Nasce a Arnhem (Olanda) nel 1790; muore a Napoli nel 1837. Arnhem, 8 maggio 1790 – Napoli, 22 giugno 1837
Ad Antonio Sminck Pitloo (1790- 1837), il pittore che - nato ad Arnhem, in Olanda - dal 1816 divenne napoletano d’adozione, appartiene questo paesaggio pittoresco ed animato, in cui s’incomincia a sentire lo svincolo dalla convenzionale freddezza dei neoclassici di maniera.
Il Pitloo, infatti, che giunse a Napoli dopo soste a Parigi ed a Roma (1808-’11 e 1811-’15), non si riallaccia in tutto al filone «naturalistico» olandese del ’600 ed è piuttosto incline a forme accademiche. Tuttavia proprio la sosta partenopea gli reca un nuovo senso di calore e di vivacità e fa germogliare in lui il seme - sin allora immaturo - lasciatovi dalla conoscenza di Turner, Constable, Bonington. Eccolo allora parallelo al più giovane Giacinto Gigante, con cui egli ebbe innumerevoli fruttuosi e reciproci scambi d’influenze; la sua pittura trova una freschezza particolare, gioca attraverso il contrasto delle «macchie tonali», si anima al contatto diretto con la natura. Un’esperienza sensibile che rompe i ponti con le convenzioni del ve- dutismo artificioso di sapore letterario e di arida correttezza compositiva.
La nostra tela appartiene proprio al momento in cui Antonio Pitloo amplia e libera la sua visione, raggiungendo alti risultati pittorici ed estetici. Da “Arte” 1955, n 6, p. 40.
Bibliografia:
1955 - Ottocento inedito, Antonio Pitloo, Arte Figurativa Antica e Moderna, Milano, n. 6 nov.-dic., p. 40 ill.