteristica, risultante da una felice fusione di primitivo e di moderno, da colori caldi qua e là sovrapposti sopra un telaio disegnato a tratti larghi e sicuri. Le due cui accenniamo: I pesci e II guardiano, sono due forti realizzazioni che giustificano perfettamente quanto scrisse un autorevole critico belga delle xilografie policrome servoliniane: «che, tipicamente xilografiche, esse restano uniche nella produzione europea del genere». I pesci, composizione di sapore e di taglio modernissimi, di colorazione intensa, esposta alla recente Mostra Internazionale della Xilografia di Chicago (la giuria della quale la prescelse fra le stampe migliori destinate ad essere successivamente esposte nei massimi Musei degli Stati Uniti) e alla odierna Mostra degli Incisori Italiani contemporanei di Abbazia (ora trasferitasi a Trieste): è indubbiamente uno dei più felici «pezzi» servoliniani. Il piatto di pesci marini variamente tinteggiati, con il limone e le anfore su di un fondale bluastro e verdastro saggiamente «intonato», composizione risultante di ben dieci legni di faggio di filo sovrapposti, testimonia tutta la sicura dimestichezza che l’autore ha dell’arte prediletta della quale ha penetrato i più riposti segreti e per la quale ha trovato, e come artista e come scrittore, nuove forme di vita; è tangibile documento d’una battaglia lungamente e tenacemente combattuta e pienamente vinta. L’altra tavola Il guardiano, compiuta nello scorso Aprile e che figura pure alla Biennale veneziana, nudo femineo con un cucciolo a piè del divano, rappresenta una concessione al gusto novecentesco, concessione contenuta in limiti dignitosi, il che significa che chi sente veramente il fuoco sacro dell’arte può tentare e fare del nuovo senza fare delle puerilità e senza prendere in giro il pubblico. Eseguita su sei tavole d’olmo di filo del quale ha saputo valorizzare anche le venature, è tutta pervasa d’una calda atmosfera di intenso marrone che si attenua nell’incarnato, che si stacca quasi con violenza di rilievo sui capelli scuri e sui cuscini chiari.
Queste due tavole, scelte fra le numerose incise negli ultimi due anni, dimostrano appieno come il Servolini sia pervenuto, attraverso la xilografia a colori, originale nel suo genere e di gusto schiettamente italiano; genere che prima conoscevamo appena attraverso a qualche scialba imitazione giapponese dovuta per la più parte a incisori inglesi, a dare un altro primato all’arte italiana. E che si possa parlare di primato senza cadere nella compiacente adulazione è confermato dalle parole della critica europea che lodando le xilografie servoliniane non esita a definirle le più significative fra le occidentali. I pregi dell’arte servoliniana: originalità; spirito poetico; potenza espressiva; chiarezza compositiva e carattere assolutamente italianissimo derivato dall’inestinguibile linfa degli antichi maestri e dalla sana comprensione dello spirito moderno, ci richiamano alla memoria un nostro antico invito: si cimenti il Servolini nella figurazione del Dante Mediterraneo. Continuerà idealmente il grifagno Dantes Adriacus dell’incisore Piceno e tradurrà graficamente l’anelito millenare che dal canto dantesco d’Ulisse a quello delle Legioni che hanno portato lo spirito di Roma in terra d’Etiopia, ha sempre vivificato gli animi italici. Teresio Rovere (1936 - Teresio Rovere, Un maestro della xilografia moderna, (con ill.), Torino, a b c rivista d’arte, Anno V, n. 8, agosto, pp. 6/9).
Bibliografia:
1925 - Bollettino di “Bottega d’Arte”, Livorno, n. 9, novembre-dicembre;
1925 Ottobre-dicembre - Esposizione Nazionale d’Arte, catalogo mostra, R. Accademia di Brera…, Milano, Palazzo della Permanente, pp. 51, 58
s.d. (1926) - Livorno nella letteratura e nell’arte, La rivista di Livorno, tavola f.t.
1926 - Francesco Nonni, Xilografia, anno III, Faenza, n. 296, 309, 310, 311, 344, 345, 346, (xilografie originali).
1926 - Luigi Servolini, "Bosco" (xilografia), Napoli, Cimento, p. 262 ill.
1927 - Luigi Servolini, Barche (olio), Napoli, Cimento, p. 105 ill.
1927 - Luigi Servolini, Padule (xilografia) III Biennale d'Arte Decorativa di Monza, Napoli, Cimento, p. 131 ill.
1927 - Luigi Servolini, Chiaro di Luna (Xilografia), Napoli, Cimento, p. 143 ill.
1927 - Gli adornatori del libro in Italia, introduzione di Aldo Lusini, a cura e spese di Cesare Ratta, vol. VIII, Bologna, tavola: 108, 121.
1927-1928 -La Moderna Xilografia Italiana. Venticinque Tavole incise da 23 Artisti del bulino. Con Commento di Francesco Sapori. Quarta Cartella. A cura e spese di Cesare Ratta, Direttore della Scuola di Arte Tipografica del Comune di Bologna.
S.d. (1928) - La Moderna Xilografia Italiana. Venticinque tavole incise da quattordici artisti. Testo di Stanislao Petri. Cartella Quinta. A cura e spese di Cesare Ratta Tipografo in Bologna.
S.d. (1928) - La Moderna Xilografia Italiana. Venticinque tavole incise da ventidue artisti (In realtà la cartella è composta da trenta tavole incise da 25 artisti). Cartella Sesta ed ultima. A cura e spese di Cesare Ratta Tipografo in Bologna. Tav. 27.
1928 - Sergio Lamek, L’Arte di Luigi Servolini, Bologna, Vita Nova, n. 6 giugno, pp. 446/447.
1928 - Luigi Servolini, Sprazzi di luce (olio), Napoli, Cimento, p. 6 ill.
1928 - Luigi Servolini, Angolo rustico (xilografia), Napoli, Cimento, p. 11 ill.
1928 - Luigi Servolini, Pini, (xilografia), Napoli, Cimento, p. 94.
1929 - Copertina di Rivista (xilografia a due tinte), Napoli, Cimento, p. 8 ill.
1929 - Edgar Allan Poe Stravaganze nuove e prime trad.: Emilio Servadio; xilografie: Luigi Servolini; 1a ed.: 1929, pp 142 (Classici del Ridere - 80)
1929 - Cesare Ratta, a cura di, L’Incisione orignale su legno in Italia, 300 tavole xilografiche, Prefazione di Luigi Servolini, Bologna, tavv. n. 111, 112, 113, 114, 115.
1929 - Chi è?Dizionario degli italiani d’oggi, Supplemento, Roma Formiggini, p. 105 DA FARE
1930 - Luigi Servolini, Marina, (xilografia), II Mostra sindacale livornese, Napoli, Cimento, p. 162 ill.
1930 - XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 55.
1931 - Jules Renard, Storie naturali. trad. e xilografie: Luigi Servolini; Roma, A. F. Formiggini, xilografie: 1a ed.: 1931, pp 174 (Classici del Ridere - 90)
1932 - Augusto Paci-Perini, La III Mostra del Sindacato Lombardo, L’Artista Moderno, Torino, n. 6, p. 111.
1932 - Roma - 1a Mostra Internazionale d’Arte Coloniale, L’Artista Moderno, Torino, n. 12, p. 239. (ill.).
1932 - La vita di Dante e la Divina Commedia narrata ai piccoli italiani da A. Cuman Pertile - Edizione illustrata con xilografie di Luigi Servolini, Firenze, R. Bemporad,
1933 - Galleria Artistica. 60 Xilografie di 38 artisti. Edizione compilata da Cesare Ratta, II° Quaderno, Bologna, da fare.
1933 - Raffaello Delogu, La xilografia moderna e un suo maestro: Luigi Servolini, Milano. Ettore Bartolozzi ed., 1933. In-4° (cm. 33,5x24,3), pp. 35, (5b) + 31 - XILOGRAFIE (alcune inedite; 16 legni originali, tra cui autoritr. inedito, 19 riprod.) in 29 TAVOLE f.t in nero, bistro, terra di Siena, terra di Siena bruciata, in camaïeu, alcune applicate, 3 a 8 colori. Bross. edit., piatto anteriore con xilogr. applicata (staccato).
1933 - La fuga in Egitto, (xilografia), Luigi Servolini, Napoli, Cimento, anno XII, vol. IX, n. 118, 16 agosto - 15 settembre, p. 117.
1934 - XIX Esposizione Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, catalogo mostra, pp. 129, 206.
1934 - I predestinati (xilografia), Nel padule, (xilografia), Luigi Servolini, Napoli, Cimento, anno XIII, vol. XII, n. 123, 16/31 gennaio, pp. 6, 7.
1934 - Mostra d’Arte Italiana in Germania, Napoli, Cimento, anno XIII, vol. XII, n. 125/126, 28 febbraio - 31 marzo, p. 39.
La mostra di Arte grafica già effettuata a Kosice e a Praga è stata trasferita a Monaco. Fra gli artisti incisori sono Balduini, Baracchi, Boglione, Cambellotti, Carbonati, Checchi, Chiappelli, Dessy, Graziosi, Marchig, Morandi, Morbiducci, Petrucci, Prencipe, L. Servolini, Vellani Marchi.
1934 - Mostra d’Arte Grafica a Monaco, Napoli, Cimento, anno XIII, vol. XII, n. 125/126, 28 febbraio - 31 marzo, p. 39.
Alla mostra dell’incisione, che comprende la calcografia, la xilografia e la litografia, hanno partecipato parecchi Artisti italiani fra cui Antonio Carbonati, Benvenuto Disertori, Valerio Fraschetti, Emilio Mazzoni Zarini, Gustavo Rodella, Publio Morbiducci e Luigi Servolini.
1934 - Artisti italiani alla mostra di Chicago, Napoli, Cimento, anno XIII, vol. XII, n. 132,5 luglio 28 luglio, p. 112.
1934 - Le comari (xilografia) Luigi Servolini, Napoli, Cimento, anno XIII, vol. XII, n. 136, 27 ottobre 18 dicem., p. copertina, 156, 157.
1934 - L’opera di 28 artisti xilografi, (98 xilografie), III° Quaderno Artistico, Bologna, Cesare Ratta Editore.
1934 - Cesare Ratta, a cura, Illustrazioni per il Libro Italiano, Quinto Quaderno Ratta, 124 disegni di 54 artisti, Bologna.
1934 - Seconda Mostra Internazionale d’Arte Coloniale, catalogo mostra, Napoli, Castelnovo, ottobre - dicembre, gennaio 1935, Roma, Palombi editori, p. 169, tav. LXIX
1935 - Cesare Ratta, a cura di, Collezione dei “Quaderni Ratta” Numeri otto e nove riuniti. Volume contenente centotre incisioni su legno originale di trentotto artisti. In appendice diciassette lavori di allievi giovanissimi. (103 xilografie - 17 opere di giovanissimi). Bologna.
1935 - Mio padre (xilografia) Luigi Servolini, Napoli, Cimento, anno XIV, vol. XIII, n. 140, 5 marzo 5 aprile, p. copertina.
1935 - Luigi Servolini, La xilografia italiana oggi, Napoli, Cimento, anno XIV, vol. XIII, n. 141, 5 aprile 20 aprile, pp. 35/36 ill.
1936 - Cesare Ratta, a cura di, Florilegio Artistico, Quaderni X e XI riuniti, Bologna.???????
1936 - Teresio Rovere, Un maestro della xilografia moderna, (con ill.), Torino, a b c rivista d’arte, Anno V, n. 8, agosto, pp. 6/9.
1936/1937 - Congedo, a cura di Cesare Ratta artigiano tipografo, Bologna, sezione tipografica dell’Istituto Aldini-Valleriani.
1937 - PIERRON. Sander. Luigi SERVOLINI. NOTE, DOCUMENTI, BIBLIOGRAFIA. Urbino, R. Accademia Raffaello, 1937. In-8vo (cm. 24,4x17,2), pp. 46 + 1 tav. f.t. e con 24 XILOGRAFIE n.t. Bross. orig. con ritr. in cop. Importante anche per la BIBLIOGRAFIA. della xilografie principali dal 1926 al 1936,dei libri, delle piccole incisioni, di quelle nelle raccolte pubbliche e private ecc., edita in soli 250 esempl.
1942 - IX Mostra Interprovinciale del Sindacato Fascista delle Arti Emilia Romagna, catalogo mostra, Bologna, pp. 21, 68..
1943 - Domenico Andreucci. I vincitori e altri racconti brevi. Bologna, Edizioni SIA. editrice A. A. G., copertina.
1949 - Armando Pelliccioni, Dizionario degli Artisti Incisori Italianiii (dalle origini al XIX secolo), Carpi (MO), Gualdi, e F., p. 166
1951 - Ettore Padovano, Dizionario degli Artisti Contemporanei, Milano, I.T.E., p. 321.
1953 - Esposizione Nazionale d'Arte. Biennale di Brera e della Permanente, catalogo mostra, tav. 73.
1955 - Domenico Maggiore, Artisti italiani viventi, Napoli, Maggiore, pp. 479/480.
1955 - Luigi Servolini, Dizionario Illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Milano, Gorlich,p. 745, 747, 749, 751, 752, 753, 755, tav. f.t. tra pp. 768/769;
1960 - Assisi. Città Santa. testo di Piero Bargellini, silografie di Luigi Servolini, Almanacco Torriani, tavv. f.t.
1960 - Luigi Servolini, Gli incisori d’Italia, Milano, Edizioni del Liocorno, ad vocem DA FARE.
1963 - 1 Biennale della Incisione contemporanea in Italia, a cura Associazione Incisori d’Italia, catalogo mostra, Taranto, E.P.T., pp.nn.
1966 - 2^ Biennale dell’Incisione italiana d’oggi e del disegno orginale, l’ex libris contemporaneo nel mondo, catalogo, Padova, Palazzo della Ragione, n. 163.
1969 - Prima Triennale dell’Incisione, catalogo mostra, Milano, gennaio-febb., p. 81. DA FARE.
1971 - Settima mostra nazionale di incisioni italiane, catalogo, Banco di Sardegna, Sassari, n. 67.
1972 - Seconda Triennale dell’Incisione. Grafica oggi, Milano, aprile-maggio, p. 83.
1972 - Il catalogo della grafica. Centro internazionale della grafica - Venezia, Edizioni Ebe, Roma, pp. 206/207.
1974 - Il catalogo della grafica. Centro internazionale della grafica - Venezia, Edizioni Ebe, Roma, pp. 250/251.
1979 - 1900 Bianco e Nero. Ex libris - Grafica minore, Saggio critico di Andrea B. Del Guercio, Catalogo a cura di Maria Pia Gonnelli Manetti, Firenze, Edizioni Gonnelli, p. 66/67. da fare
1980 - Quarta Triennale dell’Incisione.Milano, dic.-gennaio 1981, p. 87.
1982 - Biennale di incisione e grafica originale “Luigi Servolini, Livorno, pp.nn.
1985 - Paolo Bellini, Storia dell’incisione moderna, Bergamo, Minerva Italica, p. 502.
1988 - V Biennale della Xilografia Contemporanea. Omaggio a Silvano Bozzolini. Omaggio a Luigi Servolini. 19 xilografi italiani, 6 xilografi asturiani. Museo della Xilografia, Castello dei Pio, Carpi (MO), dal 3 dicembre 1988 al 7 gennaio 1989. edizione, Centro Internazionale della Grafica, Venezia, pp. 17/28.
1993 - L’incisione nelle Marche, Calcografia - xilografia, a cura di Luigi Dania, Domenico Pupilli, Vitaliano Angelini, catalogo mostra, S. Elpidio a Mare, p. 183.
1994 - Xilografie di Luidi Servolini donazione Rovere, testo di Angelo Dragone, catalogo mostra, Palazzo Botton, Castellamonte, 9 aprile - 10 luglio.
1994 - Il Novecento in Provincia di Latina, presenze e testimonianze, ideazione e cura del volume: Massimiliano Vittori, Alberto Serarcangeli, Latina, Amministrazione Provinciale, pp. 42, 43, 56, 57, 66 ill..
1996 - La Biennale di Venezia. Le Esposizioni Internazionali d’Arte 1895-1995, Venezia, Electa, pp. 627/628.
2003 - Alida Moltedo Mapelli, a cura, Paesaggio Urbano. Stampe italiane dalla prima metà del ‘900 da Boccioni a Vespignani, Roma, Artemide Edizioni, pp. 222, 223, 224, 225, 226, 241.
2007 - Stefano Liberati, “Xilografia” (1924-1926) Catalogo Generale, schede biografiche di Nicoletta Di Benedetto, Manduria (TA), Barbieri/Selvaggi - Editori, p. 63, n. 296, 309, 310, 311, 344, 345, 346.
2007 - Arte a Livorno tra le due guerre. Bottega d’Arte tra tradizione e avanguardie, a cura di Franco Sborgi, catalogo mostra, Livorno, Granai di Villa Mambelli, pp. 186/187.
s.d. (2009) - Mirella e Franco Pagliarini, Incisori Marchigiani, Sassoferrato, Istituto Internazionale Studi Piceni, p. 70, 196
2012 - Zeno Davoli, La Raccolta di Stampe “Angelo Davoli”, volume VIII, Rd-S, Reggio Emilia, Edizioni Diabasis, p. 343/344, 347 ill.
2013 - Francesco Parisi, Xilografia italiana del ‘900 gli artisti & le tecniche, Milano, Fondazione Italo Zetti, pp. 23, 46, 47, 48.
2015 - Luigi Servolini e il Museo della Xilografia di Carpi. Testo di Simona Santini. Fondazione Italo Zetti., Milano Taccuini di lavoro n. 22, p. 41.