Elena Pellegrini, cresciuta sotto l’ala dello scultore e pittore trentino Rodolfo Endrizzi, inizia a dipingere già in età infantile. Nonostante intraprenda altri studi e si dedichi a all'imprenditoria nel campo del design e dell'immagine, prestando inseguito collaborazione in ambito di alta dirigenza sportiva, non interrompe mai la sua passione per il segno e il colore che vive quali strumenti per sondare l'inconscio. Appassionata di discipline bioenergetiche e alchemiche, ricercatrice e studiosa di simbologia Astrologica trasferisce il suo vissuto nei quadri che comincia ad esporre in età matura anche grazie all’interessamento di alcuni galleristi milanesi. Ad una prima produzione figurativa, seguono dipinti astratti di colore puro, alla ricerca di una sperimentazione materica che sfocerà in tele (sempre più grandi) completamente bianche, dal tratto nitido e lineare. Di questo periodo una personalissima interpretazione dei 12 segni zodiacali. La dimensione crescente delle tele accompagna un percorso evolutivo interiore che la vede dipingere ed esporre all’estero, specialmente a latitudini tropicali.
Una indicativa personale in Brera a Milano nel 2016 mostra una particolare attitudine anche alla decorazione di pezzi di arredamento, sedie, mobili e complementi. Frequenti le collettive internazionali tra cui spiccano la Strand Gallery di Londra nel 2015 e la Toho Art Gallery di Tokyo nel 2019.
Alcune sue opere sono state utilizzate dall’editoria come copertine di testi letterari.
Ha eletto come luogo di adozione l’Oceano Indiano, dove vive molti mesi l’anno.
Contatti:
E-mail: querid@me.com
Cell. +39 333.6166258
Sito Internet: www.elenapellegrini.it
Scrivono di Lei:
“È sempre importante per un artista esprimere il proprio pensiero in modo scevro da ogni imposizione ma non è sempre facile trasmetterlo senza influenze dettate dagli accadimenti personali e dal proprio vissuto.
Elena Pellegrini è artista sensibile, delicata e passionale hic et nunc e la sua profonda personalità emerge proprio nei suoi lavori creativi, con spontaneità, con leggiadra espressività e un pizzico di femminilità. Una ricetta che si dipana interessante e, garantisco, lo è ancor di più quando si osservano le sue opere.
Da una passata figurazione, poi accennata, Elena Pellegrini decide di dedicarsi all'espressione astratta con l'ausilio del colore, dei monocromi o del non colore, basandosi sull'effetto della luce intensa riverberata direttamente dalle sue tele.
Ci mostra un interessante percorso di maturazione e di introspezione che sfocia nell'ausilio non solo del pennello, ma della spatola o delle mani direttamente sulla tela, con fare talvolta malinconico, ma oltremodo gioioso, seppur sempre intenso.
Le opere sono svolte in varie tecniche: acrilici, oli, foglie d'oro, tecniche miste; a dimostrazione del fatto che Elena pittrice ama sondare e sperimentare in tal senso, tanto quanto si appresta a fare nel suo viaggio interiore che permea la sua poetica sensibile.
"Non ci sono regole. E così che l'arte è nata, così è come avvengono le scoperte. Andare contro le regole o ignorare le regole. Questo vuol dire inventare qualcosa di nuovo”.
(cit. Helen Frankenthaler)
Una grande artista come Helen Frankenthaler, espressionista astratta, inventrice del "Color field painting" ci conduce per mano, grazie alla sua asserzione sopraccitata, dal mondo della pittura della pura astrazione (espressionista, siamo negli anni '60 a New York) a quello innovativo degli "interi campi di colore".
Elena Pellegrini sa donarci dunque una sua personale declinazione che sicuramente ha guardato alle grandi Avanguardie del secolo scorso e poi, con la sua intensa originalità e con un intelletto non comune, si è evoluta nei meandri delle conversazioni con la sua anima e con il colore senza mai risparmiarsi e rinnovandosi costantemente.”
Massimiliano Bisazza
“È di luce che dobbiamo parlare, l'artista Elena Pellegrini con le tele di grandi dimensioni e la poetica del segnale "vuoto” ha raggiunto il suo più alto grado di maturità, di equilibrio inventivo, di gradevolezza del discorso, di precisione del gusto, varietà nell'immaginazione e la capacità di creare senza mai ripetersi. Tutto ciò fa indubbiamente di queste opere una vocazione naturale e indiscussa.
L’artista ha lavorato in paesi internazionali quali l'Africa e Cuba, che le hanno permesso nel corso degli anni di diventare una meta raggiunta attraverso passaggi di lavoro sul suo conscio, e la consapevolezza di un arte che la porterà lontano nonostante il suo studio sia sempre stato il vero quale autentica fucina di idee.
Ogni pezzo rivive una magia e fa sì che sia una tela continuamente unica e diversa da se stessa, rivelando di volta in volta quella luce intensa e forte arrivando nello spazio del desiderio altrui.
Come per altre occasioni e circostanze anche questa volta Elena Pellegrini occupa vedute, percezioni, atmosfere, climi diversi e necessari; segni richiamati alla riflessione nell'invasione e nell'invenzione di queste opere "museali". Perchè di questo si tratta; comunque e senza possibilità di equivoci: scelte ricercate, volute e compiute in una dimensione sospesa che marca la delicata arte in una provocazione chiamata a rapporto, evocazione e smascheramento in uno studio di ricerca ben dettagliato del proprio lavoro.
È molto interessante la qualità leggera e discreta, il dialogo con il quadro dei sui pensieri anti-retorici, ironici, appassionati, insinuanti, ma quel che ancora più affascina è l'understatement di una operazione culturale che "monumenta" l'essenza dei miti e la dimensione che non teme accostamenti, né si ritrae come qualcuno vorrebbe di fronte alla misura del tempo e dello spazio.
Elena Pellegrini traduce in arte un'organizzazione di valori relativi alla propria singolarità, l'opera è quindi percezione e sentimento, seduzione, spazio e determinazione da ricondurre ad un'unità di equilibrio; è la riaffermazione dell'essere: "tutto questo parla di me…”
Nell'arte si trova la sua vera anima. I suoi quadri contengono grandi energie delle memorie nella trasformazione del suo vissuto con la certezza di una stabilità e pacatezza interiormente ritrovata. Senza confini né limiti traspare in modo quasi palpabile quello che nella vita va oltre, che sta dietro le cose, che ha corpo senza possedere un corpo e ha una valenza diversa rispetto alle nostre comuni categorie.
Esiste qualcosa che ha più forza della normale materia, forte come il pensiero delle nostre menti e le energie dell'universo, l'opera dell'autore è testimonianza di questo e di tutto ciò che si manifesta spontaneamente.”
Carla Zucchi
https://youtu.be/oJNoQ4wflNU?si=DoE_eko1fYAeUlxY