Pettorelli Pietro - Piero

scultore fabbro
Mantova, 29 giugno 1893 - Mantova 26 dicembre 1959

Nasce a Mantova il 29 giugno 1893, dove muore nel 1959.

Dal 1909 al 1913, frequenta la Scuola d'arte statale di Mantova seguendo i corsi del Maestro Prof. Marusi direttore della Scuola, e si diploma con premi in danaro della Scuola, della Camera di Commercio e della Società Operaia.

Primo artiere del ferro battuto ideatore ed esecutore presso l'officina paterna diventa insegnante supplente nella stessa Scuola d'arte statale di Mantova.

Vince la Medaglia d’argento all’esposizione di Casalmaggiore e la medaglia d’oro all’esposizione industriale di Palermo.

Dal 1914 al 1919 è sul fronte di guerra.

Nel dicembre 1915-gennaio 1916 partecipa con trentasei pezzi in ferro battuto, alla Mostra Artistica Mantovana pro mutilati e orfani di militari caduti in guerra al Palazzo Ducale di Mantova.

Nell’ottobre 1920 nella vetrina della S.T.E.M. di Mantova, realizza una magnifica esposizione di oggetti in ferro battuto: insetti, spilloni con insetti, una gallina, fiori ecc.; il 28 ottobre la Voce della Sera riporta: “Abbiamo ammirato nella vetrina dello S.T.E.M. una piccola ma addirittura una magnifica esposizione di oggetti in ferro battuto dovuto alla valentia di Pietro Pettorelli.

È una deliziosa serie di vaghissime riproduzioni, sorprendentemente esatte, di animaletti e fiori, così perfette, così artistiche così genialmente eseguite da sembrare tanti piccoli miracoli della tecnica scultoria.

Una ressa di pubblico si sofferma in permanenza davanti alla mostra esprimendo nelle forme più vive e simpatiche la propria ammirazione: specialmente i due calami, la gallina e vari spilloni riproducenti insetti comuni strappano le unanimi e meritate meraviglie.

Pietro Pettorelli si rivela in questi deliziosi miracoli, vere miniature artistiche, un artefice completo e sicuro, onore e vanto della nostra città”. (Z.)

Il lavoro di Pettorelli viene ripreso e favorevolmente commentato dalla rivista L'Artista Moderno; a questo articolo ne segue un altro l’1 febbraio su La Voce della Sera, che riportiamo: “«L'Artista Moderno», una splendida Rivista che si pubblica a Torino sotto la direzione del prof. R. Carlucci, e che mette rilievo tutto quanto più suona l'arte nostra attraverso l'opera dei più valorosi fra i valorosi artefici moderni scriveva giorni sono a proposito del nostro concittadino Pietro Pettorelli di cui ultimamente abbiamo ammirato gli squisitissimi lavori nelle vetrine della STEM:

«L’arte del battere il ferro, giudicata dal cinquecentista Leonardo Fioravanti “bella ingeniosa et necessaria”, tra quante sono dagli uomini coltivata “per onorare et abbellire il mondo” ancor oggi appare, tra le arti applicate, una delle più complesse o difficili, poiché non solo esige chiara e pronta conoscenza del metallo, e che l'artefice abbia “bonissimo disegno”, ma anche domanda vivo gusto estetico, salda disciplina di lavoro, perizia di mano, sicurezza di forma, euritmia di linee, grazia ed eleganza di rilievi, di volute e di sporgenze...

Docta arte ferrum ducit faber, cantavano gli antichi: quell’epiteto di “docta” basta di per sé a mettere in evidenza quanta perizia e quanta finezza richieda questa attività ritenuta spesso un mestiere più che un'arte; basta a mettere in rilievo quanto magistero di forma e quanta sagacia di mano richieda quest'opera industre e paziente che trasfigura la “sorda materia”.

Tale provvida arte anche oggi ha valenti cultori: tra i giovani, pure in questi amarissimi tempi, sorgono nobili artefici, sdegnosi delle vie più facili e commerciali ed agevoli, che menano al successo e fra di essi uno, ventisettenne appena, ancora oscuro ai più, ma già caro a quanti hanno potuto vedere ed apprezzare i suoi lavori: Pietro Pettorelli.

Egli ci viene incontro dalla virgiliana Mantova, che fu nel passato uno dei più luminosi centri del nostro Rinascimento artistico, e tuttora serba nei suoi tesori molteplici la tradizione e il culto delle arti eterne.

Egli è un modesto “operaio della bellezza”, cresciuto ed educato in una vera e propria fucina, tra incudini e martelli, fra mantici e forge; è un umile ma geniale figlio di fabbro, che sotto la severa ed illuminata guida paterna e per opera degli amorevoli insegnamenti del defunto scultore Agamennone Paganini e dell’egregio prof. Memore Pescasio, dalla semplice condizione di garzone, ha saputo con lo studio, con la disciplina e l’esercizio, innalzarsi fino a concepire ed a creare vere opere d'arte in ferro battuto: eleganti cancelli domestici, ornati portalampade per sala, ben temprati grifi porta bandiera, targhe tombali, portatorcie sepolcrali, artistici portavasi, graziosi fermacarte, attraenti portacalamai ecc. ecc.

Notevolissimi fra questi lavori sono particolarmente i lampadari, i portavasi, i portacalamai, ed una gallina lavorata con tale finitezza, da formare l’ammirazione di chiunque la veda.

Pietro Pettorelli è oggi tra i giovani, che si dedicano alla lavorazione del ferro, uno degli ingegni più vividi e promettenti.

Per l'amore intenso che egli porta alla sua arte, per il sincero fervore che lo accende, per i nobili intendimenti da cui è sorretto, egli ci darà tra breve altre opere belle, e, movendo verso la mèta, che come artefice si è prefissa, non tarderà a dimostrarci “che volontà, se non vuol non s'ammorza”».

All'elogio dell’“Artista Moderno” meritatissimo e quanto mai lusinghiero per l'egregio concittadino nostro, si unisce l’ammirazione fervida di tutta Mantova che sa quali tesori d'arte moderna possa aggiungere a quelli d'arte antica, per merito di questo giovanissimo e già illustre artefice.

Nel di lui studio artistico si possono ammirare infatti le ultime sue riproduzioni: svariatissimi suoi lavori, quali lampadari, porta-calamai, ferma-carte, placche per lastre di forni, portalampade ed una serie infinita di piccoli oggettini copiati da vero, rappresentanti garofani, viole, funghi, pere, mele, ecc. Notevole in ispecial modo un porta-lampada da tavolo a motivo palustre rappresentante una cicogna al vero nell'atto di posarsi su foglie di ninfea.

Questo gruppo, che è indovinatissimo per un centro da tavolo, e di gusto eminentemente artistico e di fattura eccezionalmente accurata, rappresenta in verità un’idea ardita che il Pettorelli ha saputo colla sua bravura rendere con genialità e con tecnica perfetta. Al Pettorelli pertanto va fatta una lode sincera oltre che per la sua instancabile attività artistica anche per i suoi moderni concetti artistici: infatti esso inspira tutti i suoi soggetti al vero, cosa difficile ed ardua quando i pensi che il fabbro ha sotto mano una materia ignobile e poco docile alla mano dell'artista, e per cui occorre una tecnica perfetta, una profonda cultura artistica, ed una virtuosità di disegno non comune.

E queste sono le doti per cui egli onorando se stesso e la sua arte, onora e si prepara ad onorare sempre più la sua città”.

Vince il concorso ENAPI in Mantova (medaglia d'oro e lire mille); vince l’importante concorso per l'esecuzione dei lampadari tutt’ora esistenti a Palazzo Montecitorio a Roma (concorrenti Bellotto, Mazzuccotelli, Pettorelli).

Nominato presidente della Scuola d'arte statale di Mantova; è vice direttore nella stessa (direttore Marusi).

Nel maggio 1921 si tiene nel Palazzo Ducale di Mantova, la Seconda Mostra Artistica Mantovana alla quale espone numerosi lavori in ferro battuto.

Esegue nel 1925 il Porta lucignoli in ferro battuto per la Basilica di San Nicola a Tolentino.

Negli anni venti numerosi suoi lavori vengono pubblicati sulla rivista torinese, “L’Artista Moderno”.

Partecipa su invito, alla IV Mostra d’Arte del Sindacato Artisti Mantovani tenutasi nel Palazzo Ducale di Mantova, dal 21 aprile al 21 maggio 1927, dove si presenta con ben quarantasei ferri battuti.

Dal 29 aprile al 24 maggio 1928, alla Fiera d’Arte Mantovana, nel Palazzo della Camera di Commercio di Mantova, espone tredici opere in ferro battuto.

È membro della Prima crociera s/s Conte Rosso New Jork-Italia.

Allestisce mostre personali a New York, San Paulo, Algeri, e dal 1931 al 1940 a Parigi gli viene assegnata dalla Confederation de l'Artisanat Français una medaglia d’argento (etoile d'argent, maître artisan français ad honorem, prix en expèce de 1000 - frs., carte gratuite de libre entrée aux musées de la France).

I suoi lavori sono stati destinati in Inghilterra, Svezia, Egitto, Stati Uniti, Cuba.

La documentazione e le attrezzature della sua officina a Parigi vengono distrutte o rese inservibili in seguito ad una incursione di guerra durante il II conflitto mondiale.

Durante la guerra a Milano è impiegato tecnico presso lo stabilimento TE; viene proposto dal direttore Ghezzi e dal Segretario Chizzoni quale titolare della cattedra di ferro battuto (titolo vacante alla morte di Mazzuccotelli) all'Umanitaria; insegnamento comunque mai effettuato poiché non vi sono stati iscritti durante tutta la durata della guerra.

Insegnante di disegno propedeutico e istruttore iscritto all'albo del Consorzio per l’istruzione tecnica di Mantova, ha insegnato anche in varie Scuole di Asola, come straordinario e come ordinario di disegno e plastica nella Scuola d'arte di Asola. Nominato direttore ed insegnante della Scuola di disegno di Gambara (Brescia) dove ha tenuto come insegnante e direttore un corso triennale per muratori. Insegnante ai Corsi ENAPLI ad Asola. Tiene una conferenza con proiezioni su “Ferro e arte del ferro” nell'aula Magna della Scuola media di Asola (testo inedito), con materiale in parte raccolto e a lui passato dal Mazzuccotelli.

Ha organizzato la Ia Fiera di Asola con mostra d'arte, ecc. (ventimila visitatori). Ha eseguito disegni vari pubblicitari per il Patronato Scolastico di Asola. Ha progettato e diretta la costruzione del piccolo campanile di S. Rocco di Asola.

Iscritto all'albo degli artisti contemporanei dell'Istituto Beato Angelico di Roma. Iscritto col curriculum al Centro di statistica ENAPI di Roma.

Viene invitato a varie Mostre d’arte provinciali, nazionali ed internazionali.

Ottiene 5 medaglie d’oro alle esposizioni di Mantova (2 volte), Firenze, Fiume, Roma; fuori concorso all'Italo-Svizzera di Domodossola.

Ha partecipato a mostre artigianali con ferri battuti ad Asola, Mantova, Firenze, Sabbioneta.


Bibliografia:

2003 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, volume V, Na - Ru, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 2378/2384.

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