Nota autobiografica: Sono nato a Villaorba, paesello frazione del comune di Basiliano (Udine), il 7 febbraio 1880. Mio padre, geometra, venne a mancare quando avevo sei anni.
È inspiegabile fenomeno per cui, pur crescendo in ambiente non solo estraneo, ma freddo a quanto si attiene alle belle arti, si possa sentire, e fin dalla puerizia, un irresistibile trasporto per le stesse.
I familiari in apprensione, del resto giustificata, per la vita d'artista, mi forzarono a frequentare in parte gli studi classici; finii poi con il conseguire i diplomi di geometra e di agronomo.
Prestando servizio militare a Roma, l'arte mi entusiasmò maggiormente e, a ventitré anni, abbandonai squadro e paline per recarmi a Venezia.
Frequentai per un anno la scuola del Prof. Rinaldo, cominciando a disegnare delle stampe. L'applicazione mia fu tale e tanta che esattamente in un anno riuscii a preparare quanto necessario per poter essere ammesso presso l'Accademia di Belle Arti agli esami di abilitazione all'insegnamento del disegno nelle scuole tecniche e normali, esami che superai felicemente.
Esaurito dallo sforzo dovetti riposarmi qualche settimana in famiglia e per questo giunsi a Milano per iscrivermi all'Accademia di Brera quando le iscrizioni ai corsi erano chiuse.
Accolto nello studio dello scultore Pellini dapprima, e poi in quello del Mazzucchelli, modellavo e apprendevo la lavorazione del marmo durante il giorno; dalle diciotto alle venti frequentavo la scuola serale per artisti a Brera, e dalle venti alle ventidue la scuola superiore di arte applicata ove insegnava il Pellini.
Volendomi rendere indipendente dalla famiglia cominciai a impartire lezioni di disegno ad allievi delle scuole tecniche e poi in scuole serali municipali ed in collegi. In capo a quattro anni ben trentadue ore settimanali di insegnamento mi sottraevano allo studio dell'arte. Per questo frequentai, con molte assenze, solo alcuni corsi a Brera.
In capo a sedici mesi dal mio arrivo a Venezia, più per orgoglio che per assoluta necessità, sopportando privazioni non sempre leggere, riuscii a rendermi del tutto indipendente dalla famiglia.
Alla esposizione generale tenutasi a Milano nel 1906 esposi, per la prima volta, un busto di donna in marmo ed ebbi la soddisfazione di vederlo acquistato.
Nel gennaio del 1908 partecipai a Udine al primo concorso indetto per la borsa di studio Marangoni. Recatomi a Udine appresi, tra gli altri, il nome di un concorrente temibilissimo. Non mi persi di coraggio: «o più bella la vittoria o meno sconfortante la sconfitta» dissi. Tentai e vinsi.
Mi si aperse l'orizzonte segnato.
Sistemati i miei impegni a Milano, il 7 aprile giunsi a Roma.
In seguito ad esame venni ammesso al Corso superiore di perfezionamento nella scultura presso l'Istituto di Belle Arti, ma, affittato uno studio, preferii studiare per conto mio.
Frequentai anche per qualche mese la scuola dell'Arte della Medaglia nell'anno della sua istituzione. Dopo questi studi alquanto irregolari non frequentai più scuole.
Nel 1911 concorsi ad una delle «Vittorie» per il ponte Vittorio Emanuele in Roma.
Tra gli ottantadue concorrenti venni prescelto per una seconda gara. In questa, dopo una votazione che portò al ballottaggio, per un voto rimasi soccombente. Offersi al Municipio di Udine di sviluppare il bozzetto di detta «Vittoria» quale ultimo saggio della borsa conferitami. Dal 1912 la statua in bronzo figura nel tempietto rinascimentale dedicato ai Caduti delle guerre dell'indipendenza, riattato allo scopo dall'architetto Raimondo D'Aronco.
Questi, vista la statua della «Vittoria», volle dapprima affidarmi un grande gruppo di tre figure in travertino per il nuovo Palazzo degli Uffizi che stava costruendo in Udine ed in seguito tutta la statuaria del palazzo, che in gran parte non era ancora stata eseguita.
L'insuccesso del concorso mi portò questi frutti e mi persuasi che non bisogna mai disperare.
Portai a termine diciassette figure alte circa m. 2.50, ma scoppiò la prima guerra mondiale e ogni lavoro del genere per detto palazzo venne sospeso. Venni subito chiamato alle armi.
Congedato dopo quarantacinque mesi e ritornato a Roma in seno alla famigliuola, mi trovai completamente spaesato come se fossi andato in qualsiasi città dell'estero.
Ripresi una «Pietà» in altorilievo per la cappella funeraria dei conti Nerazzini in Montepulciano, opera affidatami prima della guerra.
Poi pian piano ritornano le commissioni: tomba Limo e cappella Moretti al Verano, monumenti ai Caduti di Gaeta, Pordenone, Cividale, ai Caduti del compartimento ferroviario di Venezia ed altri.
La fontana della «Ranocchia» premiata con medaglia d'oro ad una delle Triennali di Monza e dal Comitato della stessa acquistata, sorge ora a Monza sulla piazza dell’Arengario.
Eseguii poi il grande altare offerto dalla Associazione Nazionale Combattenti al nuovo tempio dei Caduti delle due guerre mondiali i n Udine.
Nel 1950 portai a termine cinque altorilievi in bronzo con episodi della vita della Vergine per l'altare votivo di Este eretto nella basilica di S. Maria delle Grazie.
Anche la basilica di S. Antonio in Padova ha due mie statue in bronzo: le statue di S.Rosa da Lima e di S. Francesco.
Nell'orfanotrofio di villa Nazareth in Roma figura il gruppo marmoreo in grandezza dal vero «Mater orphanorum».
Tralasciando altre opere di statuaria, voglio ricordare che sul ricostruito fercolo argenteo di S. Agata in Catania figurano dodici delle diciotto formelle commessemi con episodi della vita della Santa e che per la Terra Santa ho eseguito le seguenti opere: il tabernacolo per il santuario del Monte delle Beatitudini, la porta di bronzo per quello della Visitazione, il tabernacolo ed una grande lampada votiva in argento per quello della Flagellazione ed in fine il paliotto in marmo per quello di S. Lazzaro in Betania.
Ambitissime le commissioni di S.S. Pio XI per sei candelieri per la cappella Sistina e di Pio XII per la «rosa d'oro» offerta alla cattedrale di Goa (India).
Mi vennero anche commessi cofani per bandiere di combattimento di navi di battaglia, e calici ed ostensori, tra i quali notevole quello per la chiesa di Cristo Re in Roma, un pastorale per il vescovo Nicholas di Duluth ed altre opere di oreficeria.
Nel 1910, per cortesi insistenze della direzione della Lega Navale Italiana, non potei rifiutarmi di accettare la commissione della medaglia per la consegna della bandiera di combattimento ala corazzata «Roma». Non avevo mai pensato ala medaglia e, del tutto ignaro dei requisiti della stessa, dovetti ricorrere ala cortesia dell'incisore capo della Zecca, prof. Giorgi, per sommarie indicazioni.
A questa mia prima medaglia seguirono altre, tra le quali quella per il Congresso Artistico Internazionale tenutosi in Roma nel 1911, che mi fece distinguere in questo ramo d’arte.
Nel 1920 S.S. Benedetto XV mi chiamò per la esecuzione della storica medaglia annuale pontificia dell'anno in corso; poi di anno in anno tale incarico mi venne riconfermato fino all'anno della Conciliazione, anno in cui mi venne conferita la nomina d'«incisore della S. Sede».
Meriterebbe una speciale menzione il caso occorsomi per la esecuzione di una delle porte per il Duomo di Milano che, affidatami direttamente, dopo anni di lavoro, quando insieme e particolari erano definitivamente risolti nella loro composizione, mi venne bruscamente tolta.
Presentemente attendo alla esecuzione del grandioso monumento che la repubblica Dominicana vuole erigere al suo ex Presidente Rafael Trujillo Molina «Benefactor de la Patria». Tra gli altri bozzetti presentati da artisti di altre nazioni venne prescelto il mio.
Ho pure in corso di lavoro quattro porte in bronzo per la cattedrale di NewArk (Stati Uniti).
Non ho mai portato a termine opere iniziate per mio conto, perché sempre insoddisfatto: e quindi non ho mai eseguito opere per esposizioni; alle stesse ho partecipato quando mi è stato possibile con opere eseguite per commissione.
I capolavori del passato, tranne ben poche eccezioni, sono frutto di commissioni, e pensando a questo, non mi persuase mai l'affermazione di certi sostenitori della così detta «arte pura», secondo cui per commissione non si eseguiscono opere d'arte.
Superfluo aggiungere che la mia lunga vita, come quella di ogni artista, è intessuta di episodi gustosi, piacevoli e amari, ma il motto che da molti anni mi scelsi «lavorando gioire», se potessi ritornare a vent'anni, lo riprenderei dedicandomi ancora all'arte.
Ad ogni modo: “quod potui feci, faciant meliora meliores”.
Aurelio Mistruzzi (Tratto da: Fede e Arte. Anno Il, giugno 1954. Fasc. VI).
La nuova serie monetaria, che per la varietà dei tipi, per il suo valore artistico e per la impeccabile esecuzione può dirsi la più eletta e perfetta fra le tante oggi in circolazione nel mondo, è dovuta al Prof. Aurelio Mistruzzi, incisore ufficiale della S. Sede.
Questo insigne artista, già simpaticamente noto per le due medaglie annuali coniate sotto il pontificato di Benedetto XV, per l e quindici annuali e straordinarie dell'attuale Pontefice e d ultimamente per la nuova bolla plumbea che ha sostituito quella in uso fino dai tempi di Leone XII, è stato il degno, fedele ed apprezzatissimo esecutore della precisa volontà del Santo Padre.
La sobrietà dello stile, il rispetto assoluto alle norme inderogabili del passato e la squisita « sensibilità pittorica » delle sue concezioni costituiscono le doti principali ed obiettive di questo artista studioso e modesto.
La sua arte esuberante, sia pure contenuta entro strettoie tradizionali e protocollari che ne impediscono la libera espansione, si manifesta nelle nuove monete pontificie con tratti di assoluta originalità, accoppiati ad un sobrio e personale sentimento della realtà e dal tecnicismo più perfetto. Chi non ammirerà infatti come capolavori di arte incisoria le classiche immagini del Buon Pastore, dell'Arcangelo Michele, della Concezione e di Cristo Re? E chi non apprezzerà nel loro giusto valore la squisita fattura dei busti dei Principi degli Apostoli: l'aristocratico e severo S. Paolo di Tarso ed il mite pescatore S. Piet
In un momento di decadenza come il presente che segna l'effimero trionfo ufficiale di deplorevoli sistemi così detti di avanguardia, vuoti di significato, di concezione e soprattutto di tecnica, l'arte solida del Mistruzzi, formatasi con lo studio paziente e metodico delle fonti purissime del nostro Rinascimento, si impone alla stima universale. Ammirando la sua splendida serie si ha la sensazione esatta che i sessanta anni di pausa siano ottimamente serviti per ridare alla moneta pontificia quel lustro e quel decoro che essa aveva perduto nel tempo.
A.Patrignani.
Frequentò a vent’anni la Scuola d’Arti e Mestieri di Udine, dopo avere compiuto gli studi classici. Fu scolaro della Accademia di Belle Arti a Venezia; poi di Brera a Milano, dove ebbe a maestro Enrico Butti. Ha eseguito numerosi monumenti funerari e ai Caduti di guerra. Alcune opere sue: “Nudo di fanciulla,, (1908), “Autoritratto,, (1914), cera; “La ranocchia,, fontana nel parco di Monza; “Ecce Ancilla Domini,,, che trovasi in marmo a Giava; una replica era nello studio dell’artista a Roma. Ha eseguito tabernacoli, lampade votive, candelieri, pastorali, bastoni di comando, cofani, targhe e targhette d’argomento religioso. Presentemente lavora alla porta bronzea destra pel prospetto del Duomo milanese. Dal Papa Pio XI fu nominato Medaglista della Santa Sede; ha plasmato così e cesellato tutta la serie delle monete dal 1900 ad oggi (1949), e le medaglie annuali, giubilari, commemorative della Città del Vaticano. Artefice d’alta spiritualità, il Mistruzzi ha continuato le migliori tradizioni italiane.
Partecipa con un Busto in gesso, alla Mostra Nazionale di Belle Arti (III Concorso della Pace), che si tiene nel Parco di Milano dall’aprile al novembre 1906.
Partecipa dal 18 settembre al 6 novembre 1910, all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Milano, con il bronzo: Columbae.
Nell’aprile-maggio 1922, figura alla Prima Mostra d’Arte Sacra, che si tiene a Milano nel Chiostro di Santa Maria delle Grazie, e promossa dalla Società Amici dell’Arte Cristiana, con l’opera La vergine saggia, Studio dal vero di S.S. Benedetto XV.
È presente con Studio dal vero di S.S. Benedetto XV (targa in bronzo); Quattordici medaglie coniate; Dieci modelli di medaglie (bronzo); Due medaglie fuse ; alla mostra La Fiorentina Primaverile, Prima Esposizione Nazionale dell’opera e del lavoro d’arte, che si tiene nel Palazzo delle Esposizioni al Parco di S. Gallo a Firenze dall’8 aprile al 31 luglio 1922.
Nel 1925 riceve la commissione per il Monumento ai Caduti di Pordenone, Il monumento viene inaugurato nell’aprile del 1929 alla presenza del principe Umberto di Savoia e di Italo Balbo.
Nel 1927 esegue la statua della Vittoria per il Tempietto udinese di San Giovanni dedicato ai Caduti.
Realizza la medaglia con la rappresentazione della Roma Madre, con supporto in marmo e fasci in bronzo, l'opera viene donata dalla Città di Roma al Comune di Bruxelles nel 1927.
Esegue lo stesso anno una medaglia un bronzo con l'immagine del Duce.
Nel 1930 partecipa XVII Esposizione Biennale Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con il bronzo Dux (medaglie).
Nel novembre dicembre del 1930, partecipa alla Prima Mostra Internazionale d’Arte Sacra di Roma, con 13 opere medaglie e targhe.
Nel 1931 partecipa alla Mostra d'Arte Sacra a Padova, espone un medaglione marmoreo, e una testa di San Francesco. Esegue anche il Monumento a Giuseppe Ellero collocato a Udine nei Giardini di piazza Patriarcato.
Nel 1932 partecipa alla XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia - Mostra della Medaglia, con 16 medaglie.
Nel 1932 partecipa a Roma, alla Terza Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti del Lazio.
Nel 1932 realizza i sei nuovi candelabri in bronzo per l'altare della Cappella Sistina.
Per il Santuario Nazionale Mariano di Sestri Levante, esegue nel 1934, la statua della Vergine.
Realizza il busto in bronzo, alla memoria del poeta drammatico e sacerdote Giuseppe Ellero, che viene inaugurato il 25 ottobre 1936 nel suo paese natale di Tricesimo (UD).
Nel 1938 incide La Medaglia annuale del Pontificato di Sua Santità.
Nel 1938 figura alla mostra con un'erma patriottica: La scuola di Enrico Butti,
che si tiene a Viggiù presso la Gipsoteca di Enrico Butti.
Per il cimitero Monumentale di Milano:
Nel 1911 esegue il Monumento in pietra Serpentino con figura in bronzo per la tomba Coniugi G. W. Frey.
Per il cimitero Monumentale del Verano di Roma:
nel 1927: Monumento funebre della famiglia Moretti.
Bibliografia:
1906 - Mostra Nazionale di Belle Arti, catalogo illustrato, Milano, Parco, aprile-novembre, p. 152;
1910 - Esposizione Nazionale di Belle Arti, catalogo illustrato, Milano, Palazzo della Permanente, p. 34.
1913 - Ambrogio Annoni, a cura di, Il Cimitero Monumentale di Milano, Milano, Editore Bonomi, p. 67;
1922 - Prima Mostra d’Arte Sacra promossa dalla Società Amici dell’Arte Cristiana, catalogo mostra, Milano, aprile maggio, p. 10, 16;
1922 - La Fiorentina Primaverile, catalogo mostra, Firenze, aprile-luglio, p. 152;
1923 - Luigi Larghi, Guida del Cimitero Monumentale di Milano, Milano, Enrico Gualdoni, p. 61.
1927 - La rinascita dell'Arte della Medaglia - Roma, Capitolium, Rassegna mensile di attività municipale, anno III, n. 5-6 ago-set., pp. 310/312.
1930 - Prima Mostra Internazionale d’Arte Sacra, catalogo mostra, Roma, p. 27.
1930 - XVII Esposizione Biennale Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 38.
1931 - A. Patrignani, Le nuove monete dello Stato della Città del Vaticano, Città del Vaticano, L'Illustrazione Vaticana, anno II, n. 7, 15 aprile, pp. 8/14 ill.
1931 - Bruno Brunelli, La Mostra d'Arte Sacra a Padova, L'Illustrazione Italiana, II° semestre, Milano, Treves, p. 131.
1932 - Un nuovo ciborio per la Chiesa della Divina Grazia, L'Illustrazione Vaticana, anno III, n. 4, 15
febbraio, pp. 198.
1932 - XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, pp. 140/141.
1932 - I sei nuovi candelabri in bronzo che saranno posti sull'altare della Cappella Sistina,
L'Illustrazione Vaticana, anno III, n. 13 del 1 luglio, p. 640 ill.
1932 - Le Medaglie dell'anno XI del Pintificato di S.S. Pio XI,
L'Illustrazione Vaticana, anno III, n. 14 del 15 luglio, p. 700 ill.
1932 - La medaglia straordinaria dell'anno XI del Pontificato,
L'Illustrazione Vaticana, anno III, n. 23 del 1 dicembre, p. 1132 ill.
1934 - Una statua della Vergine al Santuario di Sestri Levante, Città del
Vaticano, L'Illustrazione Vaticana, anno V, n. 12, 16-30 giugno, p. 518 ill.
1935 - Il sommo Pontefice Pio XI..., Città del Vaticano, L'Illustrazione Vaticana, anno VI, n. 4, 16-28 febbraio, p. 173.
1936 - Tricesimo paese natale....., Milano, Pro Familia, n. 44 (1876), 1 novembre, p. 423.
1938 - La Medaglia annuale del Pontificato di Sua Santità (incisore Mistruzzi) Città del Vaticano, L'Illustrazione Vaticana, anno IX, n. 13, 1-15 luglio, p. 528 ill.
1938 - Le belle arti in Italia: La scuola di Enrico Butti, Città del Vaticano, L'Illustrazione Vaticana, anno IX, n. 20, 16-31. ottobre, p. 868.
1942 - Alberto Riccoboni: Roma nell’Arte. Fa Scultura nell’Evo Moderno, Roma, Casa Editrice Mediterranea.
1949 - Francesco Sapori: Scultura italiana moderna, Roma, Libreria dello Stato.
1992 - Il lascito Mistruzzi della Provincia di Udine, a cura di Aramndo Mucchino, Arti Grafiche Friulane, pp.
1994 - Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani, Dal neoclassico al liberty, seconda edizione, volume secondo, Lodi, Il Pomerio, pp. 714/716.
2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume II, M-Z, Adarte, p. 583/584.