Nel 1900, emigra con la famiglia a Buenos Aires, dove inizia i suoi studi artistici. Rientra in Italia nel 1910, si stabilisce a Napoli per frequentare la Regia Accademia di Belle Arti, ottenendo riconoscimenti come la medaglia d’oro per uno "Studio di Nudo" nel 1913 e una borsa di studio per un viaggio d’istruzione nelle principali città italiane l'anno successivo. Nel 1915, consegue il diploma di Licenza del corso comune dell’Istituto di Belle Arti e il diploma di Laurea del Corso Superiore di Pittura. Successivamente, insieme ai suoi fratelli Antonio e Vincenzo, che erano anche loro tornati dall’America, apre uno studio di pittura e di fotografia, dedicandosi soprattutto al ritratto.
Sul retro di un suo dipinto del 1920: etichetta manoscritta "Giovanni Iacovino/Via di Ripetta 70/ Roma/Triste inverno"
Nel 1927 l’Associazione Internazionale di Roma gli assegna il premio per la pittura.
Nel 1931 inizia la sua carriera scolastica ad Ortisei, dove insegna disegno ornato, pittura e studio del nudo fino al 1938. Dall’autunno del 1938 al giugno del 1942 insegna disegno ornato nella Regia Scuola d’Arte Professionale Carnica di Tolmezzo. In questi anni tiene diverse mostre, anche a livello nazionale, a Roma, Trento, Napoli, Firenze, Bolzano, Potenza e Fiuggi.
Si trasferisce definitivamente a Firenze nel 1946, alternando la sua attività artistica di pittore con quella di restauratore. Tra i restauri eseguiti si ricordano quelli nel Palazzo Vecchio, riguardanti il Cortile della Dogana, il Salone dei 500, la Sala di Leone X, il Cortile di Michelozzo, ed altri distribuiti nell’eterna città, dal Tabernacolo di Via Pisana alla Loggia dell’Arcagna, dalla Loggia degli Uffizi a Santa Maria Novella. Muore a Firenze, il 13 dicembre del 1963.
Tra i suoi dipinti si ricordano: Ritratto di Niccolò Stenone, Ritratto di Niccolò Stenone (disegno), Ritratto del rettore Antonio bagnoli (1944), Ritratto del cardinale Elia dalla Costa (1945), San Salvatore da Horta guarisce i malati (1945), Ecce Homo (1952).