Morandi Giorgio

pittore incisore
Bologna, 20 luglio 1890 - Bologna, 18 giugno 1964

Artisti italiani: GIORGIO MORANDI: «Sono nato a Bologna nel 1890 ed ho studiato alla Regia Accademia di questa città.

«Dipingo ed incido paesi e nature morte.

«Insegno incisione nella Regia Accademia diBelle Arti di Bologna.

«Ho collaborato alle riviste: Valori plastici. Il Selvaggio e L’Italiano.

«Di me hanno scritto: Bacchelli, Longanesi, Maccari, Soffici ed altri ».

Non è stato possibile cavar di più dal Morandi. S’è avuto un bell’insistere, che per ragioni tipografiche ci voleva qualcosa di più. Giorgio Morandi ha sempre risposto: «Mi pare che non ci sia null’altro da poter dire».

Siamo andati allora a trovarlo nella sua Bologna. L’abbiamo intoppato che usciva di casa, lungo, curvo, nero, con un nero cane a guinzaglio.

La testa gli è rientrata nelle spalle (i suoi capelli sono tagliati alla fratina da incerta mano non di parrucchiere); poi tutto il suo lungo corpo è rientrato nella casa. E noi dietro.

Ci fa accomodare nel «salotto bono»; c’è sul tavolino a tre gambe una cartolina giunta dalla Spagna. Morandi ce la mostra e comincia a parlare del suo amico volontario. Domandiamo di lui. Non ha nulla da dire. Ci vede poco, non legge più. Ha bisogno di tranquillità. Ci pare che ne abbia a sufficienza in quella sua casa silenziosa. Ma ha la mamma che non sta bene.

Gli domandiamo dove ha lo studio. Ci guida in ima stanza dove in cattive cornici, con vetri rotti, diverse incisioni sono appese al muro. Ma son tutte «prove d’artista». E le lastre? Distrutte.

Sul cavalletto c’è un paesaggio. È cominciato da due anni. Superfici quasi piane di rari colori. Una ricerca severissima di un’armonia pittorica che ha veramente del sublime.

Morandi toglie la polvere di sulle tele. «Prima di morire - dice - vorrei condurre a fine due quadri. Quello che importa è toccare il fondo, l’essenza delle cose». Dice essenza e si sente che intende dire essere. Non parere, essere. La prendiamo come confessione di quell’oggettivismo che invano si cerca nelle sonanti dichiarazioni di classicismo.

Sopra un trespolo notiamo un gruppo di strane bottiglie. Le bottiglie di Morandi. Ci ricordiamo di quando, ad Arezzo, Gianni Poggeschi, mostrandoci i numerosi e composti garretti dei cavalli di Pier della Francesca, uscì in questa esclamazione «Guardate Morandi!».

Usciamo fuori insieme. Dondola sui piedi. La luce gli dà noia agli occhi. Di mostre, di esposizioni e di polemiche non sa nulla. Non ha che un ritornello: «Mi lasciassero in pace! Prima di morire vorrei condurre a fine due quadri, due soli quadri».

Sporge il labbro inferiore molto gonfio sui denti bacati. Chiude gli occhi e assapora il caffè. (1937 - Artisti Italiani: Giorgio Morandi. Il Frontespizio, Firenze, Vallecchi Editore, n. 9 settembre, pp. I/VIII)

Nel 1930 partecipa alla XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con le acqueforti: Piccolo giardino, Natura morta, e tre dipinti: Ritratto, Natura morta N. 1, Natura morta N. 2.

Nel 1939 figura alla Esposizione Internazionale di San Francisco, nel sezione Arte Italiana, dove presenta il dipinto: Natura morta con la caraffa.

Nel 2017 al Palazzo Te di Mantova, viene ricordato con la mostra: Giorgio Morandi. Tacita Dean. Semplice come tutta la mia vita,


Bibliografia:

1930 - XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra,pp. 53.

1937 - Artisti Italiani: Giorgio Morandi. Il Frontespizio, Firenze, Vallecchi Editore, n. 9 settembre, pp. I/VIII (9 quadri a olio - 8 incisioni - 1 disegno).

1939 - Arte italiana a San Francisco, Le vie del mondo - Rivista mensile del Touring Club Italiano, Milano, anno V, n. 6 giugno, p. 242.

2017 - Giorgio Morandi. Tacita Dean. Semplice come tutta la mia vita, a cura di Massimo Minnini e Augusto Morari, catalogo mostra, Mantova, Palazzo Te, Skira Editore, Milano, pp. 120.

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