Potenza Primo

pittore
Venezia, 1909 - Venezia, 1983
deposizione
Deposizione - anni '30

Primo Potenza è un pittore che ebbe maestra unicamente la natura. Appena egli, ragazzo, si accorse della sua vocazione artistica, è alla natura che domanda le prime ispirazioni; alle piccole e semplici cose, in una interpretazione ancora incerta e primitiva, cerca di strappare quel loro intimo linguaggio tutto spirituale e la loro armonia di forma. E mano mano raffina ed allarga questa sua ricerca di concetto e di segno; perfeziona e completa questa sua interpretazione dal vero, estendendola alla figura, al paesaggio, fatto oramai più attento nell’osservare, più maturo a sensazioni più profonde, più abile nel riprodurre cose e persone come la natura le presenta, con tutta la loro euritmia di linee ed il loro intimo accordo di spontaneità e verità. Diventa così il pittore dal pennello sincero, l’artista che si lascia guidare dal cuore e da quel sano intendimento dell’arte, il quale non conosce scappatoie di tecniche nuove troppo comode spesso per nascondere una incapacità artistica.

Primo Potenza, guardando alle tradizioni dei grandi maestri, studia la vita e la accosta alle sue alte idealità, studia la forma ed il colore dalla natura per farli aderire meglio alle sensazioni che deve poi esprimere. Lo studio tenace della realtà, il desiderio di accostarsi ai modelli ch’egli vuol riprodurre, lo portano da una maniera dapprima un po’ piatta e cromaticamente uniforme, ad una vivezza di segni e di tinte, per la quale la pittura del Potenza è giunta ora ad una evidenza di volumi, di piani, di rilievi, di luminosità, e soprattutto ad un sapiente equilibrio di composizione che dona alle rappresentazioni di lui una spiritualità profonda e piena di verità. Conciliare il vero, con la propria ispirazione, è il punto di prova d’ogni artista.

Quella Deposizione che il Potenza ha or ora destinato all’A.O.I., ha una così vibrante forza di sentimento, tanta nobiltà nella linea robusta, dove lo scorcio è risolto con abilità straordinaria, una solennità così grandiosa, infine, da contenere tutto un poema di dolore e di mistica dolcezza. Quel terribile dramma della Morte ha invece nella vigorosa architettura delle figure e di tutta la scena, nell’atmosfera di tristezza creata attorno quel cadavere, tutto un tragico sconforto e insieme una virile rassegnazione.

E per tacer di molti altri quadri del genere, plasmati tutti con sentimento e con vibrante espressione, diremo invece che i ritratti del Potenza sono, in una forma di scrittura signorile e spigliata, forti sintesi psicologiche le quali sviscerano tutta l’anima del modello; che i numerosi paesaggi di Venezia, di Roma, dei nostri monti, hanno il brio di una coloritura che mette in evidente rilievo le caratteristiche peculiari dell’ambiente riprodotto. Questo particolarmente in quei più recenti fatti a Parigi, in un soggiorno colà di studio e di lavoro, nei quali la città caratteristica agita tutta la sua multiforme vita, svelando tutta la sua anima, tanto l’artista ha saputo evocarla riproducendo con amorosa e scrupolosa verità i più tipici scenari della grande metropoli.

Il Potenza, insomma, è un pittore che oramai ha raggiunto una certa maturità ed anche notorietà; ma egli è ancora giovane e potrà completarsi ancor più, perché, al contrario di certi giovani d’oggi, egli continua a studiare, ben sapendo che l’artista non deve mai fermarsi lungo la strada e contentarsi di quello che ha fatto, ma andare sempre avanti, con innanzi continuamente un nuovo ideale di bellezza da raggiungere e conquistare. Giuseppe Bigaglia, 1937


Bibliografia:

1937 - Giuseppe Bigaglia, Il pittore Primo Potenza, Milano, Pro Familia, n. 33, 15 agosto XV, p. 431.

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