Nenì Maccagno, che è ancora giovanissima, in pittura è stata allieva di Cesare Ferro e per la scultura di Michele Guerrisi. Ma nelle sue opere non vi sono influenze aperte e nette né dell’uno né dell’altro. Essa cerca d’essere e di riuscire assolutamente personale; ed è per questo che si rende interessante.
Pittrice e scultrice; parecchi hanno detto che nella Maccagno preferiscono la scultrice; ciò non toglie però nulla al suo valore di pittrice. Bisogna dire, per amor di verità, che dimostra attività ed abilità egualmente nei due campi.
In pittura non tratta il paesaggio: non fa che della figura e specialmente si è dedicata al ritratto.
I suoi ritratti non sono delle belle fotografie di lineamenti e di pose: sono esseri completi di forme e di spiriti, espressioni di corpi e d’anime.
I suoi volti parlano di qualche cosa che sta nel fondo delle anime e che vuole caratterizzare la persona. I quadri di figura vogliono pure esprimere qualche cosa di più degli accostamenti o dei contrasti di colore per rilevare dei virtuosismi tecnici.
Per esempio, nel quadro dei bambini seduti ad una tavola su cui stanno dei pesci rossi guizzanti in un’urna di cristallo, si è voluto rimarcare la felice soluzione della composizione col risalto che il vasto piano bianco dà all’acquario trasparente. Questo sarebbe un giuoco di tecnica rilevabile da tecnici: al pubblico, pel quale sono fatte le opere d’arte, ciò che parla è l’espressione e l’atteggiamento dei tre ragazzi, la loro vitalità di fronte allo spettacolo che è il loro giuoco e il diverso animo con cui lo contemplano o attendono invece al loro compito.
I ritratti sono particolarmente felici anche per la tecnica con cui è riprodotta la carnagione, d’una evidente naturalezza e realtà. L’autoritratto, già altre volte esposto, ha suscitato ammirazioni da parte di artisti illustri.
Nelle opere di scultura è notevole la sicurezza e vigoria della modellatura; ricordano lavori classici di pura bellezza: basti vedere Alba per sentirlo. C’è un Pugilatore che si manifesta tale senza indicarlo, tanto ne ha le caratteristiche somatiche.
Tanta forza d’espressione sembra persino strana in una donna.
Nenì Maccagno non fa discussioni di tendenze, di scuole; dipinge e scolpisce come sente, con assoluta semplicità ingenua e spontanea. Il fantasma che le balena nell’anima, lo riproduce, come lo vede, con l’ausilio d’una tecnica sicura ed esperta che non ha bisogno d’altre conquiste. Ciò è davvero consolante nei riguardi dell’arte e dell’artista: che la sincerità - il che equivale a coscienza artistica - parta da una donna, è cosa encomiabile. Giovanissima, ha nelle promesse già realtà nel presente, un avvenire luminoso.
Lorenzo Alpino (1937 - Lorenzo Alpino, Nenì Maccagno, pittrice e scultrice, Milano, Pro Familia, n. 8 (1892), 21 febbraio, XV, p. 89).
Dal 10 gennaio al 10 febbraio 2002, l'Archivio di Stato di Torino, gli dedica la mostra celebrativa: Nini Maccagno – Opere dal 1933 al 2001.
Bibliografia:
1937 - Lorenzo Alpino, Nenì Maccagno, pittrice e scultrice, Milano, Pro Familia, n. 8 (1892), 21 febbraio, XV, p. 89.