Frequenta nel 1948 e 1949 l’Accademia di Belle Arti di Venezia, sotto la guida di Armando Pizzinato, protagonista di spicco del movimento del Fronte nuovo delle arti. In questi anni inizia la sua attività espositiva partecipando, a partire dal 1948, alle collettive dell’Opera Bevilacqua La Masa e nel 1949 al Premio Favretto. In questo periodo le sue opere da una prima posizione post impressionista di eredità lagunare risentono ora della lezione di Pizzinato, come si può notare nell’opera “Lavoro del pescatore” (1951), dove Rampin si apre ai moduli di una sintesi formale di matrice dinamico-cubista in cui rimane tuttavia evidente una notevole sensibilità coloristica. Partecipa alla XXV Biennale di Venezia dove espone l’opera Scuola di pittura (1950) e nel 1951 tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Sandri di Venezia, presentato da Pizzinato.
Insieme a Licata e Tancredi si segnala come uno dei giovani talenti emergenti nel panorama artistico veneziano.
Negli anni ‘50 la pittura di Rampin è caratterizzata da una forte e vitale carica espressiva, ricca di un acceso cromatismo, che lo allontana dalle prime esperienze di matrice cubo-futurista. L’artista si orienta verso un espressionismo astratto che lo avvicina alle sperimentazioni cromatiche degli artisti spaziali veneziani come Vinicio Vianello, Edmondo Bacci.
Le sue opere anche se risultano non-figurative nascono da una visione attenta degli aspetti naturalistici, tanto che l’artista chiama i suoi lavori “Momenti di natura". L’incontro con Virgilio Guidi nel 1955 rappresenta un momento importante nella formazione artistica di Rampin, tanto che l’artista muta gradatamente il proprio linguaggio espressivo.
Da una pittura impulsiva dalle tinte accese, impetuosa e materica passa a dar voce, negli anni Sessanta, a una liricità interiore che trova espressione in forme pallide e tremanti, di un cromatismo diafano e delicato. È uno sviluppo della ricerca sulla luce e sullo spazio che viene espressa con chiarezza dalle stesse parole dell’artista: “se domani trovo uno ‘spazio ideale’ oggi lo cerco”. Vince il primo premio per la pittura alle collettive dell’Opera Bevilacqua La Masa nel 1955, 1956, 1958, 1959. Nel 1958 vince la Medaglia d’oro alla III mostra dei Giovani Pittori a Roma. Insegna al liceo artistico di Padova e dal 1970 ottiene per “chiara fama" la cattedra presso il Liceo artistico di Venezia.
Bibliografia:
2010 - Lucio Fontana e lo Spazialismo a Venezia, testi di Franco Batacchi, Giovanni Granzotto, catalogo mostra, Galleria Perl'A di Venezia, Ed. Il Sogno di Polifilo, pp. 68/71.