Nasce a Ostiglia il 26 febbraio 1822, da Pietro e Domenica Dalseno, muore a Milano il 17 febbraio 1881.
Grazie ad una sottoscrizione promossa da Mons. Luigi Martini tra i suoi concittadini, compie gli studi a Brera sotto la guida di Pompeo Marchesi e poi con quella di Innocente Fraccaroli.
È tra i primi romantici lombardi. In seguito diventa membro del Consiglio dell’Accademia di Brera.
Tra le sue prime opere realizza una Cicogna in bassorilievo ed un mascherone con Testa di leone per la facciata dell’Ospedale di Ostiglia (1844/1846 ca.); per lo stesso Ospedale esegue nello medesimo periodo il Busto di Don Giulio Zapparoli, opera recentemente collocata nella Sala Consiliare del Comune di Ostiglia.
Nel 1846, Miglioretti, allievo dell’Accademia di Brera a Milano, risulta residente nella contrada S. Pietro all’Orto n. 899 e figura all’Esposizione delle Opere di Belle Arti presso la stessa Accademia con la statuetta in marmo rappresentante L’Innocenza.
All’Esposizione di Brera del 1847 presenta una statua in marmo raffigurante Un pastorello; nello stesso anno gli viene affidato il restauro della statua di S. Francesco d’Assisi nella Parrocchiale di Ostiglia.
Nel 1850, risiede in Largo di Porta Tosa n. 118 a Milano. Partecipa all’Esposizione di Opere di Belle Arti all’Accademia di Brera, con la statua in marmo a grandezza naturale rappresentante Abele agonizzante.
All’Esposizione delle Opere nelle Gallerie dell’Accademia di Brera del 1852, espone due piccole statue in marmo, rappresentanti Ritratti di fanciulli, di commissione della contessa Verri Borromeo di Milano, ed un Gruppo di Putti, ritratti grandi al vero in marmo, di commissione di Don Carlo Bassi.
Nel 1854 risulta residente a Milano in Borgo P. Orientale, n. 726. Con due Gruppi in marmo, rappresentanti ritratti, figure intiere grandi al vero, di commissione della contessa Verri Borromeo, e Un bambino, statuetta in marmo grande al vero, di commissione del signor Prato, partecipa all’Esposizione dell’Accademia di Brera del 1854.
Nel 1855 esegue il Medaglione in bassorilievo con i profili dei genitori Pietro e Domenica, l’opera, rimossa nel 1935 dalla soppressa chiesa di S. Maria in Castello, si trova ora collocata a parete sul primo pianerottolo dello scalone del Palazzo Municipale di Ostiglia.
Il giorno 10 maggio 1856, il Municipio di Milano gli consegna con solenne cerimonia l’unica Medaglia d’Oro della IIa classe, vinta all’Esposizione Universale di Parigi del 1855 per la statua Abele morente, mentre il suo Maestro Innocenzo Fraccaroli si aggiudica l’unica Medaglia d’Oro della Ia Classe.
Nel 1857 esegue il Monumento alla nobile Adelaide Grillioni per l’Ospedale Ciceri - Fatebenesorelle di Milano, l’unico monumento di Miglioretti ancora esistente in questa sede. Nel 1992, Andrea Spiriti, autore del volume dedicato all’Ospedale, oltre alla riproduzione della scultura, scrive l’interessante descrizione del monumento, che riportiamo, nel quale però non cita il nome dello scultore: “Abbiamo, a dimostrare, la quarta lapide dello scalone, dedicata alla benefattrice Adealide Grillioni Fiocchi (fig. 145), morta nel 1855 ed alla quale, come si vedrà nel IV capitolo, è dedicato anche un dipinto. Il Canetta c’informa dell’esecuzione della lapide poco dopo la morte della benefattrice, alla cui memoria s’ispira questa allegoria tripartita: in basso l’iscrizione; al centro l’immagine di una donna che assiste un’ammalata; in alto l’emblema del Pius Pelicanus col motto Charitas, racchiuso in un’edicola gotica a sporto. Ciò che colpisce nella scultura è la felice commistione di elementi diversi: la citazione gotica dell’edicola e del cartiglio; l’esuberanza floreale ai lati del cartiglio stesso, quasi anticipatrice di valenze Liberty; il nobile equilibrio, nell’immagine principale, fra solennità tardo-neoclassica e ricerca di una nuova espressività, palese nella drastica ma non fredda semplificazione del panneggio e ancor più nell’icastica drammaticità delle braccia stese della donna sofferente, di un’arditezza che non indietreggia neppure davanti al rischio dell’affettazione. Un’opera, dunque, scopertamente innovativa…”. Per lo stesso Ospedale esegue il Monumento a Leopolda dei marchesi Isimbardi, all’Arciprete parroco della metropolitana Antonio Turri, (monumenti dispersi) e, nel 1859, il Busto al naturale della nobile Carolina Seelmayer, (monumento disperso).
Partecipa nel 1860 all’Esposizione delle Opere di Belle Arti nell’Accademia di Brera con sette opere: Busto in marmo con colonna monumentale dell’Avvocato Predeval, di commissione di una Società mantovana (ora collocato nel Municipio di Mantova), Ritratto in marmo, di commissione della signora marchesa Clementina Cusani Botta, Ritratto commissionato dal signor Giacinto Battaglia, Statuetta grande al vero (ritratto) di commissione signora contessa Giustina Verri Borromeo, Ritratto in marmo della contessa Greppi Somaglia, Ritratto commissionato dalla contessa Greppi Somaglia, Cornelio Nepote statua colossale in marmo da collocarsi nella Piazza Comunale di Ostiglia. Lo stesso anno, esegue la statua di S. Amedeo per il Duomo di Milano.
Nel 1862, su commissione del Marchese Luigi Strozzi, scolpisce a grandezza naturale, per la loggia di Palazzo Strozzi in Mantova (ora sede centrale della Banca Agricola Mantovana) la raffigurazione di Tamar, così la descrive il cronista della Gazzetta di Mantova “Tamar, quando, graziosamente superba e lieta della facile vittoria, già ottenuta sul credulo Giuda, recasi la sinistra al volto, e tenendo nella destra i pegni del promessole capretto, volge curiosa lo sguardo dietro i passi del Patriarca”.
Nel 1863 per l’Ospedale Ciceri di Milano esegue il Monumento alla contessa Carolina Taverna nata Torelli, l’opera reca in bassorilievo il ritratto della Benefattrice, (monumento disperso). Esegue lo stesso anno, su commissione della Fabbrica del Duomo di Milano la scultura in marmo: San Biagio martire, Vescovo di Sebaste e per la Chiesa di Nuvolato di Quistello la statua lignea di S. Fiorentino.
Nel 1864 è residente a Milano in Borgo di Porta Venezia, 31. Durante il corso dell’anno, esegue su commissione della famiglia conti Passalacqua, la statua in marmo a grandezza naturale raffigurante L’angelo della resurrezione, da collocarsi nella cappella mortuaria dei conti a Moltrasio (CO). Nel settembre, all’Esposizione di Brera, presenta le seguenti sculture: Busto in marmo al vero Ritratto di commissione conte Nicola Concina, La Madonna-Virgo Virginum busto al vero in marmo commissione signor Antonio Lesperon (ora nella Galleria d’Arte Moderna di Milano), Putto in marmo al naturale commemorazione della defunta nobile Maria Bassi-Lesperon, Ritratto di donna busto in marmo, su commissione, Mirra figura in marmo a grandezza naturale, (è un nudo femminile della Mirra, donna scellerata che da Graffolino d’Arezzo è additata all’Alighieri nella decima bolgia; il Filippi sul “Museo di Famiglia” così la descrive: “…il nome di Mirra che porta non vale a renderne più efficace l’espressione: poiché è una qualunque donna, accasciata dal dolore, seduta sopra uno scoglio collo sguardo torvo e le mani angosciosamente intrecciate alle ginocchia. Ma quale splendida opulenza di forme e insieme quanta grazia!”).
Nel 1865 esegue su commissione della Fabbrica del Duomo di Milano la statua: San Lorenzo Giustiniani primo Patriarca di Venezia. All’Esposizione di Brera, che si tiene dal 21 agosto al 20 settembre, espone le sculture: Carlotta Corday marmo a dimensione naturale, e il Primo Dolore bimba in marmo. Sempre lo stesso anno, partecipa all’Esposizione Internazionale di Oporto con le sculture: Sposa pompeiana, busto in marmo, e La Mirra di Dante, figura in marmo, opera che merita di richiamare l’ammirazione della Maestà del Re di Portogallo che ne fa effettuare l’acquisto per decorare il Reale Museo, e frutta all’autore la Grande Medaglia d’Oro ed il titolo di Cavaliere dello Spirito Santo.
All’Esposizione di Belle Arti che si tiene nel Palazzo di Brera dall’11 novembre al 9 dicembre 1866, presenta le sculture: I figli di Edoardo IV, gruppo in marmo a grandezza naturale, da collocarsi nel Museo artistico di Amburgo, (su commissione), e Piccirillo (napoletano) statua in marmo.
All’Esposizione Universale di Parigi del 1867, espone la scultura in marmo Carlotta Corday, già esposta a Brera nel 1865. Francesco Dall’Ongaro, nella sua opera del 1869 sull’Esposizione parigina, scrive: “…quell’anno “resterà memorabile”. Tutte le nazioni del mondo fecero a gara per presentare quanto avevan di meglio e l’Italia presentò i suoi maggiori scultori: Vincenzo Vela, Antonio Canova, Giovanni Dupré e Pasquale Miglioretti che ottenne la Medaglia d’oro per la sua bellissima Carlotta Corday”. Sempre nel 1867, riceve la commissione dalla Fabbrica della Cattedrale di Milano per la scultura: San Boldomero fabbro ferraio.
Da documenti ci risulta che nel 1868 (forse già da prima?) è membro del Consiglio dell’Accademia di Brera. Sul n. 21 del settimanale milanese L’Universo Illustrato, compare questa notizia: “La statua di Pasquale Miglioretti: Il mattino della vita, venne acquistata da un ricco americano, il dottor May, e spedita a Nuova York. È il primo lavoro scultorio che vi invia la scuola milanese, e la eccellente riuscita della statua ci assicura che essa farà onore all’autore della Carlotta Corday, ed a tutta la scuola milanese”. Il 7 giugno 1868 ad Ostiglia si inaugura il Monumento a Cornelio Nipote, nell’occasione il Comune gli dona una Medaglia Commemorativa in Oro, con la data 7-VI-1868, (la scultura eseguita nel 1860 era già stata esposta alla Mostra di Brera lo stesso anno). Il 13 agosto si inaugura, per il Comune di San Martino dell’Argine (MN), il monumento a Ferranti Aporti (ora collocato sulla facciata dell’asilo infantile), su L’Universo Illustrato del 20 settembre si legge: “Il monumento è disegno ed opera del cav. Miglioretti, e l’effige dell’illustre fondatore degli asili vi è condotta con tale finitezza da non lasciare nulla a desiderare”. Partecipa dal 27 agosto al 26 settembre, all’Esposizione di Brera con le sculture: Amleto, Ofelia, busti in marmo al vero, Ciociaro, gruppo in marmo al vero.
Nel 1869 la sua residenza a Milano è in Corso Venezia, 46.
Dal 1 agosto 1869 partecipa all’Esposizione Generale di Belle Arti in Monaco con le sculture: Abele morente, statua, È morta!, figura in marmo. Partecipa lo stesso anno dal 28 agosto al 27 settembre all’Esposizione di Brera con il gruppo allegorico in marmo: Il mattino della vita o L’aurora della vita (nuova versione); nelle appendici del “Secolo” del settembre Giuseppe Bomben scrive: “…gruppo del signor Miglioretti: questa fanciulla che s’inoltra folleggiando per un sentiero olezzante di fiori, tenendosi colla mano una benda sugli occhi, mentre zefiro, dalle ali di farfalla, divenuto pudibondo, una volta almeno, si studia di riparare all’imprudente foga della giovinezza. Ella tiensi la benda ben stretta, custode delle illusioni della giovinezza; ella guarda solo alle immagini che sono generate dalla gioiosa sua fantasia. Lo stile di questo gruppo è quale si conviene alla idealità del soggetto; lo spazio ci mancherebbe ad un’analisi minuta: ma ben si vede che l’artista si pose senza ritegno nel vasto campo del pensiero astratto col non tracciare nemmeno una linea che accennar potesse al particolare e all’individuale. È l’idea tipica della giovinezza che ci sta d’innanzi…”.
Espone, ancora nel 1869, alla Mostra annuale promossa dalla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino dove presenta la scultura La sorpresa (bimba in marmo), che viene acquistata dalla Società organizzatrice. Su la Gazzetta di Mantova del 6 dicembre si legge: “Lo scultore Miglioretti. - Ai signori fratelli Berla giunse da alcuni giorni il busto in marmo di Carrara rappresentante il ritratto del compianto loro genitore Lazzaro, opera egregia del concittadino scultore cav. Pasquale Miglioretti. Dire dei pregi eminenti di questo lavoro sotto ogni riguardo sia della perfezione dell’arte, che dello scopo, e dire con una convenienza pari al soggetto non è di noi, ne delle nostre limitatissime cognizioni in argomento. Diremo solo che molti concittadini intelligenti che per la cortesia dei signori Berla poterono vedere questo recente lavoro del signor Miglioretti furono tutti compresi di ammirazione che nel più arduo dei temi dell’arte statuaria l’egregio artista abbia potuto superare ogni ostacolo e toccare l’apogèo di quest’arte sublime”.
Nel periodo 1869/1870 ci risultano eseguite le seguenti opere: Monumento a ricordo dei defunti coniugi Taccioli, posta a Ossona in una cappella privata, per commissione del figlio Gaetano; Cippo con busto al vero del defunto Ufficiale Antonio Cattaneo, collocato nel cimitero Maggiore di Milano, commissionato dalle sorelle; Bassorilievo in marmo rappresentante La Pietà, nello stile del cinquecento, posto a Moltrasio nella cappella mortuaria della Casa Passalacqua, commissione conte Giovanni Lucini Passalacqua; Monumento nel Cimitero di Luzzara alla memoria del defunto figlio della nobile signora Mina Buris Lodigiani, commissione medesima; Monumento da collocarsi nel Duomo di Mantova a ricordanza del defunto Vescovo Monsignor Corti, commissionato il 17 marzo 1870 da un comitato presieduto dal Primicerio di S. Andrea Carlo Savoia, e terminato il 21 novembre 1870, Cristo spirante sulla croce, figura in marmo a grandezza naturale posta nel cimitero di Canonica al Lambro, per commissione conte Paolo Taverna; Modello di una statua di Dante da tradursi in marmo per essere collocata in una piazza di Mantova. Dal 4 al 31 agosto 1870 all’Esposizione di Belle Arti di Brera, presenta: È morta! figura in marmo, e La sorpresa, puttina in marmo. Esegue il Monumento Angelo in attesa della Resurrezione alla memoria dei coniugi Pedroni, da porsi nel Cimitero Monumentale di Milano, per incarico dell’erede signora Greppi.
Nel 1871 scolpisce la statua in marmo di Dante Alighieri che, sorretta da piedistallo, viene inaugurato il giorno 30 luglio, nella piazza Broletto di Mantova, il monumento alto quasi sei metri, consiste in un piedistallo, con gradinata, d’uno stile semigotico, molto snello e ardito, benchè non molto elegante, e in una statua rappresentante il sommo poeta in atteggiamento meditabondo; il monumento viene trasferito nel 1894 nell’attuale piazza Dante. La statua del sommo poeta nel 1961 viene restaurata dagli scultori Selvino Sabbadini e Aldo Bergonzoni. Della scultura ne viene fusa una copia in bronzo, che viene sistemata sul piedistallo, nella piazza omonima, mentre la scultura originale viene temporaneamente collocata nell’Esedra di Palazzo Te; nel 1979 con delibera del Comune di Mantova, la statua originale in marmo viene ceduta al Comune di Ostiglia, che la colloca nel viale centrale del Giardino Comunale. Sempre nel 1871, all’Esposizione delle Opere di Belle Arti, nelle Gallerie del Palazzo Nazionale di Brera a Milano, espone la statua in marmo: L’uccellatore. Esegue nel 1871 anche le seguenti sculture: Lapide tumularia con ritratto del defunto colonnello Giovanni Acerbi, collocato nel cimitero di Castelgoffredo a cura e a spese di vari amici dell’estinto. Cippo con ritratto a ricordanza del professore Costanzo Giani, per ordinazione di diversi suoi amici e ammiratori per il cimitero di Mantova. Ricordo monumentale della defunta signora Adele Secchi, posto nel cimitero di Castelgoffredo, per commissione della signora Angelica Acerbi. Cippo mortuario con busto alla memoria dell’Avvocato Angelo Cantù, per commissione. Cippo con ritratto del defunto sacerdote professor Strambio, collocato nel cimitero di Belgioioso, per ordinazione della famiglia Salvioni. Ricordo funerario con ritratto del signor Vittadini, posto nel Cimitero monumentale di Milano a spese della vedova. Busto in marmo del senatore conte Carlo Taverna, da collocarsi nell’Istituto dei Sordomuti di campagna in Milano, per commissione. Altro ritratto del medesimo senatore conte Carlo Taverna in medaglione, da porsi nel Cimitero di Canonica al Lambro. Medaglione con ritratto della defunta signora Spech, nel Cimitero maggiore di Milano. Anche le parti architettoniche dei monumenti sopra indicati sono pure creazione e opera di Miglioretti.
Nel 1872, alla Seconda Esposizione Nazionale di Belle Arti nel Palazzo di Brera a Milano, presenta la scultura in marmo a grandezza naturale: Carlotta Corday che medita l’uccisione di Marat (di quest’opera, Miglioretti esegue almeno tre diverse versioni, di cui una oggi si trova a Londra, una a Parigi, ed una a Milano, forse quella che alcuni anni fa è comparsa sul mercato italiano, è stata poi venduta all’asta ad una collezione americana); nella “Strenna” a ricordo dell’Esposizione, Yorik figlio di Yorik (Pietro Coccoluto-Ferrigni), scrive: “…la Carlotta Corday del sig. Pasquale Miglioretti che tiene bravamente il posto fra le opere più ammirate, più eleganti e più simpatiche della pubblica mostra. È una statua in cui si rivela l’artista vero e non l’imitatore servile di un modello vivente. Nei contorni purissimi della testa, nell’espressione profonda del volto c’è tutto il carattere morale dell’esaltata punitrice di Marat. …Le spalle, le braccia sono modellate perfettamente ed hanno delle attaccature finissime. …c’è un buon partito di pieghe… i chiaroscuri delle gote indovinati, morbidi i capelli, l’orecchio grazioso, il collo pieno e delicato…”.
Esegue, sempre nel 1872, per commissione della famiglia del defunto, una statua in bronzo Desolazione per la Tomba Achille Villa (o Coniugi Villa), ed una Figura in marmo per la tomba Boni Alessandro per il Cimitero Maggiore di Milano.
Il 7 dicembre dello stesso anno, viene inaugurato nel mezzo della piazza Sordello di Mantova il Monumento ai Martiri di Belfiore, nel 1925, Vasco Restori lo descrive così: “…Nel mezzo (Piazza Sordello) sorge il Monumento ai Martiri di Belfiore. È lavoro, artisticamente mediocre, dello scultore Pasquale Miglioretti. Ergesi sopra un grande ripiano, con quattro gradinate di accesso, munite al loro imbocco da quattro candelabri a gas, è foggiato a mo’ di roccia. Nella scarpata verso levante v’è una Cripta in cotto con un otturatore di marmo bianco di Verona che custodisce le reliquie dei Martiri. Il monumento consta: di una base a pianta di marmo con otto scale di sette gradini ciascuno; di una tomba a sarcofago dello stile del secolo XV, bei cui quattro lati sono incastrati quattro bassorilievi portanti gli undici ritratti dei Martiri, di grandezza naturale; di una piramide tronca; di una grande statua in marmo di Carrara rappresentante il Genio dell’Indipendenza; di un leone ferito, posato sulla tomba verso ponente, ai piedi della piramide; di quattro tripodi di ghisa galvanizzati, di due corone d’alloro e di una stella scolpita ad indoratura nella parte superiore della piramide nella faccia di ponente. Il Genio tiene alzata col braccio destro una face che simboleggia la luce di quel principio per il quale i Martiri combatterono e morirono, e col braccio sinistro tiene uno stendardo sul quale sta scritta la parola: Excelsior. Completano il monumento belle epigrafi di Paride Suzzara Verdi…”. Il monumento è smontato su ordine della Soprintendenza nel 1930, il Genio dell’Indipendenza, il leone e la corona d’alloro vengono collocati nel Giardino d’Onore del Palazzo Ducale, mentre il Sarcofago, trova dimora all’interno del Tempio di S. Sebastiano. (Sembra ci sia in questi tempi l’intenzione di ricostruirlo nei giardini della Valletta di Belfiore, per la quale era stato pensato).
Nel 1873 colloca nel Cimitero Maggiore di Milano il Monumento all’Ingegnere Achille Villa (eseguito nel 1872); un grandioso Monumento dei coniugi Pedroni con una statua che rappresenta L’Angelo in attesa della Resurrezione sovrapposta ad un piedestallo in pietra di Viggiù con basamento in granito rosso di Baveno (opera eseguita nel 1870); la tomba Pedroni viene demolita per decadenza nel 1941. Un cippo a ricordo del pittore Angelo Rossi col busto del defunto, e un Ritratto a medaglione in marmo del defunto Cav. Francesco Rossi, Direttore della Biblioteca di Brera sistemato nei colombari del cimitero. Nello stesso anno realizza il Monumento con busto ad onoranza del Conte Carlo D’Arco da collocarsi nel Palazzo Municipale di Mantova; esegue pure il Monumento alla memoria del sig. Cenni collocato nel Cimitero di Castelgoffredo e commisionato dalla vedova, e, per il Cimitero di Lorentino esegue un Cristo in croce, in marmo al vero.
Nel 1874, dal 29 agosto al 28 settembre, all’Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera a Milano, espone la scultura: Grido materno (figura al vero). Scolpisce lo stesso anno il Monumento sepolcrale, tempietto in marmo che copre un gruppo pure in marmo al vero, a commemorazione della contessa Fanny Cicogna, rappresentante Un angelo che accoglie l’anima di una bambina, collocato nel Cimitero Maggiore di Milano nel 1875 accanto all’ossario, su ordinazione del sig. conte Giuseppe Cicogna; un Bassorilievo raffigurante la Pietà, a mezze figure da porsi sul fronte dell’edicola della famiglia Guidotti nel Cimitero d’Armeno; un Cristo consolatore, mezza figura al vero in bassorilievo per una lunetta, e ritratto a medaglione del defunto sig. Zanella, da collocarsi nel Cimitero di Muggiò, per commissione del nob. signor Francesco Spech; Busto d’un bimbo da porsi nel Cimitero Maggiore di Milano, per ordinazione della signora Anna Camargo.
Nel 1876 realizza numerosi sculture quali: Monumento sepolcrale per i coniugi conte e contessa Mondolfo, posto nel privato oratorio della Villa di Monguzzo, commissione contessa vedova Mondolfo; Monumento alla memoria dell’Ing. Giuseppe Ferrario eretto nei giardini rialzati entro il Cimitero Maggiore per incarico della famiglia del defunto; Busto in marmo del defunto sig. Giovanni Bognetti collocato nel di lui Stabilimento di educazione, a spese degli alunni dell’Istituto; Busto in marmo della signora Rosa Susani vedova Carpi, per commissione della Congregazione di Carità; Busto in marmo della signora Maria Cellina vedova Cavaletti, collocato come il precedente nell’atrio degli uffici della Congregazione di Carità che ne diede l’ordinazione.
Nel 1877 realizza le seguenti opere: Un grandioso Monumento eretto nel secondo giardino del Cimitero maggiore di Milano per la Famiglia Mazzucchelli, ordinato dalla vedova signora Sofia Mazzucchelli; nel medesimo Cimitero pone un’altra grandiosa opera nell’area che circonda l’ossario: Sepolcro per la Famiglia Bertarelli, che raffigura un Angelo Custode, lavoro in marmo con basamento in pietra di Viggiù, di committenza della medesima; il sepolcro viene rifatto e trasformato in Tempio negli anni ’30 e la scultura marmorea viene sostituita con una fusione in bronzo. Per l’Oratorio privato della Villa Sammartina in Ferrara scolpisce un grandioso Monumento per il proprietario nobile sig. conte Giovanni Revedin, in commemorazione del proprio padre; Busto in marmo della defunta contessa Francesca Taverna, posto nella grande sala degli esami dell’Istituto dei sordo-muti di campagna; Busto in marmo del defunto Prof. Luigi Brambilla collocato nell’Aula magna della R. Scuola superiore di Medicina veterinaria di Milano; Bassorilievo in marmo, posto nel riparto degli accattolici nel Cimitero Monumentale di Milano per il defunto Percy Sovthampton Bowen; Busto in marmo del defunto sig. Feneroli di Alzano Maggiore (Bergamo), da porsi nel cimitero di detto paese, commissionato dalla famiglia.
Esegue per lo Scalone del Municipio di Mantova nel 1878, la lapide in marmo con medaglia bronzea, con il Ritratto di profilo del Re Vittorio Emaunele II, ed ai lati due chimere, che G.B. Intra nella sua “Guida di Mantova”, cita come ‘pregevoli’. Il monumento è pubblicamente inaugurato il 19 settembre. Successivamente esegue il Ritratto del concittadino Andrea Ghinosi (garibaldino); scolpisce anche la scultura di Bernardino Ghinosi, (sicuramente dopo il 16 ottobre 1878, data della morte), che è considerata il suo ultimo lavoro.
Muore il 17 febbraio 1881 a Milano, nella sua abitazione in Viale Vittoria 53.
Viene sepolto nel Cimitero Monumentale, al suo funerale tiene un discorso celebrativo l’amico letterato-pittore Senatore Tullo Massarani; sulla tomba viene riportata la seguente epigrafe:
PASQUALE MIGLIORETTI / DA OSTIGLIA / NELLE OPERE ELETTE / DEL PROPRIO SCALPELLO / SPECCHIO’ L’ANIMA INTEMERATA / E A DIO LA RESE / IL XVII FEBBRAIO / MDCCCLXXXI
La tomba venne demolita nel 1955, ed i suoi resti mortali, con quelli della moglie vennero raccolti in cellette ossario.
Nel 1881 all’Esposizione Nazionale di Belle Arti nel Palazzo di Brera a Milano viene ricordato con l’esposizione di tre sculture: Carlotta Corday, Doccia a Pompei e Lo Sposo (busto).
Il cronista della Gazzetta di Mantova, in data 18-19 gennaio 1887 in occasione dell’inaugurazione del Ricovero di Mendicità di Ostiglia, scrive: “… Nel piccolo, elegante oratorio dell’Ospedale attiguo venne poscia compiuta un’altra cerimonia; si scopriva cioè il busto di don Bernardino Ghinosi, posto di fronte all’altro di don Giulio Zapparoli - i due genii benefici dell’Ospedale. Entrambi son opera del Miglioretti, e per notevole coincidenza rappresentano i due estremi della sua vita artistica: il busto del Zapparoli fu compiuto dal Miglioretti all’inizio della sua carriera - il busto del Ghinosi è stato l’ultimo lavoro”.
Solo nel 1939 l’artista viene ricordato alla “Mostra dei Pittori, Scultori e Incisori Mantovani ’800 e ’900” al Palazzo Te di Mantova dove vengono esposte due sculture Jesus, ed È morta!. Sulla rivista “Mantus”, Alfredo Puerari scrive: “La scultura di Paquale Miglioretti È morta è piuttosto ingenua nella ricerca di effetti patetici: molto scenetta di gesto e di sguardo al cielo, piuttosto che unitaria sintesi d’un sentimento partecipato sensibilmente dalla modellatura, qui fredda ed accademica, con quelle sicure indicazioni di mestiere che non sono tutto per l’arte”.
Presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano sono custodite due sculture in marmo: Bimba nuda seduta in atto di contemplare un uccellino, alta cm. 80 e La Madonna, busto alto cm. 64, che reca sulla faccia anteriore la scritta “Virgo Virginum” e a tergo la firma e la data 1864. Presso la Casa di Riposo Baguzzi-Dassù di San Martino dell’Argine (MN) è collocato il Busto di Felice Rinaldo Baguzzi, fondatore dell’Istituto.
Nel 2022, a cura di Maria Rita Bruschi e Corrado Italiani, ha visto la luce, una esaustiva monografia intiltota: Ritratto dal vero / Pasquale Miglioretti / Scultore nell'ottocento lombardo, edita da Scripta Edizioni di Verona.
Bibliografia:
1846 - Esposizione delle opere di belle arti nelle Gallerie dell’I. R. Accademia, Milano, catalogo mostra, p. 10;
1847 - Esposizione delle opere di belle arti nelle Gallerie dell’I. R. Accademia, Milano, catalogo mostra, p. 45;
1850 - Esposizione delle opere di belle arti nelle Gallerie dell’I. R. Accademia, Milano, catalogo mostra, p. 50;
1850 - Strenna Artistica pel Capo d’Anno, Milano, Ripamonti;
1852 - Esposizione delle opere di belle arti nelle Gallerie dell’I. R. Accademia, Milano, catalogo mostra, p. 47;
1852 - Strenna Artistica pel Capo d’Anno, Milano, Ripamonti, p. 136;
1854 - Esposizione delle opere di belle arti nelle Gallerie dell’I. R. Accademia, Milano, catalogo mostra, p. 56;
1856 - Luciano Sissa, La medaglia d’oro di II Classe conseguita all’Esposizione Universale di Parigi dallo scultore mantovano Pasquale Miglioretti, Gazzetta di Mantova, 10 giugno, p. 190;
1860 - Esposizione delle opere di belle arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, pp. 61, 62;
1860 - Album Esposizioni di Belle Arti in Milano, Ivi, Giuseppe Canadelli & C., p. 85;
1862 - La Tamar del Miglioretti, Gazzetta di Mantova, 3 settembre, p. 281;
1862 - Antonio Caimi, Memorie arti del disegno, Milano, pp. 187, 188;
1863 - Esposizione delle opere di belle arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, p. 97;
1864 - Esposizione delle opere di belle arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, pp. 54, 78, 79;
1864 - Filippo Filippi, L’Esposizione di Belle Arti nel Palazzo di Brera, Milano, Museo di Famiglia, n. 42, 16 ottobre, p. 670;
1864 - Notizie Varie, Gazzetta di Mantova (da la Perseveranza del 2 ottobre), 15 novembre, pp. 531, 532;
1865 - Esposizione delle opere di belle arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, pp. 39, 70;
1865 - Belle Arti, Gazzetta di Mantova (da la Perseveranza del 20 settembre), 6 novembre, pp. 1, 2;
1866 - Esposizione delle opere di belle arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, pp. 33, 65;
1867 - Esposizione delle opere di belle arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, pp. 59, 67;
1867 - Attualità: Belle Arti, Milano , L’Universo Illustrato, n. 51, 22 settembre, p. 827;
1868 - Attualità: Mondo artistico, Milano, L’Universo Illustrato, n. 21, 23 febbraio, p. 343;
1868 - O. G., Monumento a Cornelio Nipote in Ostiglia, Gazzetta di Mantova, 23 aprile, p. 3;
1868 - A. Zanchi-Bertelli, L’inaugurazione della statua di Cornelio Nipote in Ostiglia il 7 giugno 1868, Gazzetta di Mantova, 9 giugno, pp. 2, 3;
1868 - Attualità: Monumenti, Milano, L’Universo Illustrato, n. 38, 21 giugno, p. 643;
1868 - Attualità: Monumenti, Milano, L’Universo Illustrato, n. 51, 20 settembre, p. 862;
1868 - Esposizione delle opere di belle arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, pp. 41, 64;
1869 - Ancora il Monumento a Dante, Gazzetta di Mantova, 20 febbraio, p. 2;
1869 - Esposizione delle opere di belle arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, pp. 36, 71;
1869 - Francesco Dell’Ongaro, L’arte italiana a Parigi nell’Esposizione Universale del 1867, Firenze, pp. 1, 76, 77;
1869 - Miglioretti, Gazzetta di Mantova, 17 settembre, p. 3;
1869 - Appendice: Pasquale Miglioretti, Gazzetta di Mantova, 9 ottobre, pp. 1/3;
1869 - Lo scultore Miglioretti, Gazzetta di Mantova, 6 dicembre, p. 3;
1869 - Monumento a Dante, Gazzetta di Mantova, 11 dicembre, p. 2;
1869 - Luigi Rocca, compilato da, Album della Pubblica Esposizione del 1869, Torino, Società di Belle Arti, dicembre, p. 58;
1870 - Esposizione delle opere di belle arti nel Palazzo di Brera, Milano, catalogo mostra, pp. 36, 37, 58/60;
1871 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nelle Gallerie del Palazzo di Brera a Milano, catalogo, pp. 72/74;
1871 - Sul Monumento a Dante Alighieri, Inaugurato in Mantova, Il giorno 30 luglio 1871, Relazione del Dr. Giovanni Volpari, (…), Mantova, Stab. Tip. Eredi Segna;
1871 - Emanuele Civita, Inaugurandosi in Mantova il monumento a Dante Alighieri, Mantova, G. Mondovì e Figli;
1871 - Vincenzo Vannucci, Inaugurandosi in Mantova il monumento a Dante Alighieri, Mantova, G. Mondovì e Figli;
1871 - Monumenti, L’Universo Illustrato, Milano, n. 46, 13 agosto, p. 931;
1872 - Monumento de’ Martiri, Gazzetta di Mantova, n. 64, 15 marzo, p. 1;
1872 - Monumento de’ Martiri, Gazzetta di Mantova, n. 67, 19 marzo, p. 3;
1872 - Monumento de’ Martiri, Gazzetta di Mantova, 7 dicembre;
1873 - Atti Ufficiali per l’inaugurazione del monumento ai Martiri di Belfiore, Mantova, Tip. Bortolo Balbiani;
1873 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, catalogo mostra, Milano, pp. 86, 87;
1873 - Yorick figlio di Yorick (Ferrigni), Strenna Ricordo della II Esposizione di Belle Arti, Milano;
1874 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera a Milano, catalogo, pp. 53, 91, 92;
1876 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, catalogo mostra, Milano;
1877 - Esposizione delle Opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera, catalogo mostra, Milano;
1878 - Lapide commemorativa al Gran Re Vittorio Emanuele II. Verbale di Cerimonia per la inaugurazione della lapide in data 19 settembre 1878, manoscritto, (Archivio Storico Mantovano);
1878 - L’inaugurazione della lapide a Vittorio Emanuele II, Gazzetta di Mantova, 19 settembre, p. 2;
1878 - La lapide a Vittorio Emanuele, Gazzetta di Mantova, 20 settembre, p. 1;
1879 - Tullo Massarani, L’arte a Parigi, Roma, Tip. del Senato, p. 185;
1881 - Necrologio, Gazzetta di Mantova, 21 febbraio;
1881 - Necrologio, Milano, Illustrazione Italiana, 6 marzo, p. 155;
1881 - Esposizione delle opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera a Milano, catalogo mostra, pp. 44, 53, 63;
1881 - Francesco Sebregondi, Necrologio di Pasquale Miglioretti, con elenco cronologico delle opere, Milano, Atti della R. Accademia di Belle Arti di Milano, pp. 147/150;
1883 - G. B. Intra, Guida di Mantova, ivi, pp. 85, 86;
1887 - In Provincia: L’inaugurazione del Ricovero di Mendicità, Gazzetta di Mantova, 18-19 gennaio;
1908 - Ugo Nebbia, La scultura nel Duomo di Milano, Milano;
1909 - Tullo Massarani, L’arte a Parigi, per cura di Giulio Natali, Firenze, Le Monnier, p. 183;
1912 (ca.) - Guida del Cimitero Monumentale di Milano, Milano, pp. 45, 46, 136, 142;
1923 - Larghi Luigi, Guida del Cimitero Monumentale di Milano, Milano, Gualdoni, pp. 46, 48, 164, 168, 205, 207;
1925 - Vasco Restori, Mantova e suoi dintorni, Mantova, L’artistica, pp. 55, 56;
1926 - Pio Pecchiai, Guida dell’Ospedale Maggiore di Milano e degli Istituti annessi, Milano, Stucchi Ceretti, pp. 353, 355, 361;
1932 - Silvio Vigezzi, La scultura italiana dell’ottocento, Milano, pp. 87, 119, 122;
1935 - Dante Tinti, Gli ostigliesi illustri, Ostiglia, pp. 73, 75, 76, 82;
1937 - Vasco Restori, Mantova e suoi dintorni, Mantova, Peroni, pp. 325, 326, 391;
1938 - La Galleria D’Arte Moderna - Le Sculture, Milano, Bestetti, p. 169;
1939 - Mostra dei Pittori, Scultori e Incisori Mantovani ’800 e ’900, catalogo mostra, Mantova, Palazzo Te, maggio-giugno, pp. 72, 74;
1939 - Alfredo Puerari, La Mostra dei pittori, scultori ed incisori mantovani dell’800 e 900, Mantova, Mantus, n. 3 maggio-giugno, p. 4;
1939 - M.B., Artisti ostigliesi dell’800 e del 900 alla Mostra mantovana, La Voce di Mantova, 14 giugno, p. 3;
1951 - Mons. Emilio Caiola, Ostiglia nella storia, Ostiglia, A. Stranieri Editore, pp. 119/121;
1953 - Pierino Pelati, La Cattedrale di Mantova, Mantova, Alce, p. 100;
1954 - Dante Tinti, Tullo Massarani, Gazzetta di Mantova, 25 dicembre, p. 11;
1955 - Dante Tinti, Una eminente figura ostigliese: Andrea Ghinosi, (con ill.), Gazzetta di Mantova, 19 giugno, p. 3;
1960 - Il restauro del malandato monumento di Miglioretti…, Gazzetta di Mantova, 11 settembre, p. 6;
1960 - Smontata dal piedistallo la Statua di Dante Alighieri, Gazzetta di Mantova, 13 settembre, p. 4;
1961 - La statua di Dante Alighieri torna (bronzea) sul piedistallo, Gazzetta di Mantova, 9 marzo, p. 5;
1961 - È tornato il “nuovo” Dante, Gazzetta di Mantova, 10 marzo, p. 4;
1961 - Il “Dante” bronzeo, Gazzetta di Mantova, 12 marzo, p. 8;
1962 - Enrico Piceni - Mia Cinotti, La scultura a Milano dal 1815 al 1915 - in Storia di Milano - XV, p. 592;
1964 - Umberto Tibaldi, Le pensose romantiche sculture di Pasquale Miglioretti, (con ill.), Gazzetta di Mantova, 7 aprile, p. 3;
1964 - Umberto Tibaldi, Dall’“Abele” dell’ambrosiana agli “Angeli” del Monumentale, (con ill.), Gazzetta di Mantova, 25 agosto, p. 3;
1964 - Umberto Tibaldi, Pasquale Miglioretti visto dagli altri, (con ill.), Gazzetta di Mantova, 8 settembre, p. 3;
1964 - A. (Alcide Azzoni), Il Dantino, (con ill.), Gazzetta di Mantova, 3 novembre, p. 3;
1964 - Umberto Tibaldi, Lo scultore Pasquale Miglioretti, Mantova, Tip. La Rapida;
1968 - AA.VV., Ostiglia 1868-1968. A Pasquale Miglioretti nel centenario dell’inaugurazione del monumento a Cornelio Nepote, Comune di Ostiglia - Associazione Pro Loco, Mantova, Citem;
1980 - Umberto Tibaldi, Pasquale Miglioretti e Luigi Martini, sta in Mons. Luigi Martini e il suo tempo (1803-1877), Mantova, Accademia Virgiliana, pp. 487/491;
s.d. - (1980 ca.) - Giuseppe Amadei, Mantova millenario racconto, Ente Provinciale Per il Turismo;
1985 - A. Agazzi, F. Della Porta, C. Sideri, Ferrante Aporti…, Milano, Angeli editore, p. 128;
1988 - Umberto Tibaldi, Pasquale Miglioretti artista: Un classico con venature romantiche, Gazzetta di Mantova, 18 ottobre, p. 15;
1989 - Renzo Margonari, Galleria: Pasquale Miglioretti, Mantova, Quadrante Padano, ottobre, pp. 57, 58;
1989 - Umberto Tibaldi, Pasquale Miglioretti per una grande Mostra delle sue opere, Mantova, Archivio, n. 7, dicembre, p. 10;
1992 - Andrea Spiriti, Il Fatebenefratelli tra barocco e neoclassico, Milano, Istituto per la storia dell’Arte Lombarda, pp. 92, 94;
1994 - Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani dal neoclassicismo al liberty, Vol. II, Lodi, Il Pomerio, pp. 709, 711;
2002 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, volume IV, La - Mu, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 1900/1917.