Paravicini, Tito Vespasiano, architetto, (Milano 1830 - Milano 1899), SIUSA
Di Tito Vespasiano Paravicini un progettista rimasto a lungo a margine della cultura architettonica milanese di fine Ottocento, si hanno poche notizie biografiche. Negli anni 1850-54 e 1862- 67 compie gli studi artistici presso l'Accademia di Belle Arti di Milano conseguendo il diploma di professore di disegno ma non l'abilitazione alla professione di architetto. Nel 1871 si reca in Egitto per incarico di un'impresa edile milanese, quindi si stabilisce a Milano dove affianca all'insegnamento una vasta attività pubblicistica che lo vede principalmente impegnato nel dibattito sul restauro architettonico. Membro della Society for Protection of Ancient Buildings (SPAB) dal 1881, è un acceso sostenitore delle tesi conservative di John Ruskin e William Morris. Autore di una Guida artistica di Milano, dintorni e laghi, edita in occasione dell'Esposizione del 1881, collabora al volume Milano tecnica (Milano, 1884), porta a termine Le arti del disegno in Italia di Pietro Selvatico, aggiunge un volume sulla Distribuzione generale degli edifici (Milano, s.d.) alla quinta edizione italiana del trattato costruttivo del Breymann e negli anni 1873-77 si fa promotore di una pubblicazione periodica, l'Albo dell'Architetto. Tra le opere architettoniche si segnalano la Tomba Pelanda al Cimitero Monumentale (1872) e Casa Viganò a Besana Brianza (1877-78); tra i progetti non realizzati, la sistemazione del Palazzo dei Giureconsulti (1871), il restauro della fronte dell'abbazia di Chiaravalle e l'arco trionfale per il monumento a Vittorio Emanuele II (1878).
Notizie tratte da: "Gli archivi di architettura in Lombardia. Censimento delle fonti", a cura di G.L. Ciagà, edito nel 2003 dal Centro di Alti Studi sulle Arti Visive, con la collaborazione della Soprintendenza archivistica della Lombardia e del Politecnico di Milano.
Bibliografia:
1913 - Ambrogio Annoni, a cura di, Il Cimitero Monumentale di Milano, Milano, Editore Bonomi, p. 16.