Scardovelli Giuseppe

pittore
Mantova, 4 dicembre 1913 - Milano, 1975

Giuseppe Scardovelli è nato a Mantova il 4 dicembre 1913.

Ha studiato sotto la guida del Prof. Elefante.

Mostre personali.

Invito Cremona del Settembre Cremonese.

1947 Galleria Santa Tecla di Milano.

1952 Galleria Van Riel di Buenos Ayres.

1954 Universidad del Litoral di Rosario, Argentina.

1955 Galleria d'Arte del giornale «El Mundo» di Mar del Plata.

1958 Galleria Schettini di Milano (ora Brerarte). Galleria La Tavolozza Roma.

1961 Circolo Argentino di Milano.

1962 Castello di Bramante Vigevano.

1965 Palazzo Serbelloni di Milano.

1966 Personale Lignano Sabbia D’oro

1971 Mostra Personale Cernusco sul Naviglio.

1972 Mostra Personale galleria.

1973 Personale Galleria Artistix Grecia Atene.

Mostre collettive (sunto)

1955 Quadriennale di Roma.

1957 Permanente di Via Turati Milano (con largo consenso del pubblico)

1958 Enplenaire di Bormio.

1959 Premio Suzzara Lavoro e lavoratori nell’Arte Suzzara Mantova.

1969 IV Mostra d’Arte Contemporanea al Museo dell’Arte Moderna Via Palestro 52 Milano.

1970 Arengario

1971 Galleria Il Verziere Biennale di Soresina.

2022 L’Arte dimenticata, a cura di Armando Sparacino, Sala Borse, Camera di Commercio, Ragusa.

Si sono interessati del suo lavoro: Raffaele De Grada, Enrico Somarè, Gianni Perelli:

“Pioniere di audaci forme espressive; lucido indagatore di una realtà in continuo fermento; raffinato poeta di un mondo di visioni, ancora incontaminato.

Giuseppe Scardovelli è un po’ questo, un po’ quello.

Nel panorama della pittura italiana, si isola come raro esempio di coerenza, pur nel travaglio e nella maturazione di diverse esperienze. Le sue composizioni robuste, vigorose, in cui il nervoso vibrare di colori tizianeschi sembra voler spaccare la tela, sono la risultante di una personalità forte e inquieta, disciplinata da una sensibilità vigile, sempre pronta a centrare il bersaglio di un discorso unitario, che non rinnega il passato.

Ora irrequieta la sua pennellata che ricorda Van Gogh; ora carezzevole la sua spatola, in cui riversa tutta una carica di umanità.

I suoi quadri vanno in giro per il mondo, ospiti corteggiati delle più famose gallerie. E la fama acquista ancor più vasta risonanza quando nel 60 a Roma sorprende perfino le avanguardie, realizzando con grotteschi e poetici «scherzi» di ombrelli le prime composizioni italiane di pop art.

Dall’espressionismo prima materia, al manufatto «pop», all’informale, sua ultima esperienza, in cui le figure eteree, sfumate, si fondono con lo spazio circostante, dissolvendosi quasi in un repentino rifugiarsi nella materia in un caos purificatore.

Avanguardia e tradizione, antico e moderno, ieri ed oggi, con uno sguardo al domani nella tavolozza di Scardovelli, che da oltre vent’anni porta avanti il suo discorso non esistono confini di tempo, ma vulcani di estro e di ispirazione che lo fanno restare sulla breccia aldilà dei capricci delle correnti, e delle mode. (dott. Gianni Perelli)

Le testate giornalistiche: La Prensa, Il Mondo, Quick, Chicago Daily Tribune, Daily America in Italia, Terra d'Oltrermare - Buenos Aires, Giornale d'Italia, Corriere Lombardo, Corriere della Sera, La Tribuna Illustrata.


Bibliografia:

1974 - Giuseppe Scardovelli, testi di Raffaele De Grada, Enrico Somerè, Gianni Perelli, monografia, Milano, pp.nn.

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