Perotti Francesco

pittore
Verona, 27 febbraio 1907 - Ancona, 1955

Artisti Italiani: Francesco Perotti è nato il 27 febbraio 1907.

Uscito da una modesta famiglia, a mala pena terminò le scuole elementari. Fin dai primi anni egli era incantato del lavoro di pittori, che ritraevano gli aspetti della sua bella città.

Come naturale conseguenza, lo troviamo presto iscritto ai corsi dell’Accademia Cignaroli, dalla quale uscì con un saggio finale, che gli meritò in premio un viaggio d’istruzione a Roma e a Firenze.

Nel 1927, a vent’anni, espose per la prima volta a Ca’ Pesaro, e un suo quadro fu acquistato da S. M. il Re.

A Venezia conobbe il pittore Guidi, dal quale ebbe incoraggiamenti e consigli.

Soldato, fu destinato fortunatamente (è lui stesso che parla e non ci si accusi ancora di campanilismo !) a Firenze. Visitò gallerie e musei. L’opera insigne degli antichi maestri, contribuì alla sua educazione artistica.

E come un tempo, giovinetto, seguiva i pittori della sua città, egli ricorda di aver veduto un giorno in Santa Croce, Felice Carena, e di averlo timidamente seguito e di averlo poi fermato, dopo lunga esitazione.

Tornato dal servizio militare, Francesco Perotti cadde gravemente ammalato. Condannato a letto, chiuso in un apparecchio ingessato, per due anni soffrì in silenzio, fissando lungamente il cielo, e sognando l’arte. I medici credevano di non poterlo guarire, e già il giovane si disponeva alla morte, quando per l’intervento di un nuovo sanitario, quasi magicamente risanò. E fu questo medico che dopo averlo guarito nel corpo, lo incoraggiò, lo aiutò, lo confortò nei primi passi dell’arte; fu questo medico al quale Francesco Perotti serba riconoscenza profonda, a capire che nel giovane torturato dal male era una sicura promessa per la pittura veneta della quale il Perotti ha il senso coloristico e la severa e malinconica poesia.

Riprese dunque subito la tavolozza, e nel 1932 poté fare una mostra personale, dove comparivano più di trenta lavori (ritratti, paesaggi, nature morte), che destarono curiosità e anche simpatie nella città dove il Perotti lavorava.

Messo da parte qualche soldo, pensò che dopo Firenze e le sue gallerie, sarebbe stato utile visitare Parigi, il Louvre e il Lussemburgo.

A Parigi, di cimitero in cimitero, cercò la tomba di Baudelaire, il poeta che gli aveva fatto compagnia negli anni del dolore. La rintracciò finalmente e sulla tomba solitaria segnò, con verdi foglie, la croce che non c’era.

Tornato subito in Italia (non fu tentato di restare fra i trascurati), si rimise al lavoro. Duro lavoro, quasi ignorato, ma condotto con una fede e una onestà esemplare.

Francesco Perotti ha esposto a Verona, alle mostre della Società di Belle Arti e del Sindacato dal 1925 al 1937; a Padova nel 1926 e nel 1933; a Venezia, alla Ca’ Pesaro, dal 1927 al 1933; a Bologna nella mostra del paesaggio; a Firenze nell’interregionale.

Ha opere nella Galleria d’Arte Moderna di Verona e nelle Collezioni di Lionello Fiumi, a Parigi, del professor Spangaro a Verona, del Sen. Campostrini e avvocato Pattoni, a Roma; del prof. Avena, del N. H. Saladini de’ Mareschi, del prof. Boggian, del C. Albertini, C. Bernini-Buri a Verona, della Cassa di Risparmio e del Credito Fondiario, a Verona.

Di lui hanno scritto: Virgilio Guidi, Saverio Spangaro, Antonio Avena, Renato Birolli, Giovanni Centorbi, Gilberto Altichieri e altri. (1938 - Artisti Italiani: Francesco Perotti. Il Frontespizio, Firenze, Vallecchi Editore, n. 2 febbraio, pp. I/VIII).


Bibliografia:

1938 - Artisti Italiani: Francesco Perotti. Il Frontespizio, Firenze, Vallecchi Editore, n. 2 febbraio, pp. I/VIII (12 quadri - 4 disegni).

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