Rosso Lina

pittrice
Venezia, 3 maggio 1888 - Venezia, 1975

Dall'8 al 29 aprile del 1917, partecipa all'Esposizione delle Tre Venezie, alla Galleria Pesaro di Milano.

Partecipa alla Biennale di Venezia, nel 1920 con 1 dipinto,

Nel maggio-ottobre 1921 partecipa alla 1^ Esposizione Biennale Nazionale d’Arte della Città di Napoli, con 3 pastelli di Paesaggio, ed i dipinti: Autoritratto, Crisantemi.

Nel 1924 partecipa alla XIV Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia con il dipinto: La porta del giardino,

Nel 1926 partecipa alla XV Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia con il dipinto: Pinocchio.

Nel 1925 partecipa all'Esposizione d'Arte dei Combattenti delle Tre Venezie, a Venezia, con i dipinti: Crepuscolo, Autoritratto, Gli imballatori (La "Fenice" in guerra 1917), Cose spente.

Nel 1930 partecipa alla XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con il dipinto: Madre.

VE - Nel 1936 con varie opere nel Bianco e Nero, nel 1940 con 1 dipinto, nel 1942 con 1 dipinto,

Iconografia di Cristo? - In tutti i tempi l’attività maggiore delle arti plastiche, nella vita del cristianesimo, si è svolta intorno alla persona fisica di Cristo: innumerevoli sono le immagini che lo rappresentano e che ci sono pervenute: opere di ignoti e di celebri artefici, alcune di carattere popolare altre toccanti i vertici del magistero artistico.

Tutte queste opere però (intese come documentazioni della figura umana del Redentore) impallidiscono davanti all'arcana e maestosa solennità del volto di Cristo che la S. Sindone ci ha rivelato attraverso la fotografia.

È tenendo conto in primo luogo di questa sensazionale scoperta che la pittrice veneziana Lina Rosso, si è accinta all'arduo compito di dipingere l’immagine del S. Cuore.

Essa ha voluto renderla il più possibile aderente alla visione di S. Margherita Maria ed ha cercato di infondere nella massa dei fedeli, attraverso la sua originale interpretazione, l'esatto significato e la vera essenza della devozione al Cuore di Cristo.

La figura del Signore appare immersa nella luce, l'espressione del viso, ispirata direttamente alla S. Sindone, vuol riflettere tutta l’amarezza che pervade le parole dette alla Santa: «Ecco quel cuore...».

L’interpretazione formale ha cercato di rifuggire da quell’edonismo della linea, sinonimo di languore, falso simulacro che inganna molti credenti con le malie del suo estetismo puramente epidermico. Ogni pericolo che l’arte sovrasti il fatto religioso, togliendogli la sua efficacia mistica, è stato umilmente evitato.

Ecco in breve i principi che hanno guidato l’esecuzione di questa immagine sacra che ha potuto essere realizzata grazie alla illuminata valentia di una Pittrice che ha compiuto questo lavoro per la monumentale chiesa della Madonna dei Carmini di Venezia.

Non esiste mano di artista che non abbia tremato nell’affrontare simile soggetto: ma il riconoscimento sempre crescente che il popolo tributa a questo quadro sacro sta a dimostrare che l’effetto voluto e tanto desiderato, è stato pienamente raggiunto. Luigi Tito, pittore.



Bibliografia:

1921 - 1^ Esposizione Biennale Nazionale d’Arte della Città di Napoli, catalogo mostra, Napoli, maggio-ottobre, pp. 74, 88.

1924 - Lina Rosso, Napoli, Cimento, Anno IV, Fascicolo VIII, gennaio, p. 169.

1925 - Esposizione d'Arte dei Combattenti delle Tre Venezie, catalogo mostra, Venezia, pp. 41/42.

1925 - Lina Rosso, La porta del giardino (olio), XIV Biennale di Venezia, Napoli, Cimento, Anno V, p. 79.

1927 - Lina Rosso, Pinocchio (olio), XV Biennale Internazionale Veneziana, Napoli, Cimento, p. 126 ill.

1930 - XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 60.

1940 - Luigi Tito, pittore, Una novità nella iconografia di Cristo?, Assisi, La Festa, n. 27, 7 luglio - XVIII, p. 320.

1996 - La Biennale di Venezia. Le Esposizioni Internazionali d’Arte 1895-1995, Venezia, Electa, p. 605.

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