Montecchi Vasco

scultore
Castagneto di Baiso (RE), 23 marzo 1938

Vasco Montecchi una vita di partenze e ritorni & il Museo Diffuso di Castagneto

di Marzio Dall’Acqua


Il mondo incantato dell’infanzia e della prima giovinezza in un luogo di per sé magico è una ricchezza che ci si porta dietro per tutta la vita. È il caso dello scultore, di fama internazionale, Vasco Montecchi, nato a Castagneto di Baiso, nelle terre matildiche reggiane, il cui toponimo già parla di dense foreste di castagne sostegno ad una economia agricola povera, che aveva nella pastorizia e in una cava di pietra le uniche attività alternative. Nacque il 23 marzo del 1938.

La piccola borgata di Castagneto (550 mt.), senza negozi né bar era, allora come oggi, immersa in uno splendido paesaggio naturale, dominato dal monte Valestra (935 mt.) definito “sacro” per il suo richiamo magico nato da un intreccio di storia e leggende che si perdono nella memoria del lontano passato, sul crinale spartiacque tra le valli del Secchia e del Tresinaro, affascinante per l’intrinseca bellezza del fitto manto di castagni, carpini e noccioli, che per la possibilità di spaziare, dai balconi naturali della sua sommità, su panorami fantastici che vanno dalla città di Modena alle Alpi, dalla catena appenninica tosco-emiliana alla Pietra di Bismantova.

Come da unghiate di giganti il verde della vegetazione è interrotto dai calanchi, che nascono da fenomeni di intensa erosione superficiale provocata dalle acque in zone argillose. I calanchi di Baiso hanno la caratteristica di essere multicolori.

Castagneto conserva tracce del XV secolo, periodo nel quale si strutturò come abitato, con un primo gruppo di case rurali articolate ad una torretta colombaia. Lungo la strada di attraversamento del borgo rimane l’oratorio dedicato ai SS. Antonio e Mauro. Poco oltre sorge un interessante palazzotto, ristrutturato, ma probabilmente riferibile al XVII secolo. All’estremità occidentale di Castagneto si innalza una massiccia casa-torre cinquecentesca. Una delle primissime case del paese è quella in cui nacque Vasco Montecchi e perché si è insistito tanto nel descrivere questo minuscolo borgo il lettore lo capirà meglio leggendo l’intera biografia dell’artista.

Nella povertà estrema di quegli anni infantili, del resto poi sconvolti dalla guerra, dalle incursione aeree e dalle lotte partigiane, Vasco, con gli altri bambini aveva ben pochi giochi, ma con loro amava modellare la creta che si trovava al “Tursel” una specie di piazzetta nel punto più alto del borgo ed abituale luogo di incontro dei residenti. Con la creta si costruivano le cose più diverse dalle palline, ai carri, ai trattori, ai camion, agli animali. Nei calanchi si andava a cercare sassi luminosi e dalle forme particolari e nella cava a vedere lavorare la pietra.

Lo stesso Vasco Montecchi nel 2012 ha rievocato questo mondo in un bel libro che conserva la freschezza dell’infanzia intitolato “Il Castagneto visto da un bambino dal 1941 al 1953”, illustrato in un senso corale con le fotografie di coloro che allora vivevano nel borgo.

Nel Dopoguerra, costretto dalle difficoltà economiche, emigrò molto giovane in Francia. Lavorò come carpentiere a Zurigo e in Andorra e poi ancora a Bordeaux e Strasburgo e nelle pause del faticoso lavoro coltivava il suo urgente desiderio di creatività. Ma fu solo molto più tardi che poté riprendere quel discorso interrotto con le esigenze più intime del suo spirito. Negli anni che lo hanno visto protagonista di una fortunatissima stagione artistica, ha finito per trovare nella scultura il suo linguaggio d’elezione; ha realizzato opere pubbliche di grande rilievo visibili in Italia e all’estero e ha mostrato il suo lavoro in prestigiose sedi espositive nel mondo.

Dopo aver lavorato come emigrante in giro per l’Europa, Montecchi è ritornato nei luoghi simbolo di questa personale odissea ma con una nuova prospettiva: nel 1998 una sua mostra antologica ha avuto luogo nel Parlamento Europeo di Strasburgo e nel 2000 la sua opera in marmo “Forma” è stata scoperta ufficialmente negli ambienti del Parlamento Europeo di Bruxelles.

Durante gli anni di emigrante, nei momenti di riposo,aveva iniziato a disegnare con gessi colorati su pannelli per la preparazione dei soffitti delle cantine, ma, per esigenze di lavoro, seguì poi un lungo periodo di silenzio. Riprende a disegnare e dipingere nella seconda metà degli anni sessanta.

Lo scrittore Ermanno Cavazzoni, che fu il primo a presentare Vasco artista così ha riassunto il suo percorso pittorico: “Queste esperienze iniziarono circa nel ’63, allora non se la sentiva di uscire con il cavalletto, perché il suo dipingere era troppo intimo, quasi un diario segreto, confidenze e sensazioni trasmesse alla tela, e fermate qui con un linguaggio particolare… Successivamente, fin verso il ’67, abbiamo una pausa, in cui i quadri sono rari, e comunque simili, come genere, ai primi. Solo dopo il ’68 riprende l’attività, e questa volta in una nuova direzione, ora Montecchi sente l’esigenza del paesaggio ed esce nella campagna, nella collina a ritrarre la natura… Ora l’impronta dell’autore si fa sentire più spiccatamente e questi quadri ultimi del ’70 sono più filtrati: il paesaggio non viene più copiato, ma in una certa misura interpretato…”.

Questa sintesi mirabile ci accompagna alla prima mostra personale di Vasco a Scandiano nel 1970. Ma poi, ancora in pittura compaiono i volti degli “eroi senza gloria” della sua giovinezza, dei compagni di strada negli anni di Castagneto e nell’avventura dell’emigrazione, in una eterna quotidianità di povertà, ma anche di dignità e coraggio nella lotta per la vita, nel sogno di un riscatto. Disegni colorati essenziali, ombre di anime spesso monocrome, ma che hanno l’intensità di una foto sbiadita dal tempo.

L’incontro con il pittore e scultore Luigi Ferretti (Casalgrande, RE, 1924-2014), che suggerisce a Vasco di dedicarsi alla scultura, rivelandogli la sua nascosta vocazione, porta un profondo e radicale mutamento, per cui l’artista deve ripartire, ancora una volta come autodidatta, per impadronirsi di un linguaggio artistico ancora più complesso, ancora piùsevero e rigoroso di quello dei pennelli.

Montecchi ritorna idealmente a Castagneto non solo per ritrovarsi ora i volti di un popolo di anime penetrate nei suoi ricordi, ma per la riscoperta della creta, dell’argilla morbida e grassa, facile da plasmare da cuocere per renderla permanente. E nascono ritratti, figure dai misurati ma intensamente espressivi gesti studiati per il lavoro, la fatica e l’emigrazione. Ritorna quel popolo di diseredati: arcaico, teso, asciutto e fuori dal tempo - in alcuni casi - arrivando ad apparire partecipi di antiche scomparse civiltà. E, da autodidatta, Vasco esperimenta con la libertà dello scopritore altre tecniche ed altri materiali: dal legno al bronzo, al cemento per arrivare alla scultura in pietra, sostanza che ancora una volta lo riconcilia con la cava di Castagneto, con la giovinezza, in un continuo viaggio di ritorno attraverso la memoria, attraverso un ricollegarsi alla giovinezza.

Ed il primo sapere della mano di uno scultore è relativo alla materia: lo stupore di scoprirla e riscoprirla, ammirare il suo essere bloccata, millenaria amalgama di colori e impasti che il tempo e pressioni indicibili hanno reso trasparenti e accarezzarla. Non poteva non essere così anche per Vasco Montecchi naturalmente scultore: non poteva non incontrare il marmo il piacere e la fatica di piegarlo ad un’idea, ad un progetto. Nel 1980 approda nel laboratorio di Luigi Corsanini, atelier all’Avenza di Carrara. Scopre così nel marmo la sua materia d’elezione. Inizia una carriera di successi che lo porteranno ad esporre in diversi paesi dalla Spagna al Belgio, alla Repubblica Ceca e al Giappone. I suoi temi tra figura ed astrazione sono quelli della fratellanza tra i popoli, della pace tra gli uomini, della libertà, ma anche della natura, del mondo animale e vegetale, con opere sempre leggibili, pur nella eleganza e nella ricerca di sottili equilibri tra le forme definiti in ogni opera realizzata sempre con iconografia originale.

Vasco ama molto, proprio per il carattere sociale e di solidarietà con la comunità che vive intensamente, organizzare e partecipare a simposi di scultura, che, alla fine lasciano in un paese, in un comune opere di artisti internazionali, con i quali è in rapporto di amicizia e di condivisione di scelte estetiche. Egli stesso è organizzatore culturale e sollecita iniziative ed eventi per il suo forte senso civile e per il desiderio di coinvolgere più persone nel godimento dell’arte.

Con un occhio ai giovani e ai principianti Vasco Montecchi dal 1996 al 2009 ha diretto la Scuola di Scultura su pietra di Canossa, nata nel 1991, con l’intento di promuovere la scultura e proseguire l’antica tradizione locale, sin dall’epoca matildica tra arte ed artigianato, di lavorazione della pietra. Nel 2009 si costituisce l’Associazione Canossa Stone, affiliata ARCI, diretta da un gruppo di giovani scultori, ai quali comunque non manca, quando è necessario, l’ausilio del maestro Montecchi.

Quasi quaranta le mostre personali in sedi nazionali ed internazionali tra cui la Pinacoteca Nazionale di Monaco di Baviera (1976), i Chiostri di San Domenico di Reggio Emilia (1992), il Maschio Angioino di Napoli (1993) il Parlamento Europeo di Strasburgo (1998), la Galleria Comunale di Arte moderna di Piombino (2003). Nel 2007 ha realizzato in contemporanea tre mostre che documentavano l’intera sua attività, nella provincia reggiana, partendo dalla montagna e scendendo a valle, sempre ovviamente in prestigiosi spazi pubblici: a Baiso, nella casa che fu di Giovan Battista Toschi, storico dell’arte che lasciò al comune il proprio patrimonio e la biblioteca, la sezione “I volti di pietra”, nella Rocca dei Boiardo di Scandiano “I giganti della memoria” e nel Palazzo Bentivoglio di Gualtieri “Il fiore e la colomba”, con un catalogo di quasi 350 pagine che documenta in modo completo la vita e l’opera dell’artista, intitolato “Vasco Montecchi scultore in antologica”. Nel 2009 una grande mostra fu organizzata dalla Regione Emilia Romagna negli spazi del complesso dei grattacieli realizzati da Kenzō Tange (Osaka, 1913-Tokyo, 2005) nel quartiere fieristico di Bologna sede anche della Regione. Il monumentale “il Silenzio” di Vasco, oltre sei metri di altezza, ai piedi della torre di Tange costituiva una sorprendente visione di arte e di forme che colloquiavano tra loro.

Ha inoltre partecipato a più di novanta esposizioni collettive in Italia, Francia, Belgio, Spagna, Danimarca, ex Jugoslavia, Giappone, Repubblica Ceca.

Nel 1999, nell’ambito della X edizione di “Etruria arte” a Venturina (LI) vince i concorso artistico internazionale per realizzare un importante monumento in marmo bianco di Carrara sul tema “La pace, la santità e l’apertura del III millennio”, collocato nella città di Piombino (LI) che l’ 8 ottobre 2000 viene inaugurato dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi. Soltanto un mese dopo una sua importante opera di marmo dal titolo “Forma” è inaugurata negli ambienti del Parlamento Europeo di Bruxelles.

Ovviamente molti sono i monumenti celebrativi collocati in piazze e luoghi, anche sacri, appositamente commissionati all’artista.

Dal 2010 inizia il percorso complesso e articolato del “ritorno a Castagneto di Baiso”. In quell’anno muore la moglie Renza Beggi, nata nel 1942, che aveva dedicato la vita a sostenere gli ideali artistici del marito.

Spesso Vasco è tornato al borgo natio con il ricordo a camminare tra le case di sasso, le torri colombaie e i giardini strappati all’agricoltura essenziali e teneri, sui ciottoli delle poche vie che sempre portano ai monti, ritrovando i volti di coloro che aveva conosciuto. Questa volta lo fa concretamente, oltre l’immaginazione, elaborando un progetto che recuperando il rudere della casa di famiglia della sua infanzia restituisca dignità e vita alla piccola frazione. Non si tratta di una operazione individuale, ma come sempre, per il carattere e la natura dell’artista, di un progetto che deve coinvolgere l’intero borgo, con iniziative, feste, ritorni e richiami. Così per prima cosa le strade, le case, i muri di pietra si popolano di sculture di Vasco, opere di quarant’anni di lavoro dal 1975 al 2014, che parlano le lingue, declinano i dialetti di tanti materiali diversi: la terracotta, l’arenaria, il marmo bianco di Carrara, il bardiglio, il nocciola toscano, il rosa del Portogallo, il rosso di Francia, la pietra del Nord Africa. Si tratta di una vero e proprio “museo diffuso” o “ecomuseo”.

Un “museo diffuso” è una installazione ambientale rappresentata da un peculiare patrimonio storico artistico e naturalistico caratterizzato da elementi tradizionali. Suo fine è la valorizzazione di un territorio di cui il visitatore riconosce l’unitarietà e la coerenza di significato. I confini di questo museo sono sfumati ed esso trova la sua funzione in attività didattiche e di ricerca che coinvolgono direttamente le istituzioni e gli stessi abitanti del luogo, che nei fatti ne sono i custodi “partecipanti”, ossia essi stessi ne fanno parte. Oltre alle opere – che costituiscono il valore primario – sono proprio il contesto architettonico-ambientale e la stessa comunità a farne parte e ad interagire, riconoscendo in esso la propria identità. Inaugurato sabato 4 ottobre 2014, mentre i lavori di restauro della casa non erano ancora finiti. Un anno dopo il 3 ottobre 2015 si inaugura la Casa Museo Vasco Montecchi, che non è solo un luogo espositivo, ma diventa, per la donazione dell’artista al Comune di Baiso, un vero Centro Civico Culturale, spazio dedicato a mostre e incontri. Una casa dove gli artisti potranno vivere per alcune settimane, in cerca d’ispirazione, tra i boschi e l’incantevole vista del monte Valestra. A gestire il luogo, che da allora è diventato sempre più accogliente, inclusivo e vitale l’associazione “il Castagneto”.

La Regione Emilia-Romagna con i comuni reggiani di Baiso e Scandiano sta elaborando una fondazione che sarà intitolata a Renza e Vasco Montecchi.

Vasco Montecchi vive a Ventoso di Scandiano.


Principali mostre personali:

1970 - Sala Biblioteca Comunale, Scandiano (RE), Marzo.

1972 - Centro Culturale Arts-Hobby-Club, Scandiano (RE), Marzo.

1974 - Galleria Al Voltone, Reggio Emilia, Settembre.

1976 - Pinacoteca Nazionale, Monaco di Baviera (D), Gennaio.

1977 - Scuole Medie, Bagnolo in Piano (RE), Agosto.

1978 - "Iconografia contadina", Comune di Scandiano (RE), Marzo.

1979 - Club Mulinaccio, Pievepelago (MO), Luglio.

1980 - Biblioteca Comunale di Rubiera (RE), Settembre.

1981 - Biennale di Arceto (Reggio Emilia), Luglio.

1983/1984 - Galleria Al Voltone, Reggio Emilia, Dicembre ’83 - Gennaio ’84.

1989/1990 - Salammbò, Parigi, Aprile ’89 - Aprile ’90.

1989/1990 - “Il gesto e la materia”, Teatro Boiardo, Scandiano (RE), 16 Dicembre ’89 - 7 Gennaio ’90.

1990 - "Vasco Montecchi. Sculture", Assessorato alla Cultura, Biblioteca Comunale, Sala Consigliare e S. Pancrazio, Castellarano (RE).

1990 - “Uno spazio sacro per una scultura laica", Chiesa della Madonna, Castelnovo Sotto (RE), 29 Settembre - 14 Ottobre.

1992 - Assessorato alla Cultura del Comune di Reggio Emilia, Chiostri di S. Domenico ex Stalloni, 7 - 29 Novembre.

1993 - Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, Sala Carlo V, Maschio Angioino, 18 - 30 Gennaio.

1993 - Comune di Baiso, Assessorato alla Cultura, 1 - 15 Agosto.

1994 - "Vasco Montecchi. Sculture", Galleria 2E, Suzzara (MN), 17 Aprile - 1 Maggio.

1996 - "Percorsi di scultura", Torre dell’Orologio, Castellarano, 13 Aprile - 12 Maggio.

1997 - "Racconti di povera gente, gli eroi senza gloria", Canossa (RE), 21 Agosto - 14 Settembre.

1998 - "Il Bestiario", Festa Nazionale de "l’Unità d’Europa”, Carpi, 3 - 27 Luglio.

1998 - Antologica, Strasburgo, Parlamento Europeo.

1999 - “Voli”, Galleria, Arianna Sartori Arte, Mantova, 5 - 18 Novembre.

2000 - Galleria l’Ottagono, Bibbiano (RE).

2001 - Studio Melotti Arte, Ferrara.

2003 - Galleria Comunale di Arte Moderna, Piombino (LI).

2003 - Galleria 2E, Suzzara (MN).

2006 - “Terracotte esistenziali”, Museo Cervi, Gattatico (RE).

2007 - “Vasco Montecchi scultore in antologica”, tre mostre in contemporanea Casa Toschi, Baiso (RE); Appartamento estense della Rocca dei Boiardo, Scandiano (RE); Sala dei Giganti di palazzo Bentivoglio, Gualtieri (RE).

2010 - “Vasco Montecchi sculture per la Pace”, Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, piazzale Aldo Moro, Bologna, 20 gennaio - 21 marzo.

2019 - Personale in occasione della inaugurazione della scultura “Liberarsi”, un monolite marmoreo di 11,30 metri di altezza, nel parco della Open One Art Gallery di Pietrasanta (LU), dal 19 luglio.

2019 - Personale a Castagneto di Baiso (RE) nella casa Montecchi e nel Museo diffuso inaugurata il 6 ottobre e al Centro d’Arte “Medardo Rosso” di Montecavolo (RE), inaugurata il 12 ottobre.


Principali mostre collettive:

1969 - Biblioteca Comunale di Nonantola (MO). Civici Musei, Bologna.

1973 - Bibe Munde, Genova.

1976 - Centro Culturale S. Matteo, Genova.

1978 - Chiesa degli Agostiniani, Empoli (FI).

1981 - Casa della cultura, Pola (Jugoslavia).

1983 - "Metamorfosi di una pietra", Biennale di Arceto (RE), Luglio.

1986 - Galleria il Cenacolo, Firenze. Palazzo Paolina, Viareggio (LU). Chiostro S. Agostino, Pietrasanta (LU). "Scultura, le ragioni di una mostra" (6 scultori), patrocinata da Ente Fiera e Comune, Scandiano (RE).

1987 - Castello Cusano Visconti, col patrocinio del Comune di Chignolo Po (PV). Mostra itinerante europea, Danimarca - Belgio - Spagna - Italia.

1988 - Collettiva di Scultura col patrocinio del Comune di Alessandria.

1989 - "A Parma Naturarte" col patrocinio del Ministero dell'Ambiente, per la salvaguardia del Po. Collettiva Artisti Scandianesi a Tubize (Belgio). "Naturarte", Comune e Biblioteca Comunale di Quattro Castella (RE). "Sinergie emozionali", Assessorato alla Cultura di Reggio Emilia, Ex Stalloni, Reggio Emilia.

1990 - "Ai cittadini di Blansko", Galerie mesta Blanka, Bezrucova 2 duben kveten, 1 Aprile - 25 Maggio. "Scultura sotto la torre. Un Maestro e 14 giovani artisti", Assessorato alla Cultura del Comune di Ortonovo (SP), 15 Luglio - 30 Agosto. "Art box", Castello dei Pio, Carpi (MO), 15 - 18 Novembre.

1991 - "Di Segno in Segno attraverso la Padania…", Comune di Medole (MN), 15 - 30 Giugno. "Itinerari della materia", Comune di Borgoforte (MN), 16 - 30 Giugno. "Itinerari della materia", Comune di Reggiolo (E), 27 Ottobre - 10 Novembre. "Nazioarteko - Eskulturgintza - erakusketa", Sale Esposizioni Biblioteca Arasate, Mondragon (Spagna), 28 Settembre - 30 Ottobre. "La Mostra Internazionale di scultura all’aperto e della piccola scultura", Città di Legnano, 27 Aprile - 30 Giugno. "XXXI Premio Suzzara", Galleria civica d’arte contemporanea, Suzzara (MN), 15 Settembre - 3 Novembre. "Mostra itinerante di scultura contemporanea Europea", Sala della musica, Odense (Danimarca), Novembre - Dicembre.

1992 - "Arte e Natura", Mostra Internazionale di Scultura Bosco WWF, Vanzago (MI), 24 Maggio - 21 Giugno.

1993 - III Biennale di Cremona, Centro Culturale Comunale. "Tre Artisti della Rocca di Scandiano", Settembre.

1994 - "Tre Scultori per il Boiardo", Villa Palazzina, Scandiano (RE), Settembre. "Tre Scultori per il Boiardo", Piazza Prampolini, Scandiano (RE), Settembre. "Un anno di attività", Galleria 2E Arte contemporanea, Suzzara (MN), 18 Dicembre 1994 - 8 Gennaio 1995.

1995 - "Mantova-Sarajevo. Il colore della pace", Mantova, 29 Gennaio - 12 Febbraio. Galleria Causerrat, Tosa del Mar (Spagna).

1996 - Mostra Internazionale di Scultura Città di Tradate (VA).

1997 - “'900. Novecento”, Forum Artis Museum, Montese (MO). "La diversità ci rende liberi", Museo Monumento al Deportato, Carpi (MO). "Senza frontiere", Tokio (Giappone).

1998 - Fierarte, Fiera di Modena; “L’uomo e il vino”, Scandiano (RE). ”Etruriarte 9", Venturina (LI), 11 - 19 Luglio.

1999 - “Etruriarte 10”, Venturina (LI). “Arte Europa Reggio Emilia 2000”, Fiera di Reggio Emilia.

2000 - “Leggere la scultura”, Biblioteca di Carrara. “Reggio in Arte”, Fiera di Reggio Emilia. Artisti in Fiera Arte Europa. Mostra mercato riservata agli artisti, Fiere di Parma. “Cent’anni d’arte reggiana”, Sala dei Giganti di Palazzo Bentivoglio, Gualtieri (RE).

2001 - “Studi aperti”, Carrara. Collettiva Senza Frontiere, Contemporary Art Exchange, Fondazione Kawasaki (Giappone). “Viaggio da Za al Po”, Sala dei Giganti di Palazzo Bentivoglio, Gualtieri (RE).

2003 - Bachte-Maria-Leerne, Belgio. “Per Parmigianino - Lo specchio e la lente”, Sala dei Giganti di Palazzo Bentivoglio, Gualtieri (RE). “Alfabeta” Centro Culturale, Langhirano (PR). “Parmigianino. Lo specchio e la lente”, Antico Palazzo della Pretura di Castell’Arquato (PC).

2004 - Fierarte. 43^ Rassegna d’Arte, Centro Studi “Ludovico Antonio Muratori”, Modena. Cento in arte, Ridotto del Teatro, Reggio Emilia. “Immagina” 6^ Mostra Mercato Arte Contemporanea, Fiere di Reggio Emilia.

2005 - “I giganti a palazzo”, Sala dei Giganti di Palazzo Bentivoglio, Gualtieri (RE). “Vediamoci all’inferno”, Collecchio (PR). “Immagina” 7^ Mostra Mercato d’Arte Contemporanea, Fiere di Reggio Emilia.

2006 - “Una stagione a regola d’arte”, Muso Cervi, Gattatico (RE). XLV Premio Suzzara, Arte in Arte e Mestieri, Suzzara (MN). “La furia di Orlando”, Collecchio (PR).Kunst-op-straat, Belgio. “Sacralità del profano e laicità del sacro”, Sala dei Giganti di Palazzo Bentivoglio, Gualtieri (RE).

2008 - “Arte senza confini”, Vanzago, Pogliano e Pregnanza (MI). “Sulla via dei pellegrini”, Collecchio (PR). “L’ombra dei maestri. La maniera di Raffaello, Michelangelo, Correggio”, Sala dei Giganti di Palazzo Bentivoglio, Gualtieri (RE).

2009 - “Un monumento per la storia”, Sala comunale di Praticello di Gattatico (RE). “L’eccesso e la misura”, Arte&Città XIV edizione, San Giovanni in Persiceto (BO). Arte in Arti e Mestieri 9, Suzzara (MN).

2015 - “Vasco Montecchi e i suoi compagni di strada nell’arte” , dal 3 ottobre al 27 dicembre alla inaugurazione della Casa Museo Vasco Montecchi a Castagneto di Baiso (RE).Per l’occasione sono state scelte opere di 15 artisti – Manuel Álvarez, Blanka Bernasconi, Rocco Colucci, Gino Corsanini, Koh-Emon Hattori, Atto Kuetani, Alessandro Lombardo, Hugo Marxer, Medardo Maseroli, Giorgio Menozzi, Louis Niebuhr, Pedro Miguel Pulido González, Robert Rocca, Janos Stryk, Felice Tagliaferri – che raccoglie opere di scultori provenienti da Italia, Francia, Spagna, Germania, Liechtenstein, Repubblica Ceca, Ungheria, Cuba e Giappone.


Simposi internazionali di scultura:

1987 - Simposio Internazionale città di Mondragon (Spagna).

1992 - "Simposio internazionale di scultura", Comune di Quattro Castella (RE).

1994 - Vasco assieme agli scultori Hugo Marxer e Pavel Bucur ha dato vita ad un simposio ispirato alla vita ed alle opere di Matteo Maria Boiardo a Scandiano (RE) in occasione del V° centenario della morte del poeta.

1997 - Simposio internazionale Città di Vanzago (MI), Maggio - Giugno. Simposio internazionale di scultura Città di Castellarano (RE), Giugno - Luglio, partecipando assieme agli scultori Koh-Emon Hattori, Gino Corsanini ed Eustachio Errani nel borgo Matildico di Castellarano (RE). Simposio internazionale di scultura Città di Brno (Repubblica Ceca), Agosto - Settembre.

1998 - Simposio internazionale di scultura Città di Magenta (MI), 18 - 30 Maggio.

1999 - Simposio di scultura Città di Scoppito (AO).

2001 - “L’Arte mediterranea”, Incontro Europeo di scultura, Montauban (Francia).

2003 - “Sei scultori per un simposio. Castelnovo di Sotto”, Simposio di scultura Città di Castelnovo di Sotto (RE).

2008 - Serena 3^ edizione Simposio di scultura, Biennale Internazionale di Scultura in marmo, Collecchio (PR), con Vasco Montecchi gli scultori Luca Prandini, Christian Zucconi.


Principali opere pubbliche:

- “Emigrante”, Comune di Tubize (Belgio).

- “Lavoratori Minorenni”, per l’Anno internazionale del Fanciullo 1969, Comune di Blansko (Cecoslovacchia).

- “Maternità e natura”, piscina comunale di Scandiano (RE).

- “Il ritorno”, Monumento alle due guerre, Magreta, Formiggine (MO).

- “Le Due Teste”, Pian della Pace, Cadelbosco (RE).

- “Metamorfosi di una pietra”, Scuola Media, Arceto (RE).

- “Scalpellino”, Biblioteca di Scandiano (RE).

- “La Famiglia”, Casa della Cultura, Blansko (Cecoslovacchia).

- “Ritorno dal lavoro”, Municipio di Mondragon, San Sebastian (Spagna).

- “Comunità”, Casa del popolo, Varinella Arquata Scrivia (AL).

- “La pace santità e apertura del III millennio”, Comune di Piombino (LI);

- “Le due colombe”, Sala Consigliare Comune di Alamnsa Albacete (Spagna).

- “Forme vitali” monumento al Bersagliere, Piazza Reverberi, Scandiano (RE).

- “Colomba”, Scuola Media, Gerace (RC).

- “La montagna”, Federazine di Alpinismo Basca (Spagna).

- “Migratori”, Comune di Quattro Castella (RE).

- “Il risveglio del ghiro”, Comune di Napoli.

- “La colonna della pace”, Parco Noce Nero, Reggio Emilia.

- “Totemica”, Coop. Lo Stradello, Scandiano (RE).

- “Eroe senza gloria”, Comunità di Canossa (RE).

- “Ferruccio Tagliavini”, Teatro Municipale, Reggio Emilia.

- “Colomba in volo”, Biblioteca Università Modena e Reggio, Reggio Emilia.

- “Viandanti”, Borgo Antico, Castellarano (RE).

- “Unione tra i popoli”, Comune di Sant’Ilario (RE).

- “Confusione”, Scuola Arti e Mestieri, Suzzara (MN).

- “Volo di libertà”, Comune diVanzago (MI).

- “Colomba”, Comune di Magenta (MI).

- “Pace e libertà”, Comune di Brno (Repubblica Ceka).

- “Mater natura”, Comune di Scoppito (AO).

- “Il Tempo”, Multinazionale Tacar Belmont (Giappone), in collaborazione con l’architetto Philip Stark di Parigi.

- “Il trittico della vita e dell’amore”, Monastero di Camaldolesi (AR).

- “Attesa”, Reparto Maternità Ospedale di Sant’Anna, Ferrara.

- “Forma”, negli ambienti del Parlamento Europeo di Bruxelles.

- “Liberarsi”, Open One, modern and contemporary art, Pietrasanta (cultura in marmo alta 11,30 m.).

- “Calanchi”, Baiso (RE).


Monumenti funebri:

- Famiglie Lucenti e Zini, Scandiano (RE).

- Bonacini, Scandiano (RE).

- Paterlini Ledo, Scandiano (RE).

- Famiglia Artoni, Castelnovo Sotto (RE).

- Famiglie Incerti e Spallanzani, Scandiano (RE).

- Famiglia Tromellini, S. Prospero (RE).

- Famiglia Campli, Scandiano (RE).

- Famiglia Ganassi, Chiozza, Scandiano (RE).

- Famiglia Don Terenziani, Ventoso, Scandiano (RE).

- Lusetti Ida, Cavriago (RE).

- Bertolini, Pratissolo, Scandiano (RE).

- Ferretti, Castelnuovo di Sotto (RE).

- Ovi, Baiso (RE).

- Famiglia Orbelli, Borzano, Albinea (RE).

- Famiglia Le Femmine, Scandiano (RE).

- Famiglia Fermi Roveri, Marore (PR).


Opere in edifici religiosi:

- I sarcofagi in marmo rosso di Verona di Uberto Mori (Modena, 28 gennaio 1926-Pavia, 6 settembre 1989) ingegnere fondatore del “Gruppo Mori” e della Televisione Antenna 1 di Modena e della figlia Marilena nella chiesa del monastero della Visitazione di Santa Maria di Baggiovara di Modena di suore di clausura. La Chiesa cattolica riconosce al Mori il titolo di Servo di Dio e Venerabile in quanto è in corso la fase diocesana della causa di beatificazione.

- Chiesa matildica di San Pietro Apostolo di Viano, Reggio Emilia: tabernacolo, “Il perdono di Assisi”, cero pasquale, fioriera, sedie a panchina, finestra con cervo, cornice di Sant’Antonio, battistero o battesimale.


Bibliografia essenziale:

- A. SILVESTRI, Pittura e Scultura a Nonantola, Nonantola (MO), 1969.

- Vasco Montecchi, presentazione di Aurora Marzi, Galleria Il Voltone, Reggio Emilia, 1983.

- Simposio e mostra scultura 3^ edizione, Simposio: 10 settembre-5 ottobre 1988, Giardini pubblici di Alessandria, Mostra: 15 settembre-5 ottobre 1988, Giardini pubblici di Alessandria, Castelnovo di Sotto, 1988.

- Scultura sotto la torre un maestro & 14 giovani artisti 15 luglio-30 agosto 1990, dedicata a Umberto Mastroianni, Comune di Ortonovo, Bora, Bologna, 1990.

- Vasco Montecchi il gesto e la materia sculture Teatro Boiardo, Scandiano, 16 dicembre 1989 - 7 gennaio 1990, a cura di Aurora Marzi, Reggio Emilia, 1990.

- Vasco Montecchi uno spazio sacro per una scultura laica Chiesa della Madonna, Castelnovo Sotto, 29 settembre 1990-14 ottobre 1990, a cura di Aurora Marzi, Castelnovo di Sotto, 1990.

- Vasco Montecchi sculture 7 novembre-29 novembre 1992 chiostri S. Domenico, Reggio Emilia, a cura di Aurora Marzi, presentazione di Marzio Dall'Acqua, testi di Liana Barbati, Alfredo Gianolio, Aurora Marzi,Grafiche Pioppi,Scandiano, 1992.

- Vasco Montecchi sculture, Napoli, Maschio Angioino “Sala Carlo V”, 18 gennaio-30 gennaio 1993, presentazione di Antonio Corbara, Marzio Dall'Acqua, catalogo a cura di Aurora Marzi, Scandiano, 1992.

- Vasco Montecchi sculture, testi di Gilberto Zacchè, Marzio Dall’Acqua, Alfredo Gianolio, presentazione di Lorena Corradini, Marzio Dall'Acqua, a cura di Aurora Marzi, 17 aprile - 1 maggio 1994,Ass. culturale 2E Suzzara (MN), 1994.

- Vasco Montecchi percorsi di scultura 13 aprile-12 maggio 1996, a cura di Aurora Marzi, Artestampa 81, Comune di Castellarano, 1996.

- Vasco Montecchi, a cura di Marzio Dall'Acqua, testi di Ermanno Cavazzoni, Alfredo Gianolio, Aurora Marzi, Silvia Serri Prati, Parlamento Europeo, Palazzo d'Europa, Strasburgo, fotografie di Stanislao Farri, Silva editore, Parma, 1998.

- Mostra d'arte romanica Canossa scuola di scultura su pietra, Comune di Castellarano, 2000.

- Vite sbobinate primitivi estrosi e trasognati in Valpadana, a cura di Alfredo Gianolio, con prologo di Ugo Cornia e radiodiscorso di Cesare Zavattini, Libreria Incontri, Sassuolo, 2002.

- Scuola di scultura su pietra (1990-2004), a cura di Marzio Dall'Acqua, fotografie di Vittorino Rosati e Eugenio Fieni, Comune di Canossa, 2004.

- Simposio internazionale di scultura: Castelnovo di Sotto, (2002-2005), a cura di Marzio Dall'Acqua, Comune di Castelnovo di Sotto, 2005.

- Vasco Montecchi scultore in antologica, a cura di Marzio Dall'Acqua, Casalgrande (RE), 2007, Catalogo delle tre mostre in contemporanea tenute a Baiso, Scandiano e Gualtieri nel 2007.

- Vite sbobinate e altre vite primitivi estrosi e trasognati in Valpadana, a cura di Alfredo Gianolio, prologo di Ugo Cornia, radiodiscorso di Cesare Zavattini, e aggiunta di Paolo Nori, Libreria Incontri, Sassuolo, 2007.

- Vasco Montecchi sculture per la pace, a cura di Mauro Carrera e Marzio Dall'Acqua, Catalogo della mostra, Bologna, Assemblea legislativa della regione Emilia-Romagna, 20 gennaio-21 marzo 2010, Regione Emilia-Romagna, Bologna, 2010.

- Sulla pietra dal 1991 le opere della scuola di scultura su pietra di Canossa, Tipolito San Martino, Canossa, 2011.

- Vasco Montecchi, Il Castagneto visto da un bambino dal 1941 al 1953, a cura di Alfredo Gianolio, Reggio Emilia, 2012.

- Vite sbobinate e altre vite, a cura di Alfredo Gianolio, con un radiodiscorso di Cesare Zavattini, Quodlibet, Macerata, 2013.

- Vasco Montecchi e i suoi compagni di strada nell'arte mostra di scultura, a cura di Mauro Carrera e Giorgio Menozzi,Bertani & C., Cavriago, 2015.

- Dal mazzuolo allo scalpello mostra collettiva Scuola di scultura su pietra di Canossa, 7 ottobre 2017-7 gennaio 2018, a cura di Marzio Dall'Acqua, Annalisa Fanfoni e Giorgio Menozzi,Bertani & C., Cavriago, 2017.

- Liberarsi genesi di una scultura di Vasco Montecchi, a cura di Marzio Dall’Acqua,Open One, modern and contemporary art, Pietrasanta, 2019.

- Sul sentiero di pietra trent’anni di scultura insieme, testi di Vasco Montecchi, Marzio Dall’Acqua, Graziella Monari et al., Scuola di scultura di pietra di Canossa, 2021.

- Vasco Montecchi una vita di partenze e ritorni, testo di Marzio Dall’Acqua, Associazione “C.A.S.T.” Castagneto di Baiso APS, 2022.


Giudizi critici:

“(…) Più la materia diventa resistente e tenace più Vasco Montecchi fa affiorare forme aeree, lievi, eleganti sinuose che sanno muoversi e piegarsi con la ariosa lievità dei nastri. La cifra della leggerezza si accosta con quella dell’eleganza, con l’occupazione di uno spazio sempre maggiore, nel senso di essere sempre più articolato, per cui la scultura si muove con una libertà totale, nascondendo il proprio punto d’equilibrio, fingendo di non aver bisogno di poggiare, torcendosi, insinuandosi, creando prospettive, complessi alternarsi di pieni e di vuoti, che spesso si accompagnano all’evidenziarsi di cromie segrete del marmo. Le superfici diventano levigate, carezzevoli ed anche quando sono bucce, quando sembrano più ruvide hanno straordinarie ed inaspettate eleganze, proprio nel gioco di forme, di colori e nel contrasto di tattilità. E sono sculture che chiedono che chi le guarda si muova, ruoti loro intorno, le venga scoprendo. La rigidità totemica delle forme arcaiche si trasforma in spazialità. In alcuni casi Vasco porta persino all'eccesso questo modo diverso di presentarsi della scultura a secondo dei lati, delle facce, in una specie di gioco, ma anche in una sorta di sperimentazione delle infinite possibilità che il marmo stesso offre, suggerisce. La scultura si presenta allora doppia come se fossero due opere affiancate. Non c’è più una visione privilegiata, un fronte, ma un aprirsi di forme che è come uno sbocciare, una inaspettata scoperta. Non per questo Montecchi è scultore astratto, ma al contrario mutua sempre dalla natura. Dalla materia, si è detto, come attenzione a comprendere quali forme sia disponibile ad assumere, quali suggerisca. Protagonisti delle sue opere sono elementi vegetali mobili e mutevoli, allusioni ad animali, strani ibridi che però rimandano sempre ad un mondo conosciuto. Il soggetto si intuisce, si percepisce, si "sente" in alcuni casi con il semplice sfiorare della mano la scultura. Perché qui l’accarezzare è dimensione del sentire, dell’affetto per la materia che quanto più indocile, tanto più alla fine viene domata”.

Marzio Dall’Acqua

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