Figlio di Angelo Nodari, impiegato di ferrovia e di Maria Teresa, Vindizio rimane orfano di madre in tenera età, viene quindi affidato allo zio Domenico Pesenti che, già artista affermato in campo internazionale, lo prende presso di sé a Firenze, al ritorno di un viaggio da Monaco nel 1891 e lo prepara al mondo artistico. Il padre di natura poco espansiva, si risposa presto, ma di lui si sa poco, Vindizio si lega affettivamente invece moltissimo allo zio.
Poco più che ventenne partecipa, dal 19 dicembre 1896 al 31 marzo 1897, all’Esposizione di Belle Arti tenutasi in occasione della Festa dell’arte e dei fiori in Firenze con l’opera: Ricordo del Duomo di Firenze; in questo periodo Vindizio vive a Firenze con lo zio Domenico in via Bardi, 62.
Nel 1898 figura all’Esposizione di Primavera della Soc. per le Belle Arti di Milano con i due dipinti Ricordo del Duomo di Firenze (acquerello) e Mercato dei fiori nelle Logge di Mercato Nuovo in Firenze (acquerello). Dopo una permanenza a Mantova, si trasferisce il 30 luglio 1903, per un viaggio di studio a Parigi con studio in Rue la Bruyere. Conosce Balla, Boccioni, Carrà, ed insieme a Semeghini e Bresciani frequenta Umberto Brunelleschi e Anselmo Bucci. Nel 1903 espone all’Esposizione Annuale di Primavera della Soc. per le Belle Arti di Milano con il dipinto: Autoritratto. A Parigi cambia studio e si trasferisce in Rue Le Pic a Monmartre.
Nel 1904 prende parte all’Esposizione Annuale di Primavera della Soc. per le Belle Arti di Milano con tre opere: Nella Chiesa di Notre Dame, Nella stalla, Testa - studio. Nel giugno, dopo il soggiorno parigino, rientra a Mantova.
Nel 1905 partecipa all’Esposizione Annuale di Primavera della Soc. per le Belle Arti di Milano con quattro opere: Interno (Acquerello), Campagna al sole, Un ricordo di Parigi, Comignoli di Parigi. Lo stesso anno, figura alla VI Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia con l’opera Di sera; prende parte anche alla Mostra d’Arte Moderna di Mantova.
Dall’aprile al novembre del 1906, espone alla Mostra Nazionale di Belle Arti che si tiene nel Parco di Milano con quattro opere: In lavanderia, Di notte, Autoritratto, In St. Germain - Paris; lo stesso anno figura pure all’Esposizione Nazionale d’Arte di Firenze.
Nel 1906 riceve una borsa di studio Franchetti di L. 1.300.
Nel 1908 ordina una Mostra personale al salone Finzi di Mantova.
Continui sono i suoi spostamenti tra Mantova, Firenze, Venezia e Milano; instaura rapporti d’amicizia con Cesare Tallone, Paul Troubetzkoy, Leonardo Bazzaro…; dal 1908 al 1914 si trasferisce stabilmente a Milano, in via S. Pellico.
Nel 1910 partecipa alla Mostra annuale degli Artisti Lombardi della Soc. per le Belle Arti di Milano con il dipinto: Vita semplice. Figura, nel settembre-novembre, all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Brera al Palazzo della Permanente di Milano con il dipinto: Nel giardino del Cova di sera. Allestisce, pure lo stesso anno, una personale al salone Finzi di Mantova.
Nel maggio-giugno 1911, figura all’Esposizione Annuale della Soc. per le Belle Arti di Milano, con tre opere: Studio per ritratto, Al camposanto, Piccolo lago abbandonato. Nello stesso periodo, da una sua lettera scritta da Milano, il 4 maggio, si evince che partecipa alla Esposizione degli Indipendenti con 10 impressioni (…Quest’oggi, con l’Amelia, siamo andati a ritirare il mio autoritratto nella Esposizione degli Indipendenti, perché non adatto a quella mostra. Vi ho aggiunto invece, otto impressioni. In tutto ne espongo dieci. In questa Esposizione degli Indipendenti, espongono i così detti pittori futuristi…) Sempre lo stesso anno, prende parte all’Esposizione Internazionale di Roma con il dipinto: La famiglia del pastore.
Nel gennaio-febbraio 1912 figura alla Mostra di Pitture a pastello - Acqueforti e Monotipi della Soc. per le Belle Arti di Milano, con l’opera: Ritratto di mia moglie. Nell’aprile, alla Mostre d’arte fiorentina, è presente con i dipinti Laghetto abbandonato, e Nel giardino Cova a Milano; Arturo Stanghellini, su Vita d’Arte scrive: “Buono è invece per tornare ai paesisti il quadro del Nodari Pesenti Vindizio, Laghetto abbandonato, vivace ed audace l’altra impressione multicolore: Nel giardino Cova a Milano. Prende parte, nelle sale del “Cova” a Milano nell’autunno 1912, alla Mostra “Pittura Scultura Rifiutata alla X Esposizione Nazionale dell’Accademia di Brera”, con le opere: Profumo, Busto, Ostessa; Luigi Giovanola su Emporium scrive: “Un altro bel pittore, meritevole di più incoraggiante fortuna, è Vindizio Nodari-Pesenti. I suoi due quadri che si vedono qui sono espressione nella diversa ricerca del soggetto e dell’effetto, di un nobile temperamento artistico…”. Partecipa pure lo stesso anno all’Esposizione Nazionale d’Arte di Napoli.
Nel 1913 è invitato a tre importanti rassegne, a Monaco di Baviera alla II Internazionale d’Arte (Kunst Austellung), a Napoli alla Biennale Nazionale d’Arte, e a Roma, all’Esposizione delle Secessioni (Amatori e Cultori d’Arte).
Nell’aprile-giugno del 1914, alla LXXI Esposizione Annuale di Primavera della Soc. per le Belle Arti di Milano espone i due dipinti: Notte d’inverno, La famiglia del pastore.
Vindizio che è anche scultore predilige l’esecuzione di ritratti di familiari, amici, ragazzi e giovani donne.
Nel 1914 supera la selezione alla XI Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia, nella Sala Divisionisti Italiani con il dipinto: La sposa. Partecipa nell’autunno, all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Brera al Palazzo della Permanente di Milano con l’opera: Le Lucciole. Prende pure parte all’Esposizione alla Reale Accademia (Premio Ussi) di Firenze.
Nel 1915 interviene all’Esposizione Annuale di Primavera della Soc. per le Belle Arti di Milano con il dipinto: Sera d’estate. Dal dicembre 1915 al gennaio 1916, partecipa alla Mostra Artistica Mantovana pro mutilati e orfani di militari caduti in guerra, al Palazzo Ducale di Mantova con sessanta opere e una scultura, (l’esposizione è visitata dall’amico Umberto Boccioni che lo incita a percorrere la strada del Futurismo).
Nel 1916, in occasione dell’Esposizione Annuale di Primavera della Soc. per le Belle Arti di Milano, presenta due dipinti: Sole di mattino, Nel Duomo di Milano.
Nel 1917, in occasione dell’Esposizione Annuale di Primavera della Soc. per le Belle Arti di Milano espone due dipinti: Crepuscolo estivo, Nella notte.
Partecipa, nel 1918, alla Biennale Nazionale di Brera a Milano; lo stesso anno muore lo zio Domenico Pesenti che gli lascia in eredità la preziosa attività antiquaria nella bella casa del Bertani in Via Trieste a Mantova.
Nel 1920, partecipa alla XII Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia con il dipinto: La fidanzata. Nel novembre, ordina una mostra personale alla Galleria Pesaro di Milano con i pittori Bresciani da Gazoldo, Mario Lomini e lo scultore Aurelio Bossi, per l’occasione espone 61 opere, in catalogo è presentato da Raffaele Calzini.
Dal 30 marzo al 30 giugno 1921, partecipa alla Prima Biennale Romana (a Roma) con il dipinto L’ostessa. Dal 22 maggio, partecipa alla Mostra Artistica Mantovana, che si tiene nel Palazzo Ducale di Mantova: gli è riservata una sala, dove espone molti dei suoi ultimi dipinti ed anche alcune sculture. Contemporaneamente, da maggio ad ottobre, a Napoli, alla Prima Esposizione Biennale d’Arte della Città di Napoli, presenta tre dipinti: Sera d’estate, Nel Duomo di Milano, Notte d’inverno. Sempre lo stesso hanno è invitato alla Mostra Nazionale d’Arte di Firenze, ed allestisce una mostra personale a Mantova.
Partecipa, nel marzo-aprile del 1922, all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Brera al Palazzo della Permanente di Milano con il dipinto: La mia famiglia. Figura pure alla II Mostra Artistica Mantovana a Mantova, e dall’8 aprile al 31 luglio, interviene alla Mostra “La Fiorentina Primaverile” Prima esposizione Nazionale dell’opera e del lavoro d’arte nel Palazzo del Parco di San Gallo a Firenze con il dipinto: Ninì. Prende parte lo stesso anno, alla XIII Biennale di Venezia con il dipinto: Il regalo, l’opera viene riprodotta sul numero speciale dell’Illustrazione Italiana dedicato alla Biennale.
In occasione della 3a Mostra Artistica Mantovana, che si tiene nell’aprile-maggio 1923, nel Palazzo Ducale di Mantova, figura con venti opere. Partecipa, nell’ottobre-dicembre, all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Brera al Palazzo della Permanente di Milano con il dipinto: Nel vecchio Museo di Mantova.
Nel 1924, partecipa alla XIV Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia con il dipinto: Nozze d’oro; interviene anche alla II Esposizione Nazionale d’Arte e industria di Cremona, ed alla Mostra Nazionale di Belle Arti di Brescia.
Nell’ottobre-dicembre 1925, figura all’Esposizione Nazionale d’Arte alla Permanente di Milano con le opere: Ritorno al pascolo, Nozze d’oro.
Partecipa su invito, nel 1927, alla IV Mostra d’Arte del Sindacato Artisti Mantovani tenutasi nel Palazzo Ducale di Mantova, dal 21 aprile al 21 maggio, presentando quindici dipinti: Le nozze d’oro, Ritratto di S. E. Benito Mussolini (proprietà Amm. Prov. di Mantova), Ave Maria, Le melagrane, Cortile al sole, Mele limoncine, Sosta al vecchio lazzaretto, Giornata di pioggia, In campagna, Le pesche, Ritorno d al pascolo, Le pere, Uva nera, La raccolta delle mele, Uva bianca. Lo stesso anno partecipa all’Esposizione Nazionale d’Arte alla Permanente di Milano con il dipinto: Sera d’estate.
In occasione della Fiera d’Arte Mantovana, che si tiene nel Palazzo della Camera di Commercio di Mantova, dal 29 aprile al 24 maggio 1928, espone quindici dipinti: S. Marco - Venezia, Testa di vecchio, Dalle colline di Lonato, Notturno a Venezia, Lago di Endine in Val Cavallina, I lavoratori del ferro, Piccolo lago in Val Camonica, Vita semplice, Notturno a Mantova, Ninì (di sera) (Esposizione Nazionale di Firenze - Crociera Italiana nell’America Latina), Uva bianca (natura viva), Giornate di pioggia, L’ostessa (Internazionale di Roma -invitato-, Biennale giovanile di Napoli -invitato-), Museo di Mantova (Biennale di Brera), Pesche (natura viva), e le sculture: Ritratto di Signorina (terracotta), Scrutando (terracotta patinata), Ritratto di mia moglie (gesso patinato). È invitato ad esporre anche alla Quadriennale Nazionale di Torino; sempre nel 1928 allestisce una Mostra personale a Mantova.
Nel 1929, partecipa alla IIa Mostra d’Arte del Sindacato regionale Fascista Belle Arti di Lombardia al Palazzo della Permanente di Milano con il dipinto: Piccolo lago. Espone pure alla III Esposizione Biennale del Paesaggio di Bologna.
Nel 1930 partecipa alla XVII Biennale internazionale d’Arte Città di Venezia con la scultura in bronzo: Ragazza lombarda. Espone anche alla Festa d’Arte Mantovana di Mantova.
Nel 1931, in occasione della II Settimana Mantovana, a cura del Sindacato Fascista Belle Arti di Lombardia, Sezione di Mantova, partecipa alla Prima Mostra Provinciale d’Arte nel Ridotto del Teatro Sociale, dal 27 settembre al 17 ottobre, con cinque dipinti: Cucina di contadini, Sosta, Una strada a Esine, La figlia del pastore, Piccolo Lago e tre sculture: Donna lombarda (bronzo), Ragazza (bronzo), Fanciulla Mantovana (terracotta). Partecipa pure alla Mostra Collettiva d’Arte di Casalmaggiore (CR).
Dal 14 febbraio al 15 marzo 1932, partecipa al Palazzo della Permanente di Milano, alla 3a Mostra d’Arte del Sindacato Regionale Fascista Belle Arti di Lombardia con due sculture: Scrutando (terracotta), Ragazza lombarda (bronzo).
Nel 1933, dall’11 marzo all’11 aprile, partecipa alla IVa Mostra d’Arte del Sindacato regionale Fascista Belle Arti di Lombardia al Palazzo della Permanente di Milano con il dipinto: La terrazza, e due sculture: Bambino (terracotta), Ritratto di mia moglie (bronzo). Lo stesso anno, in occasione della III Settimana Mantovana, dal 30 aprile al 21 maggio, partecipa alla Mostra Provinciale Pittura e Scultura, tenutasi nel Palazzo Ducale di Mantova, con i dipinti: Mezzogiorno, In piena luce, La terrazza, Le scartocciatrici, Mattino in montagna, e con la scultura: Ritratto; alla Mostra Regionale Bianco e Nero con le opere: Leonessa, Leone, Buoi, Orso bianco, Tigre. Dal 6 al 15 agosto, ordina una mostra personale di pittura e scultura a San Martino di Castrozza. Lo stesso anno realizza il Monumento Venturini, per il Cimitero di Mantova.
Dal 1° al 31 maggio 1934, interviene alla Va Mostra d’Arte del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti di Lombardia al Palazzo della Permanente di Milano con due sculture: Ritratto (terracotta), Guardando il sole (terracotta), ed il dipinto: S. Martino di Castrozza. Dal 16 settembre al 21 ottobre, partecipa alla Terza Mostra Sindacale d’Arte al Palazzo Aldegatti di Mantova con le sculture Il Duce, ed il busto in gesso L. Gandolfi. Partecipa alla Terza Mostra d’Arte “Fiaccole ardenti”, che si tiene dal 16 settembre al 21 ottobre, nel Palazzo Aldegatti in via Chiassi a Mantova, presenta i dipinti: Col Bricon, Le Dolomiti, S. Martino di Castrozza, Pale, Studio e le sculture: Il Duce, Testa di Signorina, Medaglia d’oro L. Gandolfi.
Nel febbraio-luglio 1935 partecipa alla Seconda Quadriennale Romana con la scultura Autoritratto.
Dal 15 febbraio al 15 marzo 1936, partecipa alla VIIa Mostra d’Arte del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti di Milano al Palazzo della Permanente con due dipinti: Autoritratto, Paesaggio mantovano. Prende parte alla XX Biennale Internazionale d’Arte della Città di Venezia con la scultura in terracotta Fanciulla innamorata. Ancora lo stesso anno, in occasione della VI Settimana Mantovana figura alla V Mostra Sindacale Provinciale di Mantova nel Palazzo Te, dal 20 al 27 settembre, con cinque dipinti: Fiume Oglio in Val Camonica, Paesaggio mantovano, Renata, Paesaggio mantovano, Fiume Oglio in Val Camonica e cinque sculture: Autoritratto (terracotta), Ritratto dell’Avv. Ciro Finzi (bronzo), Ragazza (terracotta), Lalla (gesso patinato), Sotto la doccia (pietra artificiale).
Dal 13 febbraio al 14 marzo 1937, prende parte alla VIIIa Mostra d’Arte del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti di Milano al Palazzo della Permanente, vi espone il dipinto: Mattino d’agosto in Valle Camonica, e la scultura: Mio figlio (bronzo). Espone alla II Mostra Nazionale organizzata dal Sindacato Fascista Belle Arti di Napoli. Espone anche alla Mostra d’arte nel Padiglione italiano dell’Esposizione Universale di Parigi, per l’occasione presenta la scultura: Ragazza Lombarda (premiato con medaglia d’argento). Il Podestà di Milano, lo stesso anno, acquista il dipinto Mattino d’agosto, per la Galleria d’Arte Moderna. Partecipa alla Mostra Sindacale degli Artisti Mantovani tenutasi in occasione della VII Settimana mantovana, dal 12 al 19 settembre, al Palazzo Ducale di Mantova con tre dipinti di Paesaggio mantovano e due sculture, Fanciulla innamorata, Autoritratto.
Sul numero del 20 aprile 1938 della Voce di Mantova con la firma Il Critico Vagabondo appare un ampio servizio con due fotografie di opere di Vindizio. Dal 14 maggio al 14 giugno 1938, partecipa alla IX Mostra d’Arte al Palazzo della Permanente di Milano con due opere: Tiratore di fionda (Bronzo), Il fiume Oglio in Val Camonica.
Dal 29 aprile al 28 maggio 1939, partecipa alla Xa Mostra d’Arte del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti di Milano al Palazzo della Permanente con la scultura in bronzo: Ritratto, ed il dipinto: Pala di S. Martino. Sempre alla Permanente, figura alla Mostra Interprovinciale Lombarda delle Opere premiate nei Concorsi di Brera. Partecipa alla 3a Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma con il dipinto: Paesaggio mantovano. Partecipa anche, dal 14 maggio al 30 giugno, alla Mostra dei Pittori, Scultori e Incisori Mantovani ’800 e ’900 al Palazzo Te di Mantova con le scultura S.M. il Re Imperatore e Il Duce, Giocatrice di cerchiello, Tiratore di fionda, Ritratto di Giovanni Acerbi ed i dipinti: Col Bicon, Mattina d’estate, In giardino, Natura viva, Paesaggio. Figura alla mostra di pittura e scultura Premio Livorno.
Il 21 aprile 1940, il Busto a Giovanni Acerbi, opera dello scultore Vindizio Nodari Pesenti viene ufficialmente inaugurato a Castelgoffredo, alla presenza del Prefetto e del Federale di Mantova. Lo stesso anno partecipa alla XXII Biennale Internazionale d’Arte della Città di Venezia con il dipinto: Sulla laguna e con la scultura in bronzo: Giovinetta.
Figura, nel maggio-giugno 1941, alla VIII Mostra Sindacale degli Artisti Mantovani, con quattro dipinti: Fiume Oglio in Val Camonica, Giardino d’inverno, Mattino sulla laguna (opera esposta alla XXII Esposizione Internazionale di Venezia), Sosta in campagna e quattro sculture in terracotta: Frammento, Contadinella che ride, Frammento e Ritratto di Marisa. È presente pure alla Mostra Nazionale d’Arte di Cremona.
Partecipa, dal 6 al 21 giugno 1942, in occasione della IX Mostra sindacale degli Artisti Mantovani, tenutasi nel Ridotto del Teatro Sociale di Mantova, con cinque dipinti: Paesaggio mantovano, Paesaggio virgiliano, Il piccolo lago, Lago della Seraia (Pinè), Autunno mantovano. Dal 1 al 31 agosto, partecipa al “Premio Verona” Prima Mostra Nazionale d’Arte a celebrazione dell’agricoltura nei frutti, nei fiori e negli animali, al Palazzo della Gran Guardia di Verona con il dipinto: Frutteto in fiore. Nei mesi di ottobre-novembre, partecipa alla XIIa Mostra Interprovinciale del Sindacato Fascista Belle Arti di Milano, Concorsi Paesaggio Lombardo e Ritratto al Palazzo della Permanente con il dipinto: Mantova.
Nel 1943, dal 1 al 15 settembre, prende parte al 2° Premio Verona, Mostra Nazionale d’Arte a Celebrazione dell’Agricoltura nel Palazzo della Gran Guardia di Verona con l’opera: Frutta.
Interviene alla X Mostra Sindacale d’Arte nel 1944, dal 23 aprile al 14 maggio, allestita nella sede dell’Unione professionisti e artisti in via Marangoni 14 a Mantova con il grande quadro Primavera (che l’artista ha nobilmente offerto, com’è noto, in memoria dei tre “Volontari della Morte” mantovani caduti in seguito ad incursione aerea), Gladioli, Natura morta di frutta, Alla Fiera di Sant’Anselmo e con le sculture di Ritratto ed il grande bronzo: Giovinetta (opera accettata alla XXII Biennale di Venezia).
Dal 26 ottobre 1946, a cura di un gruppo d’artisti cittadini viene allestita negli ambienti della Ex Banca Popolare in Corso Vittorio Emanuele a Mantova, una personale di pittura e scultura dedicata a Vindizio Nodari Pesenti. Lo stesso anno aderisce alla manifestazione per beneficenza organizzata dagli “Artisti indipendenti”, nel dicembre, donando un’opera per l’acquisto di scarpe per i bambini poveri, la mostra ha avuto grande successo e tutti le opere sono state vendute.
Nel 1948 partecipa alla XXIV Biennale Internazionale d’Arte della Città di Venezia con il dipinto: Paesaggio mantovano e la scultura in bronzo: Ritratto di mia Moglie. Nell’agosto, partecipa alla Mostra d’Arte di Casteldario.
Nel maggio 1949 partecipa al Premio Nazionale di Cremona. Partecipa nel settembre al II Premio Suzzara con l’opera La mondina. In occasione della Mostra Nazionale di Pittura e Scultura “Premio Mantova 1949”, tenutasi al Palazzo della Ragione di Mantova, dal 18 dicembre al 15 gennaio 1950, partecipa con tre dipinti: Paesaggio lacustre, Lavandaie, Fiori e tre sculture: Ritratto, La fionda, Autoritratto.
Interviene, nel maggio-ottobre 1950, alla Mostra Collettiva Artisti Mantovani nel Palazzo Te di Mantova con dieci dipinti: La sposa, Nozze d’oro, Il regalo, La fidanzata, Sulla laguna, Paesaggio mantovano, Bienno Valle Camonica, Zinie, Peschi in fiore, Nella casa dei Leutelmonte in Esine e sei sculture: Ragazza lombarda, Fanciulla innamorata, La ginnasta, Ritratto di mia moglie, S.E. Avv. Ennio Avanzini, Giovinetta sorridente. Lo stesso anno, partecipa su invito alla XXV Esposizione internazionale d’arte Città di Venezia con la scultura in terracotta: Anna Visconti.
Nell’aprile 1951 viene rubato nel Cimitero Israelitico di Mantova il Busto dell’Avv. Ettore Finzi (in bronzo) opera di Vindizio Nodari Pesenti. Lo stesso anno prende parte alla Mostra d’Arte Sacra all’Angelicum di Milano, alla 50a Biennale di Verona con un dipinto e una scultura, ed all’Esposizione d’Arte italiana contemporanea in Brasile; nel settembre espone alla mostra d’arte contemporanea di Asola.
Nel 1952, alla Mostra del Risorgimento Mantovano 1848-1860, tenutasi alla Casa del Mantegna, dal 21 settembre al 4 novembre, viene esposta la scultura in bronzo Ritratto dell’Intendente Generale Giovanni Acerbi, di proprietà del Comune di Castelgoffredo.
Nel 1953, figura all’Esposizione Nazionale d’Arte - Biennale di Brera al Palazzo della Permanente di Milano la scultura in terracotta: Anna Visconti, partecipa anche alla LI Biennale Nazionale di Verona.
Dal 29 maggio al 15 giugno 1954, al Palazzo Reale di Milano, espone al Premio Marzotto per la pittura con il dipinto Piccolo lago di montagna; le opere verranno trasferite a Valdagno dove resteranno esposte al Club Unione, dal 20 agosto al 15 settembre. Dal dicembre al gennaio 1955, in occasione della 8a Mostra annuale degli Artisti Soci alla Società per le Belle Arti al Palazzo della Permanente di Milano i due dipinti: Giardino d’inverno, Giardino d’estate.
Nel 1955, interviene alla LII Biennale Nazionale di Verona e, nel settembre-ottobre figura al II premio di Pittura Città di Bozzolo con l’opera Lago di Mantova. Nel novembre-dicembre è presente alla XIX Biennale di Milano con due dipinti: Dalie, Diavoli rossi, e due sculture: Sorriso di giovanetti (bronzo), Scrutando (terracotta).
Dal 16 giugno 1956, interviene alla Mostra della CISL al Palazzo della Ragione di Mantova; Verzellesi sulla Gazzetta di Mantova scrive: “Pesenti fa pensare alla suprema misura raggiunta in certe opere da Seurat.” In occasione della Mostra Interprovinciale di Arti Plastiche e Figurative, alla Casa del Mantegna di Mantova, che si tiene dal 17 giugno al 1 luglio, gli viene organizzata una Mostra personale nella quale presenta 24 dipinti. Lo stesso anno esegue, per il nuovo palazzo della Banca del Lavoro di Mantova, la Porta Leona, uno dei sei pannelli a bassorilievo di metri 2,50 per 1,90. Partecipa al Premio Marzotto 1956 - 4a Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea alla Permanente di Milano con tre opere: Giardino d’inverno, Il carosello, Viale di rose.
Nel 1959, l’Accademia Latinitati Excolendae Artium et Litterarum nomina Vindizio “Accademico e Socio Effettivo”. Dal 23 dicembre dello stesso anno, con tre dipinti, prende parte alla Mostra Collettiva d’Arte, promossa dall’Associazione Artisti Professionisti, presso il Circolo La Rovere di Mantova.
Vindizio Nodari Pesenti muore a Mantova il 23 aprile 1961.
Dalla sua morte è la nuora Licia Benedini a dedicarsi alla divulgazione dell’opera dei due Pesenti (Domenico e Vindizio Nodari). La Gazzetta di Mantova del 1 agosto 1961, in occasione della commemorazione nazionale di Giovanni Acerbi, pubblica a corredo, dell’articolo la foto del magnifico busto dell’Acerbi eseguito da Vindizio Nodari Pesenti. Sempre lo stesso anno, alla Rassegna Arti Figurative Mantovane dall’800 ad oggi, tenutasi alla Casa del Mantegna, dal 25 settembre al 31 ottobre, vengono presentate dieci opere: Vigna, Cocomero, Nevicata, Autoritratto, Giardino, Ritratto di vecchio, Giardino d’inverno, La fionda (bronzo), Il cerchio (bronzo), Testa di donna (bronzo).
Dal 23 dicembre 1967 al 5 gennaio 1968, due sue opere figurano alla “Rassegna dei pittori mantovani scomparsi” che si tiene alla Galleria La Saletta di Mantova.
Nel Palazzo della Ragione di Mantova, dal 5 al 20 aprile 1969, viene ordinata una grande mostra antologica di Vindizio e Domenico Pesenti, il primo espone 65 opere tra dipinti (di cui alcuni inediti) e una decina di sculture. In catalogo Mario Lepore scrive: “La padronanza dei propri mezzi gli consente una presa di possesso del motivo pittorico scelto, senza incertezze, una condotta dell'esecuzione unitaria e vigorosa. Alcuni dipinti potranno essere più o meno accattivanti nel tema, nella invenzione narrativa, ma il risultato pittorico non ha oscillazioni. E questo si riscontra non soltanto nei grandi quadri di composizione ma anche in quelli di minori dimensioni, quale sia la tematica. Anzi qui sovente affiora un modo più abbreviato e diretto, che poi nei dipinti degli ultimi venti anni -grosso modo- della sua vita mi pare si faccia dominante. In certo senso in questa ultima parte della sua attività, sembra rifiutare le ambizioni narrative, si vuole concentrare sul discorso pittorico essenziale. Ha conosciuto impressionismo e post-impressionismo; ha visto “fauves” e futuristi e cubisti, ha visto anche il Novecento (in una sua grande scena contadina mi è sembrato di scorgerne una traccia pure se in definitiva non è novecentesco) ma adesso alla sua maestria e al suo spirito sembrano sufficienti un angolo di paesaggio, un breve motivo pittorico di fiori o frutta, per esprimere se stesso direttamente, fluidamente. Ed ha ragione: riesce di una concentrata e insieme agile efficacia comunicativa, molto moderna. Non sono le forze che gli mancano: è un uomo solido, tanto che da tempo alla pittura ha unito con successo vivissimo la pratica della scultura, che è arte dura, manuale faticosa, nella quale la sua conoscenza della forma e la sua capacità di modellatore gli hanno permesso di eseguire opere sovente molto notevoli, specie alcuni ritratti maschili e muliebri.
È semplicemente per ritornare al discorso di prima che, spirito inquieto, come Vindizio Nodari Pesenti, che nonostante un certo suo fondo ragionatamente conservatore, egli vedeva adesso un'altra via e volle percorrerla. Vi riuscì: certi suoi brani pittorici come una natura morta con anguria, dei tralci d'arancia, e delle navi alla fonda per esempio, segnano un attuale raggiungimento. Anche nel sostanziale intelligente rispetto della tradizione che ha sempre distinto il pittore nel suo libero, lungo operoso cammino di valido artista, che resta nella storia dell'arte italiana tra le personalità spiccate della sua epoca”. Anche Umberto Bonafini all’avvvenimento dedica un ampio servizio sulla “Gazzetta”.
Dal 18 gennaio 1975, presso la Galleria Il Deschetto di Mantova viene ordinata una sua Mostra retrospettiva a cura di Maria Gabriella Savoia Sartori; sulla Gazzetta di Mantova, Vittorio Lusvardi scrive: “Le mostre dei due Pesenti allestite al “Deschetto” hanno portato a una vera riscoperta d’un figurativo mantovano messo purtroppo nel dimenticatoio, ma che ebbe notevoli risonanze anche al di fuori dei confini provinciali”. Sempre presso la Galleria Il Deschetto, figura alla collettiva di Artisti Mantovani, che si tiene nel mese di marzo. È ricordato alla rassegna L’arte figurativa mantovana del XX secolo, che si tiene presso l’Antico Caffé Teatro di Quistello (MN), dal 23 agosto al 7 settembre 1975.
A cura di Maria Gabriella Savoia Sartori viene organizzata, dal 18 febbraio al 3 marzo 1978, nella Galleria mantovana “Il Deschetto” la prima mostra di Disegni inediti di Domenico Pesenti e Vindizio Nosari Pesenti.
Presso il Museo Civico, Galleria d’Arte Moderna di Mantova, di Palazzo Te, gli viene ordinata da Zeno Birolli e Gian Maria Erbesato, nel dicembre 1979 - gennaio 1980, una importante mostra antologica, per l’occasione viene edita una ricca monografia.
Viene inserito nell’ottobre 1982 nella Mostra itinerante “Dal Mincio al Naviglio e ritorno. Artisti nell’Alto Mantovano dal 1900 al 1950” tenutasi a cura di Renzo Margonari nel Museo d’Arte Moderna dell’Alto Mantovano di Gazoldo degli Ippoliti, e poi nel 1983 presso il Palazzo Bagatti Valsecchi a Milano.
Nove suoi disegni sono esposti alla Mostra del Disegno Mantovano che si tiene a Mantova nel Museo Civico di Palazzo Te nel settembre-dicembre 1984.
Viene ricordato anche nella rassegna “Itinerari gonzagheschi”, tenutasi a Sabbioneta dal 3 al 30 settembre 1988.
Nel febbraio 1990 sue opere sono esposte alla mostra “Collezionismo mantovano: dall’800 sino ad oggi”, che si tiene nelle sale del Circolo La Rovere di Mantova. Lo stesso anno è inserito nella importante Mostra del Divisionismo Italiano che si tiene a Trento, dal 21 aprile al 15 luglio.
Dal 13 aprile al 3 maggio 1992, nel Teatro Comunale di Medole in occasione dell’inaugurazione della Civica Raccolta d’Arte è inserito con l’opera: Giovanni Acerbi nella Collettiva “Cento anni di Pittura mantovana 1895-1985”. Il 19 settembre a Mantova, la galleria Einaudi inaugura la mostra itinerante “Vindizio Nodari Pesenti dipinti e disegni”, in catalogo testi di Mauro Corradini, Giannino Giovannoni, Gianna Pinotti; la mostra prosegue poi, dal 15 al 22 ottobre, a Medole e Castelgoffredo, e, dal 2 al 20 novembre, a Brescia.
Nel 1997, dal 23 febbraio a 9 marzo, sue opere sono presentate alla mostra “Omaggio ad Artisti Mantovani da fine 800 al 900”, alla Città degli Antiquari di Casteldario. Figura con il dipinto L’Agguato (del 1914), alla mostra che si tiene a Palazzo Te, dal 18 ottobre al 14 dicembre, intitolata “Incanto della città - Immagini di Mantova nella quadreria comunale d’Arte moderna”. È inserito nella mostra “Il disegno mantovano” che si tiene dal 2 dicembre al 10 gennaio 1998 presso la Galleria Arianna Sartori - Arte di Mantova.
È rappresentato alla rassegna “Arte a Mantova 1900-1950”, a cura di Zeno Birolli, che si tiene in Palazzo Te a Mantova dal 26 settembre 1999 al 16 gennaio 2000. Dal 16 ottobre al 5 dicembre 1999, figura alla Mostra “Il disegno a Mantova 1900-1950” che si tiene presso la Pinacoteca Comunale di Quistello (MN).
Due sue opere, Paesaggio virgiliano e Ritratto sono esposte nella Mostra “Collezione d’arte moderna della Provincia di Mantova”, allestita presso la Casa del Mantegna dal 16 luglio al 10 settembre 2000.
Nel 2001 il Comune di Mantova acquisisce il Fondo Nodari Pesenti dall’erede Licia Benedini Nodari; le opere vengono esposte nel mese di maggio, e fino al 1° luglio, al Palazzo della Ragione. Affianca la mostra un importante volume monografico.
La Galleria d’Arte Moderna di Milano possiede il dipinto: Mattino d’agosto in Valcamonica.
Bibliografia:
1922 - XIII Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia, Numero speciale della Illustrazione Italiana, Milano, Treves, supplemento al n. 31 del 30 luglio, p. 16.
2003 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, volume V, Na - Ru, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 2129/2147.
2014 - Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni, a cura di Arianna Sartori, catalogo mostra, Casa Museo Sartori, Castel d'Ario (MN), Archivio Sartori Editore, Mantova, pp.nn.