Ronchi Giuseppe

pittore scultore
Brescia, 10 giugno 1873 - Brescia, 5 marzo 1951

Nel 1902 in occasione della Esposizione dei Fiori, fatta a beneficio delle Stazioni Sanitarie Alpine Bresciane, dipinge un pastello rappresentante Amore in atto di cogliere crisantemi che va deponendo in grembo alla Carità.

GIUSEPPE RONCHI - Mentre con fervoroso slancio Brescia attende ad allestire la solenne Esposizione di tutte le sue rifiorenti energie, e gli artisti nostri lavorano nel segreto de’ loro studi a preparare quadri e statue che costituiranno la nota geniale della grande festa bresciana, l’Illustrazione, che viene mano mano esponendo a’ suoi lettori i tesori dell’arte antica nella provincia nostra, crede opportuno presentar loro anche qualche saggio dell’ opera artistica bresciana contemporanea.

Diciamo oggi due parole di Giuseppe Ronchi, porgendocene occasione il verdetto della illustre Giuria che ad unanimità lo dichiarava primo per merito artistico tra i valorosi concorrenti al Legato Brozzoni.

Il Ronchi è ancora molto giovane: entrò nell’arte intorno ai venti anni, e con impazienza giovanile - quasi a rifarsi degli anni precedentemente perduti in altre occupazioni non corrispondenti all’indole sua -, disdegnando di sacrificarsi a un lungo tirocinio, si buttò quasi subito anima e corpo a tentare la grande pittura, la composizione audace, il quadro grandioso e complesso. Fu certo un errore: quello di chi tenta voli troppo alti e repentini, ai quali sogliono i precipiti esser vicini: errore di cui furono però complici l’ammirazione e le lodi che gli procacciarono tosto i suoi primi lavori, come la vigorosa figura di Juventus, accolta con due altri suoi quadri al Glaspalast di Monaco, e la grande tela della Sacra Famiglia, premiata al concorso d’Arte Sacra alla Mostra del ’98 a Torino: errore cui si può concedere volentieri la sanatoria, visto e considerato che il giovine pittore ha saputo finora evitare i precipiti, e che la tecnica dell’arte sua è in continuo progresso, come lo attestano l’ultimo suo poderoso quadro Pietas, da noi riprodotto nel N. 3, e il recente dipinto, Vespro sereno, che qui riproduciamo.

In Vespro sereno il sole occiduo penetra e indora in mille guise il verde trionfale della vigna rigogliosa maturante nell’orto pingue d’ogni verdura; il vecchio ortolano, cui il peso degli anni consente un meritato riposo, guarda - e si compiace - quell’abbondante ben di Dio, e, scopertosi il capo - sulla cui argentea canizie il sole versa un’aureola di riflessi giocondi - ringrazia, senza parole, ma con la umiltà e la pietà del cuore intenerito, l’eterna Provvidenza che gli benedice i sudori dei figli, sostegno di sua cadente età. Vespro sereno!

La figura è disegnata con grande vigoria: anche dalla nostra riproduzione, sebbene priva del sussidio immenso della tavolozza, emana un fascino di sentimento insieme e di verità che più si impone quanto più è l’indugio nostro a guardare. È il fascino dell’arte fortemente sentita e resa con sincerità. Il quadro - sebbene dipinto in una maniera la quale è l’opposto di quelle leccature che più facilmente adescano il pubblico profano - è assai piaciuto anche ai profani, mentre ha avuto l’encomio cordiale di quanti competentemente e lealmente osservano e meditano i progressi dei nostri giovani artisti bresciani.… A. Canossi (1903 - A. Canossi, Arte Bresciana Contemporanea: Giuseppe Ronchi, Brescia, Illustrazione Bresciana, n. 22, 1 ottobre, p. 3.)


Bibliografia:

1902 - La Pietà, Brescia, Illustrazione Bresciana, n. 3, 1 novembre, p. 9.

1902 - L'Esposizione di crisantemi e dalie, Brescia, Illustrazione Bresciana, n. 4, 16 novembre, p. 4.

1903 - A. Canossi, Arte Bresciana Contemporanea: Giuseppe Ronchi, Brescia, Illustrazione Bresciana, n. 22, 1 ottobre, p. 3.

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