Nasce il 29 marzo 1886 a Mantova, dove muore il 17 dicembre 1946.
La famiglia benestante gli consente di interrompere gli studi tecnici per dedicarsi all’arte e alla frequentazione dell’Accademia di Brera a Milano. Durante il periodo 1908-1909 segue i corsi di Cesare Tallone, Giuseppe Mentessi e Enrico Buti.
L’anno seguente si trasferisce a Venezia dove si iscrive alla Scuola Libera di Nudo del Regio Istituto di Belle Arti, instaura rapporti d’amicizia con Luigi Nono.
Nel 1911 torna a Mantova.
Nel dicembre 1915 - gennaio 1916, partecipa alla Mostra Artistica Mantovana pro mutilati e orfani di militari caduti in guerra, al Palazzo Ducale di Mantova con trentadue dipinti tra i quali Maria e uno Studio di nudo citati da Umberto Boccioni in una recensione della rassegna.
Sabato 15 gennaio 1921 inaugura una mostra personale insieme all’amico Alfonso Monfardini, nelle sale delle Società del Casino a Mantova, dove espone paesaggi, nature morte e ritratti, tra i quali va ricordato quello del Pittore Somensari. In tale occasione l’Amministrazione Comunale di Mantova gli compra un quadro per la costituenda Galleria d’arte moderna. Nel maggio dello stesso anno, figura alla Mostra Artistica Mantovana che si tiene nel Palazzo Ducale di Mantova
Partecipa nel marzo/aprile del 1922 all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Brera al Palazzo della Permanente di Milano con il dipinto Nubi sull’altipiano engandinese. Dal 15 aprile presenta, alla XIII Biennale Internazionale di Venezia, il dipinto Le mele.
Dal mese di marzo 1923 espone alla Quadriennale di Torino nelle sale della Società Promotrice delle Belle Arti. Espone anche alla 3a Mostra Artistica Mantovana che si tiene nel Palazzo Ducale nell’aprile-maggio, vi espone le opere Funghi, Giornata di neve, Iolanda, Il mio giardino, Le pesche, Le mele, Mendicante. Ancora nell’ottobre/dicembre, presenta all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Brera, al Palazzo della Permanente di Milano, l’opera Vanda.
Nel 1924 è accettato alla XIV Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia con il dipinto Le amiche. Nel maggio, è presente alla Seconda Esposizione di Arte e Industria, nel Palazzo Ugolani Dati, di Cremona. Partecipa nel novembre/dicembre, all’Esposizione Annuale di Belle Arti di Brera, al Palazzo della Permanente di Milano, con il quadro Il giardino.
Nella primavera dell’anno dopo, espone alla Terza Biennale Romana, nel Palazzo di Belle Arti, a Roma. Ancora nel 1925 (maggio-giugno) figura alla Mostra d’Arte pura ed Applicata all’Industria, di Brescia. Nei mesi di agosto-settembre è presente con il dipinto La bimba e il pierrôt alla Ia Esposizione Fiumana Internazionale di Belle Arti, nel Municipio di Fiume. Nell’ottobre-dicembre partecipa all’Esposizione Nazionale d’Arte alla Permanente di Milano con le opere Nel giardino, La finestra aperta.
Nell’aprile-ottobre 1926 partecipa alla XV Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia con il dipinto La vestina nuova; Ugo Nebbia su Emporium scrive: “Come dimenticare, ad esempio, quella garbata ed intonata composizione aneddotica, di chiaro carattere pittorico della Vestina nuova, che non induce certo all’oblio sulle buone intenzioni, cioè sul nome di Giuseppe Guindani?”.
Partecipa su invito, dal 21 aprile al 21 maggio 1927, alla IV Mostra D’arte del Sindacato Artisti Mantovani tenutasi nel Palazzo Ducale di Mantova presentando quindici dipinti: Fiori, Studio, Rio di Mantova, Pesci, Giornata grigia, Uva, Il giardino, Palmipedi, Nel giardino, Sole d’inverno, Frutta, Zucche, Frutta, Ritocchi a Sandrone, La bimba e il pierrôt.
Dal 29 aprile al 24 maggio dell’anno dopo, alla Fiera d’Arte Mantovana nel Palazzo della Camera di Commercio di Mantova, espone sei dipinti La bimba e il pierrôt (Esposizione Internaz. Roma), Giornata grigia nella mia casa (Quadriennale di Torino - 1923), Vecchio garibaldino, Il libro da messa, La zucca, Testa di vecchio al sole. Lo stesso anno viene accettato alla XVI Esposizione internazionale d’arte Città di Venezia con il dipinto Tentazioni.
Nel 1931 in occasione della II Settimana Mantovana, curata dal Sindacato Fascista Belle Arti di Lombardia, Sezione di Mantova, alla Prima Mostra Provinciale d’Arte nel Ridotto del Teatro Sociale, dal 27 settembre al 17 ottobre, espone i cinque dipinti Il vecchio bevitore, Ammirazione, Il Rio di Mantova, La casa fra gli ulivi, L’orto sul lago di Garda.
Dal 14 febbraio al 15 marzo dell’anno dopo partecipa, a Palazzo della Permanente di Milano, alla 3a Mostra d’Arte del Sindacato Regionale Fascista Belle Arti di Lombardia con il quadro In cucina.
Nel 1933, dall’11 marzo all’11 aprile, alla Mostra d’Arte del Sindacato regionale Fascista Belle Arti di Lombardia, a Palazzo della Permanente di Milano espone il dipinto Contro luce. Partecipa anche alla Mostra Provinciale Pittura e Scultura, tenutasi dal 30 aprile al 21 maggio, in occasione della III Settimana Mantovana, in Palazzo Ducale di Mantova con le opere Controluce, In cucina, La lavandaia, Piazza Erbe di Mantova, Ritratto della sorella.
Dall’1 al 31 maggio del 1934 partecipa alla V Mostra d’Arte del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti di Lombardia al Palazzo della Permanente di Milano con il quadro In cucina. Lo stesso anno vince il 3° premio (di 200 lire) per il cartellone propagandistico della quarta Settimana Mantovana con il bozzetto: Oprar; partecipa alla Terza Mostra d’Arte “Fiaccole ardenti” che si tiene dal 16 settembre al 21 ottobre, nel Palazzo Aldegatti, in via Chiassi a Mantova, vi espone le opere Nell’orto, Il Porto di Malcesine, Fiori I, Cortile rustico, Fiori II.
Nel 1935, dal 15 settembre all’1 ottobre, partecipa alla Quarta Mostra Provinciale d’Arte, in occasione della V Settimana Mantovana, nelle Sale di Palazzo Aldegatti, con i cinque dipinti Contro Luce, Finestra aperta, Ritratto, Via Roma, Ritratto.
Dal 15 febbraio al 15 marzo dell’anno dopo, partecipa alla VII Mostra d’Arte del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti di Milano al Palazzo della Permanente con due opere: Nel giardino, Ritratto. Ancora nel 1936, in occasione della VI Settimana Mantovana, alla V Mostra Sindacale Provinciale di Mantova nel Palazzo Te (20-27 settembre) figura con sei opere: Nel Giardino, Figura, Carla, Ritratto, Frutta, Disegno.
Nel 1937, dal 12 al 19 settembre, espone cinque opere alla Mostra Sindacale degli Artisti Mantovani tenutasi in occasione della VII Settimana Mantovana al Palazzo Ducale di Mantova.
Dal 14 maggio al 14 giugno 1938, figura alla IX Mostra d’Arte al Palazzo della Permanente di Milano con il dipinto Alla finestra; ancora al Palazzo della Permanente nel novembre/dicembre dello stesso anno, alla Mostra Sociale Autunnale, espone i tre dipinti Tramonto, In giardino, Fiori.
Dal 29 aprile al 28 maggio 1939, partecipa alla X Mostra d’Arte del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti di Milano, al Palazzo della Permanente, con l’opera Estate sul lago. Partecipa contemporaneamente (dal 14 maggio al 30 giugno) alla Mostra dei Pittori, Scultori e Incisori Mantovani ’800 e ’900, a Palazzo Te di Mantova, con tre disegni, nella sezione incisori mantovani e i cinque dipinti Il piccolo pescatore, Autunno mantovano, Bianca, Tramonto, Paese. Partecipa, dal 18 maggio, al Premio Cremona, dove presenta il dipinto con il motto “Ardere”, dal titolo A Monaco noi abbiamo operato per la pace. Al Palazzo della Permanente di Milano nel novembre/dicembre, alla Mostra Sociale Autunnale, figura con i due dipinti Autunno a Garda, Il parco.
Nei mesi di maggio/giugno dell’anno dopo è presente alla Mostra Sociale A. XVIII E.F. della Società per le Belle Arti di Milano e II Provinciale del Sindacato Fascista con tre opere: Il Porto di Garda, Autunno a Garda, Autunno a Garda.
Partecipa nel maggio-giugno 1941 alla VIII Mostra sindacale degli artisti mantovani con quattro dipinti: Il porto di Garda, Ritratto, Autunno a Garda e Autunno a Garda.
Dal 6 al 21 giugno 1942 alla IX Mostra sindacale degli artisti mantovani tenutasi nel Ridotto del Teatro Sociale di Mantova figura con cinque dipinti: Paesaggio mantovano, Il porto di Garda, I salici in autunno, Autunno a Garda, Studio; nei mesi di ottobre/novembre alla XII Mostra Interprovinciale del Sindacato Fascista Belle Arti di Milano, Concorsi Paesaggio Lombardo e Ritratto, al Palazzo della Permanente espone i due dipinti Paesaggio mantovano, I salici in autunno.
Figura alla X Mostra Sindacale d’Arte mantovana del 1944 (dal 23 aprile al 14 maggio) allestita nella sede dell’Unione professionisti e artisti in via Marangoni 14, con quattro grandi quadri: il critico della Gazzetta definisce: “…piacevolissimi che cantano l’amore per gli scenari naturali più suggestivi. L’artista li ritrae con facilità di pennello e calda eloquenza di linguaggio coloristico, offrendo ad essi l’atmosfera più adeguata per richiamare l’interesse del pubblico e suscitarne la giusta approvazione.”
Il 13 giugno 1945 viene nominato Commissario dell’Associazione Sindacale Artisti di Mantova; dal 15 luglio partecipa alla mostra collettiva dei pittori mantovani alla Galleria Le Concole di Mantova.
Dopo la morte dell’artista, avvenuta il 17 dicembre 1946, è la vedova Signora Aristea che si impegna a diffondere la conoscenza dell’opera di Guindani.
In occasione della Mostra del Gruppo Artistico Mantovano al Palazzo della Ragione di Mantova, nell’aprile 1947, viene esposto il duo dipinto: Ritratto di ragazza.
Nel 1949 gli viene dedicata una mostra personale alla Galleria Bolzani di Milano. Sempre lo stesso anno, in occasione della Mostra Nazionale di Pittura e Scultura “Premio Mantova 1949”, tenutasi al Palazzo della Ragione di Mantova, dal 18 dicembre al 15 gennaio 1950, vengono esposte le opere: Studio di Bimba, Porto Catena.
Dall’11 giugno all’8 luglio del 1951 al Palazzo della Ragione di Mantova viene allestita una grande Mostra postuma riassuntiva presentata da Aldo Carpi e Vincenzo Costantini, sulla Gazzetta, Luciano Cerati scrive un’ampia recensione.
Dal 19 al 30 settembre del 1954, sue opere sono esposte alla Mostra di Pittura a Bozzolo; Gian Luigi Verzellesi sulla Gazzetta di Mantova scrive e segnala tra le opere migliori: “…lo splendido paesaggio di Giuseppe Guindani (Mantova - Lago di sopra) realizzato con una felice libertà cromatica e con un senso della costruzione degna dei più riusciti acquerelli di Cézanne”.
Nell’ottobre 1957 gli viene ordinata una nuova mostra postuma a Milano presso la famosa Galleria Barbaroux, con presentazione di Ugo Nebbia che in catalogo scrive: “…Confesso perciò d’aver cercato, come per un rinato bisogno d’intenderlo, fra quanto ci ha lasciato d’un quarantennio circa d’assiduo lavoro - e che la buona compagna della sua vita custodisce col fervore più devoto ed intelligente - l’antica cordialità di quell’accento pittorico sgombro di contraddizioni e di equivoci, che da troppo tempo abbiamo perso di vista, fino a ritenerlo superato: quell’accento, voglio dire, non di cattiveria deformante, ma di bellezza edificante (sono ancora le parole di Costantini), che può identificarsi col poetico edonismo del suo modo di vedere e di sentire, ossia di concepire l’arte, anzi la vita; quello che Guindani ha sempre cercato d’esprimere attraverso il più cordiale e palpitante colloquio col vero; unica fonte per lui d’ispirazione e che ha rischiato di lasciar inaridire, attraverso qualche segreto timore di dover uscire con esso dal gusto del proprio tempo.
Lo dico anche per richiamarmi ai tempi, sempre più remoti, in cui ricordo d’averlo conosciuto a Venezia, e d’essermi con lui inteso, anche in grazia alla pacata arguzia che ne caratterizzava certa signorile schiettezza mantovana: poiché, in piena coerenza con se stesso - senza mai cedere, cioè, ai soliti conformismi per smania di figurare diverso da quello che era - egli ha saputo essere più volte presente nel modo più degno alle Biennali; mettendo la limpidità del suo concetto pittorico di forma-colore, e la schietta eloquenza d’intonazione e fattura dei suoi mai superficiali racconti dal vero - la sua coscienza, in una parola, ossia la forza delle proprie convinzioni - di fronte a qualsiasi problema, con cui, anche a Venezia, si andavano oramai affermando, con ben altri mezzi e propositi, le fortune o i malesseri di quanto crediamo rappresenti un tempo nuovo per l’arte…”.
La Galleria La Gonzaghesca di Mantova allestisce, a partire dal 18 aprile al 3 maggio 1959, una sua Mostra postuma, Verzellesi sulla Gazzetta di Mantova scrive un’interessante nota critica.
Nel 1961, dal 25 settembre al 31 ottobre, alla Rassegna Arti Figurative Mantovane dall’800 ad oggi, che si tiene alla Casa del Mantegna, vengono esposti sette dipinti: Bambina con pupazzo, Fiori secchi, Contadina sull’aia, La bimba e il Pierrôt, Contadino al sole, Giovanetta in bianco, Paesaggio.
In occasione della Collettiva di Pittori Mantovani dal 6 aprile 1963, alcune sue opere sono esposte nella nuova galleria mantovana La Saletta, in Corso Vittorio Emanuele 112.
Figura anche alla Quarta Mostra Artisti Scomparsi che si tiene nel 1964, al Palazzo della Gran Guardia di Verona.
Ancora nel marzo dell’anno seguente alcuni suoi dipinti sono all’Exposition de la Peinture Italienne Contemporaine, presso il Modern Art Center di Zurigo. Nel Salone del Castello Visconteo di Pavia, dal 15 al 30 aprile 1965, alla “VII Mostra degli Artisti Scomparsi” è presente con ben sei opere.
La Galleria La Saletta di Mantova gli organizza una mostra personale intitolata “Opere del periodo 1910-1913” dall’8 al 21 gennaio 1966, presentato in catalogo da Margonari. Presso la Galleria Portici di Cremona, presentato dal critico Elda Fezzi gli viene dedicata (dal 1 al 14 giugno 1966) una personale dove vengono esposte le opere giovanili. Lo stesso anno, nell’ottobre, si tiene a Milano presso Il Centro Documentazioni e Manifestazioni Culturali dell’Istituto Europeo di Storia dell’Arte, in via Brera, una sua importante retrospettiva, presentata da Gabriele Mandel.
Sue opere sono presentate alla Mostra d’arte itinerante ordinata dall’Istituto Europeo di Storia d’Arte che inizia a Milano il 6 marzo 1967, per essere trasferita sull’“Augustus” in navigazione per l’America, e ripetuta a Buenos Aires, Rosario, Cordoba, Mendoza e Montevideo. Lo stesso anno, dal 17 giugno, alcuni suoi quadri figurano anche alla Quarta Collettiva di Pittura e Scultura presso la sede dell’Istituto Europeo di Storia d’Arte a Milano. Dal 23 dicembre 1967 al 5 gennaio 1968, sue opere figurano alla Rassegna dei Pittori Mantovani Scomparsi che si tiene alla Galleria La Saletta di Mantova. Ancora nel 1968 alcuni dipinti di Guindani sono presentati alla Sala Boggian di Castelvecchio a Verona.
A San Benedetto Po la Galleria Comunale “Saletta Giulio Romano”, viene inaugurata il 21 marzo 1969, con una mostra retrospettiva dedicata a Giuseppe Guindani: sono esposte 21 opere; l’avvenimento culturale è presentato dal pittore Lanfranco.
Nel febbraio-marzo 1970 sue opere figurano alla Rassegna di “Maestri Mantovani” che si tiene nelle Galleria dell’U.G.M. di mantova.
Alla Bottega “Isabella d’Este” di Mantova, dal 16 al 28 febbraio 1972, gli viene allestita una mostra personale.
Nell’ottobre 1974, la Galleria Civica d’Arte Moderna (oggi purtroppo chiusa), viene inaugurata nelle Sale di Palazzo Te a Mantova, per l’occasione figurano anche alcuni suoi dipinti.
A cura dell’Ente Manifestazioni Mantovane si tiene, nella Loggia di Giulio Romano a Mantova, dal 15 marzo al 12 aprile 1975, la mostra “Giuseppe Guindani. Opere dal 1910 al 1931” che in catalogo si avvale dell’introduzione critica di Egisto Farina.
Dal 3 al 16 aprile 1976, la galleria mantovana Il Deschetto diretta da Maria Gabriella Savoia Sartori, allestisce la Mostra personale “Le fanciulle di Guindani”, alla quale vengono esposte molte opere inedite dell’artista.
Una mostra di Disegni e pastelli si tiene dal 17 dicembre 1977 al 13 gennaio 1978 a Mantova, presso la Galleria Teatro Minimo diretta da Garilli, presentato in catalogo da Lanfranco. Ancora nel 1978 alcune sue opere figurano alla “58a Mostra d’Arte”, che si tiene dal 20 al 31 marzo nel Palazzo Re Enzo di Bologna.
Da metà febbraio al 23 marzo 1980, nel Salone Mantegnesco di San Francesco a Mantova a Giuseppe Guindani viene dedicata una nuova Mostra antologica, ordinata da Gian Maria Erbesato e Franco Solmi; il catalogo edito per l’occasione si avvale della collaborazione scientifica di Marilena Pasquali. La panoramica della mostra si snoda seguendo il percorso artistico che va dal 1904 al 1946.
Dal 1 al 14 marzo 1981, gli viene ordinata una Mostra Retrospettiva alla Galleria San Luca di Verona, con presentazione critica di Luigi Meneghelli. Dal 15 al 30 settembre la Mostra viene trasferita alla Galleria Ghelfi di Montecatini.
L’anno seguente, a Roma presso la Galleria Il Trittico, dal 30 gennaio al 15 febbraio, si tiene la mostra “Omaggio a Giuseppe Guindani”.
Alla Mostra “Incisori Mantovani negli Anni Trenta” che si tiene nel Centro Culturale del Comune di Virgilio, dal 7 aprile al 6 maggio 1984, figurano alcune sue incisioni. Il Centro d’Arte S. Vidal di Venezia, a cura di Bruna Bonesi, gli allestisce una mostra postuma, dal 16 al 30 maggio 1984, presentato in catalogo da Guido Perocco che così si esprime: “La mostra di Giuseppe Guindani nell’antica chiesa di San Vidal a Venezia viene opportuna per la revisione che troviamo tanto importante della generazione d’artisti che ha iniziato ad operare nel decennio 1910-1920.
Giuseppe Guindani, nato a Mantova nel 1886, è prima assiduo ai corsi di Brera con Cesare Tallone nel 1908-1909, poi si trasferisce a Venezia, dove frequenta la Scuola libera del nudo all’Accademia Belle Arti, entra in amicizia con un maestro della pittura come Luigi Nono e gli artisti di Ca’ Pesaro. Nel 1911 ritorna a Mantova. Nel 1916 conosce Boccioni, che esprime su Guindani un giudizio lusinghiero in un articolo critico nella rivista “Avvenimenti”.
Nel dopoguerra è presente alle mostre della Biennale ed a varie rassegne nazionali a Milano, a Roma, e a Torino; ma vive nella solitudine un po’ aristocratica della provincia, per cui non terrà neppure una mostra personale fino alla morte, che lo coglie a sessant’anni nel 1946.
Si tratta di un artista da rivedere con occhi nuovi: l’occasione della mostra è quanto mai propizia. L’articolo di Boccioni del 1916 giudica con straordinaria acutezza, come sempre, e rileva la felicità del colore di Guindani e la sua freschezza. Due dati che sono alla base di ogni esame critico sull’artista: basti osservare bene alcuni quadri esposti, come Barconi a Venezia 1910, La professoressa di matematica 1910, Contadino sull’aia 1911, Riposo 1911, Vecchia modella 1910, La sorella 1912. Chi dipingeva in modo così libero, luminoso e chiaro in quegli anni? Abbiamo in mente Gino Rossi dell’epoca, tutto diverso, affascinato com’era da Gauguin; Umberto Moggioli, in parte legato a Guglielmo Ciardi, è molto vicino, per molti aspetti, al nostro pittore. A mio parere, Guindani, dopo aver infranto gli schemi della Accademia, aveva saputo guardare in profondità alcuni dipinti attorno al 1910 di Luigi Nono, come La passeggiata ed alcune vedute di Sottomarina improntate ad una intensa luminosità chiara. Guindani non ha dubbi: sorvola sui volumi delle figure con tocco leggero e rapidità nervosa del pennello, che rifiuta la prospettiva in funzione dell’immediatezza dell’immagine in “uno sforzo continuo verso forme e concetti nuovi”.
Dopo la guerra vediamo l’artista nelle Biennali che ebbero luogo dal 1920 al 1940. L’arte italiana riprendeva il suo cammino con un necessario “ritorno all’ordine” verso Cézanne dopo le impennate del Futurismo.
Boccioni, per primo, proprio nel 1916, aveva dato l’esempio. Guindani nella sua pittura imbocca una strada chiara e luminosa, vicina a quelle di Casorati, Menzio e Funi, ma con un suo accento particolare: sereno e senza preconcetti, anche nel ruolo che necessariamente riveste nel “Novecento” con una resa spontanea e felice, libera da particolari intellettualismi. Le Amiche, esposto alla Biennale del 1922 è un quadro giustamente conservato nella sezione moderna dei Musei Vaticani, perché esemplare nella composta inquadratura delle forme nelle due ragazze davanti allo specchio in un atteggiamento di contemplazione, quasi metafisico, in quell’improvviso incontro di sguardi fissi verso lo spettatore e degli oggetti all’intorno in una lucida visione dello spazio.
Di pari importanza, mi sembra, il Ritratto della moglie e Mila e Pierrot del 1927, suggeriti da una penetrante intuizione psicologica, che la mente esprime intatta per mezzo di una pittura solida e costruttiva, tutta compatta entro il centro focale dei dipinti, che è dato sempre dalla magia degli occhi. Non devono sfuggire le qualità ritrattistiche di Guindani anche nelle immagini circonfuse in un contesto di paesaggio.
La storia dell’arte moderna italiana andrebbe rifatta con una analisi accurata di alcuni artisti della nostra provincia, specie quella di antica tradizione artistica, come Mantova, che non ha dato soltanto Semeghini, ma anche figure di primo piano come Guindani, che ora ci è dato conoscere ampiamente in questa bella rassegna”.
È presentato, con sette disegni, alla Mostra del Disegno Mantovano del ’900 che si tiene a Mantova nel Museo Civico di Palazzo Te, nel settembre-dicembre 1984.
Dal 23 settembre 1989 nel Castello di Malcesine (VR) viene ordinata una retrospettiva dedicata ai dipinti di paesaggio gardesano intitolata “Malcesine per Guindani”. La mostra è presentata da Gian Maria Erbesato.
Nel febbraio del 1990 sue opere figurano alla mostra “Collezionismo mantovano: dall’800 sino ad oggi”, che si tiene nelle sale del Circolo La Rovere di Mantova.
Dal 13 aprile al 3 maggio 1992 nel Teatro Comunale di Medole in occasione dell’inaugurazione della Civica Raccolta d’Arte con la Collettiva “Cento anni di Pittura mantovana 1895-1985” viene esposta il dipinto: Pennuto nel piatto.
Dal 25 febbraio al 12 marzo 1995, a cura dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Mantova, gli viene ordinata una mostra alla Casa di Rigoletto in Mantova, intitolata “Guindani - I Volti, le figure (1918-1946)”. Ancora lo stesso anno, alla Casa di Rigoletto in occasione della Mostra “Mantova da Incorniciare”, vengono esposte le acqueforti: La Piazza Erbe di Mantova, Piazza Leon Battista Alberti.
Nel 1997, dal 23 febbraio a 9 marzo, sue opere sono presentate alla mostra “Omaggio ad Artisti Mantovani da fine 800 al 900”, alla Città degli Antiquari di Castel d’Ario. Una mostra retrospettiva dedicata a Guindani si tiene alla Galleria San Sebastiano di Mantova dal 12 aprile all’8 maggio dello stesso anno, con presentazione critica in catalogo di Benvenuto Guerra. Sempre nel 1997 (ottobre-dicembre) a Palazzo Te di Mantova, suoi dipinti figurano nell’Esposizione “Incanto della città - immagini di Mantova nella Quadreria Comunale d’Arte”. Un suo Nudino a sanguigna figura tra i disegni esposti alla mostra “Il disegno mantovano” che si tiene dal 2 dicembre 1997 al 10 gennaio 1998 presso la Galleria Arianna Sartori-Arte di Mantova. È presente con un’acquaforte alla mostra “Il segno inciso. L’Incisione Mantovana del Novecento”, che si tiene presso la Pinacoteca di Quistello dal 20 dicembre 1997 al 13 febbraio 1998. Nel settembre 1998 alla Saletta di Via Giustiziati a Mantova, figura alla mostra “FiorFiori di Zucca”.
Figura al Centro Baratta di Mantova, alla mostra “Ore di lettura nei disegni del ’900 mantovano” che si tiene dal 10 al 24 settembre 1999. Lo stesso anno, dal 16 ottobre al 5 dicembre, è presente alla Mostra “Il disegno a Mantova 1900-1950” che si tiene presso la Pinacoteca Comunale di Quistello (MN). Dal 26 settembre 1999 al 16 gennaio 2000, i suoi quadri: La Professoressa di matematica 1910, Signora in poltrona 1916, La draga 1922, Al tavolo 1926, Il Rio 1943, sono esposti alla rassegna “Arte a Mantova. 1900-1950”, a Palazzo Te di Mantova.
Nel 2000, dal 16 luglio al 10 settembre, la Casa del Mantegna di Mantova ordina la mostra “Collezione d’arte moderna della Provincia di Mantova” dove vengono esposte le opere Autunno a Garda, e Porto a Garda, manca il ritratto Mussolini che risulta irreperibile (?).
La Galleria d’Arte Moderna di Milano possiede il suo dipinto: Nel giardino, acquistato nel 1936 alla VII Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti di Milano alla Permanente.
Sue incisioni sono inserite nella Raccolta delle Stampe Adalberto Sartori di Mantova,
Sito internet: www.raccoltastampesartori.it
Bibliografia:
1922 - XIII Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia, Numero speciale della Illustrazione Italiana, Milano, Treves, supplemento al n. 31 del 30 luglio, p. 43.
2001 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, volume III, Dio - Ku, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 1487/1502.
2014 - Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni, a cura di Arianna Sartori, catalogo mostra, Casa Museo Sartori, Castel d'Ario (MN), Archivio Sartori Editore, Mantova, pp.nn.