Pizzini Carlo

pittore
Riva del Garda (TN), 1891 - Riva del Garda (TN), 1984

Fratello del pittore Luigi Pizzini.

Carlo Pizzini (1891-1984), tornato nel 1939 dall'Ungheria, dove aveva diretto uno stabilimento aeronautico di Gianni Caproni, si era già segnalato alla mostra del Garda a Gardone (1923) e alla Triveneta di Padova (1924).

Nel 1933 partecipa all Terza Sindacale Trentina e alla I Interregionale di Firenze.

"Luigi e Carlo Pizzini" mostra a Riva del Garda, Galleria della Rocca, 29 agosto - 10 settembre 1964.


Carlo Pizzini.

L’arte sua non ha nulla di ermetico né di metafisico. E per ribadire questa mia affermazione, riporto una parte della prefazione che scrissi nel catalogo della Mostra che il nostro pittore aveva allestito nel novembre 1934 a Trento insieme al veneziano Neno Mori: …racchiude in sé un sereno lirismo e si preoccupa di esprimere in noia limpida ciò che gli suggerisce il suo interiore. Nell’approfondimento delle ricerche plastiche cerca di scoprire, oltre che la legge spaziale, l’intima ragione spirituale delle cose. La sua arte rifugge le comuni volgarità e le mascherature di un manierismo facilone.

Certi suoi paesaggi modesti di accento, ed in cui lo stile del pittore pare si sia ingegnato d’annullarsi e di confondersi con l’aspetto delle forme naturali, attraggono i cercatori di poesia, che non sono precisamente la stessa cosa dei letterati in cerca di emozioni plastiche.

Chi ha visitato la personale fatta a Riva del Garda qualche anno fa con il piemontese Giuseppe Cerrina ed Antonio Simeoni, avrà notato che quei suoi paesaggi esposti valevano più come promesse che in se stessi; infatti la sensibilità dell’artista vi scopriva alcuni accostamenti, veramente notevoli, di colori chiusi ancora nella maglia di una composizione schematica ed impacciata; per cui le masse apparivano dense, ma isolate, l’atmosfera stagnava, il particolare era soppresso nello sforzo verso la sintesi, che solo attenuandosi li sfiorava c li rivelava. Da quell’epoca ad oggi l’impaccio è stato eliminato. La forma ora vien sviluppandosi dal di dentro, dilatata fino a bilanciare con esatta sensibilità nello spazio: un vuoto ed un pieno, una tinta ed un’altra tinta, ecco quindi un equilibrio nuovo che è sorto, e vediamo subito che siamo agli antipodi delle composizioni antecedenti. Cosi pure il taglio s’e migliorato, il volume impressiona maggiormente, il chiaro-scuro s’è mitigato e la costruzione archittetonica irrobustita.

Dei suoi migliori lavori ricorderemo: Sul Carda, dal fine accordo tonale; il dorato e spigliato paesaggio detto Frangart, che lo fanno accostare agli artisti veneti tipo Marco Novati, Scarpa Croce; S. Alessandro di Riva (proprietà Confederazione Professionisti e Artisti); S. Tommaso, Rustico (collezione signora A. G. Capelli di Rovereto), ed II Mattino, che mi pare nella sua semplicità il miglior «pezzo» sinora dipinto dal Pizzini. È opera equilibrata per i rapporti tonali e coloristici; si passa dal rosa all’azzurro ed il quadro risente di una certa « serenità » che non sappiamo meglio definire. La casa posta al bivio, anche se illuminata dal sole, dà ben l’impressione d’una rigida giornata invernale. Gli alberi, privi delle foglie, mi sembrano dei fantasmi. Nulla c’c che strida, che offenda i sensi.

Il Pizzini rimane sempre fedele all’emozione pittorica; fa uso del cervello solo per allontanare da se quello che non ha alcuna affinità con la « vera » pittura. Sa che è inutile evadere dal vero. Ed è per questo che non si lascia sedurre dai richiami dei gruppi che creano le formule di moda dall’effimera vita.

E dietro la piacevole superficie delle sue tele s’appuntano delle esperienze della vita che non sempre riesce ad esprimere, ma che danno sempre indizi della loro presenza animatrice. Si dedica prevalentemente al paesaggio. Ha esposto a molte Esposizioni di carattere sindacale. Alla VII Biennale Atesina gli fu assegnata dal Ministero dell’Educazione Nazionale una medaglia d’argento per il quadro Sul Carda del quale abbiamo parlato in precedenza. Sue opere figurano nella quadreria del Palazzo Reale di Bolzano.

Il tema dei suoi lavori è vario. Si passa dalle festose visioni di montagna all’intimità di paesi, dai rustici vicoli alle impressioni lacustri. Vive a Riva del Garda. Ha circa quarant’anni, è autodidatta e dipinge dalla giovinezza.

Enrico Gaifas, Junior - (1935 - Enrico Gaifas, Junior, Carlo Pizzini, Torino, a b c rivista d’arte, n. 10, ottobre, Milano, p. 23/24).



Bibliografia:

1935 - Enrico Gaifas, Junior, Carlo Pizzini, Torino, a b c rivista d’arte, n. 10, ottobre, Milano, p. 23/24.

1964 - "Luigi e Carlo Pizzini" (Riva del Garda, Galleria della Rocca, 29 agosto - 10 settembre 1964), pieghevole mostra.

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