Magnoli Domenico

pittore
Messina

Domenico Magnoli nasce a Messina e, conclusi gli studi classici, si trasferisce a Firenze. Si iscrive alla facoltà di Architettura e nel contempo segue i corsi di disegno e pittura all’Accademia fiorentina di piazza San Marco. Lo scultore Zino Nistico da’ un “assetto materiale” alla sua pittura e lo introduce nel mondo artistico fiorentino.

Conosce il gruppo Corrente Due e il pittore Xavier Bueno che darà una concreta spinta e carattere alla sua pittura. Con il Gruppo – del quale non fa parte ufficialmente – partecipa a varie mostre collettive con lo pseudonimo di Zara, cognome materno, che culmineranno con quella al Palazzo Comunale di Perugia, dove ottiene il primo successo di critica.

Determinante la collettiva alla Galleria Proconsolo recensita da Vittorio D’Aste il quale gli suggerisce l’abbandono dello pseudonimo. Segue la partecipazione al Gruppo G.A.D.A.

Nel 1972 prima personale alla Proloco di Borgo San Lorenzo visitata e recensita su La Nazione da Tommaso Paloscia. Di seguito si alterneranno mostre collettive e Premi Nazionali di cui la partecipazione alla “Biennale Arte Contemporanea Hera Lacinia – Catanzaro, dove gli viene conferito il I° Premio settore pittura.

Tra le personali ricordiamo quelle alla Galleria Orlandi di Prato, La Medicea di Borgo San Lorenzo, Galleria 14 di Firenze e quelle de Il Cenacolo di Rocco Malato, Il Gabbiano di Paolo Sfogli e Circolo Ufficiali di Firenze.

Ricordiamo con piacere la medaglia conferitagli dal professore Armando Nocentini al Premio Nazionale Maschere e Carnevale - Viareggio, Lucca, Edizione anno 1972.

Negli anni 90 si trasferisce a Certaldo.

(Vittorio Di Caro, estratto dal catalogo Mostra personale "Le stagioni del cuore", Gruppo Donatello, Firenze, 2008)


“mentre scorre la vita, d'amore si nutre e di sogni si colora”


Contatti:

Domenico Maglioli

Bagnano Fibbiana, 79 - 50052 Certaldo (FI)

Tel. 0571.660437

Cell. 338.1406674

E-mail: domenicomagnoli37@gmail.com


Mostre personali e collettive:

2001 - Marguttiana - collettiva Forte dei Marmi (LU).

2002 - Personale "Il Cielo e l'Anima" sala Boccaccio - Certaldo (FI).

2003 - Personale "Il Cielo e l'anima 2" C.A.F. Il Ghibellino - Empoli (FI).

2004 - Personale "Opere Scelte" Sunset Hotel - Rimini.

2006 - XXIV Premio Firenze - Galleria Via Larga - Firenze.

2008 - Personale "Le Stagioni del Cuore" Gruppo Donatello - Firenze.

2008 - Forma e Colore nell'Opera di Puccini nel centocinquantesimo anno di nascita - Collettiva Gruppo Donatello - Firenze.

2008 - Caleidoscopio di Immagini e Colori - Collettiva Parterre - Firenze.

2009 - "Se l'Arte tocca il cuore" collettiva asta beneficienza Teatro Comunale Antella (FI).

2009 - Progetto Poliplus Rotary Club Firenze - asta beneficienza Sashall Firenze.

2009 - IX Premio Biennale Arte Contemporanea Torre Strozzi - Parlesca (PG).

2009 - Prima Edizione Premio Pittura "Renoir a Capistrano" (CZ).

2009 - La Città degli Uffizi "En plein air" Certamen d'Arte visiva oratorio di Santa Caterina - Antella (FI).

2009 - La Città degli Uffizi - "L'Arte dà Spettacolo" collettiva opere "Certamen" Teatro Mobile Oratorio S. Caterina - Antella (FI) - Presentata l'opera "L'ultima Annunciazione" olio su tela cm 70×90.

2009 - Percorsi Paralleli collettiva Palazzo Strozzi Ridolfi - Certaldo Alto (FI).

2010 - Personale "'Il Guardiano dei Sogni" Caffè Principe - Firenze.

2011 - Personale "Antologica" I° Cent. "Volo dell'Angelo" Ex Scuderie Palazzo Selvaggi - Vastogirardi (IS).

2011 - Personale "Il Cantastorie" Galleria Renzo Cortina - Milano.

2012 - Personale "Ladies and Gentleman" Caffè Deco - Firenze.

2012 - 50° Cardo d'Argento Gadarte - Sala del Basolato - Fiesole (FI).

2013 - 1° Biennale della Creatività in Italia - Palaexport - Verona.

2014 - "Dedicato alle Donne" - Collettiva Gadarte - Firenze.

2014 - Terra, Aria, Fuoco, Acqua, Impatto "Cantico delle Creature" sull'Uomo Moderno - Pinacoteca Arte Moderna Le Porte - Napoli.

2014 - Personale "Opere Scelte" Galleria Anacapri - Isola di Capri (NA).

2014 - Contemporary Art Talent Show - Padova.

2014 - Personale "Antologica" Caffè Moderno - Certaldo (FI).

2015 - Colorful World of Fantasy - mini personale La Lanterna - Genova.

2015 - 53° Cardo D'Argento Gadarte - Sala Leopoldine - Firenze.

2015 - 1° Premio Internaz. "Città di Noto" (Unescu) - Noto (SR).

2016 - Biennale Riviera del Brenta - Villa Valier - Mira (VE).

2016 - "Tu Chiamale se vuoi...Emozioni" - rassegna Arte Moderna Gadarte - Firenze.

2016 - Arte Jubileum - collettiva - Sale del Bramante - Roma.

2016 - 1° Triennale dell'Arte Contemporanea Verona.

2016 - Correnti Artistiche a confronto - Centro d'Arte san Vidal - Venezia.

2016 - 60 anni Gadarte e 54° Cardo d'Argento Murate - Firenze.

2016 - Contemporanei nella Città degli Uffizi - Palazzo Ximenes Panciatici - Firenze.

2016 - 1° Trofeo Arte Impero Parigi - Vienna - Roma, a cura di Paolo Levi.

2016 - ME ART Biennale Internazionale del Mediterraneo Palermo.

2016 - Museo Levi a cura di Paolo Levi Fiera Mediterraneo Palermo.

2017 - Collettiva "Donna Oggi" Gadarte - Firenze.

2017 - Personale “ Quando Cala la Notte ” Gadarte - Fi.

2018 - Calendario “ Un anno a colori ” Gadarte - Fi.


Domenico Magnoli ha ricevuto stima ed apprezzamenti da critici d'arte e personalità della cultura. Tra questi:

V. D'aste, T. Paloscia, I. Lapi, A. Mello, D.Pasquali, V. Sgarbi, R. De Martino, S. Benedetti, F. Napoli, F. Riccomini, P. Sfogli, P. Grazzini, L. Carli, B. M. Fasulo, S. Cardini, I. Marucci, R. Malato, P. Bargellini, P. Civitareale, A. Nocentini, E. Bottero, V. Ursini, L. Lagorio, F. Amodei, Red Ronnie, G. Marchini, M. Guarna, Brandimarte.


Ha conosciuto e avviato contatti di lavoro con numerosi artisti:

P. Conti, F. Lastraioli, Brandimarte, E. Pazzagli, M. D'Elia, A. Ciardi Duprè, N. Filannino, Z. Nistico, X. Bueno, P. Grazzini, N. Malinconi, F. Andreini, T. Bocci e altri.


Bibliografia:

Pubblicazioni:

Toscana '74 - Bolaffi Arte - Introduzione del dr T. Paloscia Firenze, pag. 279 - anno 1974.

Calabria - Catalogo Regionale Arte Moderna - Catanzaro, pag. 27 - anno 1980.

F. Legrottaglie - Il Rovescio della Medaglia, pag. 127 - anno 1981.

La Scuola di Domani - Salerno, pag. 81 - anno 1981.

Rontini Arte Contemporanea - Artisti Toscani sec. XXI, pag. 459 - anno 2007.

Catalogo XXXVIII Mostra all'aperto Gruppo Donatello - FI-, anno 2008.

Borghini - Artisti Contemporanei dell'Empolese Valdelsa XXI sec., pag. 80 - anno 2009.

Catalogo Progetto Polioplus Rotary International, pag. 58 - anno 2009.

F. Borghini - Incontri con l'Arte anni 2008/2009/2010/2011.

C. Caioli - L. Landi - Artisti dell'Empolese Valdelsa 2013, pag. 77 - anno 2014.

Catalogo Generale I° Biennale della Creatività in Italia, pag. 389 - anno 2014.

Artisti - a cura di Vittorio Sgarbi -, pag. 124 - anno 2014.

Catalogo Contemporary Art Talent Show Padova, pag. 183 - anno 2014.

Le Vibrazioni del Colore, pag. 32 - anno 2014.

Catalogo Generale Sartori Arte Moderna e Contemporanea - 2015, pag. 108 - anno 2014.

Catalogo 1° International Prize Città di Noto, pag. 16 - anno 2015.

Dialogando con la Biennale di Venezia, pag. 46 - anno 2015.

Catalogo 60 anni G.A.D.A., pag. 44 - anno 2016.

Catalogo Jubileum, pag. 123 - anno 2016.

Contemporanei nella Città degli Uffizi - FI-, pag. 132 - anno 2016.

Catalogo Biennale del Brenta, pag. 155 - anno 2016.

Correnti Artistiche a Confronto, pag. 48 - anno 2016.

Catalogo I° Trofeo Internazionale Arte Impero a cura di P. Levi, pag. 256 - anno 2016.

Catalogo Triennale Arte Contemporanea, pag. 447 - anno 2016.

Catalogo Me Art Biennale Internazionale del Mediterraneo, pag. 296 - anno 2017.

Catalogo Museo Levi a cura di P. Levi, pag. 268 - anno 2017.

Rosario Pinto - Fra tradizione e innovazione vol.4, pag.122 pag.164-165 - anno 2018.

Catalogo Sartori - Arte moderna e contemporanea, pag. 114 - anno 2019.

Arte Genova 2020, pag. 306 - anno 2020.

Artisti Italiani 2021 catalogo Sartori arte moderna e contemporanea, pag. 235 - anno 2020.

"Archivio" 20x20 progetto per un museo coll. Alberto Sartori (varie edizioni), ottobre anno 2022.

Quotidiani e Mensili:

Gazzetta del Sud - Il Giornale di Calabria - La Nazione - Nazione Sera - L'Unità - Il Tirreno - Il Corriere di Rimini - Il Corriere di Firenze - La Città di Salerno - Corriere della Sera - Arterama - Il Miliardo - Il Tascabile - Pan Arte - Eco d'Arte - Praxis Artistica - Effetto Arte - Vie Nuove Berlino - Archivio.


Poetica

"Gli artisti, una categoria della quale fanno parte innumerevoli specie e sottospecie, rivolgono prima a sé stessi il proprio dettato poetico e, soltanto dopo, alla cosiddetta gente, a chi osserva, ode, legge, avvalendosi di sensoriali doti percettive da trasmettere alla mente, sede del giudizio e - perché no - al "cuore" romantico luogo del sentimento".

Così Dino Pasquali apriva la recensione alla mia Personale "Le stagioni del cuore" al Gruppo Donatello di Firenze di qualche anno fa. In effetti "una mostra non è altro che un percorso di scelte, solitarie e condivise, che terminano nello sguardo di ogni visitatore" (Marco Minuz). Può accadere che lo spettatore percepisca la scintilla che ha dato l'input all'opera dell'artista. L'opera diventa interessante solo quando ogni qualvolta che la guardiamo, riusciamo a scoprire qualcosa di nuovo. Riuscire a vedere quello che non è visibile, arricchire l'immaginazione, lasciare un'impronta.

La "Realtà" e la "Non Realtà" - l'immaginazione - non sono divisi da una linea di demarcazione. A destra la realtà, a sinistra l'immaginazione. Non è assolutamente così. Esiste un punto d'incontro. E' qui che avviene una sorta di "simbiosi" dove la realtà viene assorbita dall'immaginazione e questa da quella; il punto di incontro si chiama "Sogno", dimensione del tempo dove tutto può accadere. Il sogno permette all'Arte di andare oltre la realtà e suggerire allo spettatore esterefatto un'isola volante, dove aiutato dalla propria immaginazione, ognuno di noi potrà approdare.

"Quando cala la notte" sembra già lontano il giorno che si è appena spento. Improvvisamente e per incanto, svaniscono i rumori, l'aria diventa più leggera, più profumata e ti trovi - ma in realtà è una tua scelta - davanti ai tuoi "quadri", tu e loro, da soli. In questo preciso momento avrà inizio quel famoso percorso intimo, silenzioso, quasi religioso dove l'uomo incontra se stesso. Le emozioni riaffiorano e si moltiplicano e ti rendi conto che la dimensione della tela è poca cosa, non può contenere tutta quella capacità di immaginazione che ti esalta al punto di rasentare il cielo. Già il cielo!

Immenso come il mare e cangiante come quello, ci esalta e ci incanta. Salvador Dalì si chiedeva: "che cos'è il cielo? dove si trova? né a destra né a sinistra, né sopra né sotto, il cielo è esattamente nel centro del petto dell'uomo che ha fede. lo non ho fede e rischio di morire senza cielo". Certo, si può vivere e morire anche senza cielo! Basta "non udire", "non leggere", "non vedere". Il cielo non è soltanto un fenomeno atmosferico e Dalì lo sa. Il cielo è quella luce che spazza via le tenebre, è quella luce che trapassa le nuvole, è quella luce che illumina il nostro cammino, la nostra vita. È la Luce, è la nostra anima, immensa come il cielo e come quello irrorata dalla stessa Luce. Se noi "guardassimo" spesso il cielo, potremmo fare nostro un pezzetto di quella Luce, e conservarla gelosamente nel nostro cuore.

Questo è Amore, è Fede.

Domenico Magnoli


Giudizi critici:

“Gli artisti, umana categoria della quale fanno parte i pittori e che si nutre di innumeri specie e sottospecie, rivolgono prima a se stessi il proprio dettato poetico, e soltanto dopo alla cosiddetta gente, a chi osserva, ode, legge avvalendosi di sensoriali doti percettive da trasmettere alla mente, sede del giudizio, e - perché no - al "cuore, romantico luogo del sentimento".

Un cavallino a dondolo al cospetto di un alberello mosso dal vento e radicante in una spiaggia vicino alla battigia, mentre fanno scenografia il mare, il cielo, un aquilone; "Il giardino di Tina", un nudo di donna molto stilizzato al quale si accompagnano fiori e farfalla; in "Fuga dall'incubo" è dichiarato l'omaggio ad un Grande del Surrealismo; "A Mimmo" dipinto di particolari finezze tonali volto a ricordare un amico scomparso: nella "Vanità" è protagonista una conchiglia marina, elemento allusivo e ricorrente nei quadri di Magnoli; "Legato ad un Sogno"' si affida a un opulento, avvenente corpo di femmina; "I Luoghi dell'Anima" sono arcani, desolati e desolanti, sotto l'incombenza di un occhio di donna. Quel che Domenico Magnoli indirizza a sè ed al prossimo, sono gli interni moti della fantasia e dell'anima, che egli tiene ad ancorare quanto più possibile ad una realtà che vada oltre l'apparenza ottica e fenomenica delle cose. In ciò può aiutarlo l'uso di un colore tonale che ha nessi con la tendenza chiaristica. Peraltro l'artista non si perita di dare ascolto a quel "fanciullino" che, coscientemente o no, è in lui ed in ognuno di noi. Per tanto ne nascono pagine di ricordi legati ad un'età dell'innocenza nel corso della quale Magnoli conobbe un vissuto, felice o no che fosse, segnato dall'incanto del mare e del cielo, con il primo che dipende dal cangevole aspetto del secondo, coloristicamente parlando. Ecco dunque che a mò di narrazione autobiografica può accadere un ritorno di Domenico al "dada de son enfance", al cavalluccio della sua fanciullezza.

Magnoli non ha distolto ovviamente, lo sguardo dal mondo che circonda lui e circonda noi, senza tuttavia lasciarsi condizionare dall'iconosfera massmediatica, dalla dilagante polluzione che ci arriva dall'universo delle immagini televisive e cartacee. Se il reale gli offre spunti e ispirazioni non se ne lascia dominare, poiché li trascrive, li manipola, li violenta. Naturalmente in senso poetico. II che salva l'artista dal far parte degli innumerevoli consumatori di un'orrenda cultura trasversale, cultura la quale tutto appiattisce, livella, omologa a modelli vincenti o supposti tali.

I riferimenti all'oggettività si fanno labili, trasmigrano in una visualizzazione connotata da simboli e simbologie, in composizioni che astraggono dall'inequivoco per concedersi all'irreale, addirittura al metafisico ed al surreale. Due termini da accettare però in quantità ridotta, con molto relativa fedeltà a preesistenti storici e storicizzati esempi.

Certo è che questa "ars phantastica," ovvero sbrigliata capacità di immaginazione, si rivela tale da proiettarci al cospetto di un "limbo" magico ed enigmatico, il quale conferma quanto Domenico Magnoli dia importanza alla dimensione del sogno nella vasta complessità dell'umana natura.

Potremmo anche dire che egli ha piena la consapevolezza di come, pur nello stato di veglia, determinante sia la forza dell'inconscio”.

Dino Pasquali


“L'immersione ha la stessa leggerezza dell'essere sospesi; una discesa, un'estasi della forma che tralascia di gravitare la sua presenza all'interno di coordinate reali. Altra dimensione: onirica e quindi non si percepisce bene il passo che fa trascendere in un dove intangibile. Oramai è esserci dentro. L'acqua, elemento che ricorre nelle opere di Magnoli ha la stessa cifra dell'aria, la stessa rarefazione. Non è la pelle a percepirla bensì una profondità diversa che porta gli occhi a scoprire nuovi rapporti, nuove nascite, arrivi di personaggi mitologici, donne-sirene, fiori che cadono come gocce da cieli ancora più alti, abitazioni morbide. Verticalità soprattutto e non è casuale questa tensione: discesa al contempo di un'ascesa senza rumore, intima, religiosa, dove l'uomo incontra la mitologia di un profondo personale umanesimo. Magnoli parla in maniera sottile di territori silenziosi come foglie, con sguardi simili a preghiere. Quando il "cantastorie" decide di narrare, si fa carico delle parole e soprattutto della grammatica che le fa abbracciare tra loro. Cerca una dimensione ulteriore che viene scelta, quella della fiaba: lì, ai margini dell'invenzione, al confine della coscienza, un altro soggetto arriva sempre, l'ascoltatore. Magnoli ha lasciato andare le sue parole ritmandole e insubordinando la realtà che ci si potrebbe aspettare, per trascenderla nel sogno, in quell'ansito che gli permette di lasciare gli oggetti nel loro esser semplicemente guardati. Cosa se ne può dire allora? Un sogno da raccontare che fa perdere alle parole la loro consequenzialità, che insinua nuove tracce di piedi sulla sabbia, inscrive altri cerchi nel mare. Il colore in Magnoli è il segno del vedere i soggetti nel tempo, l'elemento in cui si sospende il suo racconto: spesso sono dipinte atmosfere a chiusura di un giorno, tramonti che invitano col loro orizzonte a scendere in zone non battute - come scordate - dall'uomo.

Ecco, si è già su terreni dove la lontananza è la cifra interpretativa, lontananza solo perché il raggiungibile è intoccabile, tranne da chi, come Magnoli, lo canta nella sua totale perfezione”.

Andrea Mello


“…Un paesaggio smaterializzato o che in ogni caso ha perduto la sua consistenza empirica per divenire voce echeggiante un dramma sottile di timida e delicata umanità; e una figura che ricompare a intervali timida anch'essa desiderosa di mostrarsi, di rinascere, di qualificare il proprio esistere di fronte alla natura. La cadenza soffusa, leggera e impalpabile del colore contribuisce, più di ogni altro elemento plastico e disegnativo, a questo disperdersi della forma in una fumosa e ricercata imprecisione, quasi per facilitare il raggiungimento di una desiderata equipollenza (in cui, purtroppo, ben pochi credono) tra uomo e natura. Una validissima e profonda ispirazione di Magnoli e una scelta tanto più riuscita da parte sua, perchè la pittura è forse il mezzo più disponibile per la concretizzazione di questo principio”.

Isabella Lapi


“Domenico Magnoli è il pittore delle sensazioni e delle emozioni viste attraverso l'occhio della memoria.

Nei suoi dipinti egli va ricercando un approccio psicologico piuttosto che pittorico, presenta i soggetti in una luce surreale dolce, chiara, impercettibile che ci porta lungo le ali della fantasia sconfinando in un mondo magico in cui la realtà è solitudine e inquietudine, in cui l'anima umana diviene la vera protagonista.

Magnoli riesce con successo a tradurre le emozioni della memoria sulla tela, attraverso un cromatismo delicato in cui la forma diviene strumento della sua ispirazione”.

Chiara di Cesare


"Magnoli ha costruito la propria visione, basata sul magico potere della luce surreale, attingendo sempre alla sua natura di poeta, alla sua facoltà di tradurre in immagini le parole ed i sogni più arcani, in un taglio di impostazione metafisico - surreale. Contemplazione e meditazione rappresentano per lui due momenti della vita interiore. che chiarisce ed esprime poi con le sue composizioni surreali. Le immagini di Magnoli sono simboli animati da un cromatismo semplice e poetico. La sua pittura è meditata, mai di getto, al servizio di una visione esercitata nella costante rottura degli schemi: una pittura che si adegua mirabilmente alla fantasia e alle sue teorie spazio - luce.

Diciamo che il modo di dipingere di Magnoli è innanzi tutto un modo nuovo di fare arte: nei suoi quadri dove manca la presenza umana, l'uomo è paradossalmente |' unico vero agghiacciante protagonista; un uomo che ha abdicato alle sue prerogative, alle sue speranze, alle sue illusioni, che ha finito col cancellare le ragioni più profonde del suo diritto a vivere, per costruirsi una realtà dove la solitudine non è tanto mancanza di rapporti o di comunicazioni, quanto la manifestazione più vistosa della nostra inquietudine quotidiana."

Italo Marucci


“Il mondo della pittura di Domenico Magnoli è il luogo fantastico in cui la dimensione del reale assume una trasfigurazione intellettuale e morale non disperdendosi la rappresentazione oggettuale in una prospettiva onirica, ma assumendo, piuttosto, il reale fenomenico stesso gli attributi della evanescenza del sogno. Posta questa premessa, non dovrà stupire che la raffigurazione delle cose divenga motivo per Domenico Magnoli di analizzare tutto quanto lo circonda con una disposizione creativa che si segnala per l'onestà intellettuale che la presiede e per la purezza essenziale che distingue l'ordito compositivo e la purezza cromatica. Se fosse possibile istituire un confronto esemplaristico, ci sembrerebbe di poter dire che aleggia nella pittura del nostro quello stesso spirito "chiarista" che ha saputo ispirare una stagione significativa dell'arte italiana, avvertendo noi comunque che un'aura sottilmente surreale costituisce l'orizzonte eidetico su cui si misura la forza contenutistica della pittura di Domenico Magnoli”.

Rosario Pinto


“Ogni tela è come una pagina di vita per l'artista, che di volta in volta deve scrivere, riempiendola di emozioni, ricordi, sensazioni, idee e suggestioni. Questa trasposizione appare ogni volta come una sfida ma al contempo necessità, bisogno primario di esternare, comunicare.

"Senza cielo" quindi è l'ennesima sfida dell'artista Magnoli, che seguendo il canone rappresentativo che ormai come un marchio, una cifra stilistica distintiva caratterizza la sua arte, crea opere dal sapore contemporaneo.

Nelle sue tele respiriamo vera arte, un connubio di anima e tecnica. Attraverso l'anima si sviluppano le motivazioni che danno inizio all'impulso creativo e la tecnica poi, con grande forza, esprime tutta la potenza comunicativa di colori, sfumature, luci e velature”.

Paolo Levi


“Un romanticismo potente, fatto di pulsioni, di voglia di amare ed essere amato, che il maestro Domenico Magnoli traduce in immagini. Trasmutare il pensiero, sentimento astratto, in qualcosa di concreto e materico è ciò che fa il nostro artista, ciò che lo rende un artista sensibile e capace di osservare la realtà, cogliendone gli aspetti più svariati. Le tinte pastello si sfumano tra di loro dando vita ad un meraviglioso vortice cromatico, i colpi di spatola o di pennello ne definiscono il carattere e modulano la personalità, facendo si che ogni opera ci possa parlare di sentimenti e sensazioni diverse. L'astante è così catturato dal fattore estetico in un primo momento, per rimanere poi ebbro di emozioni non appena si sofferma a cercare di leggere l'opera. La chiave di lettura sta nell'animo di chi crea l'opera e nella ricerca, raffinata e sensibile, che l'autore conduce, in tal modo fa si che questa chiave di lettura possa raggiungere il pubblico, invitandolo a percorrere un cammino artistico quasi trascendentale”.

Sandro Serradifalco


Le stagioni del cuore

“Il cuore, organo di massima importanza per il nostro corpo, è anche " il luogo romantico del sentimento." Il cuore subisce emozioni su emozioni, piccole e grandi, a volte grandissime, nello stesso giorno, tutti i giorni, tutte le notti. Le emozioni diventeranno ricordo e i ricordi segneranno i battiti del nostro cuore.

Così come le stagioni segneranno il trascorrere del tempo.

Saremo noi a ricercare quei ricordi, quelli più lontani o addirittura remoti.

Brilleranno finalmente "cose reali" e "cose non reali" e queste si mischieranno con quelle.

È la soglia della fantasia.

Vivremo per sognare e sogneremo per vivere”.

Mostra Personale, Gruppo Donatello - Fi 2008


“Ritorno dopo un periodo non breve, ad esporre in una mia personale. Non è stato uno di quei cosiddetti periodi per ritrovare se stessi né tanto meno, di maturazione.

È stato ben altro.

Un grazie va alle mie figlie Marina ed Ornella che hanno desiderato e voluto questo "ritorno".

Ho ripreso da dove avevo staccato, lavorando su un concetto che è rimasto inalterato.

"Il Cielo non si trova né in alto né in basso, né a destra né a sinistra, né sopra né sotto di noi. Il Cielo si trova esattamente dentro di noi. E' la nostra anima. Il rifugio di tutti i sentimenti, quelli che conosciamo e quelli che non conosciamo".

Essi costituiscono la nostra identità.

Sono quei sentimenti che non conosciamo, nascono insieme a noi e che ci portiamo dentro da sempre. Gli oggetti raramente si identificano con essi, ma, addirittura, spesso non riescono a soddisfarli.

E' a questi sentimenti che la nostra immaginazione deve dare una identità.

Scavare incessantemente dentro di noi e cercare, cercare, fino ad aprire nella nostra anima una falla dalla quale potranno finalmente brillare i sentimenti più nascosti, quelle realtà irreali.

Il Cielo/Anima subirà delle lacerazioni, la nostra immaginazione metterà a fuoco una emozione e la nostra anima si trasformerà in una sorta di soglia dove la nostra fantasia diverrà regina.

L'opera dell'artista sarà la "traduzione" di quelle emozioni.

La pietra, il colore, il verbo, le note musicali e tutti i mezzi senso-percettivi saranno gli strumenti del pensiero dell'artista, che incarcerato nella materia, tende a raggiungere se stesso.

Verranno alla luce ogni sorta di immagini, oggetti reali ed irreali, comuni e non comuni e spesso il linguaggio dell'artista sarà diverso da quello dello spettatore.

La comunicazione tanto è più perfetta quanto più stimola ed evoca dalla profonda memoria, le radici psicofisiche del mito stesso, l'identità umana.

Lo spettatore verrà così coinvolto da quell'incantesimo che soltanto un'opera sa dare.

La magia dei colori.... una scintilla che accarezza prima la mente e poi attraversa i corpi”.

D.M.

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