Giulio Perina nasce a Villafranca di Verona il 18 ottobre 1907, vive e muore a Mantova il 17 novembre 1985.
Nel 1926, 1927 e 1928 riceve le borse di Studio Franchetti che gli permettono di studiare prima presso i Fratelli Cherubini di Vicenza e quindi, frequentare l’Accademia Cignaroli di Verona. Nel dicembre 1931, inizia a collaborare con la rivista Frontespizio edita da Vallecchi e diretta da Bargellini, che pubblica il suo disegno Case, e nel numero di gennaio 1933 pubblica il disegno Strada.
Nel 1933, a Castiglione delle Stiviere, tramite Oreste Marini conosce Angelo Del Bon e Umberto Lilloni; aderisce al Chiarismo, movimento che abbandona presto per instaurare rapporti con gruppi fiorentini e milanesi.
Nel mese di maggio tiene una mostra di pastelli alla R.U.N.A. di Mantova, presentato in catalogo da Sandro Bini. Nel 1931, 1935, 1939 partecipa a Roma alle Quadriennali d’Arte Nazionali; nei suoi dipinti manifesta una forte personalità in cerca di nuova modalità di riproposizione del reale. Negli anni 1932, 1933, 1934, 1936, 1937 partecipa al Palazzo della Permanente di Milano, alle Mostre d’Arte del Sindacato Regionale Fascista Belle Arti di Lombardia ed ancora negli anni 1932, 1933, 1935, 1936, 1937, 1941, 1942, 1944 alle mostre provinciali a cura del Sindacato Fascista Belle Arti di Lombardia, Sezione di Mantova. Si accosta a Novecento, e si allinea alla tensione pratica e teorica del gruppo di Sandro Bini. Novecento a Mantova ha essenzialmente significato modernità di vedere e di sentire: Perina, insieme con Bini, ne è stato forse l’espressione più alta, per la costanza e la lungimiranza speculative. Sulla Voce di Mantova, nel 1935, Francesco Carli scrive: “…Giulio Perina, uno dei più personali e interessanti paesaggisti del nostro cenacolo. Perina che risente l’influsso di talune moderne correnti francesi, ha però una solare, integra, risoluta personalità che infonde sulle tele con smaglianti colorazioni in cui sarebbe vano cercare una nota dolorosa. Questo pittore par che canti quando lavora; che canti a voce spiegata il più bell’inno della vita. Tutto è sereno nell’opera sua, e là dove trovi un’ombra di melanconia, sembra che il pittore ve l’abbia messa apposta per far risaltar più alta la luce della gioia. Questo discorso vale sopra tutto per Casa con giardino che è la sua cosa più riuscita e per il Paesaggio mantovano sentito ed espresso con maschio vigor creativo”. Dopo il 1936 si lega agli artisti di “Corrente”, tramite Sandro Bini e Renato Birolli. Frequenta nello stesso periodo Fallacara e Renzo Pezzani. Partecipa, 1939, alla Mostra dei Pittori, Scultori e Incisori Mantovani ’800 e ’900 al Palazzo Te di Mantova, in quell’occasione il Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti di Mantova gli acquista il dipinto: Val di Non, per una costituenda Galleria d’Arte Moderna.
Alla Mostra della Libertà tenutasi nell’ottobre 1945, nelle Sale di Palazzo Ducale a Mantova, si presenta con i dipinti La chiavica, Omaggio al pittore Cavicchini, Paesaggio, vince il I° premio della Liberazione con l’opera Omaggio al pittore Cavicchini. Alla Mostra della Libertà tenutasi nell’ottobre 1945, nelle Sale di Palazzo Ducale a Mantova, vince il I° premio della liberazione. Dopo l’interruzione coincidente con gli anni di guerra, Perina, in consonanza con gli artisti di Corrente, riprende a dipingere il paesaggio e una serie di Nudi, ottenendo nel 1947 un lusinghiero apprezzamento da Francesco Arcangeli.
La sperimentazione, mai interrotta dall’artista, lo avvia sulla linea naturalistica informale, che lo avvicina a Morlotti. Continua la sua partecipazione alle sole mostre mantovane fino al 1950, con la partecipazione alla XXV Esposizione Internazionale d’arte Città di Venezia con il dipinto: Paesaggio visto dal cavalcavia. Lo stesso anno partecipa al III Premio Suzzara, al Premio Nazionale “F. T. Michetti”, e al Premio Nazionale “Pietro Costa” di Celle Ligure. Nel 1951, gli viene dedicata una mostra personale antologica alla Casa del Mantegna di Mantova, presentato in catalogo da Costantino Baroni. Negli anni successivi prende parte nel 1954 alla Mostra di Pittura di Bozzolo (MN); nel 1955 alla Mostra Interprovinciale di Mantova alla Casa del Mantegna; nel 1956 alla Mostra della CISL al Palazzo della Ragione di Mantova; nel 1957 alla XX Biennale Nazionale di Milano al Palazzo della Permanente; nel 1958 personale al Circolo La Rovere di Mantova; Mostra della Federazione degli Artisti alla Galleria d’Arte La Gonzaghesca di Mantova; Mostra collettiva della Federazione degli artisti alla Galleria La Gonzaghesca di Mantova; nel 1959 alla Collettiva di pittori mantovani alla Galleria La Gonzaghesca di Mantova; alla collettiva Fiera di Primavera ad Ostiglia (MN); alla Mostra collettiva Gonzaghesca di Mantova e al VI Premio Città di Bozzolo (MN) dove si aggiudica il primo premio; Collettiva Federazione degli Artisti alla Galleria La Gonzaghesca di Mantova; nel 1960 personale all’Università Popolare di Mantova in Palazzo Aldegatti; XIII Premio Suzzara con i dipinti Deposito ferroviario e Vagoni fuori uso; viene premiato al Premio “Città di Legnago”; nel 1961 alla Rassegna Arti Figurative Mantovane dall’800 ad oggi alla Casa del Mantegna di Mantova; nel 1962 alla Mostra di pittura “Premio Treccani” viene premiato con Medaglia d’oro; al XVI Premio Suzzara. Seguono partecipazioni a mostre di carattere locale. Dal 18 dicembre 1971 al 7 gennaio 1972, tiene una mostra personale alla Galleria Mantegna di Mantova, con presentazione in catalogo di Renzo Margonari. Presso la Galleria Teatro Minimo di Mantova, presentato da Francesco Bartoli, allestisce una personale di pastelli nell’ottobre 1973. Nel 1975 riceve il Premio alla carriera dal Rotary Club di Mantova. Al Palazzo Te di Mantova gli viene dedicata, dal 19 ottobre al 16 novembre 1975, una importante Mostra Antologica dove è rappresentato da 112 dipinti (dal 1926 al 1974), la mostra, organizzata dall’Ente Manifestazioni Mantovane e dal Museo Civico, si avvale di un ricco catalogo a cura di Roberto Tassi con numerose testimonianze critiche. Sulla Gazzetta di Mantova, compaiono servizi critici di: Emilio Faccioli, Francesco Bartoli. L’artista dona l’opera Paesaggio in collina (del 1959) alla “Galleria Civica” di Mantova. Nel 1976, l’Istituto Italiano di Cultura gli dedica una mostra personale a Vienna presentato da Claus Pack. Presso il Centro d’Arte Il Nuovo Fuso di Parma, ordina una mostra personale, dal 15 aprile al 5 maggio 1978, in catalogo è presentato da Roberto Tassi. Seguono altre mostre fino al 1982 con la sua partecipazione alla Mostra itinerante “Dal Mincio al Naviglio e ritorno. Artisti nell’Alto Mantovano dal 1900 al 1950”, che si tiene nel Museo d’Arte Moderna dell’Alto Mantovano di Gazoldo degli Ippoliti (MN). Presso il Centro Culturale del Comune di Virgilio (MN) figura, dal 7 aprile al 6 maggio 1984, alla mostra Incisori mantovani negli anni trenta. Prende parte, con ventitre disegni, alla Mostra del Disegno Mantovano del ’900 che si svolge a Mantova nel Museo Civico di Palazzo Te.
Muore a Mantova il 17 novembre 1985.
Dopo la sua morte le sue opere sono inserite in diverse rassegne artistiche, ma non gli viene dedicata alcuna mostra antologica postuma.
Bibliografia:
2003 - Adalberto Sartori, Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX eXX, Dizionario biografico, Volume V, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 2344/2357.
2019 - Acquerellisti italiani, a cura di Arianna Sartori, Mantova, Archivio
Sartori Editore, pp. 182/185.