Giorgio Morigi nasce a Ravenna il 3 gennaio 1908.
Terminati gli studi tecnici, iniziò a frequentare i corsi
preparatori per accedere all’Accademia di Belle Arti di Ravenna,
diretta da Vittorio Guaccimanni nel 1919, lì seguì i corsi di scultura, intaglio e mosaico e si diplomò nel 1927. Lo stesso anno vinse il Primo Premio alla Mostra Internazionale d’arte di
Conegliano Veneto.
Dal 4 giugno al 27 luglio 1933, partecipa alla “III Mostra d’Arte Moderna. Sindacato Fascista delle Belle Arti Emilia Romagna”, che si tiene a Ferrara, con le sculture: Testa di vecchio.
Dal 15 al 30 settembre 1936, partecipa alla II Mostra d'Arte Moderna, Sindacato Fascista delle Belle Arti, di Ravenna, con le sculture: Lo sfregiato, Impero, A. O. (Africa Orientale) medaglia.
Dal 4 novembre al 31 dicembre 1936, partecipa alla Quinta Mostra Interprovinciale del Sindacato Fascista Belle Arti Emilia Romagna, che si tiene a Bologna, nel Palazzo del Podestà, con la scultura: Arnaldo (Mussolini), e con Medaglie.
Nel 1939 realizza la medaglia: Auspicium "Legionari di Spagna".
Nel 1940 realizza uno dei suoi capolavori per resa realistica e potenza espressiva: il busto in bronzo di Carlo Delacroix (Ravenna, Istituzione Biblioteca Classense), che viene collocato all’interno della casa del mutilato a Ravenna, per la quale progetta anche la decorazione dell’arengario, con un altorilievo in marmo dove al centro campeggiava una Medusa.
Parte come volontario, col grado di tenente nel 29° reggimento artiglieria Modena, per il fronte greco-albanese, dove trova la morte il 17 giugno 1941, nei pressi di Atene.
Bibliografia:
1933 - III Mostra d’Arte Moderna. Sindacato Fascista delle Belle Arti Emilia Romagna, catalogo mostra, Ferrara, giugno - luglio, p. 48.
1936 - II Mostra d'Arte Moderna, Sindacato Fascista delle Belle Arti, Provincia di Ravenna, p. 22.
1936 - Quinta Mostra Interprovinciale del Sindacato Fascista Belle Arti Emilia Romagna, catalogo mostra, Bologna, novembre - dicembre, pp. 22, 31, 87 ill.
1939 - E. Minelli, Legionari d'Italia..., Milano, Le vie del mondo, n 2 febbraio XVII, p. 162.
