“Sono nato nella provincia di Napoli, a Crispano, nel febbraio del 1953 da una famiglia semplice ma ricca di valori morali.
I miei genitori, benché non abbienti, riescono ad assicurarmi una vita dignitosanel rispetto di principi come l’onestà e la lealtà.
Mia madre, pietra miliare nella mia vita, esercita una forte influenza anche sulla mia attività di artista e costituisce la memoria durevole di un tempo lontano, carico di ricordi e di affetti, nel quale volentieri trovo rifugio e ispirazione.
All’età di tredici anni scopro l’opera di Salvador Dalì e ne subisco il fascino decidendo di intraprendere a dipingere senza nulla a che fare con il suo stile.
Scopro in tal modo una passione che, sollecitata dall’attitudine naturale, sarà sempre assoluta e procederà in un percorso di apprendimento da autodidatta.
Lontano dall’ambiente della scuola, più per problemi economici che per scelta, sviluppo il profondo convincimento che la sensibilità e l’ispirazione, la tenacia e la modestia potenziano le qualità intrinseche della visione artistica più della tecnica e della teoria.
Gli anni ’90 rappresentano un periodo di grande fervore creativo stimolato soprattutto dagli ambienti artistici torinesi che frequento intensamente e dove riscuote un notevole successo.
Dal 1996 vivo ed opero a Frattamaggiore, legato intimamente alla mia terra che da sempre è “Terra di fantasia e creatività” e i cui colori ed odori spesso si ritrovano nelle mie opere in una magica sinestesia di sensi.
Il mio indirizzo artistico tende a trasformare la rappresentazione della realtà oggettiva in una particolare e suggestiva impressione che, attraverso imprevedibili accostamenti d’mmagini creo nelle mie opere un’atmosfera volutamente inquietante”.
Luigi Mele vive e lavora a Frattamaggiore (NA).
Contatti:
E-mail: lois1953@live.it
Principali mostre personali, collettive e rassegne:
1989 - Mostra Collettiva “Pulcinella e le maschere”, Castello Baronale di Acerra.
1989 - Estemporanea di pittura, Associazione Pro Loco, Cardito (NA).
1991 - 2° Concorso di Pittura, Associazione Pro Loco, Frattamaggiore (NA).
1996 - Personale di pittura, Galleria “La Telaccia”, Torino.
2006 - Estemporanea di pittura, Pro Loco, Comune di Camporotondo Etneo (CT).
2009 - Personale di pittura, Villa Lendi, Frattamaggiore (NA).
2015 - Rassegna d'arte contemporanea a favore del progetto: Heart to Heart Sud for Nepal uniti per l'Unicef, Real Orto Botanico, Napoli.
2015 - Collettiva di pittura, Galleria La Pigna, Roma.
2015 - Collettiva di pittura-scultura-grafica e fotografia, Pinacoteca d'Arte Moderna “Le Porte”, Napoli.
2016 - 2° Mostra Collettiva di Pittura, Caffè letterario - La Scuderia di Villa Favorita, Ercolano (NA).
2017 - Mostra d'arte contemporanea Variazioni-Connessioni Urbane, Complesso Monumentale di San Severo al Pandino (NA).
2018 - Collettiva Arte Contemporanea, Spazio 100, Torino.
2019 - 11° Premio Biennale Nazionale di Pittura-Scultura, Galleria Furio del Furia, Foiano (AR).
2020 - Collettiva “Sketch, artisti dell'area nord di Napoli”, Villa Lendi, Frattamaggiore (NA).
2022 - Collettiva di pittura, "Villa Bertelli", sala "Ernesto Treccani", Forte dei Marmi (LU).
Giudizi critici:
Il luogo dove il ricordo e l’immaginazione s’intrecciano ,tra realtà e fiaba, tra il sogno e il reale: il paesaggio puro, fanciullesco di un’anima. Cupe le rocce, riemergono dal passato e con esse si allontanano gli affanni e le pene del quotidiano. Acuminate chiome d’alberi, un filo teso al cielo s’innalzano spavaldi a toccare l’infinito.
Mi sorprende ancora l’arte di Luigi Mele, ed ancora una volta mi emoziona un sogno di spazio incontaminato, ingenuo calpestio di piccoli piedi, morbide vesti, acque di cristallo sorte per incanto, nude e brune rocce a ricordarci che è già pronto per noi un risveglio. Pare che nuovi pastelli, or ora usciti dall’astuccio di un fanciullo, abbiano fermato il tempo, ci invitano a poggiare il capo, occhi socchiusi, e a ricordare di noi quando, bambini, sognavamo di far volare in alto un aquilone.
Eppure quel filo, squarcia una visione, ci lega irrimediabilmente al nostro tempo, desiderio di sollevarci che attende di avverarsi e che si perde e si confonde nel vermiglio di un cielo di favola. E’ il cielo visto attraverso un caleidoscopio, una girandola di colori, un gioco di accostamenti e scontri : la lotta senza fine tra la voglia di fuggire e la necessità di rimanere, il desiderio di cambiare e l’indispensabile cura della certezza.
Annalisa Santamaria
Luigi Mele ed il suo animo artistico.
Luigi Mele è un bell'uomo ed un bravissimo artista questo è noto, ma osservandolo più intensamente si avverte qualcosa di intimamente profondo nel suo sguardo… uno sguardo che si proietta e un po’ fuori ed un po’ dentro, un po’ fuori verso l'universo naturale e un po’ dentro il suo universo psichico. Rosseggia ogni sera nell'universo naturale la campagna nei tramonti… lo vedo io… lo vedi tu, lo vedono tutti, così come lo vede l'artista ma la differenza, sta nel fatto che egli riesce a catturare quei tramonti con una sviolinata di colori pastello talmente ben combinati da lasciare senza fiato, una perfetta calibratura degli equilibri che nel suo colore è sublime; egli assimila la scena naturale e la interiorizza ricreandola per noi; una sintesi tra i due universi quello naturale e quello psichico, un'equilibrio che solo la maestria dell'artista Mele riesce a manifestare interpretando perfettamente l'etericismo in pittura.
L'etericismo è una corrente di pensiero all'avanguardia che affonda le sue radici nella perfetta calibratura dell'uomo con l'universo in un tutto armonico.
L'etericismo in pittura utilizza la suggestione del sogno tipica del surrealismo e nel contempo la magia della metafisica ma nella sua espressione più alta vede la presenza del mito in sostituzione dell'uomo.
"Le colline" "il tramonto" "i paesaggi" " si ispirano a questa nuova corrente di pensiero.
Queste vedute oltre ad essere cariche della suggestione del sogno appaiono solitarie e si avverte la percezione dell'assenza ma nel contempo anche della presenza del mito che in questo caso è l'uomo che è talmente equilibrato da apparire invisibile, l'uomo ideale perché si combina talmente bene con l'universo naturale da scomparirci dentro e nel contempo avvertirne la presenza nelle sue opere… discetamente in una tale calibratura con l'universo naturale da scomparirci dentro.
"L'unicorno" è un'altra opera che risente l'influsso dell'Etericismo e che vede il mito in primo piano in questo caso il mitico animale dal magico sangue in un'ambiente di sogno profondo dove tutto appare come reale, tanto realistico da sembrare vero , così come è una persona "vera" l'artista Mele cresciuto in una famiglia numerosa con validi principi ed altissimo valore morale.
Stefania Pettinau, scrittrice
Per scrivere di un pittore come Luigi Mele più che uncritico d’arte occorre essere unpoeta perché la sua tecnica è quella di lasciare spazio all’animo e, come una poesia,le sue opere sono alternanze di ritmo e cadenze, di ripetizioni e di immaginiche trasformano i significati immediati per raggiungere profondi significati interiori.
Ed Ë spontaneo, di fronte ai suoi quadri, sussurrare: “Questa è poesia!” come qualcosa di elevato e di nobile, di confortante e di coinvolgente, di vivace e di penetrante.
E questa, io credo, sia la chiave di lettura delle opere di Mele la cui lingua, come quella dei poeti, è generalmente solitaria, qualche volta inafferrabile ma sempre pura espressione di un inconsciodecodificato dallacreatività individuale.
Fascino e poesia s’intessono, infatti, nelle vibranti emozioni della sua arte che affida ai segni ed ai colori stati d’animo intensi che veicolano all’osservatore un messaggio ricco di spontaneità e leggerezza trasformando un mezzo espressivo in armonia di luci ombre e forme.
Di sicuro inconsueto e geniale, lo stile artistico di Mele trova un posto d’onore tra i surrealisti e, come tale, la sua opera avvicina ad una nuova dimensione, quella spirituale.
La tecnica che usa l’artista gli consente di dilettarsi ed esprimersi con i colori proponendoli in una ricca gamma che cattura l’osservatore conducendolo all’interno di un’energia cosmica insinuatasi nel brano pittorico e la suggestione di essere inglobati completamente dai colori è totale anche quando prendono il sopravvento i colori cupi carichi di tensioni drammatiche.
Prevale la disposizione per bande di colore delimitate da contorni netti mail più delle volte non in contrapposizione tonale tra loro bensì distribuite in una originale armonia di espressività.
Di fatto l'artista riesce a dare, con la pregnanza costruttiva del colore-forma, una rappresentazione metaforica della realtà che trae vigore da una straordinaria libertà ispiratrice.
Ecco il suo credo:dipingere con il piacere di lasciarsi andare alla seduzione delle forme e dei colori, creare un gioco continuo di stati d’animo senza tempo, di visioni dell’inconsciosconosciute e sottratte al silenzioso mondo delle cose che non si vedono per favorire un viaggio della mente in territori di pensiero e ricerca, laddove vive l’intensità di quei suoi sentimenti che non trovano spazio nel quotidiano.
In ogni sua opera compare anche solo un dettaglio che sembra trascinato dal vento: è il suo bisogno di svettare, di elevarsi verso lontane memorie o passioni ammutolite da nostalgie invadenti oltre l’apparenza delle cose terrene per coglierne l’immenso.
Dott.ssa L. Zanni
“La Gioconda” di Luigi Mele
“La Gioconda sorride a tutti. Soprattutto al tempo”. Vasile Ghica
Luigi Mele accende, sulla tela, la verità di una Venere e vestale sconsacrata, che, sorniona, sbeffeggia e "le lancette dell'orologio" e "quella della bussola".
L'artista partenopeo la rapisce da ogni valore preesistente, per indovarla nella semantica di linguaggio, che racconta l'appartenenza ad un globo terraqueo e empireo attuale.
Decisi spazi e toni raccontano, così, questa donna, e altresì una realtà sempiterna: curviformi linee sialternano a fermi tratti, alternando pieni volumi a sottili e graffianti interstizia terre geometriche.
Il pentagramma tonale è scelto e essenziale, evidenziando umori diversi; l'occhio percepisce, infatti, un'euritmia, data da necessarie sistole e diastole segnico/cromatiche sincopate, laddove il dolce digradare è solo un passato ricordo.
Luigi Mele sposa il lento procedere del pigmento oleoso alla significanza di una sinossi artistica efficace; l'occhio viene, infatti, rapito da una "lode terragna", solo apparentemente pauperistica.
La semplificazione, amata dall'autore addentro la composizione, muta, in tal senso, a sedurre e destabilizzare l'atmosfera circostante.
L'autore napoletano fugge da una poetica melensa e ridondante, preservando e sottolineando, alfine, la modernita e l'importanza del soggetto protagonista. L'opera è, attualmente, esposta alla collettiva "WOW!", la cui parte organizzativa e divulgativa è stata seguita da Alessio Musella.
Maria Marchese
(Collettiva di pittura "Villa Bertelli" sala "Ernesto Treccani", Forte dei Marmi, aprile-maggio 2022)