Per la casa della Gioventù Italiana del Littorio, di Campobasso, realizza quattro grandi affreschi che rappresentano: 1) un legionario con alle spalle la Penisola e le sue colonie africane. 2) L’Italia con le sembianze di una dea armata di spada che si staglia sulla pianta della città di Campobasso. 3) I vari livelli della gioventù littoria –dal balilla al miliziano– con un arco di trionfo per fondale e la lupa romana in primo piano. 4) un tributo alla potenza fisica del popolo italiano nelle figure di un pugile, due lottatori ed un trapezista in volo.
Nel 1934 espone tre opere alla IV Mostra del Sindacato Fascista di Belle Arti del Lazio tenutasi a Roma presso i Mercati Traianei, mostre alle quali parteciperà anche negli anni 1936, 1938 e 1940.
Dal libro della moglie Rosetta Sacco Piccolo , “la mia vita con Peppino Piccolo”, si apprende che “egli era attratto fortemente da questa tecnica particolare (l’affresco n.d.r.) alla quale dedicò molta attenzione rigorosa per diverso tempo. Purtroppo l’opera nella casa del fascio di Pomezia è andata distrutta e ne restano solo foto in bianco e nero. Dopo Pomezia eseguì una grande pittura murale nel palazzo del Governo a Taranto e poi si spostò a Campobasso e Foggia per attendere ad altre decorazioni dipinte “a fresco”. Lavorò anche per la Cattedrale di Pantelleria e per il Palazzo della Borsa di Catania.”
Bibliografia:
1943 - Artisti siciliani moderni, L'Illustrazione Italiana, n, 52, 25 dicembre, p. 983.