Piemonti Lorenzo

Artista MADI
Carate Brianza (MB), 1935 - Carate Brianza (MB), 1° ottobre 2015

Lorenzo Piemonti, nato nel 1935 in Brianza, a Carate, dove ha vissuto nella sua casa di ringhiera. Muore a Carate Brianza il 1° ottobre 2015.

Si è imposto all’attenzioni della critica nazionale e internazionale per i suoi risultati plastici che traggono dal numero la loro matrice prima e svolgono in progressione tridimensionale le molteplici variazioni di una sequenza numerica. L’arte figurativa non è stata estranea all’attività di Piemonti, (ricordiamo il periodo dedicato ai soggetto “macchine da cucire”, con una mostra personale alla Galleria Montenapoleone 6A a Milano nel 1965) egli però a decorrere dalla metà degli anni Sessanta, ha inteso muoversi su un percorso, dove la disciplina mentale e il rigore logico, uniti all’abilità manuale, si concentrano in una sintesi di forte impatto visivo o ambientale.

La personalità dell’artista maturata dalla decennale permanenza nella Svizzera centrale (Zurigo), nei contatti con i maestri del concretismo svizzero (Max Bill, Camille Graeser, Richard Paul Lohse), si è sviluppata in una direzione estremamente individualizzata, testimoniata dai Cromoplastici - Cromoplastici MADI’ e dalle recenti accelerazioni.

Con un rappresentante del movimento argentino, è fondatore del gruppo MADI’ Italia (materialismo dialettico) presente in mostre personali e di gruppo in Francia, Svizzera, Serbia, USA, Ungheria, Spagna.

Durante il periodo svizzero 1965-1975, Piemonti collabora come scultore con la Schlaeppischaufensterfiguren di Zurigo, realizzando modelli per esposizioni di moda, utilizzati da stilisti come: Balenciaga nei musei di Zurigo e Madrid, da Yves Saint Laurent al Metropolitan Museum d’Arte di New York, museo delle arti e della moda al Louvre di Parigi, Armani al Guggenheim di New York, Courege, e altri nelle più importanti metropoli del mondo.

L’ambiente artistico di Milano l’ha sempre vissuto dal di fuori.

Frequenti gli incontri con amici e colleghi: Bruno Munari, Gianni Colombo, Grazia Varisco, Pino Pinelli, Agostino Bonalumi, Alberto Ghinzani, Hsiao Chin, Alberto Biasi e altri.

Con Dadamaino diverse sono state le frequentazioni a Carate, nella propria casa.

Nel percorso espositivo internazionale: mostra personale nel 1996 alla Galleria d’Arte MADI’ International, ad Albuquerque, New Messico (USA); mostra personale al Museo Nazionale di Belgrado; dal 2003 è presente con opere di espressione MADI’ al Kilgore Law Center and MADI’ Museum di Dallas-Texas e, mostra personale nel 2007, nel 1992 mostra antologica al MAGA Museo di Gallarate (VA).

Opere del Piemonti si trovano anche nei musei di varie città italiane e straniere.

La critica ufficiale si è spesso occupata di Lorenzo Piemonti.

Dell’opera di Piemonti si sono interessate Viviane Fradkoff e Anita Villa, rispettivamente dell’Università di Ginevra e dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, che hanno approfondito il suo modo di comunicare nella tesi di laurea.


Opere pubbliche:

1976 - Carate Brianza, “Fratellanza Universale” monumento manipolabile in acciaio inox, h. m 6,50. All’Inaugurazione erano presenti i Consoli dell’India, dell’Africa, del Cile, del Giappone, della Svizzera e della Germania.

1976 - Villa di Serio (BG), Scuola materna, “Presenze”, monumento in anticorodal, h. m 2,50.

1982 - Sovico, “Momento attuale”, monumento in acciaio inox e colore su base di cemento, m 1x1.

1988 - Verano Brianza, “L’arca”, scultura monumentale in travi di legno lamellare curvato, realizzazione Holzbau, m 4,52x11,25.

1998 - Verano Brianza, “Sopraelevata 1998”, scultura in traversine di legno, m 5x2,5.

1999 - Loghetto - Carate Brianza, “Abbraccio”, bronzo, m 1x1.


Giudizi critici:

“L’opera di Piemonti, dopo le esperienze figurative degli anni cinquanta del secolo scorso, si indirizza, con il ciclo degli “ovali”, verso lo studio di una forma pura che emerga, distaccandosene, dalla superficie pittorica piana. Il superamento della componente rappresentativa di elementi naturali per il tramite degli ovali viene ulteriormente sviluppato da Piemonti anche grazie alle sue esperienze in Svizzera degli anni ‘70, nonchè alla frequentazione di Max Bill, Camille Graeser e Richard Paul Lohse.

L’approccio alla pittura diviene così concreto e geometrico, mentre l’uso del colore è disciplinato da regole percettive precise. Questi elementi necessariamente legati da una rigorosa progettazione hanno caratterizzato gli interventi artistici, che negli anni hanno spaziato dalla pittura, alla composizione tridimensionale, divenuta quest’ultima in alcune occasioni un elemento scultoreo per spazi pubblici.

I lavori di Piemonti richiedono un esercizio di attenzione, poiché la loro complessità genera l’armonia che si può cogliere a pieno seguendo lo sviluppo di linee, piani e colori. Non a caso l’artista stesso considerava il suo lavoro un’espressione spirituale, libera da riferimenti naturalistici, ma ben percepibile a livello sensoriale. Ed è proprio l’elemento sensoriale che connota l’opera di Piemonti, tanto è vero che anche quando il rigore geometrico è massimo (possiamo pensare al Cromoplastico bianco del 2002 o ad Accelerazioni del 1985) la percezione della componente figurativa e l’empatia verso l’opera sono immediate; la geometria è trasposta sul piano sensoriale della bellezza coniugando così nell’oggetto d’arte il pensiero sottostante e la valenza estetica che lo riveste, che ci consente di trasporre il piano intellettuale e filosofico nelle arti visive.

Il rapporto tra pensiero e manufatto artistico è un argomento che probabilmente interessa più l’appassionato che l’artista, infatti per quest’ultimo il pensiero confluisce spontaneamente nell’opera, mentre il fenomeno non è così evidente per chi “legge” opera e pensiero dall’esterno e spesso a posteriori.

La trasfigurazione del segno in armonia, ben oltre la tecnica e il tempo, è la matrice che consente di valutare la validità del percorso artistico di Lorenzo Piemonti e l’attualità di un pensiero, ricorrente nel mondo dell’arte, che ha posto l’arte visiva su un piano di indipendenza dall’elemento naturale, senza rinunciare ad entrare in sintonia con il fruitore dell’opera tramite il ritmo insito nell’opera stessa, che assume così una connotazione classica.… La mostra, veramente ricca di contenuti, affronta alcune tematiche care all’artista: gli ovali, i cromoplastici, le composizioni geometriche ed i famosi “manichini”, con varietà di tecniche e di supporti; il percorso espositivo è stato pensato unitamente alla cara Signora Francesca Noemi Moscardo, moglie di Lorenzo Piemonti, che ha sempre vissuto l’arte del marito, quale prima fruitrice e interprete: il che rende veramente speciale questo evento”.

Riccardo Bianchi


“La mostra di Lorenzo Piemonti presso la Galleria Cart di Monza, riveste un importante significato, in quanto prevalentemente incentrata su un nucleo di opere (realizzate tra il 1970 il 1980) inedite al grande pubblico. Ciò vuole essere uno stimolo per approfondire la conoscenza di un artista che in sessant’anni di attività ha studiato, prodotto e contribuito all’evoluzione artistica del nostro paese”.

Maurizio Calvi


“da qualche tempo si parla molto di sperimentalisti e qualche amico, scrivendo di me, mi ha compreso tra questi, forse per un mio modo di operare su materiali diversi: nel ‘65 con il poliuretano e il fiberglass, nel ‘66 con il legno, nel ‘66, ‘67 e ‘68 con i metalli e il vacuum nel ‘69 e “70 con i multipli; il tutto sempre fondato su una certa oggettività geometrica libera. / oggi mi occupo di costruttivismo concreto (cui non è estranea forse una ormai decennale frequentazione dei costruttivisti di Zurigo) che mi par di vedere come logico sbocco di una personale impegnata ricerca sui fatti e i possibili significati del colore e della forma.”

Lorenzo Piemonti, ottobre 1974


“In svizzera ho realizzato la scultura “i manichini” che erano qualche cosa di completamente diverso rispetto ai manichini utilizzati dall’industria, ho alzato le spalle, stretto e allungato la figura, ho inserito il collo sporgente, la schiena che dovrebbe essere bombata a rovescio e questo ha avuto un successo mondiale, tanto che sono stati utilizzati anche da Yves Saint Lorent al MoMa di New York. In Svizzera ho acquisito la tranquillità economica che mi ha permesso di non avere la necessità di vendere il quadro per vivere e allora ho potuto fare tutte le ricerche in base al mio personale interesse artistico. Con Bill si discuteva sul fatto che nella nostra epoca è giusto inserire il calcolo nel quadro, non più la rappresentazione figurativa, ma una ragione matematica che se vogliamo è anche fredda per il quadro. Il mio concerto è quello della Bau Haus che ogni cosa che si vuole fare deve essere progettata… il quadro è progettato nelle dimensioni mentre sento personalmente il colore, che pure segue le regole della cromatologia … ci sono i colori primari (giallo blu e rosso) e i complementari (viola, verde e arancio). Essendo italiano il costruttivismo di matrice europea mi andava un po’ stretto e il MaDi mi è stato un po’ comodo per la sua maggiore libertà data dal fuoriuscente, ma ho sempre fatto riferimento alla mia formazione concretista, per cui la costruzione dell’opera non è casuale”.

Lorenzo Piemonti, (tratto dall’intervista dell’ottobre 2013 al Museo di Ussone, in occasione della mostra Regesto Cromatico)


Bibliografia essenziale:

1991 - Salvador Presta, Arte Madi: Rino Sermaglia, Alberto Biasi, Salvador Presta, Elena Fia-Fozzer, Giancarlo Caporicci, Gian Carlo Bulli, Lorenzo Piemonti, Reale F. Frangi, ... + Madi francesi, catalogo mostra, Milano, Galleria Arte Struktura, pp.nn.

2004 - Lorenzo Piemonti mostra antologica 1959-2004 "dove abita un arcobaleno", catalogo mostra, Comune di Seregno, Galleria Civica Ezio Mariani. pp. 48.

2008 - Lorenzo Piemonti. Madì oltre, catalogo mostra, Milano, Spazio Tadini, pp.nn.

2012 - Catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea, a cura di Arianna Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 332.

2013 - “Lorenzo Piemonti. Regesto cromatico” a cura di Alberto Zanchetta, catalogo mostra, Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, settembre-ottobre.

2013 - Catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea 2014, a cura di Arianna Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 236.

2014 - Catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea 2015, a cura di Arianna Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 160.

2016 - 50anni d’Arte in Lombardia. Primo percorso, a cura di Arianna Sartori, presentazione di Maria Gabriella Savoia, catalogo mostra, Castel d'Ario, Casa Museo Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. nn.

2019 - Catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea 2020, a cura di Arianna Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 111.

2020 - Artisti Italiani 2021 catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea, a cura di Arianna Sartori, prefazione di Maria Gabriella Savoia, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 311/313.

2021 - Artisti Italiani 2022 catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea, a cura di Arianna Sartori, prefazione di Maria Gabriella Savoia, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 283/285.

Leggi tutto
Risultati trovati: 51