Maggi Cesare

pittore
Roma, 13 gennaio 1881 - Torino, 11 maggio 1961

CESARE MAGGI

Cesare Maggi nacque a Roma il 13 gennaio 1881 da Andrea Maggi e Pia Marchi Maggi, illustri attori drammatici che lo amarono molto ma non poterono partarlo con loro nei loro giri, quando egli era fanciullo. Lo lasciarono così a Firenze nella loro grande casa affidato alla Nonna materna. Morta la Nonna, che lo adorava, fu mandato al Collegio Reale di Lucca dove fece gli studi liceali. Finiti questi dichiarò a suo Padre che voleva dipingere, e suo Padre lo accompagnò a Napoli da Esposito, suo amico, e così rimase per circa due anni a quella scuola. Ottenne poi dai suoi genitori il permesso di andare a Parigi all’Accademia Cormons e vi rimase un anno, poi affascinato dall’arte di Segantini, già morto, andò al Maloja dove cominciò a dipingere ispirato a quei temi di alta montagna. Ma intanto morì a Roma sua Madre, e dopo questo, che fu il più gran dolore della sua vita, non si sentì di rimanere solo, e andò a Torino, dove fu allievo di Giacomo Grosso che specialmente gli insegnò figura. Intanto desiderò sposarsi e sposò infatti, ancora giovanissimo, Anna Oxilia (sorella di Nino uno degli autori di «Addio Giovinezza») che è compagna tenerissima, nel bene e nel male della sua carriera, e che gli diede due figlie, una sposata e ora residente a Londra, l’altra rimasta vicina a lui, tutte e due hanno per lui un vero culto.

Poco dopo sposato Cesare Maggi andò a vivere, per alcuni mesi all’anno, in una ospitale, casetta a La Thuile in Val d’Aosta.

Già nei suoi anni di adolescenza aveva esposto a Firenze un quadro «Ma almeno c’è il fuoco» che ebbe un premio.

Cominciata la sua vera vita di pittore nel 1905 espose a Venezia alla Biennale passando sotto giuria «Mattina di festa» acquistato dalla Galleria Inglese della Nuova Galles del Sud. Talvolta pensa con grande nostalgia a quel suo primo quadro che non potè mai più rivedere.

Nel 1906 alla Triennale di Brera espose un bellissimo quadro « Melanconia del Sole » che entrò nella terna per il Premio Umberto I e che acquistato successivamente da alcuni amatori d’Arte, andò perduto nell’ultima guerra.

Nel 1907 ebbe alla Biennale di Venezia il primo grande successo con due quadri: «La prima neve», eh è alla Galleria Moderna di Roma, e « L’ultimo fieno » acquistato da una Galleria di Buenos Ayres.

Nel 1908 ebbe a Milano, per artisti che non avessero ancora compiuto i 30 anni (il Premio Fumagalli, col quadro «La Montagna».

Nel 1909 ebbe a Torino la Grande Targa d’Argento del Club Alpino Italiano col quadro «La Thuile d’inverno» e con lo stesso quadro nel 1910 ebbe la Medaglia d’oro alla Mostra Internazionale di Monaco di Baviera.

Nel 1911 gli fu assegnata la Medaglia d’Oro di 1“ Classe all’Esposizione del Club Alpino Inglese a Londra e l’acquisto del quadro per il gruppo «Il Cervino». Nel 1912 ebbe una sala personale alla Biennale Veneziana e acquisti da Gallerie italiane ed estere. Nel 1915 fu chiamato alle armi come sottotenente degli Alpini, addetto ai Reparti sciatori e poi Commissario Militare sulle navi trasporto. Fu smobilitato nel 1919 col grado di capitano. Potè riprendere allora la sua strada, ma più stanco e tormentato dai dibattiti che si andavano delineando nel campo dell’Arte e della vita italiana.

Nel 1926 ebbe a Bologna la Grande Medaglia d’Oro alla Mostra dell’Ente del Turismo per soggetti ispirati all’Alta Montagna con il quadro «Monte Bianco»; con lo stesso quadro ebbe a Milano la Grande Medaglia d’Oro.

Fu uno dei Premiati del Concorso della Regina con il quadro «La morte del Colonnello Piscicelli».

Nel 1934 ottenne la Cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Torino, succedendo al suo Maestro Giacomo Grosso.

Si era stabilito nel frattempo con la famiglia a Torino, pur trasferendosi qua e là per lavoro e incarichi.

Nel 1935 ebbe il Premio degli Artisti alla Quadriennale di Torino, col quadro «Estate» (tre nudi di donna).

Nel 1939 ebbe il 3° Premio Cremona.

Nel 1940 ebbe il 2° Premio Cremona.

Nel 1940 fece una seconda Personale alla Biennale Veneziana ed il quadro « Ponte di Legno » fu acquistato dai Museo Civico di Torino.

Nel 1941 ebbe il 1° Premio Cremona.

Nel 1945 ebbe il 1° Premio al Concorso Pasini a Torino.

Nel 1945 ebbe il 1° Premio al Concorso «Federazione Macellai di Torino».

Nel 1945 ebbe il Premio Historium a Vasto col quadro « Autunno in Cadore » alla Mostra Palizzi, il quale fu poi acquistato dal Museo di Buenos Ayres.

Nel 1950 ebbe il Premio con il quadro « Il Pastore » alla Mostra del Tessile a Torino.

È stato Accademico di San Luca, Membro onorario dell’Accademia di Brera e di Torino.

Fece parte più volte della Commissione del Museo Civico di Torino, e di molte Commissioni di accettazione delle varie mostre italiane.

Alla Biennale di Venezia fu invitato per 20 volte. Espose e fu invitato in tutte le principali esposizioni nazionali ed estere (Venezia, Rema, Milano, Torino, Monaco, Londra Pittsburg, l’Aja, Atene, Hannover, Buenos Ayres), ha quadri nelle Gallerie italiane, americane, inglesi, olandesi; lavorò per alcuni periodi molto apprezzato in Olanda. (Domenico Maggiore)

Nel 1905 partecipa alla VII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con 1 dipinto.

Nel 1907 partecipa alla VII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con i dipinti: L'ultimo fieno, La prima neve.

Nel 1909 partecipa alla VIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con due dipinti: Il ritorno, Sulle Alpi in una sera d'autunno.

Nel 1910 partecipa alla IX Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con i dipinti: L'agonia dell'autunno, Il trionfo dell'autunno.

Nel 1912 partecipa alla X Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con una Mostra Personale con 18 dipinti.

Nel 1914 partecipa alla XI Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con 2 dipinti.

VE nel 1920 con 1 dipinto,

Nel maggio-ottobre 1921 partecipa alla 1^ Esposizione Biennale Nazionale d’Arte della Città di Napoli, con i dipinti: L'aureola, Agosto, Le fiamme, Pescatore, La fanciulla delle perle, Il pian dei gelsi.

Nel 1922 partecipa alla XIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con il dipinto: Il confine.

nel 1924 con 2 dipinti,

nel 1926 con 1 dipinto,

Nel 1930 partecipa alla XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con tre dipinti: Il porto di Lerici, Fra Pisa e Viareggio, Il lavore della terra.

nel 1940 presenta 17 dipinti, nel 1942 con 1 dipinto, nel 1948 con un dipinto.



Bibliografia:

1907 - VII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 89.

1907 - Settima Esposizione Internazionale d'Arte in Venezia, Fascicolo Primo, Pubblicazione dell'Illustrazione Italiana, pp. 28, 29.

1907 - Settima Esposizione Internazionale d'Arte in Venezia, Fascicolo Secondo, Pubblicazione dell'Illustrazione Italiana, p. 21.

1909 - VIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 85.

1909 - Guido Marangoni. VIII esposizione Internazionale di Venezia. Pittori Italiani, Milano, Natura ed Arte, anno XVIII, n. 23, 1° novembre, p. 727.

1910 - IX Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, pp. 96, 99.

1921 - 1^ Esposizione Biennale Nazionale d’Arte della Città di Napoli, catalogo mostra, Napoli, maggio-ottobre, pp. 56, 61.

1922 - XIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 52.

1922 - XIII Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia, Numero speciale della Illustrazione Italiana, Milano, Treves, supplemento al n. 31 del 30 luglio, p. 37.

1930 - XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 67.

1940 - Giuseppe Bigaglia, L'aspetto della XXI Biennale veneziana, Assisi, La Festa, n. 26, 30 giugno - XVIII, pp. 306/307.

1956 - Domenico Maggiore, Supplemento Artisti Viventi d’Italia, Napoli, Edizione Maggiore, pp. 354/359.

1996 - La Biennale di Venezia. Le Esposizioni Internazionali d’Arte 1895-1995, Venezia, Electa, p. 511.

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