Nato a Casale Monferrato il 30 agosto 1888. Combattente della guerra 1915-1918. Ha studiato alla Regia Accademia Albertina di Torino. Direttore dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova e Accademico perla classe della scultura dell’Accademia stessa. Accademico della classe scrittori d’Arte.
Nel 1924/1925 realizza Il Monumento ai Caduti di Conegliano (I Piloni della Memoria - due colossi bronzei posti all'entrata di Conegliano), inaugurati alla presenza del Re, domenica 8 novembre 1925, con un discorso dell'on. Zimolo.
Opere nel Cimitero Monumentale di Staglieno (Crocifisso nel Sacrario dei Caduti (1935-1936) e Monumento ai Caduti di Genova, Sant’Ilario (1933), Monumento ai Caduti di Genova Rivarolo (inaugurato il 21 giugno 1926), Monumento ai caduti Caserma "Doria" di Genova (1922), Monumento ai Caduti a Sestri Levante.
Sculture: Bassorilievi nella Casa del Fascio (1938).
Statua del “Navigatore” in Genova (1938); statua della Vittoria sulla piazza della Vittoria di Genova, e pannelli decorativi a lapide con scene militari.
Numerose opere all’estero. acquisti della Confederazione Professionisti ed Artisti e della Confederazione Fascista dei Commercianti.
Ha preso parte a numerose Mostre sindacali, intersindacali, nazionali ed internazionali di Genova, Torino, Cuneo, Napoli, Berna; nel 1938 partecipa a Berna alla Kunsthalle Esposizione d’Arte Italiana Contemporanea. Premi alla Reale Accademia Albertina di Torino. Premio del Duce alla mostra intersindacale (1941).
Nella primavera del 1942 partecipa a Roma, alla Prima Mostra degli Artisti Italiani in Armi, presenta cinque sculture: Vittorio (marmo), Il Re Imperatore (cera), Il Duce (cera), Il Fuhrer (cera), Legionario (bronzo).
Bibliografia:
1925 - Il Monumento ai Caduti di Conegliano, La Grande Illustrazione d’Italia, n. 10 dicembre, p. 33.
1942 - Prima Mostra degli Artisti Italiani in Armi, catalogo, Roma, Stato Maggiore R. Esercito, pp. 62, 280/283.
2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume II, M-Z, Adarte, p. 590.