Moroni Federico

pittore disegnatore illustratore
Santarcangelo di Romagna (RN), 24 dicembre 1914 - Santarcangelo di Romagna (RN), 24 luglio 2000

Federico Moroni era nato a Santarcangelo di Romagna il 24 dicembre 1914. La sua educazione scolastica fu facilitata dall’aiuto dalla sorella del padre, Giulia, maestra elementare. Egli si diplomò senza entusiasmo presso le scuole magistrali di Forlì; ma avrebbe voluto dedicarsi al cinema. Dopo la scuola avrebbe voluto passare al cinema, ma come fare se non esisteva a Roma una scuola per registi?

Dalla metà degli anni Trenta, Moroni inizia ad insegnare sull'Appennino romagnolo, a Montetiffi, presso la scuola elementare. Contemporaneamente comincia a dipingere piccoli oli e acquerelli. Con la seconda guerra mondiale, è arruolato e mandato in Jugoslavia a Forte Mamula, presso le Bocche del Cattaro. Ma non smette di pensare alla pittura. Al ritorno dalla guerra, riprende la produzione grafica, cominciando ad affrontare alcuni temi che sono alla base del suo percorso pittorico.

Da questo momento, la maggior parte dei lavori di Moroni è fatta di fogli a china e acquerello che facilmente si prestano a suggerire assonanze e rimandi e a creare le atmosfere umide e bagnate che egli predilige. …in Moroni vi è una linea che congiunge la scrittura e la pittura; è un percorso che corre parallelo alle vicende dei poeti dialettali della sua terra. La prima, eccezionale ed unica per compiutezza e per perfetta corrispondenza tra parola scritta e grafica, nonha mai avuto una conclusione editoriale: si tratta del volumetto de I scarabòcc (Faenza, Fratelli Lega, 1946) di Tonino Guerra con disegni originali dell’artista ritagliati e incollati; forse, nacque da un’idea del poeta per un’edizione illustrata delle liriche. In nuce, vi compaiono alcuni temi sui quali l’artista tornerà sempre negli anni: il treno in corsa, le biciclette e i rottami, le sedie, gli insetti e un rarissimo minuscolo viaggio in mare rappresentato sul recto di una moneta a commento delle vecchie barche «Bèrchi véci» cantatene i versi di Piróz. Molti anni più tardi, nel 1976, Moroni prende spunto da alcune poesie di Giuliana Rocchi (E vien) per una cartella di serigrafie con cicale. È suo il trombone solitario che apre Vent ad garbein, raccolta di liriche in dialetto di Gino Sancisi; disegna il rospetto (La traversata) per la copertina delle fiabe di Nino Pedretti, Nella favola siamo tutti; alcune sue opere si ritrovano, assieme a quelle degli amici Lazzaro Lombardini,Giulio Turci, Lucio Bernardi, nell’antologia “Cento anni di poesia dialettale romagnola”, curata da Quondamatteo e Bellosi.

Nonostante la lunga carriera artistica (Moroni muore a Santarcangelo di Romagna il 24 luglio 2000) e il talento indiscutibile, per molto tempo, la critica ha posto in primo piano soprattutto l’esperienza di maestro presso la scuola del Bomaccino, apprezzata in particolare dalla pedagogia anglosassone e statunitense.


Bibliografia:

1990 - Federico Moroni (1935-1985), a cura di Gaetano Landolina, catalogo mostra, Cesena, Galleria Comunale d'Arte, pp.nn.

1997 - Federico Moroni, "Le cose perdute", Rimini, stampa Ramperti, pp.nn.

1999 - Federico Moroni, Ricordi e amnesie. Racconti romagnoli con 19 chine inedite dell'autore, Ravenna, edizioni del Girasole, pp. 112.

2002 - Manuela Ricci, Simonetta Nicolini. "...e giù, in fondo, al mare. Un viaggio di Federico Moroni e Tonino Guerra", catalogo mostra, Cesenatico, Casa Moretti, pp. 96.

2006 - L'arte di Moroni. Mostra antologica, catalogo, Comune di San Leo, Musei della Città, pp..nn.

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